La mossa di Di Maio non è sbagliata in sè, è assurdo poter pensare di governare con l'appoggio esterno di FI e PD su qualche provvedimento. Se le cose andassero bene al M5S e bastasse un accordo con LeU o con la Lega allora farebbe bene a provarci.
Quello che è ridicolo è l'appoggio esterno di Berlusconi o di un PD derenzizzato (Pd o PD meno elle, mica lo scrivevo io) senza alleanza.
Ora: ci si chiedeva se era credibile una riduzione della spesa pubblica di 50 miliardi. Vediamo come è composta la spesa pubblica:
https://www.istat.it/it/archivio/spesa
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VE ... 7_2015.pdf
http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VE ... Italia.pdf
Quindi circa la metà della spesa pubblica è spesa sociale (circa un terzo pensioni, poco più del 15% tutto il resto), circa un quarto sono stipendi pubblici, circa un decimo spese correnti, circa il 20% spese intermedie, e siamo già all'80%.
Ad ora sulla spesa sociale i partiti si distinguono fra chi vuole aumentarla e chi vuole mantenerla. Abbattere la legge Fornero, introdurre un reddito di cittadinanza e rivedere altre spese minori, ammesso che costi davvero 80 miliardi (non sono convinto affatto) vorrebbe dire aumentare circa del 10% la spesa pubblica, quindi quella sociale passerebbe dalla metà a circa il 60%.
Non mi risulta che ci siano partiti che propongono il licenziamento dei dipendenti pubblici o la diminuzione degli stipendi, quindi questa voce non si toccherebbe, e saremmo già all'85%. Le spese correnti saranno quasi impossibili da ridurre, veniamo da anni ed anni di spending review e di accentramento di centri di spesa, ecco che siamo sopra il 90%.
La riduzione direi che a questo punto è impossibile.
Quel 10% di aumento totale da dedicare della spesa sociale significa che la spesa pubblica non sarebbe diminuita, ma vi sarebbero dedicati i risparmi di altre voci?
Bene, fra spesa sociale, stipendi e spese correnti siamo attorno all'85% della spesa pubblica.
Per recuperare un 7/8% dovremmo dimezzare le altre spese.
Dimezzare.
Davvero è credibile?
Non a caso Cottarelli per ritoccare la spesa pubblica parlava di ulteriori interventi sulle pensioni e sulla riduzione di personale (tramite privatizzazione o di liquidazione di enti pubblici).
Ad ora mi sembra che abbia un minimo di credibilità, ma proprio un minimo, solo la proposta della Bonino di bloccare la crescita della spesa pubblica per qualche anno. Ma senza qualche revisione pensionistica, dopo gli aumenti di stipendi pubblici deliberati, mi sembra difficile anche questo.
Non è detto che tutte queste spese siano deleterie, anzi, in un momento di crisi la spesa sociale è quasi inevitabile, ma almeno che si dicano esattamente le cose come stanno.
Per quanto riguarda il fatto che da una manovra di welfare (come il reddito di cittadinanza o quello di inclusione) o da un taglio di tasse (come la flat tax) si possa ottenere un aumento di entrate fiscali complessive (tenendo conto del tagli di tasse o dell'aumento di spesa), grazie alla crescita economica che ne deriverebbe, ad oggi è successo davvero di rado, solamente in specifiche condizioni, e mai, dico mai, tali manovre sono bastate, le poche volte che si è avuto davvero un aumento delle entrate sufficienti a pagare le mosse questo è stato dovuto anche ad altre misure. Per esempio un ingente piano di investimenti pubblici di Reagan, che hanno portato le casse dello stato a soffrire parecchio fino all'aumento di tasse degli anni '90, ma voglio sperare che nessuno pensi di poterci paragonare agli USA.
In Italia, dall'unità ad oggi, che un taglio di tasse o un aumento di spesa si sia ripagato solo grazie alla crescita economica che ne è derivata è accaduto semplicemente MAI.
Ecco, non è detto che per forza tutti debbano pensare, come faccio io, che un robusto taglio di tasse sul lavoro e sulle imprese sia indispensabile alla crescita, senza aumentare le tasse alle persone fisiche, e per farlo serva un taglio della spesa pubblica, (oltre a semplificazioni burocratiche, liberalizzazioni, concorrenza, facilitazione degli investimenti e quant'altro), non voglio certo passare per un oracolo economico, ci sono alcuni paesi che hanno seguito strade differenti con successo.
Però almeno se si vuole seguire una strada differente lo si dica chiaramente, senza diventare rigoristi immaginari.