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Politica Internazionale

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da esba » 04/03/2024, 18:14

Noodles ha scritto: 04/03/2024, 18:06
GecGreek ha scritto: 04/03/2024, 18:03
Mamma mia, dai nooda. Secondo te quest'obbrobrio è giornalismo?

E' Federico Rampini.  

fa parte anche della bolla dei podcast:

https://www.la7.it/inchieste-da-fermo/podcast

ti aspettavo :forza:

Rampini mi fa vomitare.
Classico esempio del più spinto radical chic di matrice ortodossa.
Iscritto al PCI, ora è tra i principali esponenti della sinistra fucsia.

Adesso sta facendo mea culpa sulla questione Putin ed Ucraina.
SOLITO POST AGGRESSIVO...cit

alla riscossa stupidi, che i fiumi sono in piena, potete stare a galla...

https://twitter.com/dannyvietti/status/ ... 48193?s=21

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Noodles » 04/03/2024, 18:15

esba ha scritto: 04/03/2024, 18:14
Noodles ha scritto: 04/03/2024, 18:06

E' Federico Rampini.  

fa parte anche della bolla dei podcast:

https://www.la7.it/inchieste-da-fermo/podcast

ti aspettavo :forza:


Adesso sta facendo mea culpa sulla questione Putin ed Ucraina.

non direi, lui è per contrastarlo ancora più duramente.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da esba » 04/03/2024, 18:16

Noodles ha scritto: 04/03/2024, 18:15
esba ha scritto: 04/03/2024, 18:14


Adesso sta facendo mea culpa sulla questione Putin ed Ucraina.

non direi, lui è per contrastarlo ancora più duramente.

Ha ammesso che ha sottovalutato la forza di Putin, lui credeva che la partita si sarebbe risolta brevemente.
SOLITO POST AGGRESSIVO...cit

alla riscossa stupidi, che i fiumi sono in piena, potete stare a galla...

https://twitter.com/dannyvietti/status/ ... 48193?s=21

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Noodles » 04/03/2024, 18:19

esba ha scritto: 04/03/2024, 18:16
Noodles ha scritto: 04/03/2024, 18:15

non direi, lui è per contrastarlo ancora più duramente.

Ha ammesso che ha sottovalutato la forza di Putin, lui credeva che la partita si sarebbe risolta brevemente.

certo ma le conclusioni a cui è giunto è che bisogna caricare maggiormente il fronte. :biggrin:

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da GecGreek » 04/03/2024, 18:28

Noodles ha scritto: 04/03/2024, 18:06
GecGreek ha scritto: 04/03/2024, 18:03
Mamma mia, dai nooda. Secondo te quest'obbrobrio è giornalismo?

E' Federico Rampini.  

fa parte anche della bolla dei podcast:

https://www.la7.it/inchieste-da-fermo/podcast

ti aspettavo :forza:
Rampini fa anche parte della bolla di quelli beccati a copiare articoli dall'inglese all'italiano con 0 verifiche intermesse e spirito critico.
Una pletora di robe vecchie, luoghi comuni, 0 link a fonti dirette se non un altro paio di articoletti d'opinione, da un'unica fonte vittima della sua bolla. Quando parlo di gente che fa da megafono alla retorica scabrosa di destraccia anglosassone, senza capire i fenomeni di cui parla, con spirito acritico, perché vuol creare click, per via di un sistema di informazione tradizionale in profonda crisi d'identià ed economica (di cui è sia vittima che carnefice)... Quando parlavo di ste cose pensavo a Rampini e ad paragrafi inutili come questi. Questo è un articoletto di opinione per sentito dire, spacciato per autorevole perché ha chiesto a un altro. Na vergogna.

