questa non è roba mia è uno dei commenti che sto leggendo su vari siti. Lo posto, è mi scuso per la lunghezza, per cercare di far capire il punto di vista di chi ama e segue il giocatore ogni domenica premettendo sempre che stimo sempre Prandelli e che nonostante tutto su questa questione è molto criticabile:
Io sono uno di quelli che ha sempre difeso Prandelli, anche nel periodo della presunta liaison con la Juventus, che, nella mia complottistica opinione, fu un colpo gobbo di Montezemolo, Abete e Diego Della Valle per far digerire il fatto che il tecnico, dopo le sue dichiarazioni sul progetto, aveva fatto il suo tempo e fosse giunta l'ora di trovargli una sistemazione altrove che andasse bene anche a lui.
Devo ammettere, tuttavia, non senza essere consapevole che il buon Prandelli se ne farà una ragione, che negli ultimi due anni il CT m'è 'scaduto molto'.
Tralasciando la decisione, presa nel 2012, di far fuori Criscito 'perché non lo vedeva tranquillo' (mentre Bonucci, stranamente, era un monaco tibetano),che poteva ammazzare psicologicamente un ragazzo già sottoposto ad uno stress enorme per un'indagine terminata, due mesi dopo, col suo proscioglimento per estraneità ai fatti, questi due anni post Europei ci consegnano un Prandelli che non è più riuscito a far giocare decentemente la nazionale dalla semifinale con la Germania; un Prandelli impegnato più in pubbliche relazioni che sul campo; un Prandelli confuso nella gestione del gruppo ed incoerente nell'utilizzo del codice etico, che, pur avendo, per me, tutto il senso di questo mondo, avrebbe dovuto trovare una più uniforme ed equa applicazione.
Ci ritroviamo un Prandelli che, dopo i primi tagli, commenta un naturale sfogo di un calciatore (il 'ci sono rimasto di merda' scritto su twitter da Criscito) rilasciando ai giornali un'intervista in cui dice 'mica lasciamo a casa Cabrini o Maldini'; un Prandelli che oggi afferma di aver lasciato a casa 'un ragazzo che per 10 anni..... ha avuto comportamenti straordinari, in campo e fuori' per portare Rossi tra i trenta, scaricando sulla punta viola la responsabilità di scelte esclusivamente sue, visto che ha preferito lasciare a casa Gilardino per portare in ritiro un calciatore su cui, per sua stessa ammissione, non ha mai creduto sin dal principio, con il quale era stato chiaro fin da subito sulla sua certa esclusione dai 23, e che avrebbe portato a sudare e faticare in ritiro soltanto perché' sarebbe potuta essere una bella storia da raccontare.'.
Incredibile, alla luce anche di queste dichiarazione, la gestione dell'amichevole contro l'Irlanda, dove l'ha schierato sapendo benissimo che, supportato dall'Italia B, avrebbe dovuto fargli vincere la partita da solo per superare la concorrenza d'Insigne o di Parolo; trovo da vigliacchi, inoltre, rimproverargli di non aver 'messo la gamba' in quella partita, dopo aver visto Montolivo uscire con la tibia in mano e Aquilani con un trauma cranico.
Cosa è diventato Prandelli? Un sadico?
