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Naufraghi 2.0

E' il luogo in cui potete parlare di tutto quello che volete, in particolare di tutti gli argomenti non strettamente attinenti allo sport americano...
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da PENNY » 06/01/2010, 13:14

Imho meglio il secondo che hai postato.Non tanto per il racconto in sè quanto per la coerenza con l'immagine che gli hai affiancato.
Quando uno legge un racconto con una foto affianco cerca subito di trovare riferimenti a quanto letto fino a quel punto.Diciamo che nel secodno caso mi è venuto molto meglio.
A parer mio dovresti trovare una foto più adatta per il primo racconto.

Non penso di essermi spiegato bene  :penso:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 06/01/2010, 13:21

Ho capito cosa intendi ed è un problema che mi ero posto. :D Diciamo che al momento ho optato per una continuità nell'immagine affiancata che vada a rendere più riconoscibile tutta l'operazione ma l'alternativa che maggiormente accarezzavo era quella di inserire le pagine affiancate, come se avessi scannerizzato un libro aperto. Uno degli svantaggi più evidenti sta nel fatto che le bozze devo correggerle prima, perché così c'è un effetto stampa (salvo prima una cattura dello scritto con Photoscape e poi unisco una foto con la combinazione foto) che mi impedirebbe di correggere successivamente il post, qualora mi accorgessi in ritardo di un refuso. Altrimenti dovrei rifare tutto daccapo e cancellare l'immagine per sostituirla con quella corretta.. un casino.  :forza:
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Paperone » 06/01/2010, 13:53

bella l'idea
e belli i racconti :applauso:
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 08/01/2010, 23:34

Parte finale dell'esperimento. Per il momento. :D


Un addio e un regalo..


Immagine






Chiedo scusa per la qualità della realizzazione, ma il desiderio di omaggiare alcuni dei racconti presenti nel topic è sincero e non ha tenuto conto dei miei limiti.  :lol2: Naturalmente son rimasti fuori molti altri racconti e relativi autori, non tanto perché quelli elencati qui siano necessariamente i migliori, quanto per la mia cattiva memoria :D non mi rimane altro da fare se non invitare i forumisti a sfogliare il topic e a leggerli da soli, gli altri.  :forza:
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Cobain88 » 15/01/2010, 0:31

"Perdersi.Quante volte puo' capitare nel corso della nostra vita?

Ci si puo' perdere per amore,quando i tuoi pensieri sono focalizzati su un'unica persona, e quel pensiero esalta tutti i tuoi sensi al punto che tu non sei piu' in questo mondo,ma lontano,in una bolla di sapone costruita dall'immaginazione e dalla passione...

Ci si puo' perdere nelle note di una canzone,che magari possono rimanere sempre le stesse ogni volta,ma che ti daranno sempre sensazioni differenti,al punto che non e' piu' importante ascoltare la canzone,ma ascoltare quello che provi durante il suo scorrere...

Ci si puo' perdere nella depressione,in quel circolo vizioso in cui piu' tutto e' nero piu' tutto diventa nero,perche' in fondo e' vero che la depressione e' questione di punti di vista...

Ci si puo' perdere nell'alcool,nella droga,nel fumo e in tutti quei vizi che l'umana irrazionalita' eleva a virtu',perche' in fondo e' facile prendersela col mondo davanti a un bicchierino di troppo o una striscia,ma se il problema e' dentro di te stai sicuro che il problema rimarra' con te...

Tanti sono i motivi per perdersi;ma d'altronde,in quello straordinario viaggio chiamato vita,riuscire a perdersi,ogni tanto,e' una necessita'.
E,in qualche caso,anche un ottimo diversivo."


