Noodles ha scritto: 14/04/2020, 9:56
DODO29186 ha scritto: 13/04/2020, 21:05
Da liberale ti posso dire che un PD così statalista non si vedeva da quando ancora si chiamava PCI.
in effetti la precedente gestione liberista renziana è stata un poco deludente, ha provato ad estinguere il partito.
Ci è andato vicino, ma purtroppo non ci è riuscito.
Ci vorrebbe Adam Smith ora.
Ma quale liberale! Renzi era e rimane un democristiano paraculo con il culto della propria personalità. La scuola è quella narcisistica berlusconiana: liberale a parole, opportunista a caccia di consenso nei fatti. E anche questo ha contribuito in maniera sostanziale al fallimento del progetto renziano.
L’azione del Governo Renzi era partita anche bene, sia sotto il profilo delle riforme, sia sotto quello dei consensi che - ti ricordo - viaggiavano a qualche punto in più della gestione del compagno Zingaretti... Il problema è che poi si è arenata. Avere un programma moderno e liberale serve a poco se alla prova dei fatti continui a ridimensionarlo.
Perché ha fallito? Principalmente per questi motivi:
- Non sono state toccate burocrazia e pubblica amministrazione, prerequisito necessario per un’azione realmente incisiva.
- Le riforme, pur nella giusta direzione, si sono caratterizzate da timidezza e contraddittorietà.
- Il leader si è rivelato inadeguato e il partito un covo di serpi, togliendo entrambi solidità al Governo.
- L’apparenza (la comunicazione) è cresciuta sempre più di importanza a discapito della sostanza (le riforme).
- Si è inseguito il consenso (finendo per perderlo) dimenticandosi del progetto originario che quel consenso lo aveva originato.
Tra le mancate riforme liberali ti posso citare:
- Bonus, mancette e regalie elettorali anziché riduzione sostanziale del cuneo fiscale.
- Positivi tagli di spesa improduttiva spesso sono andati a finanziare... altra spesa improduttiva!
- Privatizzazioni a macchia di leopardo e senza le necessarie liberalizzazioni hanno creato trasferimenti di rendite monopolistiche, anziché abolirle.
- Riforma del lavoro applicata solo ai privati, laddove il pubblico più la necessitava.
La catastrofe di Renzi a Roma dimostra chiaramente che non basta cucirsi un bel programma addosso se non si ha una visione chiara del Paese, con lucidità, competenza ed il coraggio necessario per portarla avanti. Dimostra una volta di più che una leadership è forte se condivisa, non se concentrata e personalizzata. E soprattutto ci insegna che per cambiare traiettoria bisogna sterzare, aggiustare la rotta e basta non è più sufficiente.
PS:
1) Adam Smith è morto nel 1790, ti consiglio di aggiornarti perché sei rimasto un po’ indietro.
2) Francamente, cosa me ne dovrebbe fregare a me del PD? Io voto il contenuto, non il contenitore.