The Patient ha scritto: 24/01/2024, 13:17
Ma sono l'unico stronzo che con sto cazzo che pago sti giornali con paywall?!
a parte che alcuni articoli non sono sottoposti a paywall...per tutto il resto @Paperone

The Patient ha scritto: 24/01/2024, 13:17
Ma sono l'unico stronzo che con sto cazzo che pago sti giornali con paywall?!
The Patient ha scritto: 24/01/2024, 13:17
Ma sono l'unico stronzo che con sto cazzo che pago sti giornali con paywall?!
Bluto Blutarsky ha scritto: 24/01/2024, 12:28Noodles ha scritto: 24/01/2024, 12:14 io sono curioso di vedere dove andrà a finire questa roba qua, perchè è fuori controllo.
Ci siamo già.
Lo scriveva già nel 2019 Bret Easton Ellis nel suo bel saggio Bianco:
"Ma questa è un'epoca in cui ciascuno viene giudicato così aspramente attraverso la lente delle politiche dell'identità che se ti opponi al minaccioso gruppone dell'«ideologia progressista», la quale proclama l'inclusione universale tranne per coloro che osano porre qualche domanda, in un modo o nell'altro sei fottuto. Tutti devono essere uguali, e avere le stesse reazioni di fronte a qualunque opera d'arte, movimento o idea, e se uno si rifiuta di unirsi al coro di approvazione verrà accusato di essere un razzista o un misogino. Questo è ciò che accade a una cultura quando non gliene frega più niente dell'arte."
Quello che mi avevano spiegato era aprendo con CTRL+U per cambiare qualcosa e questa tua modalità non la conoscevo, ma comunque l'ho provata con altri due siti e mi visualizza tuttora il paywall, amen.urca1 ha scritto: 24/01/2024, 23:02 Devi cliccare sul pulsante Modalità lettura sulla barra indirizzi, a volte perdi le immagini, ma il testo rimane.
Funziona con quasi tutti i quotidiani.
Jack ha scritto: 24/01/2024, 23:43 Per me sta diventando un problema l'aver deciso che le lamentele di una minoranza o di gente qualunque che non conta niente devono essere prese sul serio, in tutti gli ambiti.
Se un regista o chiunque altro in una posizone creativa per paura di queste reazioni o delle shitstorm che durano quando va male due, tre giorni sui social si limiterà o andrà di autocensura o cambierà adattando un progetto la colpa sarà solo sua, non di chi si lamenta senza motivo per la nuova cosa progressista in cui crede.
Jack ha scritto: 24/01/2024, 23:43 Per me sta diventando un problema l'aver deciso che le lamentele di una minoranza o di gente qualunque che non conta niente devono essere prese sul serio, in tutti gli ambiti.
Bluto Blutarsky ha scritto: 25/01/2024, 10:20Jack ha scritto: 24/01/2024, 23:43 Per me sta diventando un problema l'aver deciso che le lamentele di una minoranza o di gente qualunque che non conta niente devono essere prese sul serio, in tutti gli ambiti.
Se un regista o chiunque altro in una posizone creativa per paura di queste reazioni o delle shitstorm che durano quando va male due, tre giorni sui social si limiterà o andrà di autocensura o cambierà adattando un progetto la colpa sarà solo sua, non di chi si lamenta senza motivo per la nuova cosa progressista in cui crede.
Sul discorso teorico sono d'accordo con te. La realtà però è un po' più complessa. Prendi un regista o uno scrittore: non ha il totale controllo sul suo lavoro, c'è una produzione che può decidere di interferire o modificare le sue opere per un'infinità di motivi (anche se il principale è quasi sempre quello commerciale).
E purtroppo viviamo un'epoca in cui la maggior parte delle aziende, di qualunque settore (anche quelle che lavorano nell'industria culturale), sono terrorizzate dalle shitstorm. Io per il mio lavoro ci ho a che fare quotidianamente, e ve lo posso garantire. Potremmo fare un'infinità di esempi di autocensure anche applicati al cinema.
