frog ha scritto: 03/07/2018, 14:41
frog ha scritto: 29/06/2018, 20:21
Hai ricevuto una serie di risposte piuttosto chiare dalle quali si evince la tua sconfitta con perdite.
Ovviamente sorvoli su di esse e rispondi a me che ho fatto una semplice battuta e il tuo link manco l'ho aperto.
Ritenta, sarai più fortunato
Ah Diè, hai scritto nà cazzata, te lo ha spiegato Doc, con la sua infinita pazienza nella prima risposta, poi siccome Doc in questo topic ha la considerazione di un Lebron, ma con meno finali perse, allora ti sei accodato alla sua seconda risposta, data all'altro filo Brexit del forum, ma la tua cazzata "Com'era la cosa della brexit, della catastrofe dell'uscita dall'Europa, il calo del pil, le previsioni nefaste?", resta tale e il perché non serve spiegartelo, lo sai benissimo da solo.
Di Lebron in ambito FIBA fino al 2007...
Ang88 ha scritto: 03/07/2018, 18:12
Karamazov ha scritto: 03/07/2018, 17:58
A me sembra assurdo, anche solo pensare che devi cercarti una farmacia diversa per la pillola. Puoi venderla, e allora vendila. A prescindere dall'essere pro o contro, te la chiedo e me la devi dare, se no non fai la farmacista
te la "devo" dare? Dalla sentenza parrebbe di no; e a quanto leggo conferma quella del tribunale di Gorizia...
In risposta leggevo dell'esistenza di "AIFA n. 219 dell’1 febbraio 2016" che è un bel papirozzo che non ho letto
Ho letto pure che il medico può fare obiezione di coscienza se la ragazza è minorenne. Può anche, se si presenta sola, valutare la maturità psicologica prima di prescrivere il contraccettivo d’emergenza (quindi se non la ritiene matura può non prescriverlo?).
Ma quindi il medico, pagato dallo Stato, può fare il cavolo che gli pare mentre il farmacista, privato, deve distribuire farmaci a comando? Non lo so
Del caso in questione comunque nell'articolo si capisce poco o niente
Che dall'articolo si capisca poco degli eventi è vero.
Diciamo però una cosa: se un minorenne si reca a comprare dell'alcool il negoziante si può rifiutare di venderlo, in alcuni casi deve, allo stesso modo il farmacista può rifiutarsi di vendere un farmaco. Per esempio, già i farmacisti, legittimamente, si rifiutano di vendere farmaci per cui è prevista la ricetta medica se la stessa ricetta non è presentata (cosa che io non condivido per la pillola del giorno dopo, come spiego dopo)
Diciamo però anche due cose:
1) La cosa non può valere per i contraccettivi, non può esserci obiezione in tal caso, anche perché servono proprio a prevenire la situazione per cui potrebbe esserci motivo di obiezione di coscienza.
2) Se c'è ricetta medica il farmacista deve consegnare e basta, il caso di coscienza è tutto del medico.
3) Non è che se un giudice stabilisce una cosa quella è definitiva, tante volte un giudizio è stato ribaltato. Per esempio fino alla morte del calciatore Luigi Meroni non veniva comminato un risarcimento danni a carico di terzi in caso di inadempimento contrattuale, se i terzi avevano provocato detto inadempimento. Fino agli anni '90 non era risarcito il danno biologico. Le cose cambiano.
Premesso questo, la legge andrebbe rivista in modo da essere chiara oltre ogni possibile dubbio, perché io posso capire l'obiezione di coscienza quando si richiede un intervento attivo del medico o del farmacista, ma quando la donna chiede un farmaco e poi fa da sola l'obiezione di coscienza a mio parere davvero non ha alcun senso. Se la pillola del giorno dopo è stata testata, autorizzata dal ministero della sanità ed è legittimamente in vendita, concordo in pieno che debba essere venduta a chi ne fa richiesta senza tante storie.