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Politica Internazionale

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Radiofreccia
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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Radiofreccia » 16/08/2025, 17:52

Ma credo sia lecito aspettarsi tutto ed il contrario di tutto da Trump.
Le sue reazioni pre e post incontro con Putin non dico siano inutili da commentare, ma siamo di fronte ad una persona che ora si comporta così e magari tra una settimana dice che si è spazientito e i dazi alla Russia saranno del 250% tra 4 settimane.

Insomma, Trump è palesemente inadatto a ricoprire quel ruolo lì, ancor di più se in quanto POTUS deve anche ricoprire ruoli simili nelle guerre tra paesi stranieri.
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Re: Politica Internazionale

Messaggio da joesox » 17/08/2025, 22:16

Radiofreccia ha scritto: 1755359528[/url] user_id=8774]
Ma credo sia lecito aspettarsi tutto ed il contrario di tutto da Trump.

Insomma, Trump è palesemente inadatto a ricoprire quel ruolo lì, ancor di più se in quanto POTUS deve anche ricoprire ruoli simili nelle guerre tra paesi stranieri.

Letteralmente nel giro di qualche minuto.

“Nobody is saying Ukraine has to give up any land” - Marco Rubio interview. 

“Ukraine has to be ready to give up some land” - Donald Trump on Truth Social. 

Veramente lui crede di essere in TV a fare un reality. 
Our liberty depends on the freedom of the press, and that cannot be limited without being lost (Jefferson)

Republicans declared the Capitol attack on Jan. 6 “legitimate political discourse"

“Access to cheap goods is not the essence of the American Dream” said Scott Bessent 

 

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da andreaR » 21/08/2025, 13:04

Simpaticissimo scambio di opinioni fra Australia e Merdaele, certo che iniziano a essere un pò più di nessuno i politici che osano dire qualcosa di fastidioso verso Merdaele e Adolf

 

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da frog » 22/08/2025, 9:39

Mumble, mumble, mi sforzo di cercare un motivo per cui trattare con la Russia tramite gli Stati Uniti aiuti l'Ucraina, ma non riesco a trovarlo.  :penso:


A parte essere presi per il culo e sommersi da missili e droni, con quelle facce di ca**o continuamente in TV a sbandierare la grandezza della madre russia alla quale tutti dovranno inchinarsi, non è stato raggiunto nessun risultato.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da nkola » 23/08/2025, 23:57

Mah infatti gli USA a cosa gli serve la pace? A quasi niente.
Un conflitto a bassa intensità che tiene bloccata la Russia è un beneficio per molti...

Tanto per dire, il petrolio a sto prezzo e il gas bloccato fa bene a moltissimi attori e stati; fornisce risorse x capex elevati ( lo vedo sul mio lavoro per esempio)..

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da GecGreek » ieri, 12:42

devo dire che non era mai successo in vita mia di trovare un avvenimento così scoraggiante come lo sterminio in atto a gaza. Ogni settimana esce una nuova aberrante immagine, dichiarazione o notizia che porta l'occidente, con il suo tacito supporto a questo scandalo (fingersi morti è il piano d'azione del governo meloni in ogni ambito) sempre un gradino più in basso ogni giorno di più. E niente sembra cambiare o che cambierà. Mai avuta un'opinione così bassa e così in peggioramento delle istituzuoni (inclusa la stampa) e governi occidentali. Mi sa che per qualche anno a venire mi troverò unicamente a votare partiti comunistoidi con cui ho poco o null'altro da spartire se non il punto di vista sulla palestina, o forse partiti che chiedono una federalizzazione talmente devastante da far sembrare la svizzera più centralizzata della corea del nord.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da mario61 » ieri, 13:23

GecGreek ha scritto: ieri, 12:42 devo dire che non era mai successo in vita mia di trovare un avvenimento così scoraggiante come lo sterminio in atto a gaza. Ogni settimana esce una nuova aberrante immagine, dichiarazione o notizia che porta l'occidente, con il suo tacito supporto a questo scandalo (fingersi morti è il piano d'azione del governo meloni in ogni ambito) sempre un gradino più in basso ogni giorno di più. E niente sembra cambiare o che cambierà. Mai avuta un'opinione così bassa e così in peggioramento delle istituzuoni (inclusa la stampa) e governi occidentali. Mi sa che per qualche anno a venire mi troverò unicamente a votare partiti comunistoidi con cui ho poco o null'altro da spartire se non il punto di vista sulla palestina, o forse partiti che chiedono una federalizzazione talmente devastante da far sembrare la svizzera più centralizzata della corea del nord.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da frog » ieri, 14:20

