https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_agosto_14/green-pass-lombardia-storie-intrappolati-2-mila-segnalazioni-ats-milano-f41b4bc6-fc76-11eb-8688-4f0a0f230e1f.shtml
Emanuela Madureri, farmacista e Simona Forni, cantante lirica: entrambe contagiate dal Covid, hanno ricevuto una sola dose di vaccino. Da due mesi attendono il pass
Sono state contagiate dal Covid e per questo hanno ricevuto una sola dose di vaccino, nell’arco dei sei mesi successivi alla malattia. Tutto secondo le regole. Eppure non riescono a ottenere il green pass necessario per poter cenare in un ristorante al chiuso, visitare un museo o partecipare a un evento. «Stampo certificazioni tutti i giorni, ma non ho la mia» dice Emanuela Madureri, farmacista a Monza. «Per risolvere il problema burocratico mi hanno suggerito di fare una nuova dose di vaccino» commenta Simona Forni, cantante lirica di Milano. Due storie simili, che faticano a risolversi.
La prima, quella di Emanuela, inizia a ottobre dell’anno scorso. «Ho preso il Covid, per fortuna in forma lieve» ricorda. A febbraio la vaccinazione con AstraZeneca al San Gerardo di Monza. «Troppo presto rispetto alla malattia. Dopo l’iniezione ho avuto febbre a 40 per due giorni, gonfiore alla gola, lividi sulle gambe e dolori muscolari. Sono assolutamente a favore dei vaccini, sia per me sia per i miei figli. Ma era passato troppo poco tempo da quando mi ero contagiata». La farmacista riceve l’appuntamento per il richiamo a maggio. Nel frattempo cambiano le indicazioni. Le autorità sanitarie parlano di «uso preferenziale» di AstraZeneca per gli over 60 (Madureri ha 49 anni) e per gli ex positivi prescrivono una sola dose entro i sei mesi dall’infezione, poi allungati a 12. È la condizione di Emanuela, che viene esentata dal ricevere la seconda iniezione. «A giugno ho iniziato a pormi il problema del green pass — dice —, ma a distanza di due mesi non ho risolto nulla». Ha mandato mail all’Ats e al ministero della Salute, senza successo. «Da Ats mi dicono che hanno sbloccato la situazione, ma ancora non ho il pass che invece stampo e consegno tutti i giorni ai clienti in farmacia. Non si riesce a capire dove sia l’intoppo burocratico». Dal ministero le hanno spiegato che al posto del green pass può mostrare le altre carte in suo possesso, a testimonianza della precedente malattia e della dose di vaccino ricevuta. «Ma tanti esercenti non sanno di questa possibilità. Insomma sono bloccata. E se dovessi prendere un volo per l’estero?».
Anche Simona Forni, cantante lirica al teatro La Fenice di Venezia e residente a Milano, combatte da settimane con le istituzioni per conquistare quel foglio di carta diventato tanto prezioso. «Ho contratto l’infezione a dicembre, a teatro. Si tratta di infortunio sul lavoro — racconta —. Dopodiché il 10 maggio mi sono vaccinata con una sola dose di Pfizer, in sede protetta perché ho varie allergie. Il foglio che mi hanno consegnato in quell’occasione è l’unica traccia che ho, oltre alla registrazione sul fascicolo sanitario elettronico».
Nessuna notizia del green pass, nonostante le tante chiamate e i solleciti quotidiani che invia a Regione e al ministero. «Tutti si rimpallano la responsabilità. Ho scritto anche a Draghi, che mi ha risposto, a Mattarella e a von der Leyen».
L’altro giorno è stata contattata da un dirigente dei centri vaccinali lombardi. «Mi ha suggerito di fare un’altra dose di vaccino per sistemare le cose. Ma è assurdo risolvere un problema burocratico in modo sanitario». Ora è pronta a rivolgersi agli avvocati. «Per lavoro prendo spesso i treni ad alta velocità. A settembre servirà il green pass. Come farò?».
Tanti i casi simili a quelli di Emanuela e Simona. Alla sola Ats di Milano finora sono arrivate 2 mila segnalazioni: 1.500 risolte o inoltrate al ministero, le rimanenti ancora da verificare.
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Dover recuperare uno a uno manualmente un grave errore organizzativo = valle di lacrime