Poi, ovvio, se sei Bellocchio o Nanni Moretti hai la forza anche contrattuale per fregartene delle shitstorm. Se sei un regista esordiente non hai le spalle altrettanto larghe e devi cedere alle pressioni, se non vuoi rischiare di vederti relegato ai margini dell'industria prima ancora di cominciare la carriera.
(Qualcuno mi può dire: è sempre stato così, anche Leonardo da Vinci o Michelangelo dovevano sottostare alle indicazioni del committente di turno. Ma dire che una cosa è sempre andata in un verso non vuol dire che quel verso sia giusto)
Jack ha scritto: 24/01/2024, 23:43"Bluto Blutarsky" ha scritto: 24/01/2024, 12:28
Ci siamo già.
Lo scriveva già nel 2019 Bret Easton Ellis nel suo bel saggio Bianco:
"Ma questa è un'epoca in cui ciascuno viene giudicato così aspramente attraverso la lente delle politiche dell'identità che se ti opponi al minaccioso gruppone dell'«ideologia progressista», la quale proclama l'inclusione universale tranne per coloro che osano porre qualche domanda, in un modo o nell'altro sei fottuto. Tutti devono essere uguali, e avere le stesse reazioni di fronte a qualunque opera d'arte, movimento o idea, e se uno si rifiuta di unirsi al coro di approvazione verrà accusato di essere un razzista o un misogino. Questo è ciò che accade a una cultura quando non gliene frega più niente dell'arte."
Quelle che però sfugge a Ellis - che per essere uno che odia tutte le generazioni compresa la sua spero che negli ultimi anni abbia deciso che si diverte a trollare viste le uscite che ha fatto - è che è sempre stato così, cambia solo il soggetto d'interesse.
Perchè tutte queste grandi problematiche dell'avere un gruppo di persone che si indigna a caso, di fatto non esistono. La prossima volta che una regista o un'attrice sarà candidata per una cosa come Barbie tutti saranno pronti a dire visto che lamentarsi funziona quando a quanto pare non è vero visto che ha avuto un successo clamoroso e non vincerà niente. Provate a chiedere a quelli che conoscete cosa ne pensano di quell'articolo, diranno tutti che è una cazzata, eppure la reazione è che sta diventando un problema. Per me sta diventando un problema l'aver deciso che le lamentele di una minoranza o di gente qualunque che non conta niente devono essere prese sul serio, in tutti gli ambiti.
Se un regista o chiunque altro in una posizone creativa per paura di queste reazioni o delle shitstorm che durano quando va male due, tre giorni sui social si limiterà o andrà di autocensura o cambierà adattando un progetto la colpa sarà solo sua, non di chi si lamenta senza motivo per la nuova cosa progressista in cui crede.
Bluto Blutarsky ha scritto: 25/01/2024, 16:02 Il tema è complesso e va ben oltre il cinema, non c'è dubbio.
Aggiungo solo un'osservazione: i social sono quello che sono e ok, lo sappiamo, ma i grandi media tradizionali non ci stanno facendo una figura migliore. Anzi. Spesso sono proprio loro che danno fuoco alla miccia.
Di solito la dinamica è la seguente:
_ una manciata di account o qualche associazione composta da quattro gatti danno il là a una polemica ridicola, che in un mondo normale resterebbe relegata nel trafiletto di pagina 29 di qualche giornale locale;
_ il grande quotidiano la riprende nella colonna destra del suo portale e le dà dignità di notizia nazionale;
_ per due giorni il dibattuto pubblico ruota intorno a questa non-notizia;
_ ci si divide nelle solite due fazioni: i sempre offesi e i libertari a oltranza (da qui in avanti: i "parenzo" e i "cruciani", che chiaramente non sono più persone reali ma personaggi della commedia);
_ il bersaglio della ridicola polemica iniziale viene travolto dall'attenzione mediatica e, il più delle volte, per quieto vivere, fa marcia indietro;
_ il giorno dopo si riparte dal punto 1.