GecGreek ha scritto: ieri, 12:42 devo dire che non era mai successo in vita mia di trovare un avvenimento così scoraggiante come lo sterminio in atto a gaza. Ogni settimana esce una nuova aberrante immagine, dichiarazione o notizia che porta l'occidente, con il suo tacito supporto a questo scandalo (fingersi morti è il piano d'azione del governo meloni in ogni ambito) sempre un gradino più in basso ogni giorno di più. E niente sembra cambiare o che cambierà. Mai avuta un'opinione così bassa e così in peggioramento delle istituzuoni (inclusa la stampa) e governi occidentali. Mi sa che per qualche anno a venire mi troverò unicamente a votare partiti comunistoidi con cui ho poco o null'altro da spartire se non il punto di vista sulla palestina, o forse partiti che chiedono una federalizzazione talmente devastante da far sembrare la svizzera più centralizzata della corea del nord.

Ormai sembra chiaro che il governo Meloni ha una visione della giustizia molto vicina, per non dire uguale a quella di Trump, non bastasse il vergognoso atteggiamento verso la Palestina, c'è sempre l'approccio verso la questione libica, a cui forniamo armi e addestramento per sparare ad alzo zero verso le ONG.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Gio » ieri, 19:55

GecGreek ha scritto: ieri, 12:42 devo dire che non era mai successo in vita mia di trovare un avvenimento così scoraggiante come lo sterminio in atto a gaza. Ogni settimana esce una nuova aberrante immagine, dichiarazione o notizia che porta l'occidente, con il suo tacito supporto a questo scandalo (fingersi morti è il piano d'azione del governo meloni in ogni ambito) sempre un gradino più in basso ogni giorno di più. E niente sembra cambiare o che cambierà. Mai avuta un'opinione così bassa e così in peggioramento delle istituzuoni (inclusa la stampa) e governi occidentali. Mi sa che per qualche anno a venire mi troverò unicamente a votare partiti comunistoidi con cui ho poco o null'altro da spartire se non il punto di vista sulla palestina, o forse partiti che chiedono una federalizzazione talmente devastante da far sembrare la svizzera più centralizzata della corea del nord.

Premesso che quello che israele sta commettendo in gaza e` un crimine contro l'umanita`, pero non devi essere stato molto attento ultimamente, perche gaza e` solo l'ultimo "avvenimento" di una serie che lascia pochi dubbi sulla civilta della nostra specie. Gaza e` vicina e siamo conivolti, per mille motivi, nel destino dei palestinesi, ma dal inizio del millenio, siamo rimasti piuttosto indifferenti del genocidio in etiopia, dei rohinga in myamar, nel sudan o anche di quello che e` successo durante la guerra civile in congo, dove le due frazioni in guerra usavano i pigmei Mbuti come rifornimento alimentare, nella migliore delle ipotesi.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da The Patient » ieri, 21:09

GecGreek ha scritto: ieri, 12:42 devo dire che non era mai successo in vita mia di trovare un avvenimento così scoraggiante come lo sterminio in atto a gaza. Ogni settimana esce una nuova aberrante immagine, dichiarazione o notizia che porta l'occidente
Il genocidio di Mladic, Karadzjc, etc è stato più breve, ma lo riterrei accostabile.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Bluto Blutarsky » oggi, 11:30

[premessa: ho riscritto questo post due tre quattro volte perché ho una paura matta di essere frainteso. Confido nella vostra comprensione]

Negli ultimi tempi anch'io mi sono interrogato sulla diversa ricezione che noi Occidentali stiamo avendo dello sterminio in atto a Gaza rispetto ad altri disastri umanitari degli ultimi decenni.

Ci sarebbero molte risposte valide (è una guerra molto coperta dai media, e la gente reagisce a quello che vede; la causa palestinese è storicamente identitaria per un bel pezzo di mondo progressista; è geograficamente e politicamente più vicina; gli ebrei non sono mai stati il popolo più amato del pianeta), ma mi sembrano tutte risposte parziali. Anche la questione della fornitura di armi non è certo inedita, nell'ultimo decennio abbiamo venduto a piene mani a Paesi dell'Africa impegnati in guerre civili e che certo non le hanno usate come cibo per i bambini, quindi anche questa argomentazione vale fino a un certo punto.

