DROGBA86 ha scritto: 01/03/2018, 11:44
BomberDede ha scritto: 01/03/2018, 11:37
ma io spero che il PD ci stia andando con l´unico obbiettivodi stare all´opposizione dai
No quello non è l'obiettivo. Ma il risultato per come hanno impostato questa campagna elettorale.
Ormai è qualche mese che tutti, compresi i dirigenti piddini, hanno capito che il PD non avrà i numeri per governare, probabilmente nemmeno con una configurazione tipo governo Letta.
L'impostazione della campagna elettorale è stata fatta per portare a votare coloro che sono convinti di votare PD, o perché sia il partito migliore o perché sia il meno peggio, e consolidare al massimo la presenza in una precisa area, per semplicità chiamiamola socialdemocratica (non è del tutto esatto, ma vorrei evitare l'ennesimo post chilometrico).
Sempre per semplicità, non volendo certo misurarmi con Gerry Nasdaq, diciamo che il risultato sarà che il PD avrà fra il 20 ed il 25%, la coalizione di centrosinistra fra il 25 ed il 30% dei voti.
Spostando la barra il PD avrebbe potuto avere certamente più voti, per esempio cercando di pescare qualche voto in più a sinistra, ma questo ormai avrebbe portato forse qualche punto percentuale in più, ma un risultato paragonabile.
Quindi la strada scelta è cercare una precisa identità, accettare di perdere le elezioni ma costruire un partito con una collocazione, una storia, una visione che possa far vincere in futuro. Scelta che in teoria sarebbe corretta, ma ha rischia di essere fallimentare nella pratica, perché se è vero che la collocazione è chiara e l'identità è precisa, si tratta di scelte chiaramente tattiche e non strategiche, manca totalmente una precisa visione del futuro che è quella che ha permesso, in passato, ai vari Obama, Blair, Schroeder, coloro cui si richiama Renzi, di passare momenti difficili.
Problemi simili a quelli dell'era Veltroniana, in cui però era più facile muoversi perché la famosa terza via era vincente a livello mondiale, cosa che al momento non è.
Premesso questo, che unitamente al fatto che in Italia sono 25 anni che il partito che guida il governo perde le elezioni (DC e PSI, Polo delle libertà, Ulivo, Casa delle libertà, PD, PDL, ora di nuovo PD, tutti hanno perso le elezioni dopo aver guidato un governo) indica che l'impresa fosse disperata fin dall'inizio, resta da vedere quanto sia solido ed identitario il partito di Renzi.
Se davvero c'è una visione comune, idee condivise ed il segretario è forte, allora a Renzi conviene di certo stare all'opposizione e lo farà.
Se invece la costruzione è a metà del guado, come accaduto a Veltroni prima e Bersani poi, dopo la sconfitta elettorale ci sarà una notte dei lunghi coltelli e si cercherà di cambiare segretario. A questo punto Renzi potrebbe preferire un governo di coalizione, il PD pagherebbe, probabilmente, dazio, ma lui probabilmente guadagnerebbe qualche anno di tempo per rafforzare la sua leadership nel partito.
Quale delle due ipotesi sia più probabile, un partito forte, pronto ad accettare l'opposizione ed accettare qualche anno di opposizione e preparare la riscossa, o un partito diviso in cui il leader sia costretto a giocare sempre all'attacco per non farsi scalzare, io non sono in grado di dirlo, e sarà quello che deciderà le prossime mosse.