Insomma, io non me la prendo con la diciannovenne che scrive su Twitter o come si chiama "Che vergogna che un avvocato difenda Turetta" oppure, per stare al cinema, "Che vergogna che su Netflix ci sia un film di Polanski": è una diciannovenne, e come tale dice cazzate, come le dicevamo tutti alla sua età. Me la prendo con gli adulti e con i grandi giornali che, invece di spedirla in camera sua a ripassare, la trattano come se fosse una opinion leader.
I giustizieri social sono quello che sono, ma le grandi aziende stanno facendo di tutto per legittimarli.
Jack ha scritto: 25/01/2024, 16:21 A me viene difficile parlarne se non analizzando i singoli casi.
Nel caso della regista che hai conosciuto la colpa è della commissione, non parliamo neanche di lei che nel suo film potrebbe parlare male di una categoria ma di una cosa di cui non si sarebbe accorto nessuno. Non credo mica avevano pressioni o paura che qualcuno se ne uscisse con ehi ma il punto di vista femminile qui dove cacchio sta? La colpa è di loro e ti dirò che cazzate del genere sono peggio che le stupide lamentele sui social perchè influenzano ancora di più nel creare quell'idea che poi è terreno fertile per i telefilm di cui abbiamo parlato, con uno per gruppo e via discorrendo.
Però d'altro canto io vedo serie e film su ogni argomento. Quasi tutta la censura è auto o preventiva.
Tu citi Woody Allen. Sempre stato un suo fan sfegatato e potendo scegliere lo avrei fatto lavorare meno anche per tutta la sua carriera perchè con uno all'anno sono dell'idea che ci siamo persi qualche capovaloro però il mondo del cinema è strano, Scorsese al suo apice o quasi ha dovuto fare i miracoli per girare quella sorte di black comedy notturna di cui non ricordo il titolo.
Sui casi dell'università e della fondazione come in tante altre cose non c'è nessun obbligo, sono tutte scelte. Cosa succede se non li ascolti neanche, che i dipendenti se ne vanno? Finora non ho mai sentito di 100 persone che si licenziamo in massa perchè infastidite da una cosa del genere.
La petizione online è chiaramente senza senso ma non bisogna perderci neanche 5 minuti perchè se il giorno dopo che fai rinunciare al docente parte un'altra per far sì che il docente non rinunci perchè dare un messaggio così sbagliato è inaccettabile che si fa? I social esistono da poco tutto sommato, in quasi tutte le cose che muovono soldi ed influenzano la vita delle persone non contano niente neanche i politici figuriamoci la gente, perchè su argomenti del genere dobbiamo perdere tempo e stare a sentire tutti?
Jack ha scritto: 25/01/2024, 16:21 Però l'impatto in generale a me sembra minore di quanto sembri a te. Sono sicuro che qualche mese fa avresti scommesso su più candidature per Barbie, le storture sono nei casi come quello di Woody ma anche lì se arrivano le accuse e dopo tutto quello che è successo si rallenta e con la pandemia fa un un film invece che due lo posso anche capire perchè tra l'altro i suoi ultimi lavori mi sembrano poco vendibili come proposta generale e che chi dovrebbe produrli abbia qualche dubbio purtroppo ci può stare.
Anche perchè il cinema forse più che in passato sta diventando vendere il tuo prodotto nel senso che gli spettatori devono già perfettamente sapere cosa vanno a vedere, il tono e che sia fatto da una persona di cui hanno un'idea precisa. Non ho visto Barbie ma credo sia nato così. Come tanto della Marvel, invece il pacchetto Allen mi sa che interessa a pochi ormai.
Jack ha scritto: 25/01/2024, 17:18 Dubito che Jurassic Park, Ritorno al futuro e Terminator 2 non abbiano vinto niente e/o non siano stati nominati. Sui film non entro nel merito, non ho visto Barbie nè Supermario e non mi sono piaciuti un granchè neanche gli altri tre in realtà. Anche su Woody non sono tanto d'accordo, degli ultimi otto anni non salvo niente ma non è quello il discorso, fino al 2020 parlare di boicottaggio mi sembra esagerato. Come quelli che si lamentano che non si può più dire niente e lo fanno in tv o sui giornali.