So che non arrivero' mai ai livelli di Doc G e Toni Monroe(soprattutto perche' io sono uno scrittore che va per aforismi,o almeno cerco di andarci),pero' mi farebbe piacere postare qualche mio pezzo,e magari avere qualche parere...grazie in anticipo!
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 15/01/2010, 7:01

Questo a me è piaciuto molto. :applauso: pubblica, pubblica, pubblica. E non scoraggiarti se spesso non troverai commenti, questo topic vive di entusiasmi saltuari: quando molto frequentato, quando abbandonato. :forza: ma ci siamo, ci siamo sempre. :D continua a scrivere, perché tutti noi, anche se non sempre la cosa si può riconoscere, ci nutriamo di quello che leggiamo e quindi diventa più importante ciò che scrivono gli altri di quel che scriviamo noi stessi; siamo -tutti insieme- il combustibile che fa andar questo veicolo (di comunicazione). :D
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 15/01/2010, 8:53

Vero, Toni. Scrivi, scrivi, qualcuno ti legge sempre. Poi magari a volte non trovi un commento che sia uno, a volte pagine di commenti, ma d'altra parte chi scrive in modo "amatoriale" come noi, senza pubblicare ma postando su un forum, non scrive per il successo, per vendere o per chissà cosa, ma perchè si diverte a scrivere.
E condividendo con gli altri ci si diverte di più.
Se poi quando dici che non pensi di arrivare al mio livello intendi come lunghezza e prolissità di ciò che scrivi allora è probabile che tu abbia ragione, se intendi come qualità non vedo perchè non dovresti poter fare molto di meglio!

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 15/01/2010, 20:11

Ecco, sì, che io stamattina dovevo esser sintetico, dato che scrivevo col telefono e non mi trovo molto bene con quella dannata tastierina mignon (o mignotta  :lol2:), ma il Doc ha ragione: se parliamo di qualità nello scrivere nulla vieta che il buon Cobain possa superarci tutti. Ma in quest'ambito siamo tutti uguali, ciascuno con uno stile prediletto, un po' come succede nel topic delle foto. Tu esplora il tuo, Cobain, e non farti troppi problemi; l'importante è avere qualcosa da dire. Poi il modo emerge ma fidati che chi non ha niente da dire non conta mica se non lo dice con uno stile perfetto, ché sempre nulla ha detto.  :D
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da PENNY » 16/01/2010, 14:36

PREMESSA.

Non è il vostro classico post da naufrago.
Vengo qua a chiedervi un parere. Questo scritto è un breve tema che svolsi in quarta liceo come compito a casa. Ricordo che fui abbastanza soddisfatto del risultato e abbastanza sicuro di prendere un buon voto.Italiano è sempre stata la mia materia preferita è pur essendo un nullafacente son sempre riuscito a avere ottimi voti nell'arco della mia ben poco apprezzabile carriera scolastica.
Come avrete immaginato il buon voto non arrivò, e apparve sul foglio invece un degradante 5,5. Abituato a non prendere mai meno di 7 lo presi come un affronto personale.
Oggi vorrei chiedervi di darmi un parere e decidere se la prof vide bene e io fui solo troppo vanesio e orgoglioso per accettare il risultato o se pensiate come che avesse preso un abbaglio.

Tanto lo so che tutti sognano di trovarsi almeno una volta nella vita dall'altra parte della barricata  :forza:
Non vi chiedo neanche commenti particolari (sempre ben accetti ovviamente) quanto un voto da 1 a 10.

p.s:siate cattivi  :truzzo:


Titolo.

La più grande disgrazia che possa capitarvi – disse Raul Follerau nella sua lettera ai giovani- è di non essere utili a nessuno,o che la vostra vita non serva a nulla. Commenta questa affermazione.


