Barry Lyndon (1975)
Tratto dal romanzo di William Makepeace Thackeray,
Le memorie di Barry Lyndon. Nonostante all'uscita nelle sale non abbia prodotto incassi cospicui, il film è oggi considerato un capolavoro del cinema mondiale sotto vari aspetti: regia, scenografia, costumi, colonna sonora e, soprattutto, fotografia. Per creare un'opera il più possibile realistica, Kubrick trasse ispirazione dai più famosi paesaggisti del XVIII secolo per scegliere le ambientazioni dei set. Le riprese vennero effettuate nei luoghi in cui è stato ambientato il film: Inghilterra, Irlanda e Germania.
Le scene e i costumi vennero ricavati da quadri, stampe e disegni d'epoca; grazie a ciò il film ottenne i premi Oscar alla migliore scenografia e ai migliori costumi (entrambi assegnati nel 1976). Le riprese vennero invece girate con l'ausilio della luce naturale o, tutt'al più, delle candele e delle lampade a olio per le riprese notturne.
Barry Lyndon è un film che assume un ruolo particolarmente importante nella filmografia di Kubrick perché costituisce il momento di maggiore libertà e distanza dai temi sociali, filosofici e politici che a Kubrick sono sempre stati attribuiti: violenza, politica, sesso. È un film fortemente visivo, talmente ricco di immagini e riferimenti estetici (dovute alle vastissime ricerche condotte dall'autore) da farne la più ampia e rigorosa rappresentazione del Settecento che il cinema abbia mai prodotto. La storia viene continuamente ridotta a quadro, a immagine da mostrare, da guardare: una grande tessitura visiva iniziata in esterni, nella profondità di campi lunghissimi e nella fredda luce del nord, dove le figure si stagliano nette sugli orizzonti sconfinati, e chiusa nel fondo nero di una carrozza.
Questa scelta implicò l'utilizzo di lenti rivoluzionarie, studiate dalla Zeiss per la NASA, oltre a nuove macchine da presa messe a punto dalla Panavision. Nel Regno Unito e negli Stati Uniti uscì il 18 dicembre 1975, mentre in Italia il 1º gennaio 1976.
Trama
Barry è un giovane di bell'aspetto ma dalle origini modeste. Rifiutato dalla donna che ama, intraprende la carriera militare dopo un duello con l'avversario in amore. Stanco della vita militare, con un espediente entra nell'esercito prussiano, divenendo il beniamino del capitano Potzdorf. Ma anche questa volta la fortuna gli volta le spalle e, costretto a fuggire, diventa il compare di un raffinato avventuriero. Con la spada e la pistola si fa largo nella bella società. Ormai è un uomo appagato. Gli manca solo il blasone. Sposando la contessa di Lyndon e assumendone il cognome colma la lacuna. Ma sarà un matrimonio infelice. Il figlio della contessa, nato da un altro matrimonio, lo odia e per molti anni progetterà una vendetta.
Sceneggiatura
Dopo
Arancia meccanica, Kubrick decise di dirigere un film a cui lavorava da tempo,
Napoleon, biopic su Napoleone Bonaparte. Ma dopo il flop di un film simile,
Waterloo di Sergej Fëdorovic Bondarcuk, Kubrick abbandonò il progetto, senza discostarsi però dal film storico. In questo periodo gli passò sottomano il romanzo di William Makepeace Thackeray,
Le memorie di Barry Lyndon, e dunque decise di approfondirlo, iniziando a stendere una prima sceneggiatura.
Una prima stesura dell'opera non comprendeva molti dei dialoghi e la voce narrante era in prima persona, come nel libro dal quale il film è tratto. A questo proposito Kubrick disse:
« Thackeray usava l'osservatore 'imperfetto' – anche se sarebbe più corretto dire l'osservatore 'disonesto' – consentendo al pubblico di giudicare da sé la vita di Redmond Barry. Questa tecnica andava bene per il romanzo, ma non per un film, in cui hai dinanzi a te una realtà oggettiva per forza! Il narratore in prima persona avrebbe funzionato se il film fosse stato una commedia: Barry diceva il suo punto di vista, in contrasto con la realtà oggettiva delle immagini, e allora il pubblico avrebbe riso per questa contrapposizione. Ma Barry Lyndon non è una commedia»
Kubrick riferì di non avere scelto Le memorie di Barry Lyndon, tra i romanzi di Thackeray, a caso:
« Ho avuto l'intera collezione delle opere di Thackeray sulla libreria, a casa, per anni. Dovetti leggere i libri svariate volte prima di arrivare a Barry Lyndon. Prima, ad esempio, mi interessava La fiera della vanità, ma la storia era troppo intricata per essere spiegata solo in un film. Oggi ci sarebbero le miniserie televisive, ma non avevo assolutamente l'intenzione di girarne una»
Cast
Il cast del film comprende Ryan O'Neal nel ruolo di Redmond Barry Lyndon (inizialmente assegnato a Robert Redford), Marisa Berenson nel ruolo di Lady Lyndon, Leon Vitali nel ruolo di Lord Bullington, Patrick Magee nel ruolo dello Chevalier de Balibari e Anthony Sharp nel ruolo di Lord Hallam.
