francilive ha scritto:
UNBROKEN
Il biopic di Angelina Jolie, sulla vicenda di Louis Zampierini, olimpionico a Berlino, più tardi rinchiuso in un campo di concentramento giapponese. Riuscirà a sopravvivere a torture e privazioni di ogni genere. Diventando un eroe americano, perdonando più tardi i suoi carcerieri, con cui stabilirà persino un rapporto in Giappone.
I temi trattati, per quanto diano una sensazione di dejavu, sono interessanti. Il problema è che il film manca di ritmo e mordente, al punto da risultare persino poco credibile.
Ottimi montaggio e colonna sonora. Ma non basta.
MEDIOCRE
Concordo. Abbastanza fedele al libro, chiaramente e giustamente taglia alcune parti
specie durante la deriva nel pacifico e poi nei POW camp, usa stratagemmi narrativi rivedibili
devi presentare un bambino problematico e che si caccia nei guai e in 5 secondi lo fai picchiare, fumare, bere alcolici e rincorrere dalla polizia, per riassumere alcuni passaggi; manca tuttavia la parte "finale"
il ritorno a casa e a una vita normale con tutte le difficoltà che ciò ha comportato che poteva essere interessante. Detto questo non trasmette nulla, sembra quasi, se mi passate il paragone, un fantozzi/mr bean che non fa ridere misto a uno di quei film sull'olocausto brutti che fanno vedere alle elementari per il giorno della memoria: c'è un tizio anonimissimo a cui succedono tante cose brutte, ma ti lascia completamente indifferente
ad esempio quando reincontra watanabe da più la sensazione di "Ah, cazzo di nuovo quel rompicoglioni che si siede sempre affianco a me sul pullman e vuole chiaccherare anche se sono le 7 di mattina" che di "Occristo, non lui, tutti ma, non lui. Chiunque ma non lui, anche Mengele" o anche quando si fa male alla gamba, un infortunio che poi gli impedirà per sempre di correre, e sembra che abbia preso solo una storta.
The Interview
Filmetto, trama surreale, e non è un problema, alcuni momenti che ti strappano un sorriso o qualcosa in più, Lizzy

,ma troppo spesso calca troppo la mano in favore di gag
specie a riguardo dell'omosessualità di Kim anche in maniera poco politically correct e molto sgradevole. Forse Sony avrebbe fatto meglio a fare come dicevano i Nordcoreani e tenere per sè tanta mediocrità.