MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da Strembald » 20/11/2020, 23:21

Coriolanus ha scritto: 20/11/2020, 23:10 Ma perchè smise di comporre secondo voi? "Blocco dello scrittore", non si sentiva adatto alle nuove temperie musicali, semplicemente voleva godersi la pensione?

Mah di Rossini si è detto veramente di tutto, e forse una soluzione a questa tua domanda non c'è.
Perchè da una parte era un uomo veramente godereccio, amante della cucina, gran mangiatore, frequentatore di un sacco di persone, amante del bel vivere.
Dall'altro lato il suo lato oscuro era quello di una psiche complessa, fatta (probabilmente secondo alcuni) di disturbo bipolare, crisi depressive (che verosimilmente lui mascherava con una vistosissima pigrizia), e secondo altri anche disturbi della socialità, nel senso che non riusciva a condurre una vita socialmente omogenea.

La verità è che come tutti gli artisti, anche lui è difficile da interpretare, e non si può credere davvero a tutte le cose che ha detto (che me lo rendono tra l'altro simpaticissimo), e quindi la risposta la sapeva forse solo lui. :biggrin:

 

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da mario61 » 21/11/2020, 9:45

Strembald ha scritto: 20/11/2020, 23:21
Coriolanus ha scritto: 20/11/2020, 23:10 Ma perchè smise di comporre secondo voi? "Blocco dello scrittore", non si sentiva adatto alle nuove temperie musicali, semplicemente voleva godersi la pensione?

Mah di Rossini si è detto veramente di tutto, e forse una soluzione a questa tua domanda non c'è.
Perchè da una parte era un uomo veramente godereccio, amante della cucina, gran mangiatore, frequentatore di un sacco di persone, amante del bel vivere.
Dall'altro lato il suo lato oscuro era quello di una psiche complessa, fatta (probabilmente secondo alcuni) di disturbo bipolare, crisi depressive (che verosimilmente lui mascherava con una vistosissima pigrizia), e secondo altri anche disturbi della socialità, nel senso che non riusciva a condurre una vita socialmente omogenea.

La verità è che come tutti gli artisti, anche lui è difficile da interpretare, e non si può credere davvero a tutte le cose che ha detto (che me lo rendono tra l'altro simpaticissimo), e quindi la risposta la sapeva forse solo lui. :biggrin:

da quello che ho letto, sono tre i motivi prevalenti:
- la rivoluzione del 1830 che ha fatto crollare il sistema a cui Rossini faceva riferimento, Rossini aveva già commissioni per nuove opere bloccate dal cambio di regime e con il nuovo regime non c'era relazione, tanto è vero che lui ha perso i mezzi di sostentamento ed è tornato in Italia  (non c'era la pensione ai tempi e nemmeno il diritto di autore, per cui non è pensabile che un musicista a 37 anni potesse vivere di rendita, tanto per eliminare una delle ipotesi delle cause del ritiro)
- l'arrivo del romanticismo, clima culturale che Rossini detestava. Rossini definiva i tenori verdiani degli urlatori, odiava il do di petto introdotto da Duprez nel Guglielmo Tell, era un compositore astratto, antinaturalistico. Con il Gugliemo Tell ha fatto il massimo sforzo possibile (berlioz ha scritto che con il Guglielmo Tell la natura entra nella musica) e ha di fatto fondato il Grand'Opera francese e l'opera comique (con Le Comte Ory), ma non ha voluto spingersi oltre.   Quando ha ripreso a comporre negli ultimi venti anni di vita  (in coincidenza con il ritorno in Francia del 1848) ha infatti fatto musica completamente non romantica, si potrebbe dire neoclassica moderna, anticipando Satie e Stravinsky.
Questi fattori penso che siano stati gli elementi scatenanti della depressione  (terzo motivo), a causa di nevrosi che probabilmente covava, ma che probabilmente era stata anche un motore della creatività rossiniana.  La depressione viene superata con il ritorno a Parigi nel 1848 e negli ultimi vent'anni di vita Rossini torna un punto di riferimento della vita musicale francese e italiana, anche se su posizioni musicale completamente antitetiche rispetto a quelle dominanti.
 