Come si fa a prendere per serio un articolo che dice che "La critical race theory è il vangelo delle università americane"? Se gli potessi chiedere a Rampini cos'è la CRT si getterebbe in un'insalata russa di parole, confusa e senza senso. Puro cialtronismo.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Noodles » 04/03/2024, 18:32

GecGreek ha scritto: 04/03/2024, 18:28
Noodles ha scritto: 04/03/2024, 18:06

E' Federico Rampini.  

fa parte anche della bolla dei podcast:

https://www.la7.it/inchieste-da-fermo/podcast

ti aspettavo :forza:
Rampini fa anche parte della bolla di quelli beccati a copiare articoli dall'inglese all'italiano con 0 verifiche intermesse e spirito critico.
Una pletora di robe vecchie, luoghi comuni, 0 link a fonti dirette se non un altro paio di articoletti d'opinione, da un'unica fonte vittima della sua bolla. Quando parlo di gente che fa da megafono alla retorica scabrosa di destraccia anglosassone, senza capire i fenomeni di cui parla, con spirito acritico, perché vuol creare click, per via di un sistema di informazione tradizionale in profonda crisi d'identià ed economica (di cui è sia vittima che carnefice)... Quando parlavo di ste cose pensavo a Rampini e ad paragrafi inutili come questo. Questo è un articoletto di opinione per sentito dire, spacciato per autorevole perché ha chiesto a un altro. Na vergogna.

Come si fa a prendere per serio un articolo che dice che "La critical race theory è il vangelo delle università americane"? Se gli potessi chiedere a Rampini cos'è la CRT si getterebbe in un'insalata russa di parole, confusa e senza senso. Puro cialtronismo.

mbè sei un filino troppo critico con uno dei maggiori esperti di cultura americana ed editorialista del corriere.

nelle questioni riguardanti le guerre in corso non lo seguo granchè ma sull'evoluzione della woke culture ha scritto cose interessanti.

comunque se non ti piace questa, testimonianze di questo genere se ne trovano parecchie oggi nelle università americane.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Leviathan » 04/03/2024, 18:50

Noodles ha scritto: 04/03/2024, 17:18
"Bluto Blutarsky" ha scritto: 01/03/2024, 20:33 Onestamente a me sembra che l'ossessione per il controllo del linguaggio sia una caratteristica tutta contemporanea.
Lo dimostra il fatto che non sono soltanto le minoranze, o quelli che una volta non avevano voce, a invocare quotidianamente una "pulizia" delle parole (il che è anche giusto). Lo fanno praticamente tutti.

Elenco incompleto dei primissimi esempi che mi vengono in mente per averli letti di recente:
_ Non si dovrebbe più dire "spazzino" e "prostituta" e "commesso" e così via ma "operatore ecologico" e "Sex worker" e "consulente di vendita" e così via.
_ Non si dovrebbe più dire "la padrona di quel cane" perché gli animali non hanno padroni
_ Non si dovrebbe più dire "lottare contro il cancro" (che non è una bella espressione, sono d'accordo, ma se uno annuncia "Sto lottando contro il cancro" l'ultima cosa che mi verrebbe in mente di fare è dirgli di fare attenzione alle parole).
_ Non si dovrebbe usare le malattie in senso figurato (come ad esempio dire "Sono schizofrenico" o "Ho l'alzheimer" o "Sono sordo" se non ho davvero una di queste patologie)
_ Non si dovrebbe dire a una ragazza cose tipo "Forse non è prudente andare nuda di notte in un quartiere malfamato" perché è colpevolizzazione secondaria
_ Non si dovrebbe più dire "La mia donna" o "Da uomo a uomo" o "Porto fuori la mia donna" perché è patriarcato ("Il mio uomo" o "Da donna a donna" invece vanno bene. Se, cambiando il sesso del soggetto, un'espressione orrenda diventa innocua forse non era così orrenda)
_ Non si dovrebbe più dire "soffro di dislessia" perché, essendo un disturbo e non una malattia, non si soffre ma si è affetti
_ Non si dovrebbe più dire che Elliot Page prima si chiamava Ellen perché è deadnaming
_ Non si dovrebbe più usare la parola "merito" riguardo agli studenti (nonostante sia nella Costituzione)
e ognuno di voi sicuramente ha altri mille esempi in mente.