Rossi ha fatto bene a rispondere, prima di tutto, agli articoli che stavano uscendo e che, incredibile ma vero, anticipavano per filo e per segno le parole del Ct, come se il commissario tecnico si fosse confidato con i giornalisti o questi fossero presenti ad allenamenti a porte chiuse; le parole di oggi ricalcano così fedelmente certi articoli scritti negli ultimi due giorni che vien quasi il dubbio che Prandelli si sia appiattito su una delle varie teorie che alcuni giornalisti si sono affrettati a fornirgli, scegliendo quella che meglio si confaceva alla particolarità del caso. Sappiamo che, certamente, non è andata così e che gli inviati, con ogni probabilità, hanno riportato ciò che qualche 'Gola Profonda' ha ritenuto fosse giusto spifferare attraverso le invalicabili siepi di Coverciano; tuttavia, tornando allo sfogo del calciatore, ritengo che Rossi abbia fatto benissimo a rispondere, non tanto e non solo a Prandelli, ma anche e soprattutto ai vari articoli che contenevano teorie e giudizi lesivi della sua professionalità, perché, se si può comprendere un'esclusione per motivi tattici, e financo una per motivi precauzionali, non è accettabile motivare un'esclusione dicendo che un attaccante non si è ripreso mentalmente, che ha paura di fare un uno-due al limite dell'area e a penetrarvi, poiché lo smentiscono i fatti, lo smentiscono le ultime tre partite disputate in maglia viola, tutte e tre decisive per le squadre avversarie, dove Rossi ha collezionato reti, assist e falli, giocando come punta centrale, centravanti di movimento e di manovra, arretrando e dirigendo la fase finale dell'azione viola, come piace a Montella e come richiede lo stile di gioco della Fiorentina.
Il goal contro il Sassuolo, un uno-due spalle alla porta con penetrazione in area, confuta le convinzioni di Prandelli sulla paura di Rossi ad entrare in area; il colpo di testa tra i difensori dello stesso Sassuolo, salvato da un miracolo di Pegolo, smentisce le accuse di restare lontano dagli scontri fisici; l'assist per Cuadrado in mezzo a 4 difensori Livornesi e quello contro il Torino polverizzano l'accusa di non giocare nel fulcro dell'azione e di restare defilato.
Ai tifosi della Fiorentina rimane la certezza di aver visto la squadra cambiare completamente una volta entrato Pepito in campo. Una sensazione magnifica, un sollievo, una carezza dopo tanto amaro.
La verità è che la nazionale di Prandelli non disputa una partita decente dalla semifinale degli Europei e l'unico lampo di bel calcio in attacco lo hanno fatto vedere Rossi e Balotelli, a Londra contro la Nigeria, con duetti che facevano sperare in tutt'altro epilogo e che toccherà a Cassano, un altro con cui Rossi si era inteso a meraviglia, provare a rievocare.
Quel che ha fatto uscire dalle righe, per la prima volta in 27 anni, Giuseppe Rossi, un ragazzo che ha ricevuto un grande dono ma anche tantissime amarezze dalla vita, è stato il mettere in dubbio la sua professionalità, il discutere il suo recupero mentale, il questionare la sua determinazione in campo, da parte di colui che affermava, pubblicamente, di vedergli fare 'cose meravigliose', di vederlo in forma, di essere ottimista, di non aver dubbi sulla sua tenuta fisica e annunciava di schierarlo contro l'Irlanda con la consapevolezza che sarebbe stata, per Pepito, 'la prima partita del mondiale'; lo stesso uomo che, a distanza di 4 giorni da quella conferenza stampa (
http://www.repubblica.it/sport/calcio/n ... -87640582/" onclick="window.open(this.href);return false;), ammette di non aver mai avuto intenzione di convocarlo neppure tra i 30 del ritiro e di averlo portato unicamente per la sua insistenza e per l'intenzione di voler lanciare un messaggio ai ragazzi.
Nel frattempo, è iniziato il lancio del fango verso il numero 49 viola ed ex numero 22 azzurro, ritornato improvvisamente italo-americano, reo di aver discusso le ragioni di sua maestà imperiale Cesare Prandelli.
Mi raccomando, caro Giuseppe, non incazzarti e prenditi questo mese di tempo per vergognarti di esserti sfogato con tre, ben tre, cinguettii...
A settembre ti voglio bello carico, con una bella cresta da Mohicano, tre o quattro tatuaggi al collo, due o tre mignotte incinte, due belle corna all'arbitro che non ammonisce l'ennesimo assassino che cerca di farti saltare le caviglie e, magari, una gomitata ogni tanto, giusto per far la punta ai gomiti.
Vedrai che l'Europeo non te lo leverà nessuno