Non è la scelta editoriale giusta. È la scelta editoriale comoda. È la scelta editoriale vecchia scuola. È la scelta editoriale conservatrice. È la scelta editoriale che cristallizza il modo di parlare di calcio (o sport) in un certo modo. È la scelta che fa fare profitto perché, in ogni caso (come sto facendo io, intendiamoci) fa parlare e discutere. È la scelta editoriale che polarizza. E potrei continuare pressoché all'infinito. Poi ci credo che quelli che fanno i repost con i titoloni gialli e bianco tipo Cronache di Spogliatoio passano per geni della comunicazione 3.0.

E sto modo di ragionare è, per quanto mi riguarda, uno dei tanti mali più difficili da estirpare nel modo di parlare di sport in Italia.
Io per dovere di risposta a Bluto che non ha visto la partita, ho portato la mancanza di esempi qualitativi per fargli capire quale fosse l'andamento. Tu hai citato l'NBA e mi presto al gioco per non buttarla sul qualitativo, ma proprio per capire cosa intendo per registro di una telecronaca, anche se il mondo americano è una galassia separata (pure per come la vivono) ed è un paragone per me sbagliato, ma tant'è: Super Bowl di quest'anno, un'altra bella mattanza. È come se io avessi sentito uno dei telecronisti morto perché Philadelphia stava umiliando Kansas City dal minuto uno. Non credo che il prodotto finale sarebbe stato un granché.
Quindi torniamo al punto di partenza: la critica sta che offrire prodotti migliori è possibile. E lo è pure per il pubblico - che non è più solo quella patata che sta ferma sul divano. Servirebbe coraggio e volontà (e meno politica interna eh eh eh), ma torniamo al punto della scelta editoriale che ho scritto sopra. E a questo punto per me rimane tutto di qualità scadente per il broadcaster ufficiale in Italia. Fine.
Hanno preso Borghi per la Champions. Hanno Marinozzi in rampa di lancio. Le soluzioni c'erano.