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da mario61 » 21/11/2020, 10:15

Strembald ha scritto: 17/11/2020, 17:51  
Gio ha scritto: 17/11/2020, 16:55 Ma solo se suonata su un sauer, e solo quello della cattedrale di berlino ...... :forza: :forza: :forza:
 
Buccaneer ha scritto: 17/11/2020, 17:00 Questa è molto più lenta rispetto alla versione "classica", perchè?  :penso:

Dunque ci sono alcune cose da dire.
L'organo Sauer è magnifico, in particolare quello berlinese è considerato il migliore mai costruito da Sauer stesso, che ricordiamo era allievo di Aristide Cavallè-Coll, un altro organaro annoverato fra i massimi esponenti della costruzione di questo strumento, e che rivoluzionò tanti concetti costruttivi.

Chiusa la parentesi "strumento", ogni esecuzione può sembrare più lenta o più veloce, a seconda di quella a cui si è più abituati. Il concetto quindi dovrebbe essere spostato all'idea di maggior o minor correttezza, o (ancora più correttamente) al concetto di maggior aderenza testuale alla partitura.

Nella versione postata da @Gio  c'è una discreta libertà interpretativa, con alcuni "ritardando" non scritti (di stampo abbastanza estraneo al barocco) e soprattutto, nella parte iniziale, le prime scale discendenti (che sono fatte da biscrome) vengono eseguite molto più lentamente. Vero è che all'inizio del primo rigo il tempo di riferimento è "adagio", ma poi arrivando al "prestissimo" delle prime terzine in successione (a 1:16 del video per intenderci) diciamo che mi sento di dire che l'esecuzione è un pochino forzata. Diciamo che l'aderenza alla partitura è stata decisamente più libera e licenziosa.

Proviamo a fare un piccolo ascolto comparato.


Qui vi ho postato il buon Richter (grandissimo maestro). Seppure la sua esecuzione risulti datata, per via della baroque renaissance e del filone di studi filologici di prassi esecutiva, sicuramente l'adesione alla partitura risulta più stretta ed omogenea.
L'agogica tuttavia è ancora frutto degli strascichi un pochino romanticheggianti (l'esecuzione è quindi in soldoni non propriamente iper "snella") ed è un po' figlia del suo tempo quindi (inizio anni '70)


Ve ne posto un altra qui:



Qui abbiamo un altro grandissimo esperto e maestro, olandese di patria, grandissimo studioso di barocco e soprattutto di Bach. Con la differenza che qui abbiamo anche un musicista prestato ad una esecuzione ragionata, "filologica" per l'appunto, dove lo studio minuzioso non solo della partitura, ma della sua interpretazione alla luce della prassi esecutiva dei tempi in cui la toccata e fuga fu scritta, portano a questi frutti.
Dei frutti che possono far storcere il naso ai più, proprio perchè è un'esecuzione lontana da una qualsivoglia abitudine.
Ad esempio, quei trilli che si sentono, sono semplicemente dei trilli su punto coronato, dove la prassi esecutiva tendeva ad eseguirli in questo modo, in base appunto ai numerosi studi filologici di settore.

Il punto coronato sta a significare che una nota o una pausa possono durare di più della figura scritta sul pentagramma. Ad libitum insomma (certo almeno tenendo presente una decenza di buon gusto, non è chè uno può stare appoggiato col gomito su un tasto dell'organo o bersi una birra mentre esegue un punto coronato su una pausa). Quindi quelle pause lunghissime della versione sul Sauer, sono ancora ampiamente giustificate (sebbene borderline).

Su quei punti coronati, di alcune note, ci sono anche dei trilli, che Koopman esegue secondo la prassi dell'epoca. Quindi questa dovrebbe essere la versione più simile a quella che probabilmente eseguiva Bach stesso.



Ora sorge la domanda? Devo quindi buttare tutte le altre versioni e seguire solo quella di Koopman?
La risposta è: dipende.
Dipende dalle inclinazioni personali, e dalla curiosità. Io per esempio non ne ho solo una di versione di questo pezzo, e tutte a loro modo mi danno qualcosa. Certo in cuor mio quelle che più si allontanano dalla partitura col tempo le ho frullate, e mi sono tenute quelle che conservano delle qualità che sono ineguagliate in altre. Questo mi ha portato ad avere un quantitativo di CD in casa ai limiti del sopportabile e del sostenibile, ma è chiaro che un mio problema  :biggrin: .

