Io non l'ho ancora visto, ma segnalo che su Amazon Prime è appena sbarcato un film,
American Fiction, ambientato in un college americano che parla proprio di questi temi (anche, non soltanto), e che ha preso cinque nomination agli Oscar di domenica prossima, tra cui miglior film e miglior attore per il grande Jeffrey Wright.
Segno che comunque, in qualche misura, anche negli stessi Stati Uniti qualcuno pensa che non sia un tema così irrilevante da non meritare almeno una riflessione. Del resto qualcosa di molto simile era stato raccontato anche l'anno scorso da
Tàr. Poi magari tutti questi autori sono anche loro vittime di questa allucinazione collettiva, o sono trumpiani in incognito, o hanno letto troppi libri di Rampini (che per inciso non piace neanche a me), ma concediamo loro il beneficio del dubbio.
Anche perché, qui o noi come Play.it troviamo qualcuno da infiltrare in qualche college, e che ci racconti le vere dimensioni di questi fenomeni oppure non ne usciamo

Noi da questa parte dell'Atlantico, a parte dividerci fra "Secondo me succede spesso", "No, secondo me non succede quasi mai", "Secondo me ci sono stati troppi licenziamenti", "No, secondo me ce ne sono stati pochissimi" o sfidarci a colpi di fonti che a turno riteniamo attendibili o inattendibili, possiamo fare poco.
(Oggi come oggi se dovessi puntare i miei due centesimi scommetterei sulla solita dinamica che abbiamo visto seimila volte anche in Italia: la destra amplifica a dismisura un fenomeno per motivi strumentali, e come reazione uguale e contraria la sinistra lo nega altrettanto oltre misura. Boh, sarei felicissimo di sbagliare. Quello di cui non mi convincerete mai è che si tratti di dinamiche inevitabili quando una società si riassetta su nuovi equilibri: sono evitabilissime, se solo ci comportassimo tutti da adulti. Ma forse sono io che ho in mente un mondo ideale)
"La verità è come l'acqua: una piccola quantità ti disseta e ti tiene pulito, ma se è troppa può farti affogare"