Lo dico perché ultimamente sto notando diverse persone che non riescono letteralmente a parlare d'altro che di Gaza. Tu chiedi "Forte quel terzino, eh?" e loro rispondono "Sì, ma viene da un Paese che non condanna Israele, quindi no" (sto esagerando - neanche tanto - ma è per rendere l'idea). Questa iper-attenzione da un certo punto di vista è sacrosanta, ma oltre un certo limite - linciatemi pure, ma è quello che penso - diventa una cosa poco sana.

Ne parlo perché ci sono cascato anch'io: tempo fa mi ero appassionato a una causa politica (quale fosse non ha importanza), ogni volta che aprivo un social la trovavo (perché i social funzionano così, a bolle), leggevo ogni notizia di un quotidiano con il filtro di quella causa, ce l'avevo in testa anche a pranzo con i parenti o in metropolitana. Ci è voluto qualche mese prima di capire che non potevo ridurre la mia vita e il mio modo di leggere la realtà a un argomento solo, per quanto importante (sono ancora convinto che quella causa fosse giusta). Che c'è una via di mezzo tra l'indifferenza (che è odiosa) e la bolla.

Ecco, per tornare alla mia domanda di partenza: forse c'entra anche il fatto che oggi i social ci fanno vivere 24 ore al giorno all'interno di questa bolla in cui quell'argomento è onnipresente, giorno e notte, e quindi diventa impossibile staccarsene.

Non so se sono riuscito a spiegarmi; in ogni caso mi interessa anche la vostra opinione.
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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Ang88 » oggi, 13:04

sincero Bluto, sei stato talmente tanto sul vago che avrei anche formulato un pensiero, ma finirei per non risponderti in quanto non ho capito la domanda

solo su una cosa rispondo. I social per me sono "IL MALE", e li frequento molto poco, ma 'sta cosa delle bolle, ecc... bho.
Nel senso: qualsiasi notizia (vera o fake) avrà presa su di me se fa risuonare qualcosa dentro di me. Quindi il problema principale siamo noi che a quegli argomenti saremo sempre più sensibili
Siamo doppiamente noi il problema quando, sapendo che ci siamo creati una bolla, andiamo lì a cercare notizie o commenti alle stesse prima ancora di esserci fatti una nostra idea sull'accaduto

è anche difficile su argomenti gravi come Gaza avere una "via di mezzo" (che non so neanche se esista), ma è ovvio che quando si scade in un boicottaggio basato sul "fare di tutta l'erba un fascio" (es. del terzino) si sta sbagliando.
Ma non dovrebbe esistere una scala che misura tra indifferenza e bolla, perché parliamo di 2 cose diverse. Il contrario di indifferenza è interesse, quella roba là non è interesse è generalizzare

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da lelomb » oggi, 13:28

Bluto Blutarsky ha scritto: oggi, 11:30 [premessa: ho riscritto questo post due tre quattro volte perché ho una paura matta di essere frainteso. Confido nella vostra comprensione]

Negli ultimi tempi anch'io mi sono interrogato sulla diversa ricezione che noi Occidentali stiamo avendo dello sterminio in atto a Gaza rispetto ad altri disastri umanitari degli ultimi decenni.

Ci sarebbero molte risposte valide (è una guerra molto coperta dai media, e la gente reagisce a quello che vede; la causa palestinese è storicamente identitaria per un bel pezzo di mondo progressista; è geograficamente e politicamente più vicina; gli ebrei non sono mai stati il popolo più amato del pianeta), ma mi sembrano tutte risposte parziali. Anche la questione della fornitura di armi non è certo inedita, nell'ultimo decennio abbiamo venduto a piene mani a Paesi dell'Africa impegnati in guerre civili e che certo non le hanno usate come cibo per i bambini, quindi anche questa argomentazione vale fino a un certo punto.

Lo dico perché ultimamente sto notando diverse persone che non riescono letteralmente a parlare d'altro che di Gaza. Tu chiedi "Forte quel terzino, eh?" e loro rispondono "Sì, ma viene da un Paese che non condanna Israele, quindi no" (sto esagerando - neanche tanto - ma è per rendere l'idea). Questa iper-attenzione da un certo punto di vista è sacrosanta, ma oltre un certo limite - linciatemi pure, ma è quello che penso - diventa una cosa poco sana.