Questo per dire che anche l'attivismo è un fatto culturale, e si esprime in ogni epoca secondo la mentalità che va per la maggiore in quel momento. Io non ce lo vedo Mario Mieli lamentarsi perché in un film viene usata l'espressione "finocchio", allora il movimento gay aveva altri bersagli. Ed era molto più libertario come indole.


Rampini oggi scrive un articolo sul corriere molto in tema con ciò di cui discutevamo la scorsa settimana.
Tra l'altro Rampini per me è un ottimo giornalista, sulla questione woke sta provando a fare vera informazione, sulle guerre in corso viceversa lo vedo e sento sempre fin troppo filoamericano.

La riporto a pezzetti perchè francamente leggendo queste parole (di una ragazza italiana che lavora presso una istituzione culturale a New York) ho rivisto le numerose testimonianze di ragazzi che frequentano le università americane :

«Ho 42 anni, arrivai dal Veneto a New York nel 2009 e me ne innamorai subito. Dovevo rimanere per uno stage di pochi mesi, sono ancora qui. Oggi però stento a riconoscerla. In Italia mi considero una progressista, perfino radicale. A New York ora devo scusarmi in continuazione per essere bianca, quindi privilegiata e incapace di capire le minoranze etniche. Sono catalogata dalla parte degli oppressori. Passo il mio tempo a camminare sulle uova, a dribblare le regole della cultura woke, qualsiasi cosa dica o faccia può essere condannata come una micro-offesa rivolta contro afroamericani o latinos».

si è iscritta a un Master della Columbia University, dove si formano appunto gli assistenti sociali. Nonostante abiti qui da 15 anni, non era abbastanza preparata a quel che l’aspettava dentro la prestigiosa università newyorchese.
«Per le prove di ammissione — racconta — ho dovuto scrivere un saggio in cui anticipavo quale sarà il mio impegno nel razzismo anti-black, perché è un dogma che il vero razzismo è solo quello di noi bianchi contro i neri. Sono stata esclusa dal corso a cui ero più interessata, sull’assistenza ai tossicodipendenti, perché i non-bianchi hanno la precedenza. Nella settimana iniziale del Master dedicata all’orientamento dei nuovi iscritti, a noi studenti bianchi è stato chiesto di scusarci con i compagni di corso neri per il razzismo di cui siamo portatori. E devo aggiungere questo dettaglio: perfino una studentessa afroamericana mi si è avvicinata per confessarmi il suo imbarazzo, lei stessa trovava quella situazione mortificante. Ogni due settimane una bianca come me deve partecipare a una riunione di White Accountability(“responsabilità bianca”): due ore con una persona che ci interroga per farci riconoscere le nostre micro-aggressioni verso i neri e chiederci un pentimento».


Cosa s’intende per micro-aggressioni, le chiedo? «C’è un lunghissimo elenco di frasi proibite, perché considerate offensive. Per esempio, non bisogna mai chiedere a un compagno di studi da dove viene: può suonare come un’implicita discriminazione etnica. Guai a chiedere verso quale campo di studi si orienta: se è nero quella parola può evocare una piantagione di cotone dove lavoravano i suoi antenati schiavi, se è di origini messicane un terreno agricolo dove suo nonno era bracciante. Se cadi in una di queste offese, devi dichiararla e chiedere scusa, poi fare un’analisi del privilegio bianco che ti ha indotto in errore».
Pentimento
In parallelo, mentre lei partecipa a queste sessioni di auto-denuncia e pentimento, i suoi compagni di studi afroamericani si riuniscono nel Black Women o Black Men Safe Space («spazio sicuro»): «È il momento a loro riservato per denunciare le micro-aggressioni di noi bianchi, e mettere sotto accusa la Columbia se non affronta in modo adeguato il privilegio bianco, il razzismo sistemico». La quarantenne italiana non ha rinunciato al suo sogno di aiutare i più deboli. Prima o poi ci riuscirà, a fare l’assistente sociale. È delusa però dalla qualità della formazione che le fornisce una delle università più prestigiose del mondo. «Tutti i corsi della Columbia devono essere insegnati nell’ottica del Prop: Potere Razzismo Oppressione Privilegio. Io riconosco che un’assistente sociale deve essere informata su tutte le ingiustizie, deve conoscere tutti i fattori di disagio sociale. Ma catalogarci nelle categorie binarie di oppressore/oppresso non aiuta a conoscere la realtà. Un’assistente sociale dovrebbe occuparsi dell’essere umano, non incasellarlo in definizioni ideologiche».

