margheritoni10 ha scritto:
Discorso che condivido ma:
- il progetto tecnico di Prandelli con pesanti sue resposabilità è naufragato in questo Mondiale (e sono il primo a sostenerlo). Però bisogna anche essere onesti e riconosce che fino alla partenza per il Brasile, considerato il contesto, non aveva affatto lavorato male. Te mi dirai... eh ma il lavoro si giudica alla fine del percorso, altrimenti è come uno studente che che prende buoni voti tutto l'anno e alla maturità consegna in bianco ma in questo contesto credo sia vero solo in parte. Perchè noi (intesto come movimento calcistico) probabilmente siamo questi, e mille sono gli indicatori che lo dimostrano, non la nazionale che abbiamo visto nei 3 anni e mezzo precedenti. C'era disarmonia (positiva) tra Nazionale e movimento calcistico italiano. Disarmonia creata anche dal lavoro di Prandelli. Fuffa? Culo? Bisognava solo aspettare per scoprire il bluf? Può darsi... ma c'era.
Rispondo intanto su questo punto.
Il
Montolivo dipendente ha voluto costruire un modello tattico all'avanguardia sfruttando la duttilità della rosa, come a voler rimarcare con arroganza una presunta superiorità tattica del sistema Italia e del suo staff che avrebbe compensato i limiti di qualità e fisicità della rosa.
Ed ha sbagliato tutto.
Quella scelta programmatica di non avere identità perché l'identità l'avrebbe trovata di volta in volta in base agli avversari (verticalità o palleggio, inserimenti con palla o senza palla, attacco sulle fasce o attacco al centro, pressing o farsi attaccare, 352, 451, 4312, 4222, 4321, etc) gli si è rivoltata contro facendolo smarrire proprio nella fase cruciale e rendendo di colpo palesi tutti i limiti della squadra, invece di mascherarli come suo obiettivo.
Si è preso un grande rischio, perché il modello "versatile" che ha costruito lo caricava di grandi responsabilità dovendo appunto scegliere lui ogni volta che specifica identità dare alla sua squadra.
E quando nell'approssimarsi del Mondiale si è sentito di colpo addosso il peso di quella responsabilità, sono bastate due variabili incisive (perdere il suo pretoriano di fiducia Montolivo e Pepito Rossi) per mandarlo in tilt, facendogli cercare soluzioni che erano fuori dal suo piano ed improvvisando su un canovaccio che non era più il suo.
Non aveva mai giocato 451 col doppio incursore esterno sulla linea del centrocampo.
Non aveva mai giocato col doppio palleggiatore in mezzo (Verratti era out 10 giorni prima di partire).
Non aveva mai decentrato Pirlo così tanto.
Non aveva mai giocato con Motta e De Rossi così tanto insieme (nel centrocampo a 3 erano alternativi e non complementari).
Non aveva mai considerato Cassano in questi due anni (ed infatti non ha creato il minimo contesto per dargli un senso).
Non aveva mai dato ad Immobile queste responsabilità (che non è in grado di sostenere).
Non aveva mai considerato Candreva come duttile alla Montolivo (e nelle ultime amichevoli invece l'ha provato ovunque).
Non aveva mai preso in esame concettualmente la doppia prima punta (ed infatti ha messo Parolo per Balotelli, non un'altra punta).
Non aveva mai giocato con più di 2 giocatori offensivi contemporaneamente in campo (figuriamoci 4 come nel secondo tempo col Costa Rica).
Non aveva mai rinunciato al centrocampista adattato finto trequartista (Montolivo, appunto) che invece non si è mai visto al Mondiale (ma Aquilani che l'ha portato a fare allora?).
Non aveva mai rinunciato alle ali pure per tre partite consecutive (Insigne e Cerci cosa li ha portati a fare?).
Ed invece arriva al Mondiale e di colpo spuntano fuori tutte quelle novità. Da panico, non da lungimiranza tattica.
Il tutto, oltre al tradimento dello staff atletico-medico, partendo da un presupposto tecnico sbagliato nel progetto, il padre di tutti gli errori: Balotelli come fulcro della fase offensiva. Cosa che anche agli Europei non era affatto stato, ma nessuno dello staff pare essersene accorto prima di ieri.