Bluto Blutarsky ha scritto: 12/04/2020, 12:50
The Patient ha scritto: 11/04/2020, 18:21Hai presente quanta gente (banale o meno che sia) abbia portato al Lido tale personaggio? Venezia non è snob come Cannes o Berlino
Essendo stato là quel giorno, confermo.
Ultimamente - diciamo con la nuova presidenza Barbera - il festival ha aperto moltissimo al glamour, anche a costo di fare qualche scelta discutibile nella selezione. Negli ultimi anni le presenze al lido si sono moltiplicate (parlo anche di giornalisti stranieri e turisti). Il prezzo da pagare per aver messo la freccia ai danni di Cannes.
Il documentario sulla Ferragni non l'ho visto, ma sono certo che è un'occasione persa. Un documentario serio e distaccato sul tema degli influencer, che sono un fenomeno enorme di questi anni, sarebbe cosa buona e giusta. Io lo andrei a vedere. Il problema è che qui la protagonista era praticamente la co-autrice, e ne è venuto fuori un prodotto da Corea del Nord.
rispondendo ad entrambi: ho presente.
purtroppo ero anch'io al lido quel giorno.
ma non cambia di una virgola la sostanza, che non c'è in questo documentario.
è autoreferenziale a palla, a livello qualitativo è un insieme di immagini messe a caso senza costrutto narrativo.
anche i documentari, anzi soprattutto i documentari, seguono schemi precisi di sviluppo del racconto.
qui non solo non c'è conflitto o critica sul dogma dell'immagine, non c'è nemmeno un'analisi della cause e le situazioni che hanno prodotto questo infinito mondo di influencer.
c'è solo una lunga esaltazione del personaggio con la chiusa su una ripresina anni 90 in cui alla domanda della madre (cosa vuoi fare nella vita) la piccola chiara ha una esitazione e non riesce a rispondere, questo sì davvero descrittivo del vuoto.
aprire al mondo glamour e della moda ok, ma pur sempre mantenendo un minimo di dignità.