frog ha scritto: 16/02/2023, 8:32
Vogliamo parlare di come James ha lasciato i Cavs (2 volte) e Miami ?
Qual era il problema, non ricordo? A parte la modalità sensazionalistica del primo addio ai Cavs, io non ci ho mai visto nulla di esecrabile. Le franchigie sono aziende, lo sport è intrattenimento, i giocatori sono l'oggetto dell'intrattenimento attraverso le squadre. Finita lì. Il resto è un ricamo soggettivo che ognuno aggiunge liberamente.
frog ha scritto: 16/02/2023, 8:32
l'influenza sulla gestione dei Lakers è solo la logica conseguenza di quanto fatto per tutta la carriera, chiunque lo avesse seguito precedentemente, "non poteva non sapere" cit. come si sarebbe comportato accettando di venire in una franchigia in disgrazia.
Vero.
Aggiungo però che, come per i Cavs di un tempo, questo è un problema di capacità e autorevolezza dei Lakers attuali. Con gli Heat non poté fare come gli pareva.
frog ha scritto: 16/02/2023, 8:32
Volgliamo parlare dell'All star game ?
Sì, e penso basti dire: o tempora, o mores.
Stiamo parlando di un'esibizione nata per far pubblicità all'NBA, anche in questo caso niente di rilevante se non per ragioni commerciali.
frog ha scritto: 16/02/2023, 8:32
Su the Decision meglio stendere un velo pietoso
Vero. Un venticinquenne che ha fatto un grosso passo falso dal punto di vista mediatico-comunicativo. Non che abbia in realtà fatto male a chissà chi, eh: ha lasciato in malo modo l'azienda per cui lavorava, che comunque doveva a lui la sua rilevanza, e non il contrario. Responsabilità di altro tipo non ne vedo.
Per come la vedo io, sbagliò esclusivamente nei modi, cioè per una questione di norme sociali.
frog ha scritto: 16/02/2023, 8:32
ma da li in avanti il mercato non è più stato lo stesso, come prima del buon Silvio nazionale, i politici avevano quanto meno il pudore di evitare certe dichiarazioni in pubblico che lui ha bellamente sdoganato, dando il via libera ai vari Renzi e Salvini di questo mondo, pure in NBA prima di James, accordarsi per giocare insieme, ha dato il via a certe mosse che avrebbero comportato la lapidazione in sala mensa negli anni belli, pensa a Durant, ma pure Leonard e Simmons e lo stesso Davis.
Gli anni belli?
Per me il fatto che i giocatori si accordino per giocare insieme è una cosa normale, tutt'al più buffa quando non va a segno in quanto a risultati. Dal momento che viene fatta all'interno delle regole (il cap), non vedo quale problema si possa sollevare, almeno sulla base di argomentazioni razionali. Capisco che possa non piacere, ma è solo una questione di gusti. Se in base a dei banalissimi gusti si danno giudizi forti, c'è qualche problema.
Non solo: la retorica machista del giocatore che deve vincere da solo si è fortunatamente incrinata, anche se i miti sociali che la sostengono sono ancora vivi e vegeti. Lo stesso vale per l'idea dell'
attaccamento alla maglia, concetto tanto romantico quanto inconsistente.
E sono queste due idee a fare da colonne portanti all'antipatia verso i team di "amigos".
frog ha scritto: 16/02/2023, 10:52
Jordan non è figlio d'arte e non è partito in una franchigia storicamente vincente.
Vero, non figlio d'arte ma figlio di una famiglia nella norma.
L'organizzazione Bulls, invece, si comportò molto meglio di quella Cavs, a prescindere dal passato. Scommise sulle persone giuste. I Cavs fecero scelte sbagliate una dopo l'altra, fin dall'inizio. Fu in quel vuoto di capacità e potere che James cominciò a poter formare i suoi vizi e a riempire quel vuoto con la sua statura, cosa che credo lo abbia danneggiato lungo tutta la sua carriera, dal punto di vista dei risultati sportivi.
In ogni caso, anche se Jordan fosse un'eccezione da questo punto di vista, il concetto della "fortuna" come variabile importante regge comunque, come notato a più riprese da altri utenti – e come chiunque di noi può constatare nella vita. Chi nasce ricco (Curry), chi inserito in un contesto di persone di un certo livello (Duncan, Bryant) e così via. Poi certo, per definizione i grandi giocatori contribuiscono positivamente alla crescita dei contesti in cui si inseriscono, ma alcuni di loro hanno trovato situazioni più fertili e ricettive. I Cavs non erano una realtà simile, né prima né durante.
Noodles ha scritto: 16/02/2023, 8:44
Ho contato il numero di partite in stagione nelle quali James ha preso meno di 15 tiri:
Zero.
Questa notte prima volta in assoluto, davvero strano.
Se ci pensi,
potrebbe anche essere che abbia tirato il fiato per via dell'acciacco che ha avuto e al contempo volesse dare spazio ai nuovi arrivati per testare un po' la situazione, come ha fatto spesso nella sua carriera costellata di bolliti misti (come piacciono a lui).
