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da Toni Monroe » 23/03/2010, 19:53
Tutti quanti, di continuo e anche senza rendercene conto, associamo delle canzoni ad eventi, periodi, situazioni vissute; quando passa del tempo dall'ultima volta che si è ascoltata una certa canzone il trovarsi a sentirla di nuovo è come salire su una macchina del tempo.. in un attimo tutto torna alla mente. Quando io ascolto For no one dei Beatles ritorno adolescente, sono sdraiato sul letto, in camera dei miei e sto leggendo un libro di Maurice Le Blanc, che -per chi non lo sapesse- è il creatore di Arséne Lupin. Io da sempre son riuscito a leggere con la musica in sottofondo. C'è stato un momento in cui ho pensato che fosse perché la musica mi faceva da cuscinetto acustico, cose che riesce a comprendere bene solo chi ha vissuto in case piccole, sebbene non affollate. Io son passato dal monolocale dell'infanzia al bilocale dell'adolescenza, sempre coi miei, sempre case un po' strettine in termini di privacy. Leggere nel silenzio assoluto sarebbe comunque stato impossibile. A meno che non andassi in camera dei miei. E da ragazzo facevo così. Ma siccome volevo anche ascoltare la musica che mi piaceva, univo le due cose: ascoltavo le canzoni dei Fab Four mentre leggevo. Così quelle canzoni son diventate la colonna sonora delle avventure prima di S. Holmes e poi di Arséne Lupin. Ascolto For no one e vedo il ladro gentiluomo che corre in macchina nelle strade sterrate di una Francia che in seguito avrei amato anche grazie al ciclismo e al Tour de France. Col tempo mi son anche soffermato sulla bellezza della canzone e basta, sul fatto che forse stata concepita proprio bene, col corno che sembra raccontarci una sua storia senza tanto curarsi di quel che cantava Paul.. tutto meraviglioso, la musica, che gran bella cosa! Poi nella playlist arriva un insieme di suoni scasciati, che a tutto potrebbe somigliare ma non al modo corretto di suonare il pianoforte.. e capisco che è arrivato Tom Waits. In una sua biografia si sostiene che le canzoni le scrivesse da ubriaco; Tango 'till they sore deve senz'altro essere una di queste. Eppure.. quei suoni -apparentemente- disarmonici, quella voce graffiante, sono qualcosa di struggente. A voler usare un'immagine diversa, potremmo dire che certe canzoni di Waits sono come un quadro con delle parti in rilievo, se lo guardi da lontano puoi vedere soltanto le forme, quello che è il soggetto del quadro in lontananza, nell'insieme, ma poi ti avvicini e scopri che delle parti di quell'insieme emergono sopra a tutto il resto, non c'è una sola dimensione. Tuttavia anche se le dimensioni sono multiple le sensazioni sono piacevoli ed è bello far scorrere le dita su quei rilievi. O -se preferite- farsi carezzare l'udito e i sentimenti da quell'insieme disarmonico e vagamente cacofonico che sono certe canzoni di Waits.
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Toni Monroe il 23/03/2010, 20:38, modificato 1 volta in totale.
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"Orgoglioso di non essere uno di loro." Paolo Maldini
Toni.