Ne parlo perché ci sono cascato anch'io: tempo fa mi ero appassionato a una causa politica (quale fosse non ha importanza), ogni volta che aprivo un social la trovavo (perché i social funzionano così, a bolle), leggevo ogni notizia di un quotidiano con il filtro di quella causa, ce l'avevo in testa anche a pranzo con i parenti o in metropolitana. Ci è voluto qualche mese prima di capire che non potevo ridurre la mia vita e il mio modo di leggere la realtà a un argomento solo, per quanto importante (sono ancora convinto che quella causa fosse giusta). Che c'è una via di mezzo tra l'indifferenza (che è odiosa) e la bolla.

Ecco, per tornare alla mia domanda di partenza: forse c'entra anche il fatto che oggi i social ci fanno vivere 24 ore al giorno all'interno di questa bolla in cui quell'argomento è onnipresente, giorno e notte, e quindi diventa impossibile staccarsene.

Non so se sono riuscito a spiegarmi; in ogni caso mi interessa anche la vostra opinione.

penso che delle varie motivazioni che hai elencato la principale predominante agisca a livello inconscio e sia connessa al fatto che l'oppressore sia erede di una popolazione che ha visto opprimere e sopprimere 6milioni di individui non più tardi di 80 anni fa.
E inconsciamente le rotelle si incastrano quando si pensa che un popolo che ha subito questo sia in grado di ripetere su qualcuno trattamento pure peggiore, perché se uno ci guarda forse morire di stenti o gassati in un campo non era poi male rispetto a venir fucilati mentre si cerca di recuperare un briciolo di speranza da un camion di aiuti. 

E su questo la maggiorparte delle coscienze tilta e l'argomento rimane sempre centrale.

A parer mio col massimo del cinismo possibile dovrebbero sbrigarsi e finir il lavoro il più alla svelta possibile, l'assetto non è quello di metà anni 90, nessuno li fermerà il destino di quelle persone è ormai ineluttabilmente segnato e usassero meno ipocrisia con una vera e propria guerra di occupazione "risolverebbero il problema in modo più umano".
 

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da frog » oggi, 14:41

Bluto Blutarsky ha scritto: oggi, 11:30 [premessa: ho riscritto questo post due tre quattro volte perché ho una paura matta di essere frainteso. Confido nella vostra comprensione]

cut

Comprensione massima, io per lo stesso argomento sono stato messo alla gogna più volte in questi mesi, solo perchè ho cercato di capire il punto di vista israeliano, devo dire che gli ultimi avvenimenti hanno azzerato la mia curiosità di comprendere tanta perfidia, e non posso altro che constatare con conforto l'abisso in cui è sprofondata quella popolazione accecata dall'odio.

Unica giustificazione, temo che se Hamas avesse le armi e la tecnologia a disposizione di Bibi e soci, farebbe lo stesso se non peggio, anzi probabilmente verrebbe annientata in un baleno da zio Trump.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da GecGreek » oggi, 15:04

lelomb ha scritto: oggi, 13:28
Bluto Blutarsky ha scritto: oggi, 11:30 [premessa: ho riscritto questo post due tre quattro volte perché ho una paura matta di essere frainteso. Confido nella vostra comprensione]

Negli ultimi tempi anch'io mi sono interrogato sulla diversa ricezione che noi Occidentali stiamo avendo dello sterminio in atto a Gaza rispetto ad altri disastri umanitari degli ultimi decenni.

Ci sarebbero molte risposte valide (è una guerra molto coperta dai media, e la gente reagisce a quello che vede; la causa palestinese è storicamente identitaria per un bel pezzo di mondo progressista; è geograficamente e politicamente più vicina; gli ebrei non sono mai stati il popolo più amato del pianeta), ma mi sembrano tutte risposte parziali. Anche la questione della fornitura di armi non è certo inedita, nell'ultimo decennio abbiamo venduto a piene mani a Paesi dell'Africa impegnati in guerre civili e che certo non le hanno usate come cibo per i bambini, quindi anche questa argomentazione vale fino a un certo punto.

Lo dico perché ultimamente sto notando diverse persone che non riescono letteralmente a parlare d'altro che di Gaza. Tu chiedi "Forte quel terzino, eh?" e loro rispondono "Sì, ma viene da un Paese che non condanna Israele, quindi no" (sto esagerando - neanche tanto - ma è per rendere l'idea). Questa iper-attenzione da un certo punto di vista è sacrosanta, ma oltre un certo limite - linciatemi pure, ma è quello che penso - diventa una cosa poco sana.