E torno a ripetere, sul gusto non si discute. Conosco una versione che se ne fotte della partitura, la fa al doppio del tempo e ci aggiunge una fisarmonica e un fagotto sotto? Va benissimo, me la tengo, me la ascolto e ci godo sopra. Basta sapere che con la partitura a quel punto è un'esecuzione che c'entra poco. :biggrin:

Se qualcosa di ciò che ho detto è poco chiara basta dirlo, e aggiusterò il tiro, anche perchè tendo a non rileggermi (non premerei mai il tasto invio sennò  :biggrin: ).

Spero di non avervi annoiato.

Strembald grazie per il bellissimo approfondimento.   Mi interessa capire cosa ne pensi di Leonhardt


che a me nell'organo bachiano è sempre piaciuto moltissimo.  Ho sentito  un suo recital milanese negli anni novanta e ho trovato il suo Bach pieno di improvvisazione, mi sembrava quasi di sentire un jazzista. Vorrei precisare, per chi non lo conosce, che Leonhardt, che è nato una ventina di anni prima di Koopman, è uno dei padri della filologia.
Koopman non l'ho mai sentito all'organo ma l'ho sentito spesso come direttore di musica barocca vocale o strumentale.  In particolare nella musica strumentale non mi ha mai troppo convinto, le sue esecuzioni le ho trovate molto secche, il suo suono molto asciutto, privo di aria, anche confrontandola con altri esecutori su strumenti originali (posso citare Jacobs, Suzuki, Haim, Antonini, Herreweghe, Florio che ho sentito dal vivo e che avevano tutti un suono, a mio gusto, più bello e un fraseggio più espressivo di quello di Koopman)

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da Strembald » 21/11/2020, 12:29

mario61 ha scritto: 21/11/2020, 10:15 Strembald grazie per il bellissimo approfondimento.   Mi interessa capire cosa ne pensi di Leonhardt


che a me nell'organo bachiano è sempre piaciuto moltissimo.  Ho sentito  un suo recital milanese negli anni novanta e ho trovato il suo Bach pieno di improvvisazione, mi sembrava quasi di sentire un jazzista. Vorrei precisare, per chi non lo conosce, che Leonhardt, che è nato una ventina di anni prima di Koopman, è uno dei padri della filologia.
Koopman non l'ho mai sentito all'organo ma l'ho sentito spesso come direttore di musica barocca vocale o strumentale.  In particolare nella musica strumentale non mi ha mai troppo convinto, le sue esecuzioni le ho trovate molto secche, il suo suono molto asciutto, privo di aria, anche confrontandola con altri esecutori su strumenti originali (posso citare Jacobs, Suzuki, Haim, Antonini, Herreweghe, Florio che ho sentito dal vivo e che avevano tutti un suono, a mio gusto, più bello e un fraseggio più espressivo di quello di Koopman)
Bè tanto per cominciare grazie mille a te per il bell'excursus rossiniano che ho letto con molto piacere!

Leonhardt è un altro grandissimo. Essendo però uno dei padri della rivoluzione filologica, questo giustifica in parte le differenze con Koopman. Il trillo famoso di cui parlavo nel mio post precedente è infatti diciamo a metà strada tra quello prolungato di Koopman, e quello ridotto al minimo di quella che era la prassi esecutiva sistematizzata, tanto per citare un indizio.
Koopman è vero, tende anche lui a portare alla luce più il Bach costruttore rispetto a quello che può essere la componente più religiosa o semplicemente emozionale (poi dipende anche dalle composizioni a maggior o minor quota di "religiosità"), ma se questo gli rende un favore per certi suoi pezzi, su altri la cosa può dare un senso di "asetticità" come hai detto tu.

Fra i direttori che hai citato mi piace un sacco Suzuki, Antonini (splendido anche il suo Vivaldi), Herreweghe (mi piaceva un sacco il suo Weihnachtsoratorium).
Jacobs lo preferisco più nel classicismo (meravigliosa la sua incisione delle Stagioni di Haydn che ti consiglio vivamente se non l'hai mai ascoltata)

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da Strembald » 21/11/2020, 12:34

Strembald ha scritto: 21/11/2020, 12:29 Jacobs lo preferisco più nel classicismo (meravigliosa la sua incisione delle Stagioni di Haydn che ti consiglio vivamente se non l'hai mai ascoltata)

anzi @mario61 , ti posto un paio di brani così che qualcuno può averne un assaggio.