L’inutilità di una persona sono convinto sia un concetto del tutto astratto, privo di senso oggettivo e di una qualsivoglia logica. L’inutilità è un sentimento che si può provare in certe fasi della propria esistenza, ma si realizza presto come sia un qualcosa di estremamente effimero e soggettivo. Siamo tutti utili, ognuno a modo suo, non vi è dietro di noi nessun disegno divino e non siamo governati dal destino, siamo padroni delle nostre azioni, quindi il concetto stesso di inutilità risulta smentito dalla nostra natura di esseri umani liberi e in quanto tali, artefici della nostra stessa condizione.
Nell’ambito delle relazioni sociali la nostra utilità è data dall’affetto che le persone provano per noi; ai familiari, agli amici e ai  conoscenti  a cui risulta “utile” il nostro semplice esistere, senza di noi la loro vita avrebbe un po’ meno senso, per quanto potessimo essere poco importanti, se scomparissimo lasceremmo comunque un piccolo vuoto incolmabile in tutti quelli che ci hanno conosciuto.
Anche nei momenti di più cupa depressione non dobbiamo mai dimenticare quei pochi valori che rendono la nostra esistenza su questo pianeta degna di nota, rialzare la testa e pensare che senza di noi il mondo sarebbe comunque un posto peggiore. Abbiamo la grande fortuna, entro certi limiti, di poter modellare il nostro carattere e la nostra personalità a seconda delle nostre esigenze, una qualità propria solo degli esseri umani, essa fa sì che la nostra persona possa sempre rinnovarsi a seconda di quanto ritenga sia più utile in una determinata circostanza .
Inoltre chi ha mai detto che sia obbligatorio sentirsi utili con qualcuno? Come già detto, la completa inutilità non esiste, ma anche l’utilità pratica che ognuno di noi ritiene di avere nei confronti di qualcun altro è totalmente superflua ai fini della felicità di alcuni di noi. Possiamo sentirci totalmente inutili in certe giornate, mentre risulteremo indispensabili in altre. L’intera questione sta nel non lasciarsi sopraffare dall’idea pessimistica di una vacuità sterile e improduttiva, idea che può portarci sull’orlo di un baratro psico-emotivo da cui poi sarebbe molto difficile uscire.
Nella seconda parte della sua affermazione, Follerau, ipotizza una possibile superfluità della nostra vita. La vacuità di una vita è un concetto allo stesso tempo di impossibile e di facile confutabilità.
Quali sarebbero infatti i parametri utilizzabili in una ipotetica analisi del problema?
Si ragiona infatti soltanto in termini soggettivistici, motivo per cui qualunque  tesi sarebbe inattaccabile. Ad ogni modo si deve però prendere una posizione ed esporre il proprio punto di vista in merito alla questione.
Il concetto di “inutilità” prima accostato all’individuo, è ora riferito alla vita nella sua interezza, trattasi quindi di argomenti non privi di punti comuni ma allo stesso tempo molto diversi.
Più che inutile siamo portati a pensare una vita come sprecata, non vissuta, triste, sfortunata…di tutte queste possibilità l’inutilità è sicuramente quella peggiore, una vita è inutile è quanto di più mediocre ci possa essere, ciò implica una totale ininfluenza nei confronti di tutto e tutti.
Qual è una vita inutile? La vita di un bambino africano che stenta ad arrivare alla maggiore età lottando ogni giorno contro la fame,la sete e le guerre civili può considerarsi inutile? La vita di un barbone che passa metà della sua esistenza a mendicare e poi viene trovato assiderato una fredda mattina di dicembre possiamo ritenerla priva di utilità? Se tutte queste persone non fossero nate, sarebbe cambiato qualcosa?Qualcuno se ne sarebbe accorto? Molto Probabilmente no, un cinico potrebbe ben dire che queste sono state esistenze inutili. Ognuno di noi sa nel profondo del suo cuore e della sua onestà intellettuale quanto sia utile a chi gli sta intorno, alla società dove vive e soprattutto a se stesso, motivo per cui tutti noi siamo portati a pensare di avere una qualche utilità nella continua e inarrestabile storia del mondo.
In conclusione trovo che la frase di Follerau sia adatta solo a stimolare una profonda riflessione in un animo puro e innocente come può essere quello di un adolescente, ma risulti priva di significato agli occhi una persona matura che analizzi con razionalità il problema.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Robyus » 16/01/2010, 14:51

ho come l'impressione che la tua prof. dissentisse sull'accento di autodeterminazione che hai posto sulla primissima parte del testo, ovvero quella che và da l'inutilità a condizione.

dal mio (ignorante) punto di vista è un 7,5.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da PENNY » 16/01/2010, 15:06

Robyus ha scritto: ho come l'impressione che la tua prof. dissentisse sull'accento di autodeterminazione che hai posto sulla primissima parte del testo, ovvero quella che và da l'inutilità a condizione.

dal mio (ignorante) punto di vista è un 7,5.