Incidenti
Tra gli incidenti che ricorda, c’è il corso in cui le fu chiesto di commentare un’intervista-podcast con un’adolescente nera durante la pandemia, una 14enne di Minneapolis. L.T. osò dirsi «colpita che un’adolescente fosse già tanto consapevole del trauma generazionale». Frase in codice: secondo la Critical Race Theory, che è il Vangelo delle università americane, il trauma generazionale è quello ereditato da chi discende da schiavi neri. «Sono stata messa sotto accusa da tre studenti: ecco, si vede il tuo privilegio, se tu fossi nera sapresti già da bambina cos’è il tuo trauma generazionale».
Un dogma che lei ha appreso frequentando il Master alla Columbia riguarda una minoranza sotto tiro di questi tempi, oggetto di minacce e aggressioni. Gli ebrei non sono tutti uguali. «La regola è che gli ebrei ashkenaziti, di origine est-europea, sono bianchi quindi oppressori, gli ebrei sefarditi di origine mediorientale hanno il diritto a stare nella categoria degli oppressi». Una sua compagna di studi ebrea-americana in classe ha raccontato di nascondere la propria origine per non correre rischi, ma prima di farlo si è profusa in scuse verso i compagni neri per aver osato descriversi come una vittima. Un episodio ha colpito l’italiana dopo la strage di Hamas del 7 ottobre. «Una docente ha organizzato un dibattito invitando un palestinese e un ebreo rigorosamente filo-palestinese. Nelle valutazioni che gli studenti fanno dei professori, quell’evento le è stato contestato perché nel dibattito mancava un portavoce di Hamas».


Ora che s’immerge in un campus così dottrinario, le torna in mente un episodio precursore, che avrebbe dovuto prepararla a quel che sta vivendo. «Durante la pandemia — ricorda L.T. — partecipavo a uno dei gruppi di mutuo soccorso a Brooklyn, in 1.500 volontari aiutavamo soprattutto i più poveri, gli immigrati clandestini rimasti senza nessuna assistenza. Nel quartiere di Bushwick a guidare i volontari era una donna bianca. Quando si è saputo, è stata crocifissa sui social: l’incolparono di neocolonialismo. Dovette dimettersi. Alcuni black del suo quartiere osarono difenderla: a loro volta sono stati accusati di avere introiettato il razzismo, e di avere il complesso del salvatore bianco». L.T. conosce dei neri che si ribellano a questa dittatura ideologica. «Una mia compagna afroamericana è stufa di vedersi rappresentare come un’eterna vittima bisognosa di risarcimenti. Lei dice: così mi viene tolta ogni auto-determinazione, in questa ideologia è escluso che io possa riscattarmi da sola, con le mie capacità e per merito mio».


francamente non so se ridere o piangere.
staremmo parlando qui delle migliori menti del paese, o perlomeno a livello teorico dovrebbe essere così.

la distinzione della razza ebrea poi...colpo da maestro, nel mentre vogliono il rispetto assoluto delle minoranze...ne creano di nuove  :forza:

io tutta questa roba qui la sento spesso e sta invadendo anche il nostro sistema educativo europeo (andatevi a vedere come stanno cambiando i programmi scolastici in Spagna).

i risultati lo ripeto secondo me nel medio-lungo periodo saranno disastrosi.
semplifico (anche perchè abbiamo già approfondito nei giorni scorsi) e ignorando la questione del merito (che di per sè è totalmente defunta in questo processo) : più regole di condotta linguistica (e comportamentale) implicano più limitazioni al pensiero libero e creativo. Più si etichettano le persone (soprattutto quelli oppressi) e più inconsciamente si rafforza l'idea latente della differenziazione sociale.
più si perseguono persone per il modo in cui espongono i loro pensieri e più i pensieri saranno semplici, riduttivi ed indirizzati.
 