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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da mario61 » 21/11/2020, 15:37

Strembald ha scritto: 21/11/2020, 12:34
Strembald ha scritto: 21/11/2020, 12:29 Jacobs lo preferisco più nel classicismo (meravigliosa la sua incisione delle Stagioni di Haydn che ti consiglio vivamente se non l'hai mai ascoltata)

anzi @mario61 , ti posto un paio di brani così che qualcuno può averne un assaggio.




grazie mille Strembald

edit: ho ascoltato i due brani, magnifici, sono un po' di parte perchè Haydn è uno dei miei autori preferiti, ma non l'avevo mai sentito nell'interpretazione di Jacobs, peccato che di sinfonie di Haydn Jacobs non mi sembra ne abbia incise molte.
 

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da esba » 21/11/2020, 16:24

mario61 ha scritto: 21/11/2020, 9:45
Strembald ha scritto: 20/11/2020, 23:21

Mah di Rossini si è detto veramente di tutto, e forse una soluzione a questa tua domanda non c'è.
Perchè da una parte era un uomo veramente godereccio, amante della cucina, gran mangiatore, frequentatore di un sacco di persone, amante del bel vivere.
Dall'altro lato il suo lato oscuro era quello di una psiche complessa, fatta (probabilmente secondo alcuni) di disturbo bipolare, crisi depressive (che verosimilmente lui mascherava con una vistosissima pigrizia), e secondo altri anche disturbi della socialità, nel senso che non riusciva a condurre una vita socialmente omogenea.

La verità è che come tutti gli artisti, anche lui è difficile da interpretare, e non si può credere davvero a tutte le cose che ha detto (che me lo rendono tra l'altro simpaticissimo), e quindi la risposta la sapeva forse solo lui. :biggrin:

da quello che ho letto, sono tre i motivi prevalenti:
- la rivoluzione del 1830 che ha fatto crollare il sistema a cui Rossini faceva riferimento, Rossini aveva già commissioni per nuove opere bloccate dal cambio di regime e con il nuovo regime non c'era relazione, tanto è vero che lui ha perso i mezzi di sostentamento ed è tornato in Italia  (non c'era la pensione ai tempi e nemmeno il diritto di autore, per cui non è pensabile che un musicista a 37 anni potesse vivere di rendita, tanto per eliminare una delle ipotesi delle cause del ritiro)
- l'arrivo del romanticismo, clima culturale che Rossini detestava. Rossini definiva i tenori verdiani degli urlatori, odiava il do di petto introdotto da Duprez nel Guglielmo Tell, era un compositore astratto, antinaturalistico. Con il Gugliemo Tell ha fatto il massimo sforzo possibile (berlioz ha scritto che con il Guglielmo Tell la natura entra nella musica) e ha di fatto fondato il Grand'Opera francese e l'opera comique (con Le Comte Ory), ma non ha voluto spingersi oltre.   Quando ha ripreso a comporre negli ultimi venti anni di vita  (in coincidenza con il ritorno in Francia del 1848) ha infatti fatto musica completamente non romantica, si potrebbe dire neoclassica moderna, anticipando Satie e Stravinsky.
Questi fattori penso che siano stati gli elementi scatenanti della depressione  (terzo motivo), a causa di nevrosi che probabilmente covava, ma che probabilmente era stata anche un motore della creatività rossiniana.  La depressione viene superata con il ritorno a Parigi nel 1848 e negli ultimi vent'anni di vita Rossini torna un punto di riferimento della vita musicale francese e italiana, anche se su posizioni musicale completamente antitetiche rispetto a quelle dominanti.
 

