Rieccomi sul forum dopo quasi due settimane di assenza.
Certo, il viaggio era stato programmato per andarmi a vedere il primo turno dei Knicks ai Playoffs.
Ma cause di forza maggioreÂ

Nonostante ciò non è stato deludente. Anzi.
Le foto della partita dei Nets non sono ancora in mio possesso, in quanto la mia infantile macchinetta digitale non era all'altezza della situazione. Così devo aspettare di avere quelle che ha scattato uno dei miei compagni di viaggio.
Per il resto, un brevissimo sunto.
L'Arena più famosa al mondo.
Grande giocatore Marbury. L'ho sempre detto io.Â

Negli spogliatoi del Madison. Le scarpe di Sexy.
Il posto che era di Pat.Â

Il Madison. Non capisco perchè il parquet era smontato. Ma i Knicks dove li stanno giocando questi PO? :gazza:
Lì dove nacque la Leggenda di Earl The Goat Manigault. Al confine fra Harlem e Bronx.
The Cage. La Gabbia. Attualmente uno dei migliori playround della Grande Mela. Sulla West 4th Street. Pieno Greenwich.
NBA Store. Santuario dedicato a MJ.
Ed ora ecco le tre foto migliori.
Le foto sono mosse. Ma sempre il solito problema della macchinetta.
Non so chi lo riconosca. Ma cmq questa è da raccontare.
Ero all'NBA Store verso le dieci di mattina, perso fra gli anfratti d quel meraviglioso luogo.
Noto che stanno montando un palchetto. Noto che ci sono telecamere e televisioni.
Riconosco André Aldridge. L'inviato di NBA TV.
Vado a chiedergli chi sta arrivando. La risposta mi lascia interdetto. All'una precisa arriverà... colui che qualche tempo fa è stato nominato Giocatore del Secolo da una giuria di Coach NBA. Presenta il dvd Something to cheer about che racconta la meravigliosa storia della sua squadra di High School.
Mancano 3 ore ma non mi muovo di lì. Oscar Robertson non capita tutti i giorni di incontrarlo.
Il fatto che abbia speso 150 dollari in cazzate, mi da diritto ad un posto in prima fila. Così mi siedo e aspetto. Faccio amicizia con un newyorkese dei Knicks (Here is all my life mi dice fra le altre cose) che mi parla male di Bryant e benissimo di Nash. Odia Thomas e Marbury. Mi sta simpatico.
Gli dico che l'anno scorso a Roma ho incontrato Bill Russell. Mi chiede se mi ha fatto l'autografo o mi ha concesso una foto. Gli rispondo di no. Mi dice che è normale. Ha incontrato tanti giocatori lui, ma l'unico che non si concede è Russell.
La stessa cosa me la confermerà dopo proprio Oscar.
Una ragazza gira fra il pubblico chiedendo se qualcuno vuole fare domande a Robertson. Sono indeciso, ma poi dico che non ho nulla da chiedere. Il mio compagno di panchina invece si prenota (e quando dopo inizierà la domanda con un "Welcome to New York Mr Robertson" io muoio di invidia e mi pento di aver rifiutato la possibilità di fargli una domanda, ma un po' il timore di non capire un cazzo della sua risposta mi aveva frenato).
Mi prenoto invece per un quiz sulla vita di Robertson a cui lo stesso Oscar dirà se le risposte sono corrette o meno. Salvo poi scoprire che le domande sono idiote. Tipo in che anno ha vinto il titolo. In che squadre ha giocato. In che anno ha fatto la tripla doppia di media, eccetera. Le sapeva anche il bambino di tre anni in terza fila dietro di me. :roll:
Arriva Oscar. Applauso. Intervista. Domande. Quiz. Autografi.
Quando arriva il mio turno gli dico che vengo da Roma.
Mi dice che ha lui giocato a Roma. Mi chiede se so in che occasione. Ovviamente gli rispondo. Ne approfitto per dirgli il solito fatto di Russell. Mi dice che Russell non è molto disponibile. Lo so bene. Ci diamo la mano. Me ne vado.
Il pomeriggio girando fra i canali cercando una partita NBA mi ribecco in TV. C'è tutto, persino un mio primo piano.Â

Se qualcuno dovesse trovare qualcosa su Internet mi faccia un fischio.
Ora le altre.
Greenwich Village.
East Village. Tributo a Joe Strummer.
East Village. Il palazzo che fa da copertina a Physical Graffiti.
Strawberry Fields a Central Park. A pochi passi da lì l'8 dicembe 1980 fu assassinato John Lennon.
Questa solo per il Marghe che me l'ha espressamente chiesta.
Marghe, purtroppo dentro non si può andare.