Se ci fai caso è quello che disse la Cecchetin (persona dell'anno 2023 de L'Espresso ricordo) da femminista, "gli uomini sono tutti colpevoli per il solo fatto di essere uomini e dovrebbero chiedere tutti scusa".

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da GecGreek » 04/03/2024, 19:07

Noodles ha scritto: 04/03/2024, 18:32
GecGreek ha scritto: 04/03/2024, 18:28
Rampini fa anche parte della bolla di quelli beccati a copiare articoli dall'inglese all'italiano con 0 verifiche intermesse e spirito critico.
Una pletora di robe vecchie, luoghi comuni, 0 link a fonti dirette se non un altro paio di articoletti d'opinione, da un'unica fonte vittima della sua bolla. Quando parlo di gente che fa da megafono alla retorica scabrosa di destraccia anglosassone, senza capire i fenomeni di cui parla, con spirito acritico, perché vuol creare click, per via di un sistema di informazione tradizionale in profonda crisi d'identià ed economica (di cui è sia vittima che carnefice)... Quando parlavo di ste cose pensavo a Rampini e ad paragrafi inutili come questo. Questo è un articoletto di opinione per sentito dire, spacciato per autorevole perché ha chiesto a un altro. Na vergogna.

Come si fa a prendere per serio un articolo che dice che "La critical race theory è il vangelo delle università americane"? Se gli potessi chiedere a Rampini cos'è la CRT si getterebbe in un'insalata russa di parole, confusa e senza senso. Puro cialtronismo.

mbè sei un filino troppo critico con uno dei maggiori esperti di cultura americana ed editorialista del corriere.

nelle questioni riguardanti le guerre in corso non lo seguo granchè ma sull'evoluzione della woke culture ha scritto cose interessanti.

comunque se non ti piace questa, testimonianze di questo genere se ne trovano parecchie oggi nelle università americane.

pensa quanto stiamo lontani. Per me questa è l'esemplificazione della morte del giornalismo, per te un pezzo di un esperto.
Di gente che lavora o studia in università USA, vivendola ogni giorno da anni, ne conosco alcuni personalmente e ne seguo altri attraverso internet. E ste cose non gli succedono tra il mai, ma proprio mai, e altri raramente. Con toni e intensità molto molto minori.

E non sono troppo cattivo, la CRT è una cosa specifica, con linguaggio molto legale ed astratto. Le possibilità che Rampini usi quel termini in modo proprio è quasi 0. Così come il 99% di chi ne parla e legge. Ma è stata elevata ad arte come boogyman, storpiendone il significato (da chi e a chi sta facendo megafono te lo lascio intuire). A proposito di uso improprio delle parole.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Noodles » 04/03/2024, 19:19

GecGreek ha scritto: 04/03/2024, 19:07
Noodles ha scritto: 04/03/2024, 18:32

mbè sei un filino troppo critico con uno dei maggiori esperti di cultura americana ed editorialista del corriere.

nelle questioni riguardanti le guerre in corso non lo seguo granchè ma sull'evoluzione della woke culture ha scritto cose interessanti.

comunque se non ti piace questa, testimonianze di questo genere se ne trovano parecchie oggi nelle università americane.

pensa quanto stiamo lontani. Per me questa è l'esemplificazione della morte del giornalismo, per te un pezzo di un esperto.
Di gente che lavora o studia in università USA, vivendola ogni giorno da anni, ne conosco alcuni personalmente e ne seguo altri attraverso internet. E ste cose non gli succedono tra il mai, ma proprio mai, e altri raramente. Con toni e intensità molto molto minori.