Un pò troppo presuntuosa probabilmente  :penso:

Ah grazie per il voto  :D
Ultima modifica di PENNY il 16/01/2010, 15:11, modificato 1 volta in totale.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 16/01/2010, 17:23

Nel titolo manca lo spazio dopo la virgola. Voto 4. :gazza:








:lol2:















Comunque, dal mio punto di vista, la prof ha mal digerito la tua interpretazione, più che lo svolgimento. Forse l'essere utili, il servire a qualcosa ha a che fare con altro rispetto a quel che genericamente hai sfiorato nel tema. Potevi criticare il voler attribuire un tornaconto alla condizione umana, il fatto che per avere dignità non è necessario avere un'utilità che, sì, diventerebbe una cosa solo soggettiva; però questo avrebbe avuto più senso se ci fosse stata anche un'analisi comparativa tra più culture, ad esempio, in cui si mostrava quali possono essere le cose ritenute utili e allora in alcune l'utilità è data da un impegno politico, in altre dal realizzarsi nel mondo del lavoro, in altre ancora dal preservare e tramandare le tradizioni.. un lavoro articolato come questo poteva far breccia nel suo cuore di prof :nonsa: :D
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da PENNY » 16/01/2010, 20:04

Toni Monroe ha scritto: Nel titolo manca lo spazio dopo la virgola. Voto 4. :gazza:








:lol2:















Comunque, dal mio punto di vista, la prof ha mal digerito la tua interpretazione, più che lo svolgimento. Forse l'essere utili, il servire a qualcosa ha a che fare con altro rispetto a quel che genericamente hai sfiorato nel tema. Potevi criticare il voler attribuire un tornaconto alla condizione umana, il fatto che per avere dignità non è necessario avere un'utilità che, sì, diventerebbe una cosa solo soggettiva; però questo avrebbe avuto più senso se ci fosse stata anche un'analisi comparativa tra più culture, ad esempio, in cui si mostrava quali possono essere le cose ritenute utili e allora in alcune l'utilità è data da un impegno politico, in altre dal realizzarsi nel mondo del lavoro, in altre ancora dal preservare e tramandare le tradizioni.. un lavoro articolato come questo poteva far breccia nel suo cuore di prof :nonsa: :D

Il punto è che, come scritto nel tema, ritengo l'argomento puramente soggettivo. A mio modo di vedere non ci può essere una interpretazione giusta e una sbagliata, o perlomeno non può essere la discriminante decisiva al momento di dare un voto.
Più sensata e più giusta invece la critica sul fatto che abbia sputato sentenze qua e là senza mai approfondire. Diciamo che ho badato più alla forma che alla sostanza, e nn è errore da poco in effetti  :penso:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 14/02/2010, 1:21

Inauguriamo un po' dei naufragi in pillole, quelle cose troppo brevi per esser pubblicate che però potrebbero valer la pena d'esser pubblicate lo stesso, perché in fondo non è la lunghezza la cosa fondamentale, no? E magari qualcuno seguendo l'esempio si accoda. Che a noi fa sempre piacere. :D Quasi sempre, eh, dipende con quali intenzioni si accoda, ché questo è un periodo strano nel forum quanto a doppi sensi..  :gazza:


Tempus fugit.

(Il bisogno dell'abbandono)

Incrociare certe esistenze è un po' come arrivare quando è già iniziata la canzone, o il film, o aprire un libro a metà per vedere cos'ha da offrire (e rimanere incollati -parola dopo parola- allo svolgimento della storia, senza riuscire a smettere di leggere). Quel che non si sa è come sarà (come sarebbe stato) esserci fin dall'inizio. A complicare il tutto c'è il fatto che per ciascuna delle cose elencate si può recuperare il tempo perduto. Si può trovare (a volte a fatica) la canzone o il film, si può prendere il libro e dedicargli il tempo che occorre. Certo, l'esito non è sempre lo stesso (come succede un po' per tutto): a volte si ottiene (proprio) ciò che si cercava-sperava di ottenere, altre volte si rimane un po' delusi. Con ogni grado di variazione che conduce agli estremi, in uno o nell'altro senso. Per quanto riguarda le esistenze, invece, non c'è un modo per riportarsi in pari. Si può cercare di capirci qualcosa di più, colmare (come meglio si riesce) le lacune; ma l'inizio va creato e rinnovato ad ogni istante successivo..
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Robyus » 07/04/2010, 11:51

riesumo il topic dei naufraghi con questo raccontino simil hard-boiled che ho scritto un paio di settimane fa, buona lettura :D


STROLL ON.