Sharp e Magee avevano già collaborato con Kubrick in
Arancia meccanica. In particolare, in un'intervista con Michel Ciment, il regista rivelò le sue impressioni sull'attore protagonista del film, Ryan O'Neal, sino ad allora quasi sconosciuto: «Era l'attore migliore per la parte. Aveva l'aspetto giusto ed ero sicuro che avesse più dote di quanto non ne aveva mostrato sino ad allora. Penso di averci visto giusto, data la sua performance, e non riesco ancora neanche a concepire uno che avrebbe interpretato meglio Barry. Ad esempio, nonostante siano grandi attori, Al Pacino, Jack Nicholson o Dustin Hoffman sarebbero sicuramente stati errati in quel ruolo».
Regia
Per il film, Kubrick cercò di essere quanto più realistico possibile, utilizzando sul set solamente candele o lumi a olio. Tutto ciò per ricreare l'atmosfera tipica del XVIII secolo. A ricreare quest'atmosfera collaborarono anche i quadri di autori come Hayez (Il bacio è riproposto in una scena d'amore tra Barry Lyndon e una sua amante), William Hogarth, Joshua Reynolds, Chardin, Antoine Watteau, Zoffany e altri, come ha rivelato lo scenografo Ken Adam.
Kubrick rivelò di non avere usato quasi nessuno storyboard, per la realizzazione del film, asserendo che sono poche le riprese provenienti da idee lampanti, aggiungendo che anzi il preparare una scena prima di essere sul set può soltanto danneggiarla: «L'ispirazione giusta viene in un momento e basta. Non c'è alcuna alchimia alle spalle, la si riconosce e ci si ispira a essa».
Le riprese durarono 300 giorni, in un arco complessivo di due anni: con un budget di circa 11 milioni di dollari, iniziarono nel giugno 1973 e finirono nel settembre 1975. Per ispirare gli attori, Kubrick faceva ascoltare sul set le musiche che avrebbero fatto da sottofondo, nel montaggio finale, alla scena, come fece Sergio Leone con il cast di
C'era una volta il West.
La pellicola venne girata alla Powerscourt Estate, una famosa tenuta del XVIII secolo nella contea di Wicklow, in Irlanda. La casa venne distrutta in un incendio diversi mesi dopo l'inizio delle riprese (nel novembre 1974): per questo il film viene considerato, oltretutto, una sorta di documentario sull'aspetto della dimora prima della sua distruzione.[16] Tra le altre location, il castello di Howard, in Inghilterra (in cui vennero girati gli esterni della tenuta Lyndon), il castello di Dublino, in Irlanda, dimora dello Chevalier e alcuni edifici governativi a Potsdam, vicino Berlino.
Alcune tecniche di ripresa ricollegano direttamente ad altri lavori precedenti del regista: lo zoom e il grandangolo, elementi-chiave in
2001 e
Arancia meccanica. Inoltre, alcuni elementi riportavano direttamente al cinema muto: «Penso che il cinema muto avesse molte più qualità del cinema sonoro», asserì Kubrick. Poi, aggiungendo, disse: «[La scena nel terrazzo tra Lady Lyndon e Barry] è tutta molto romantica, però nello stesso tempo credo che suggerisca quell'attrazione vuota che sentono l'uno per l'altra e che scomparirà con la stessa rapidità. Prepara cioè il terreno a tutto quello che seguirà nel loro rapporto».
Con questo film, Kubrick si aggiudicò un BAFTA al miglior regista 1976.
Fotografia
Alla fotografia lavorarono John Alcott e Stanley Kubrick: Kubrick aveva già lavorato con Alcott per
2001: Odissea nello spazio e
Arancia meccanica e avrebbe continuato in
Shining. Alcott venne premiato per il lavoro svolto su
Barry Lyndon con un premio Oscar 1976.