E non sono troppo cattivo, la CRT è una cosa specifica, con linguaggio molto legale ed astratto. Le possibilità che Rampini usi quel termini in modo proprio è quasi 0. Così come il 99% di chi ne parla e legge. Ma è stata elevata ad arte come boogyman, storpiendone il significato (da chi te e a chi sta facendo megafono te lo lascio intuire). A proposito di uso improprio delle parole.

L'articolo lho postato perche poteva essere occasione di uno spunto di riflessione riguardo la tematica di cui parlavamo giorni fa..mica per proporlo come premio pulitzer.
se per te questa testimonianza è falsa non so cosa dirti, conviene che lo fai presente al corriere.
tieni presente che come te anch'io conosco molte persone che lavorano in quelle università e nel mio caso ti posso assicurare che quei racconti li ho trovati molto simili.
poi stai facendo tutta una campagna di screditamento dell'autore che non mi tocca proprio. Non era questo l'intento insomma.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da The Patient » 04/03/2024, 19:39


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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Gio » 04/03/2024, 20:09

esba ha scritto: 04/03/2024, 17:53
Noodles ha scritto: 04/03/2024, 17:18

Rampini oggi scrive un articolo sul corriere molto in tema con ciò di cui discutevamo la scorsa settimana.
Tra l'altro Rampini per me è un ottimo giornalista, sulla questione woke sta provando a fare vera informazione, sulle guerre in corso viceversa lo vedo e sento sempre fin troppo filoamericano.

La riporto a pezzetti perchè francamente leggendo queste parole (di una ragazza italiana che lavora presso una istituzione culturale a New York) ho rivisto le numerose testimonianze di ragazzi che frequentano le università americane :

.......
francamente non so se ridere o piangere.
staremmo parlando qui delle migliori menti del paese, o perlomeno a livello teorico dovrebbe essere così.

la distinzione della razza ebrea poi...colpo da maestro, nel mentre vogliono il rispetto assoluto delle minoranze...ne creano di nuove  :forza:

io tutta questa roba qui la sento spesso e sta invadendo anche il nostro sistema educativo europeo (andatevi a vedere come stanno cambiando i programmi scolastici in Spagna).

i risultati lo ripeto secondo me nel medio-lungo periodo saranno disastrosi.
semplifico (anche perchè abbiamo già approfondito nei giorni scorsi) e ignorando la questione del merito (che di per sè è totalmente defunta in questo processo) : più regole di condotta linguistica (e comportamentale) implicano più limitazioni al pensiero libero e creativo. Più si etichettano le persone (soprattutto quelli oppressi) e più inconsciamente si rafforza l'idea latente della differenziazione sociale.
più si perseguono persone per il modo in cui espongono i loro pensieri e più i pensieri saranno semplici, riduttivi ed indirizzati.
 

Per arrivare a queste cose che sono follie…penso però a cosa hanno subito per secoli loro.
Altrimenti non c’è spiegazione razionale.

Ciò posto si stanno raggiungendo vette inarrivabili tra moralismo, buonismo ed affini.

La spiegazione razionale e` che il tutto e` una cazzata. Badabene, non le singole parti, Columbia in effetti ha organizato un corso/simposio annuale sulla "white accountability", ma e` un evento in cui la partecipazione e` volontaria, e annuale, non bi-settimanale. Tutti gli altri aneddoti sono sempre gli stessi che senti succedere ad universita differenti in giro per gli stati, le stesse storie che vengono amplificate da fox news, poi quando vai a vedere nel dettaglio non e` mai come la cosa viene presentata. Sono tutti "dog whistles" che servono esclusivamente a far arrabiare la gente e trasformarli in linciatori. Chiedere ad uno studente americano da dove venga e`una cosa quasi normale, in universita come la columbia 3/4 dgli studenti non sono di new york, la prima cosa che chiedi e` di dove sono.