Non potevi essere più enciclopedico di cosi.
C'e da dire anche che lessi in giro che non fosse famoso per essere diciamo cosi uno 'Stakanov' del lavoro.
alla riscossa stupidi, che i fiumi sono in piena, potete stare a galla...

https://twitter.com/dannyvietti/status/ ... 48193?s=21

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da mario61 » 21/11/2020, 17:17

esba ha scritto: 21/11/2020, 16:24
mario61 ha scritto: 21/11/2020, 9:45
da quello che ho letto, sono tre i motivi prevalenti:
- la rivoluzione del 1830 che ha fatto crollare il sistema a cui Rossini faceva riferimento, Rossini aveva già commissioni per nuove opere bloccate dal cambio di regime e con il nuovo regime non c'era relazione, tanto è vero che lui ha perso i mezzi di sostentamento ed è tornato in Italia  (non c'era la pensione ai tempi e nemmeno il diritto di autore, per cui non è pensabile che un musicista a 37 anni potesse vivere di rendita, tanto per eliminare una delle ipotesi delle cause del ritiro)
- l'arrivo del romanticismo, clima culturale che Rossini detestava. Rossini definiva i tenori verdiani degli urlatori, odiava il do di petto introdotto da Duprez nel Guglielmo Tell, era un compositore astratto, antinaturalistico. Con il Gugliemo Tell ha fatto il massimo sforzo possibile (berlioz ha scritto che con il Guglielmo Tell la natura entra nella musica) e ha di fatto fondato il Grand'Opera francese e l'opera comique (con Le Comte Ory), ma non ha voluto spingersi oltre.   Quando ha ripreso a comporre negli ultimi venti anni di vita  (in coincidenza con il ritorno in Francia del 1848) ha infatti fatto musica completamente non romantica, si potrebbe dire neoclassica moderna, anticipando Satie e Stravinsky.
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Non potevi essere più enciclopedico di cosi.
C'e da dire anche che lessi in giro che non fosse famoso per essere diciamo cosi uno 'Stakanov' del lavoro.
ah beh, pigro era pigro, però leggendo quello che dicevano sul suo periodo di silenzio sembra che non riuscisse a comporre, non che non volesse comporre e si desse alla bella vita.
 

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da mario61 » 21/11/2020, 17:22

casca a fagiuolo, tra 10 minuti dalla Fenice di Venezia in diretta streaming la Petite Messe Solennelle, ossia il massimo capolavoro di Rossini nella seconda parte della sua vita musicale

https://www.youtube.com/watch?v=34hxVz22pC4

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da Strembald » 21/11/2020, 18:44

esba ha scritto: 21/11/2020, 16:24 C'e da dire anche che lessi in giro che non fosse famoso per essere diciamo cosi uno 'Stakanov' del lavoro.

Assolutamente vero anche questo. Infatti per molto tempo si è discusso se la sua "pigrizia" fosse un ozio voluto per abbandonarsi ai piaceri (specialmente quello per la cacciagione ed i tartufi), o se fosse una componente di depressione maggiore "latente".

 
mario61 ha scritto: 21/11/2020, 17:22 la Petite Messe Solennelle, ossia il massimo capolavoro di Rossini nella seconda parte della sua vita musicale
Davvero la sua PMS è stata un'autentica gemma, la zampata finale del suo genio, dove la scrittura musicale esalta un'organico davvero ridotto, ma con un risultato pazzesco!

La mia incisione di riferimento è questa

Immagine


...e questo nonostante non sia un fan di Raimondi.

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da andreaR » 22/11/2020, 12:08

Mattinata a spasso fra i campi con la mia cagnolona e Vivaldi (più qualche russo) davvero piacevole, le quattro stagioni davvero esaltanti

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da andreaR » 22/11/2020, 14:04

La musica classica si può considerare una gigantesca cover band ? mi spiego, io oggi ho ascoltato Vivaldi, Satie, Schubert, ma in realtà ho ascoltato degli artisti che hanno suonato sulle note scritte da questi compositore perchè non c'è nessuna traccia audio ascoltabile di nessuno di questi giusto ? le note sono quelle, ovviamente, ma se fosse tuttu uguale la cover band dei Metallica sarebbero come i Metallica, non so se mi sono spiegato in questo ragionamento contorto

Andando al sodo, mi chiedevo, chi sono gli artitsti di riferimento per ascoltare la classica ?

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da Strembald » 22/11/2020, 14:51

andreaR ha scritto: 22/11/2020, 14:04 La musica classica si può considerare una gigantesca cover band ? mi spiego, io oggi ho ascoltato Vivaldi, Satie, Schubert, ma in realtà ho ascoltato degli artisti che hanno suonato sulle note scritte da questi compositore perchè non c'è nessuna traccia audio ascoltabile di nessuno di questi giusto ? le note sono quelle, ovviamente, ma se fosse tuttu uguale la cover band dei Metallica sarebbero come i Metallica, non so se mi sono spiegato in questo ragionamento contorto

Caro andreaR, questa è una domanda bellissima, complessissima e meravigliosa per quelli che sono i risvolti positivi che possono ripercuotersi su di te.

