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NBA moderna: una lega di irriconoscenti, perdenti mercenari

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BigSleepy
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Re: NBA moderna: una lega di irriconoscenti, perdenti mercen

Messaggio da BigSleepy » 16/09/2014, 11:26

Ripeto, è difficile generalizzare, andrebbero analizzati i casi singoli.

Quante stelle dei '90 (ma anche dei primi 2000) non hanno cambiato squadra nonostante i (non)risultati o il non avere squadre di livello? Malone/Stockton, Ewing, Miller, Iverson poi?

Non si può fare un analisi di questo tipo decontestualizzando. E' facile rimanere nello stesso team quando sei Lakers, Bulls, Spurs, franchigie sempre sulla cresta dell'onda per disponibilità economiche / prestigio / management.

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Noodles
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Re: NBA moderna: una lega di irriconoscenti, perdenti mercen

Messaggio da Noodles » 16/09/2014, 11:50

BigSleepy ha scritto:Ripeto, è difficile generalizzare, andrebbero analizzati i casi singoli.

Quante stelle dei '90 (ma anche dei primi 2000) non hanno cambiato squadra nonostante i (non)risultati o il non avere squadre di livello? Malone/Stockton, Ewing, Miller, Iverson poi?

Non si può fare un analisi di questo tipo decontestualizzando. E' facile rimanere nello stesso team quando sei Lakers, Bulls, Spurs, franchigie sempre sulla cresta dell'onda per disponibilità economiche / prestigio / management.

Non è così.

Gli spurs non sono stati sempre sulla cresta dell'onda.
Lo sono perchè Duncan ha deciso di giocare la sua intera carriera in questo team, consentendo quindi la realizzazione di un progetto.
E Duncan è bene precisarlo, perchè c'è poca memoria, prima di tornare a vincere un titolo ha dovuto aspettare 7 anni.
Sette anni eh.

I bulls non sono stati sulla cresta dell'onda per molto tempo del dopo jordan.
E prima di Mj non erano La Mecca del basket NBA.
Se Mj, dopo le mazzate ricevute dai pistons, avesse deciso di mollarli, oggi dei bulls si parlerebbe come di una franchigia del tutto normale.

I lakers, certo, sono per storia, come i celtics, una delle mete più ambite.
Ma c'è una pressione mediatica, legata a delle aspettative molto alte, che non è così semplice da metabolizzare.
Chiedere a Shaq di epoca prejacksoniana, a Gasol o in ultimo allo stesso Howard.

Ogni contesto ha le sue difficoltà. La stessa New York che dovrebbe essere il punto di riferimento del basket dell'est, non vince un titolo da 40 anni.

Gli stessi che difendevano la scelta di James di andare via da Cleveland perchè era una specie di gulag, oggi sostengono le sue ragioni di aver preso la scelta giusta.
Mi verrebbe da pensare, come è possibile che solo 4 anni fa Cleveland era un gulag ed oggi invece è una scelta giusta.
Forse perchè oggi c'è il triplo del talento che c'era 4 anni fa?

e allora ritorniamo al punto iniziale, come si fa ad andar via da un posto dove TU stesso dici che non si può costruire nulla per poi ritornarci non appena si creino delle condizioni più favorevoli?

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Re: NBA moderna: una lega di irriconoscenti, perdenti mercen

Messaggio da BigSleepy » 16/09/2014, 14:17

Noodles ha scritto:
Gli spurs non sono stati sempre sulla cresta dell'onda.
Lo sono perchè Duncan ha deciso di giocare la sua intera carriera in questo team, consentendo quindi la realizzazione di un progetto.
E Duncan è bene precisarlo, perchè c'è poca memoria, prima di tornare a vincere un titolo ha dovuto aspettare 7 anni.
Sette anni eh.


La memoria c'è eccome. Ha dovuto aspettare 7 anni, ma gli Spurs hanno sempre comunque fatto i playoff.

Noodles ha scritto: I bulls non sono stati sulla cresta dell'onda per molto tempo del dopo jordan.
E prima di Mj non erano La Mecca del basket NBA.
Se Mj, dopo le mazzate ricevute dai pistons, avesse deciso di mollarli, oggi dei bulls si parlerebbe come di una franchigia del tutto normale.

Certo, ma hanno costruito poco a poco i pezzi giusti per diventare una squadra da titolo. E ha vinto il suo primo titolo dopo 7 anni dal suo ingresso in NBA.
Ma non esiste un numero di "anni" giusto o sbagliato, ma la capacità un management di mettere anche poco alla volta insieme i pezzi. Come fanno gli Spurs. Come non sono stati mai in grado di fare i Cavs del primo LeBron o i Timberwolves di Garnett o tante altre squadre.

Noodles ha scritto: I lakers, certo, sono per storia, come i celtics, una delle mete più ambite.
Ma c'è una pressione mediatica, legata a delle aspettative molto alte, che non è così semplice da metabolizzare.
Chiedere a Shaq di epoca prejacksoniana, a Gasol o in ultimo allo stesso Howard.

Ogni contesto ha le sue difficoltà. La stessa New York che dovrebbe essere il punto di riferimento del basket dell'est, non vince un titolo da 40 anni.

Perdonami, ma questa cosa della "pressione mediatica" mi ha sempre fatto un pò sorridere. Non che non esista eh, ma ne viene sempre ingigantita l'influenza.
Se NY non vince da 40 anni non è colpa della pressione mediatica, ma di scelte scellerate (e di sfiga)
Se i Lakers di Howard e Nash hanno fatto ridere non è colpa della pressione mediatica, ma di una squadra assemblata male e un coach non all'altezza

Noodles ha scritto: Gli stessi che difendevano la scelta di James di andare via da Cleveland perchè era una specie di gulag, oggi sostengono le sue ragioni di aver preso la scelta giusta.
Mi verrebbe da pensare, come è possibile che solo 4 anni fa Cleveland era un gulag ed oggi invece è una scelta giusta.
Forse perchè oggi c'è il triplo del talento che c'era 4 anni fa?

e allora ritorniamo al punto iniziale, come si fa ad andar via da un posto dove TU stesso dici che non si può costruire nulla per poi ritornarci non appena si creino delle condizioni più favorevoli?

Cleveland fino a prova contraria rimane un gulag, gli ha solo detto bene (culo) negli ultimi anni.
E James credo ci sia tornato SIA per vincere un titolo con i Cavs, SIA perchè c'è il triplo del talento di 4 anni fa. Credo perchè non sono Lebron e non posso conoscere le sue intenzioni con certezza.

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