GecGreek ha scritto: 04/03/2024, 19:07 ....
E non sono troppo cattivo, la CRT è una cosa specifica, con linguaggio molto legale ed astratto. Le possibilità che Rampini usi quel termini in modo proprio è quasi 0. Così come il 99% di chi ne parla e legge. Ma è stata elevata ad arte come boogyman, storpiendone il significato (da chi e a chi sta facendo megafono te lo lascio intuire). A proposito di uso improprio delle parole.

Appunto gia il fatto che nomini la crt (teroria socio/legale che studia gli effetti secondari che alcune leggi hanno avuto sulla separazione raziale, volute o meno, in america negli anni 50-70, generalmente e` un corso per dottorati in giurisprudenza) e` in buona indicazione sulla reale intenzione del articolo. Sono ormai almeno 2/3 anni che la crt non e` piu rilevante nei discorsi su l'indottrinamento nelle universita` americane.

L'articolo non rappresenta una universita` americana, non rappresenta la societa` americana, rappresenta, invece, abbastanza bene i problemi che "noi occidentali" abbiamo con i cambiamenti che stiamo osservando nella nostra societa e la paura di perdere il controllo che abbiamo creduto di avere fino ad ora.

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Bluto Blutarsky » 04/03/2024, 21:33

Io non l'ho ancora visto, ma segnalo che su Amazon Prime è appena sbarcato un film, American Fiction, ambientato in un college americano che parla proprio di questi temi (anche, non soltanto), e che ha preso cinque nomination agli Oscar di domenica prossima, tra cui miglior film e miglior attore per il grande Jeffrey Wright.

Segno che comunque, in qualche misura, anche negli stessi Stati Uniti qualcuno pensa che non sia un tema così irrilevante da non meritare almeno una riflessione. Del resto qualcosa di molto simile era stato raccontato anche l'anno scorso da Tàr. Poi magari tutti questi autori sono anche loro vittime di questa allucinazione collettiva, o sono trumpiani in incognito, o hanno letto troppi libri di Rampini (che per inciso non piace neanche a me), ma concediamo loro il beneficio del dubbio.

Anche perché, qui o noi come Play.it troviamo qualcuno da infiltrare in qualche college, e che ci racconti le vere dimensioni di questi fenomeni oppure non ne usciamo :forza: Noi da questa parte dell'Atlantico, a parte dividerci fra "Secondo me succede spesso", "No, secondo me non succede quasi mai", "Secondo me ci sono stati troppi licenziamenti", "No, secondo me ce ne sono stati pochissimi" o sfidarci a colpi di fonti che a turno riteniamo attendibili o inattendibili, possiamo fare poco.

(Oggi come oggi se dovessi puntare i miei due centesimi scommetterei sulla solita dinamica che abbiamo visto seimila volte anche in Italia: la destra amplifica a dismisura un fenomeno per motivi strumentali, e come reazione uguale e contraria la sinistra lo nega altrettanto oltre misura. Boh, sarei felicissimo di sbagliare. Quello di cui non mi convincerete mai è che si tratti di dinamiche inevitabili quando una società si riassetta su nuovi equilibri: sono evitabilissime, se solo ci comportassimo tutti da adulti. Ma forse sono io che ho in mente un mondo ideale)
"La verità è come l'acqua: una piccola quantità ti disseta e ti tiene pulito, ma se è troppa può farti affogare"

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Noodles » 04/03/2024, 22:03

Bluto Blutarsky ha scritto: 04/03/2024, 21:33 Io non l'ho ancora visto, ma segnalo che su Amazon Prime è appena sbarcato un film, American Fiction, ambientato in un college americano che parla proprio di questi temi (anche, non soltanto), e che ha preso cinque nomination agli Oscar di domenica prossima, tra cui miglior film e miglior attore per il grande Jeffrey Wright.