Partiamo dalla prima parte del tuo messaggio.
Dunque, in senso molto lato, e preso con le dovute pinze, il tuo concetto ci può stare. Ovvio non abbiamo nessuna registrazione di una esecuzione di un concerto di Vivaldi del tempo di Vivaldi. Il problema però qual è? E' che in una canzone dei Metallica tu hai un piccolo gruppo di persone che ha composto qualcosa che va eseguito da loro stessi per essere considerata la "traccia madre".

Provo a farmi capire. Prendi una canzone a caso (scelgo One che ha un nome breve). One ha una traccia madre che è quella dell'incisione in studio del suo album And Justice for all. Bene. Uno chiede: "com è One dei Metallica? dove me la ascolto?" Tu cosa gli rispondi? "vai su youtube, e prendi One official video, oppure One album version, oppure te compri er CD e te la ascolti là sopra."
Così hai la versione "madre". Ma vuoi che non ci sia un live da qualche parte che offre una diversa versione di One? certamente. Poi può essere migliore o peggiore, ma è diversa. A quel punto i Metallica di quel live sono a tutti gli effetti una cover band dei Metallica dell'incisione in studio? Mi dirai di no, perchè sono sempre loro in carne ed ossa! Ma concettualmente sarebbero una cover, perchè la versione ha delle differenze, anche se gli interpreti sono gli stessi. Ma pur essendo gli stessi sono più sobri o più ubriachi, più stanchi o più in forma, più emozionati o più distaccati, più giovani o più anziani.

Cover è un concetto che in musica classica può avere un senso decisamente limitato (per non dire sbagliato) ecco perchè sono voluto partire da una tua intuizione che ha un'intenzone corretta, senza essere corretto. (oddio spero di non confonderti ora).


Approfondiamo l'argomento musica classica.
One che differenze può portare nelle diverse versioni? Live contro studio, chitarre x rispetto a chitarre y, tempi più rapidi o tempi più veloci. Ma il fatto di avere una versione madre, ti mette nero su bianco la deviazione dalla versione standard, in tutta la sua chiarezza.

Nella musica classica non possiamo fare questo discorso. Perchè le variabili sono tantissime: musica molto più complessa, compositori non vivi e mai registrati (nella maggior parte dei casi, perchè nel 900 e già a fine 800 abbiamo già delle registrazioni più o meno fruibili), prassi esecutive, periodi storici diversi, e storia temporale decisamente più dilatata che si impregna del vivere dell'epoca, delle possibilità del tempo, della cultura del tempo e dell'essere umano in toto di quel tempo.

Un pezzo di Beethoven poteva risultare inascoltabile al tempo di Beethoven, proprio per un continuo evolversi dell'arte, e lo stesso è accaduto con Bartok, con Bruckner, con Mahler, con Webern e chi più ne ha più ne metta.
La problematica è che nel tempo attuale, la maggior parte delle orecchie delle persone è notevolmente impigrita, perchè fra televisione, youtube, radio e jingle vari, la musica che viene vomitata è di una sterilità impressionante per la maggior parte, e quindi l'orecchio si abitua ad una semplicità e banalità costanti, e si impigrisce per l'appunto.

Questo sta a testimoniare che con la musica classica (che andrà anche poi affrontato il significato del termine classica, che può portare fraintendimenti) un compositore si inserisce in un percorso culturale e di evoluzione di linguaggi artistici molto lungo e preciso.
Oggi, anno 2020, comporre 10 minuti di musica classica totalmente nuova, è un qualcosa di estremamente difficile, perchè appunto le nuove composizioni devono inserirsi in un percorso.
E' in questo che sta la complessità dell'arte musicale più nobile.