“Me ne stavo tranquillo tranquillo al volante, braccio fuori dal finestrino, occhiali da sole e Yardbirds sullo stereo” Disse l’uomo dopo un lungo sorso di birra “poi arrivo al semaforo, e chi vedo due macchine davanti a me nella corsia di destra? La macchina di quel pezzo di merda di Larry. Proprio lui, quello stronzo che mi doveva trentamila dollari e non si faceva rintracciare da settimane, era sparito dalla circolazione quel figlio di puttana. Allora ho detto al diavolo Lara, al diavolo tutti per oggi. Adesso a quello lo inseguo e gli caccio fuori i soldi a calci nel culo. Così inizia il pedinamento, mi allineo alla sua macchina entrando nella sua stessa corsia ma cercando di frapporre sempre almeno tre - quattro macchine in modo che non mi veda e allo stesso tempo non lo possa perdere di vista” L’uomo tracannò un altro sorso di birra “non pareva avere tanta fretta, andava a ottanta all’ora, se la prendeva con comodo. Il bastardo camminava come se stesse andando a fare una scampagnata. Io intanto continuo a stargli dietro, non l’avrei mollato per niente al mondo quel bastardo. Un mese prima era venuto in casa mia chiedendomi in ginocchio di avere un prestito, diceva che era rimasto completamente senza soldi a causa di un paio di scommesse andate male e che gli servivano trentamila euro da investire per un grosso affare che l’avrebbe riportato subito in pista. Diceva poi che mi avrebbe dato il settanta per cento del guadagno per il favore che gli stavo facendo e che poi per lui ero come un fratello e cazzate del genere. Alla fine quei soldi glieli ho dati perché in fondo ci conoscevamo da una vita, ma gli ho anche detto che se avesse cercato di fregarmi mi sarei dimenticato molto in fretta di quando da piccoli giocavamo a pallone in strada. Così io dopo due mesi da quel giorno mi sono ritrovato per puro caso a pedinare quell’idiota perché non aveva mantenuto la parola e che per giunta, secondo alcune voci abbastanza attendibili che mi erano arrivate, aveva sputtanato tutti i soldi fino a tornare di nuovo col culo per terra. Dannato bastardo, ripeto a denti stretti mentre lo inseguo. Siamo ancora nella zona nuova del centro abitato, per almeno tre volte rischio di perderlo perché non conosco bene le nuove vie, ma riesco comunque a tenerlo d’occhio e dopo una decina di minuti di pedinamento si immette nella statale. Ci separano circa trecento metri e una manciata di auto, il sole è abbagliante e sto iniziando a sudare, gli Yardbirds intanto continuano a cantare. A un certo punto la macchina che sto seguendo prende uno svincolo che porta a un cavalcavia, poco prima della fine della lunga curva parabolica c’è una stradina in sterrato e lì si infila lo stronzo. E’ l’occasione giusta. Gli sto dietro per un chilometro ancora e vedendo che in quella strada non c’è anima viva decido di accelerare per dare termine all’inseguimento. Mettermi davanti a lui e poi tagliargli la strada per costringerlo a frenare non è cosa facile, visto lo spazio esiguo di quella specie di mulattiera. Scendo di corsa, lui non fa nemmeno in tempo a uscire dalla macchina che già l’ho scaraventato in terra. Quando si rialza però mi accorgo che c’è qualcosa che non torna” L’uomo fece una pausa, ordinò altre due birre, una per lui e una per il ragazzo che era con lui “In pratica quel tizio non è quello che credevo di stare inseguendo. Cioè, stavo guidando la macchina di Larry e su questo non ci piove assolutamente dato che conoscevo il numero di targa a memoria e nella fiancata destra c’era una leggera ammaccatura molto riconoscibile. Ma non era lui. ‘E tu chi cazzo sei?’ quindi gli chiedo, e quel tizio basso e dalla faccia sconosciuta mi risponde dicendomi ‘Chi cazzo sei tu piuttosto’. Ovviamente non mi conosceva e posso anche capire il suo stupore nel vedersi piombare addosso un tizio mai visto sulla faccia della terra che lo vuole gonfiare di botte senza alcun motivo. Inizialmente mi faccio l’idea che quello fosse un qualche conoscente di Larry