Ne parlo perché ci sono cascato anch'io: tempo fa mi ero appassionato a una causa politica (quale fosse non ha importanza), ogni volta che aprivo un social la trovavo (perché i social funzionano così, a bolle), leggevo ogni notizia di un quotidiano con il filtro di quella causa, ce l'avevo in testa anche a pranzo con i parenti o in metropolitana. Ci è voluto qualche mese prima di capire che non potevo ridurre la mia vita e il mio modo di leggere la realtà a un argomento solo, per quanto importante (sono ancora convinto che quella causa fosse giusta). Che c'è una via di mezzo tra l'indifferenza (che è odiosa) e la bolla.

Ecco, per tornare alla mia domanda di partenza: forse c'entra anche il fatto che oggi i social ci fanno vivere 24 ore al giorno all'interno di questa bolla in cui quell'argomento è onnipresente, giorno e notte, e quindi diventa impossibile staccarsene.

Non so se sono riuscito a spiegarmi; in ogni caso mi interessa anche la vostra opinione.

penso che delle varie motivazioni che hai elencato la principale predominante agisca a livello inconscio e sia connessa al fatto che l'oppressore sia erede di una popolazione che ha visto opprimere e sopprimere 6milioni di individui non più tardi di 80 anni fa.
E inconsciamente le rotelle si incastrano quando si pensa che un popolo che ha subito questo sia in grado di ripetere su qualcuno trattamento pure peggiore, perché se uno ci guarda forse morire di stenti o gassati in un campo non era poi male rispetto a venir fucilati mentre si cerca di recuperare un briciolo di speranza da un camion di aiuti. 

E su questo la maggiorparte delle coscienze tilta e l'argomento rimane sempre centrale.

A parer mio col massimo del cinismo possibile dovrebbero sbrigarsi e finir il lavoro il più alla svelta possibile, l'assetto non è quello di metà anni 90, nessuno li fermerà il destino di quelle persone è ormai ineluttabilmente segnato e usassero meno ipocrisia con una vera e propria guerra di occupazione "risolverebbero il problema in modo più umano".
 
Concordo in pieno. Scrivo questo anche per rispondere a Gio e in parte a Bluto. Questo è il primo genocidio (a meno di un clamoroso colpo di teatro verrà giudicato tale dagli addetti ai lavori) che 1) è sponsorizzato dall'occidente come mai prima 2) E' in diretta streaming direttamente sul tuo cellulare, praticamente è la prima cosa che uno vede la mattina e prima di andare a letto. E' un effetto addirittura più forte di una bolla da social IMO. 3) è molto vicino. Se leggo di uno morto sparato in culonia essenzialmente me ne frego perché in parte è così che va il mondo e se ne occuperà di dovere. Se sparano a uno sul treno accanto a me mi sconvolge la vita per qualche tempo. Per quanto riguarda Gaza, quelli di dovere che se ne dovrebbero occupare sono i nostri capi di stato.

La parte in grassetto del tuo post è assolutamente molto scoraggiante per me: il popolo che ha subito i crimini che hanno portato a quegli apparati sovranazionali per dare un po' più di senso alla guerra odierna, li sta oggi smontando. Ma non solo: l'Italia è stata occupata dai nazisti. Io non so voi, ma sono andato ad una scuola elementare col nome di una vittima nazista del posto. Ci portavano a far visita ai monumenti ai caduti delle stragi naziste. Mi nonno fu catturato dai nazisti e mandato a un piccolo campo di lavoro poco lontano da qui. Da cui scappò all'ultimo momento prima di venir spedito "al nord", fuga in cui sopravvisse per miracolo e la bontà di un altro prigioniero. Sulla resistenza e il ripudio di un'ideologia come quella nazista è basata una parte dell'identità di sto paese e della repubblica alla sua nascita. E oggi siamo qui a rinnegarla avvallando armi a gente che ha rinnegato quei principi in modo ancora più profondo. La definizione giuridica più usata al giorno d'oggi di genocidio fu scritta in parte da ebrei che sopravvissero l'olocausto e provarono a renderla abbastanza inclusiva da poterne denunciare l'accadimento in corso e non solo a posteriori, perché l'idea fondamentale di quel dopoguerra era prima di tutto che certe cose non succedessero più, quantomeno dall'occidente "civilizzato" e nel nome di europei o statunitensi. Tutto in malora.

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