davelavarra ha scritto:La mia opinione e' che l'atleta ce lo siamo giocato con la pessima gestione post crociato di Shanny, e che comunque il ragazzo non fa nulla per evitare di apparire come un pallone gonfiato. Dal poco che posso giudicare, forse manca l'umiltà e la dedizione di altri grandi del ruolo. O forse ci siamo sbagliati tutti, ed era solo un grande qb collegiale. E magari senza il ginocchio poteva essere esplosivo anche in Nfl, d'altra parte nessuno dimentica quanto grande e' stato nel 2012.
La situazione è sicuramente complessa, ed è facile supporre che le colpe siano da distribuire a tutte le parti in causa, in percentuali diverse.
1) Mike "Cadorna" Shanahan: gli ha fatto rompere i legamenti quando era chiaro a tutti che giocava su una gamba sola. Serve altro?
2) Bruce Allen: dopo i dissapori tra Shanahan e RG3, e l'allontanamento di Shanahan, assume Gruden, il meno adatto a gestire un QB che al college non aveva nemmeno un playbook e che ha molto da imparare, a partire dal footwork; Gruden il primo anno nemmeno assume un QB coach, pensa di poterci pensare lui.
3) Gruden: arriva con il "sistema" e dopo il TC del 2013, una partita di regular season e pochi minuti della seconda, RG3 si infortuna e la sua espressione facciale in conferenza stampadice "alla fine, è un bene che si sia infortunato e che possa cambiare QB"; tra l'altro, lasciando in campo RG3 nella partita di preseason contro i Lions ha creato le premesse per questa precipitazione della situazione.
4) RG3. Qua la situazione è confusa, perché girano voci contrastanti. E' una diva (però Keim, ESPN, dice sempre: quando c'è un nuovo arrivato, va a presentarsi, e lo fanno in pochi), ma poco socievole, preferisce stare per conto suo. Le due cose si conciliano poco, direi. Poco simpatico ai compagni di squadra: sempre keim ricorda che nemmeno Darrell Green era simpatico a tutti, e nemmeno Russell Wilson è simpatico a tutti a Seattle, alla fine contano i risultati: se vinci, la simpatia conta poco. E poi Washington è il posto peggiore dal punto di vista della stampa e dei tifosi, pronti a vivisezionare ogni cosa. Lui, di suo, ci ha messo un candore degno di altre situazioni, una certa superficialità nel non rendersi conto di come le cose stavano andando.
Una cosa però: nessuno ne ha mai messo in discussione la work ethic.