Segno che comunque, in qualche misura, anche negli stessi Stati Uniti qualcuno pensa che non sia un tema così irrilevante da non meritare almeno una riflessione. Del resto qualcosa di molto simile era stato raccontato anche l'anno scorso da Tàr. Poi magari tutti questi autori sono anche loro vittime di questa allucinazione collettiva, o sono trumpiani in incognito, o hanno letto troppi libri di Rampini (che per inciso non piace neanche a me), ma concediamo loro il beneficio del dubbio.

Anche perché, qui o noi come Play.it troviamo qualcuno da infiltrare in qualche college, e che ci racconti le vere dimensioni di questi fenomeni oppure non ne usciamo :forza: Noi da questa parte dell'Atlantico, a parte dividerci fra "Secondo me succede spesso", "No, secondo me non succede quasi mai", "Secondo me ci sono stati troppi licenziamenti", "No, secondo me ce ne sono stati pochissimi" o sfidarci a colpi di fonti che a turno riteniamo attendibili o inattendibili, possiamo fare poco.

(Oggi come oggi se dovessi puntare i miei due centesimi scommetterei sulla solita dinamica che abbiamo visto seimila volte anche in Italia: la destra amplifica a dismisura un fenomeno per motivi strumentali, e come reazione uguale e contraria la sinistra lo nega altrettanto oltre misura. Boh, sarei felicissimo di sbagliare. Quello di cui non mi convincerete mai è che si tratti di dinamiche inevitabili quando una società si riassetta su nuovi equilibri: sono evitabilissime, se solo ci comportassimo tutti da adulti. Ma forse sono io che ho in mente un mondo ideale)

volevo parlarne io del film American fiction...maledetto  :forza:

certo che se il cinema si interessa al tema in questa maniera, approcciandolo dal lato comunità afro-americana al motto 'smettetela di prenderci per il culo'...forse forse Rampini non scrive libri fantasy.
sia messo agli atti che non piace nemmeno a me sia chiaro, ma riguardo la cultura woke secondo me ha ragione da vendere.

poi arrivare a negare l'esistenza del fenomeno è davvero curioso, quando oramai è presente in tutte le istituzioni americane.
più che altro si potrebbe discutere su quanto abbia davvero penetrato condizionando alcune dinamiche e qui davvero è difficile da valutare e sono d'accordo che la destra tende ad esagerare mentre la sinistra a negare.

comunque è anche vero che la percezione del fenomeno non è solo data dalle bolle d'informazione che viviamo ma anche dal nostro percorso lavorativo e personale. Ed indubbiamente nel mondo del cinema, che spesso scambia (purtroppo) l'apparenza in sostanza...la questione è assai dolente.
 

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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Bluto Blutarsky » 04/03/2024, 22:27

Nood, la verità è che tu e io siamo esposti alla parte peggiore di queste dinamiche, quella che non fa prigionieri e che non ha neanche una giustificazione "teorica": quella che vuole condizionare l'arte (che per sua natura dovrebbe essere sempre libera. Lo diceva Trotskii quando c'era da fare la rivoluzione proletaria, figuratevi se non può valere nel 2024 :forza: ).

Per questo - lo dico agli altri amici di idee opposte - cercate di comprendere il nostro fastidio quando sentiamo sminuire o addirittura negare il fenomeno.
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Re: Politica Internazionale

Messaggio da Noodles » 04/03/2024, 22:35

Bluto Blutarsky ha scritto: 04/03/2024, 22:27 Nood, la verità è che tu e io siamo esposti alla parte peggiore di queste dinamiche, quella che non fa prigionieri e che non ha neanche una giustificazione "teorica": quella che vuole condizionare l'arte (che per sua natura dovrebbe essere sempre libera. Lo diceva Trotskii quando c'era da fare la rivoluzione proletaria, figuratevi se non può valere nel 2024 :forza: ).

Per questo - lo dico agli altri amici di idee opposte - cercate di comprendere il nostro fastidio quando sentiamo sminuire o addirittura negare il fenomeno.

sarò molto più sintetico: ne ho piene le palle.  :biggrin:

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