Parentesi a parte (spero di averti stimolato molte curiosità), se prendiamo una sinfonia di Haydn ad esempio, questa composizione, già nel suo essere, comporta diverse cose. Intanto il direttore deve conoscere molto bene il periodo storico di Haydn, la sua arte, le sue caratteristiche costruttive, la sua rivoluzione nel concetto di sinfonia eccetera. Poi ci vuole l'orchestra. Anche questa può avere molta pratica con il repertorio di Haydn oppure no. Può eseguire con la prassi dell'epoca oppure no. Può eseguire su strumenti d'epoca o no.
Poi ci sono tutte le interpretazioni dell'agogica (cioè la velocità con cui viene eseguito il pezzo in tutte le sue parti). E siccome non veniva dato, all'epoca, un'indicazione di tempo con il metronomo ma si usavano vari termini come adagio, andante, presto, prestissimo, largo e larghetto, e siccome non abbiamo un CD in cui un direttore e un'orchestra eseguiono una sinfonia di Haydn in presenza di un Haydn che approva, ecco che esistono gli studi della partitura.

Non ti dico quando le partiture sono particolarmente complesse e vanno letti tutti gli appunti che il compositore ha aggiunto in una partitura. Come lo esegui un passaggio quando c'è scritto "gemendo" sopra, o peggio addirittura frasi come "portami all'inferno" o "il diavolo la balla con me"? Vedi che è un bel casino. E senza uno studio approfondito diventa un banalizzare tutto e andare a pelle (cosa estremamente sbagliata.

Poi durante il periodo barocco (che penso ti stia piacendo perchè continui ad ascoltare Vivaldi che non a tutti piace te lo assicuro) si usavano un sacco di strumenti poi totalmente scomparsi, come la tromba marina. La frequenza del "la" di riferimento non era ad esempio quella dei 440 hertz a cui noi siamo abituati (ecco perchè un esecuzione fiologica di alcuni pezzi può addirittura sembrarti in un altra tonalità).

 
andreaR ha scritto: 22/11/2020, 14:04 Andando al sodo, mi chiedevo, chi sono gli artitsti di riferimento per ascoltare la classica ?
Ecco bravo, andiamo al sodo. NON C'E' UNA RISPOSTA UNIVOCA.
Perchè se metti Karajan con i concerti Brandeburghesi di Bach, ecco che il prodotto è un disastro (e Karajan è uno dei direttori più importanti della storia), o metti Emil Gilels (pianista immenso) ad eseguire Frescobaldi...un altro disastro.
Metti un barocchista di ferro come Savall a dirigere i pezzi di Messiaen, è una cosa impensabile.

Come vedi ogni direttore tende a farsi un miglior interprete di alcuni autori o di alcuni periodi storici. Alcuni sono più versatili, e fanno delle cose davvero ottime, quasi in ogni ambito. Altri sono decisamente più ristretti come repertorio, ma toccano vette assolute. E anche una volta che hai trovato il direttore e l'orchestra perfetti per quel determinato pezzo, ecco che incontri un'altra incisione che manifesta altre potenzialità nascoste del pezzo stesso.

Hai mai pensato al perchè esistono duemila incisoni delle sinfonie di Brahms, o dei concerti per pianoforte di Mozart? Ti verrebbe da chiedere: ma una volta che è stato trovato l'esecutore perfetto, che ce ne facciamo di tutti gli altri?.
Domanda legittima, e la risposta è che spesso non esiste un solo esecutore perfetto. E lo stesso esecutore "perfetto" ha magari dato il suo meglio su un live e non in studio.

La risposta alla tua domanda passa attraverso queste tappe:
1-studiare, informarsi, chiedere consiglio, fare confronti;
2-ascoltare tanto tanto tanto (per interiorizzare molto bene il pezzo) e tante versioni, cambiando orchestre, direttori, solisti, e prassi esecutive
3-tornare più volte sui punti 1 e 2 non necessariamente in ordine.

Hai visto nei post precedenti quante versioni esistono della famosa Toccata e Fuga in re min di Bach? e quante di queste hanno tutto il senso del mondo?
A quel punto rientra anche una questione di gusto personale, che però andrebbe assolutamente educato con pazienza, perchè è meglio avere un gusto ragionato e consapevole, che non un gusto solo a "pelle" che si ferma a "mi piace non mi piace". E qui in forum personalmente non aspetto altro che fare confronti e cercare di trasferire e condividere tutto ciò che so, anche se non faccio questo mestiere per professione.


Sei libero di approfondire e questionare su qualsiasi dei punti di questo mio post. Sei il benvenuto.
Se il risultato fosse anche solo che ti stai ascoltando più Vivaldi di quanto non facessi prima, già è una cosa ottima.

