Gerry Donato ha scritto:
La parte su Banca d'Italia pubblica è forse la più suggestiva, come se non ci fosse in Italia un problema con i pacchetti di controllo delle fondazioni bancarie ed annesse stretta creditizia ed impossibilità di ricapitalizzazione che ha ucciso l'intero sistema bancario in questi anni.
Il senso storico della proposta del M5S più volte ribadito, ma se mi sono perso qualcosa chiedo venia, è una banca di investimenti, presumo sul modello della Kwf tedesca, che intervenga non come supplente ma come complemento del mercato, dove le banche private non hanno garanzie per far accedere al credito.
Sulle fondazioni ovviamente concordo, ma cosa c'entra con la proposta M5S?
Visto che non ti piacciono articoli confusi del sole 24h, qui prendo direttamente il sacro blog:
http://www.ilblogdellestelle.it/il_movi ... blica.html
Bankitalia pubblica? Bankitalia è un ente pubblico necessario, governatore e tutte le posizioni apicali sono di nomina governativa, sono tutti dello stato i proventi della gestione della moneta. Il sistema delle quote è stato creato negli anni '30 per dare una parvenza di indipendenza in epoca fascista. Riacquistare le quote non è una eresia, ma occorre tener conto del perché siano state rivalutate. Servivano soldi, e lo Stato ne ha incamerati parecchi, se non ricordo male oltre un miliardo, ed occorreva ricapitalizzare le banche, e la rivalutazione delle quote è servito anche a questo, perché sono entrate nei capitali sociali. Chi preveda di ricomprare le quote, in primo luogo deve considerare che queste vanno pagate alle banche, e quindi deve individuare i fondi, poi deve pensare alla ricapitalizzazione delle banche stesse.
Il resto della proposta? Belle parole, ma vuote. Il problema delle banche non è certo la durata della carica del governatore di Bankitalia o le consulenze, il problema è che, per via delle fondazioni, le banche sono troppo vicine a certe parti della politica, spesso le più deleterie, dato che le fondazioni amministrano soldi che non sono dei soci o degli amministratori, ma sono stati forniti dalle Casse di Risparmio al momento della privatizzazione, sono delle fondazioni stesse, quindi, non essendo le fondazioni enti con fine di lucro, a nessuno frega che siano ben amministrati i loro beni, principalmente le azioni delle banche, ma che siano usati per gli interessi personali del gruppo dirigente ed a coloro che sono ad essi vicini. Non a caso le banche proprietà di una sola fondazione prima o poi hanno avuto bisogno di salvataggi, tutte, quelle che si salvano sono quelle di molte fondazioni in cui nessuna prevale. Ed il problema di Bankitalia è la troppa vicinanza di posizioni apicali agli stessi gruppi di potere.
Per risolvere, anche se sarebbe meglio dire attenuare, il problema occorre recidere il cordone fra la politica e le banche e restituirle al mercato, quello vero, e per far questo occorre aumentare l'indipendenza della vigilanza dalla politica, non diminuirla. In sostanza, cedere quanto prima tutto alla BCE, non il contrario, tanto è vero che gli altarini stanno uscendo con il passaggio della vigilanza alla BCE.
Pubblicizzare le banche? Direi che abbiamo già dato, per favore, basta. Si tratta della culla del capitalismo relazionale italiano, e capitalismo relazionale è una bella metafora per dire feudalesimo, il successo economico dipende dalla vicinanza ai centri di potere. La nobiltà non dipende dalle origini ma dalle relazioni? Direi che poco cambia.
Su Kwf e Bankitalia non puoi essere serio. Bankitalia è azionista della BCE, partecipa all'emissione di moneta ed alla vigilanza bancaria, trasformarla in una sorta di Kwf significherebbe avere un soggetto che è ad un tempo arbitro, organizzatore delle partite, allenatore di una squadra e giocatore. Un assurdo non solo giuridico, ma anche logico.
Se invece parli della trasformazione di Cassa Depositi e Prestiti in una sorta di Kwf, allora lo richiedono a gran voce almeno tre quarti del Parlamento, la trasformazione è in corso. Io sono totalmente contrario, visto come lo Stato italiano nel passato ha gestito i nostri soldi, francamente eviterei una riedizione dell'IRI o dell'EFIM, però capisco che se qualcuno crede che loro siano diversi, migliori, più onesti il progetto possa sembrare interessante.
Resta però il discorso che con una riedizione dell'IRI siamo sempre più in campo di cirinopomicinonomics.