a cui aveva prestato la macchina o a cui magari doveva dei soldi, cosa, quest’ultima, non di certo improbabile. Allora cerco di spiegarli un po’ com’è tutta la faccenda, provando a fargli capire che a me lui non interessa e che io voglio soltanto sapere dove si nasconde quel dannato Larry perché mi deve un mucchio di soldi, dicendogli anche che se mi avesse portato da lui non gli avrei fatto un bel niente e sarebbe stato come se non ci fossimo neanche conosciuti. Ma il tizio sicuramente si è risentito un po’ del fatto che l’avevo buttato fuori dalla macchina, forse più in particolare perché il suo bell’abito color panna è diventato a chiazze dopo la strisciata in terra che gli ho fatto fare. Così mi urla di andare affanculo insieme a quello stronzo di Larry e mi punta la sua pistola in faccia. Io gli dico ‘calma amico, perché dobbiamo farla tanto difficile? Mi porti da Larry e la risolviamo tranquillamente, senza che nessuno si faccia male. Anche perché mi pare di capire che quel pezzo di merda non piaccia tanto nemmeno a te, non è così?’. Ma lui mi dice di fottermi e cose del genere continuando a puntarmi la pistola in faccia. Io però, approfittando del fatto che non è nel pieno controllo delle sue facoltà e che continua a fissarmi negli occhi dal basso verso l’alto, piano piano mi avvicino a lui, continuo a parlargli per cercare di calmarlo e intanto striscio lentamente i piedi sul terreno polveroso, avanzo un centimetro alla volta e riduco a poco a poco la distanza che ci separa. Al momento giusto gli ho sferro un calcio nel braccio che tiene la pistola e, un attimo prima che l’arma voli via, parte un colpo e mi sembra di sentire ancora adesso lo scoppio e il ronzio acuto del proiettile che mi passa vicino all’orecchio: un paio di centimetri più a sinistra e mi avrebbe bucato un occhio, e tanti saluti. Fortunatamente riesco a mantenere un minimo di sangue freddo, estraggo la mia pistola e gliela punto immediatamente in faccia. La situazione si ribalta, con il tizio sconosciuto ormai disarmato che suda come un maiale e mi implora di non ucciderlo. Gli chiedo dov’è Larry. Mi risponde che lo hanno ucciso ma che non è stato lui a farlo. ‘Chiunque sia stato mi ha tolto di mezzo un grande disturbo, ma resta il fatto che Larry mi doveva un bel po’ di soldi. Perché è stato ucciso?’ L’uomo mi risponde che lui era incaricato solo di prendere la macchina di Larry e portarla da un tizio che aveva un’officina nascosta a un chilometro da lì, ma non sapeva nient’altro. Lui doveva solo portare la macchina e darla a quest’uomo che oltre a praticare come meccanico, nei ritagli di tempo si dedicava a comprare auto rubate, smontarle e rivenderne i pezzi, praticamente tutti i ladri d’auto della città o quelli che per svariati motivi avevano bisogno di far sparire una macchina dalla circolazione si rivolgevano a questo tizio dell’officina. Ma la cosa che soprattutto mi risulta più chiara è che il motivo dell’uccisione di Larry è probabilmente lo stesso per cui volevo farlo fuori io, quello stronzo non si era indebitato soltanto con me. Siccome penso di aver saputo abbastanza decido di sbarazzarmi di quell’uomo, il tizio sconosciuto cade in terra come un sacco di patate, io per soprammercato gli sparo altre due volte al cuore, che non si sa mai. A dire il vero gli sparo due volte perché ammetto di provare un pizzico di fastidio se penso che comunque è stato ucciso uno che una volta ritenevo un amico; ecco, semplicemente avrei voluto spedirlo io al creatore, invece l’ha fatto uno stronzo di cui non saprò mai il nome; ma oramai non si tratta più di una questione così rilevante, ormai è andata e pace all’anima sua. Intanto per sbarazzarmi del cadavere del tizio mi sono servito di un fosso che stava a una ventina di metri dalla strada, gli ho preso il portafoglio e sono andato con la macchina di Larry dall’uomo dell’officina. Non prima però di aver nascosto bene la mia.

...continua...

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