 

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da Strembald » 22/11/2020, 15:01

E siccome mi hai fatto venire un po' di voglia di barocco, ti posto questo capolavoro meraviglioso:




















Tiè, guarda che servizio. T'ho postato tutti i brani singolarmente, così non devi manco fa lo sforzo di aprire la playlist. E magari te comincia a piacere anche Biber, il vero l'unico grande Biber, non il ragazzetto sciupafemmine che conosce la maggior parte della gente :biggrin: .

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Re: MUSICA CLASSICA STRUMENTALE/VOCALE (no opera) - Gli amici del retropalco (cit.)

Messaggio da mario61 » 22/11/2020, 15:03

andreaR ha scritto: 22/11/2020, 14:04 La musica classica si può considerare una gigantesca cover band ? mi spiego, io oggi ho ascoltato Vivaldi, Satie, Schubert, ma in realtà ho ascoltato degli artisti che hanno suonato sulle note scritte da questi compositore perchè non c'è nessuna traccia audio ascoltabile di nessuno di questi giusto ? le note sono quelle, ovviamente, ma se fosse tuttu uguale la cover band dei Metallica sarebbero come i Metallica, non so se mi sono spiegato in questo ragionamento contorto

Andando al sodo, mi chiedevo, chi sono gli artitsti di riferimento per ascoltare la classica ?



Domanda che necessità risposte articolatissime, premesso che l'evoluzione dell'interpretazione musicale è costante e per esempio, nelle quattro stagioni di Vivaldi sembrano sorpassatissime quelle che erano le versioni di punta degli anni 60 (I Musici e I solisti Veneti) e che il pezzo diventa molto più interessante se sentito con gli strumenti originali, i miei punti di riferimento sono due interpretazioni degli anni novanta, quella del Giardino Armonico di Giovanni Antonini e quella dell'Europa Galante di Fabio Biondi (eccellente violinista).  Non mi piacciono molto le interpretazioni Vivaldiane della scuola inglese (Pinnock e Hogwood, troppo rigide) ne quelle di altri artisti più contemporanei (la Venice Baroque Orchestra di Andrea Marcon).  Però c'è da dire che il mio gusto vivaldiano si è formato negli anni novanta e duemila, adesso è un po' che non sento le quattro stagioni per cui non ho idea di quali siano le ultime proposte.   Ecco, per darti un'idea della complessità del discorso che hai aperto c'è da dire che si potrebbe fare un discorso del genere per ogni pezzo musicale significativo.  Ad. per i concerti grossi di Corelli (più o meno contemporaneo di Vivaldi) i miei interpreti di riferimento non sono più quelli che ti ho citato per Vivaldi, ma mi piacciono molto di più le interpretazioni dei gruppi inglesi e gli stessi Musici in Corelli li preferisco a Biondi.

Il discorso cambia completamente se si vogliono analizzare le sinfonie di Beethoven (dove ci sono decine di interpreti interessanti dalle incisioni di Mengelberg, Bruno Walter, Wilhelm Furtwangler degli anni '40 all'incisione di Paavo Jarvi, Herreweghe,  di pochi anni fa o di Van Immerseel) se ne te devo consigliare due ti consiglio le incisioni di Furtwangler durante la guerra (non l'integrale EMI più tarda) e l'incisione Herreweghe di pochi anni fa.

Un discorso della stessa complessità si può fare sulla musica di Chopin, i miei preferiti sono Cortot, Barere e Sofronitsky tra gli interpreti storici, mi piace moltissimo Pletnev tra gli interpreti più recenti, ma in generale in ogni pezzo di Chopin ho il mio preferito, le polacche di Pollini, gli scherzi di Sviatoslav Richter, le mazurche di Rubinstein, gli studi di Ashkenazy secondo me sono senza confronti.   Sui notturni di Chopin, che sono forse la musica di Chopin che preferisco, devo dire che non ho ancora trovato, nonostante millanta ascolti, un'interpretazione che mi convinca fino in fondo, es. mi piace tantissimo il notturno op 62n1 inciso da Horowitz, ma Horowitz mi piace di meno in altri notturni...
Ultima modifica di mario61 il 22/11/2020, 15:39, modificato 1 volta in totale.

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