non è così.Jack ha scritto: 08/07/2022, 10:21 Non mi è sembrato tanto un giustificarsi quanto far notare qual è la situazione attuale e prendere in giro anche questo perchè poi sia che lui che Chappelle fanno tutte le battute che vogliono come tutti gli altri comici nel mondo. E ovviamente mi riferisco ad Europa e Stati Uniti dove in effetti è diverso ma per esempio il casino tirato su dal nulla dopo non so quanti anni contro Woody era sulla persona non sui contenuti e lì il discorso cambia ancora. Ed è la parte più preoccupante per come la vedo io ma alla fine il film è uscito con un leggero ritardo, non è andato bene ma quello l'ho visto e sarebbe andato male comunque. In media mi sembra che influiscono poco le varie polemiche sul botteghino a parte il primo con Spacey ma siamo di nuovo sulla persona e non sulla censura o contenuti.
Questi problemi in ogni caso sono tutti nuovi e che una piccola percentuale di persone la pensi in maniera diversa, e grazie ai social decida che per un giorno la loro missione è di andare contro quel film, comico o programma tv che proprio non li va giú è da mettere in preventivo e in ogni fase di produzione dal sceneggiatore o autore, dal regista agli attori o comici devono fregarsene delle reazioni di pochi sia perchè durano poco sia perchè è giusto così a livello artistico e concettuale, sono d'accordo pienamente con tutto quello che avete scritto ma per me sbaglia più chi si pone questi problemi che a dirla tutta, con ogni probabilità, saranno sempre esistiti ma la visibilità è diversa adesso però dura poco e a livello di numeri mi pare vengano penalizzate solo le singole persone quando sono coinvolte in qualche scandalo. Anzi il primo periodo quando ancora non è chiara la vicenda ma si sa meglio partire in quarta coi giudizi.
vengono penalizzate anche le idee.
ti stai soffermando sulle campagne social contro X o Y, ma più in grande quelle campagne producono un irrigidimento dei criteri artistici.
è un effetto medio-lungo, rispetto alla singola protesta contro Woody Allen.
(woody allen, tra l'altro, uno degli autori più sensibili e inclusivi della storia della cinematografia americana, oggi è marchiato come se fosse l'ultimo appestato di guerra

quello che sta accadendo è che l'autocensura oramai sta coinvolgendo qualsiasi cosa, senza valutare nel merito.
è questa la cosa spaventosa.
organizzo un festival, un distributore di un corto russo che ha vinto un premio importante del nord europa quindici giorni prima dello scoppio della guerra, mi chiede una premiere oggi perchè sono 4 mesi che non gli risponde più nessuno.
allora guardo il corto, magari ha una Z tatuata sulla schiena dei protagonisti, ma nulla di tutto ciò, è un film sul disagio giovanile.
Ragazzi che vivono una vita apparentemente normale ma che la sera si fanno di acidi e che soffrono l'ingerenza dello stato (scena con poliziotto che chiede di controllare i loro messaggi sul telefono). Ma è fatto in maniera molto sottile, probabilmente perchè loro piu di tanto non possono andare oltre, o perchè non ancora si sono uniformati alla semplicizzazione dei nostri messaggi?
motivo per cui è stato ignorato per 4 mesi?
perchè è russo.

motivo per cui nanni moretti perde a cannes contro un film inguardabile?
perchè la regista è donna.
stessa cosa venezia che decide che il 60% dei lavori deve essere girato da registe e non registi, indipendentemente dalla qualità.
sono tutte forzature, figlie di un nuovo modo di (de)pensare, che sta facendo scuola.
e a breve saranno la regola.
ed è questo il punto focale, si premia (e si produce) più la forma che la sostanza.