L'intento di Kubrick era quello di girare il film senza alcun ausilio di luci artificiali, così da donare alla pellicola un aspetto realistico, «quello di un dipinto o un affresco». Per questo, durante la fase di pre-produzione del film, il regista girò in lungo e in largo alla ricerca di obiettivi molto luminosi. Il compito non fu difficilissimo per Kubrick, che aveva lavorato per diverso tempo alla rivista statunitense Look. Ed DiGiulio, presidente della Cinema Products Corp., rivela che Kubrick giunse un giorno con una proposta quasi "assurda": «Mi chiamò per chiedermi se [...] era possibile adattare per la BNC l'obiettivo Carl Zeiss Planar 50mm f/0.7 che si era appena procurato e che aveva una focale da 50 millimetri e un'apertura massima di f/0.7. Quando lessi le specifiche delle dimensioni, conclusi che sarebbe stato impossibile collegarlo alla sua BNC a causa del diametro e anche perché la parte posteriore sarebbe arrivata a soli 4 mm dal piano della pellicola». Nonostante questo Kubrick insistette sino a quando DiGiulio non accettò di approfondire la questione.
Distribuzione e accoglienza
All'uscita, nel dicembre 1975, il film venne apprezzato particolarmente, per le sue atmosfere barocche, la fotografia e la scenografia. Nonostante tutto, l'accoglienza da parte del pubblico non fu delle più calorose e il critico italiano Enzo Ungari, ad esempio, nel 1976, la definì «svagata» e asserì che Barry Lyndon aveva avuto un po' ovunque degli apprezzamenti «grigiamente positivi».
Brian Koller scrisse che il film è il secondo più bello di Kubrick, successivo solo al
Dottor Stranamore, che cattura e fa saltare lo spettatore in un mondo sin troppo realistico. In seguito al successo - quantomeno sotto il punto di vista critico - del film, negli anni successivi molti registi sfornarono una serie di film storici ambientati nel '700, che cercavano di ricreare le atmosfere realistiche: tra questi,
I duellanti di Ridley Scott, in cui per altro i duelli svolgono un ruolo fondamentale.
Registi italiani come Bernardo Bertolucci, però, sottolinearono il fatto che anche questo film, come già accadeva in
2001: Odissea nello spazio e
Arancia meccanica, metteva in risalto il sentimento di amore/odio che Kubrick prova verso la civiltà umana.
Anacronismi
Nonostante la cura maniacale che Kubrick usò per i dettagli del film, come del resto per ogni altra sua regia, nel film compaiono quattro evidenti anacronismi. Il primo riguarda una cartina geografica che viene mostrata, sulla quale compare un treno a vapore, che però all'epoca ovviamente non esisteva. In scene successive, compare un cane di razza Labrador Retriever, che però fu allevata solo a partire da fine Ottocento e riconosciuta nel 1903. Il terzo riguarda una frase detta dalla voce narrante che si riferisce al regno del Belgio dopo la scena della morte di Sir Charles Reginald Lyndon. Il Belgio non è esistito prima del 1830. Il quarto riguarda gli strumenti ad arco dell'orchestra, che sono montati "alla moderna": evidentissimi sono ad esempio i puntali di violoncello e contrabbasso, comparsi solo nel secolo successivo, ed affermatisi addirittura solamente nel XX secolo; inoltre gli archetti sono anch'essi moderni.
Colonna sonora
Per
Barry Lyndon, Kubrick abbandonò pezzi di colonna sonora originale, preferendo autori come Händel o Bach. «Per quanto i compositori di colonne sonore possano essere bravi, non saranno mai un Beethoven, un Mozart o un Brahms. Perché usare una colonna sonora discreta quando c'è dell'ottima musica disponibile dal nostro passato più recente?». «Quando completai il montaggio di
2001, avevo fatto registrare alcune musiche originali che volevo usare nel film. Lo stesso compositore, però, davanti al 'Bel Danubio blu' rimase esterrefatto e allora cambiò idea e inserì queste tracce nelle scene. Con
Barry Lyndon non ricaddi nell'errore e usai direttamente musiche non originali».
Molte delle tracce, nonostante siano tratte da composizioni di Bach, Schubert e altri, sono state riscritte e riorchestrate da Leonard Rosenman, che collaborò con Kubrick nella scelta dei brani. «La musica del XVIII secolo non è molto drammatica. Sentii il tema di Handel, che fa da sottofondo a molte scene del film, suonato con una chitarra, e stranamente, mi faceva pensare a Ennio Morricone. Allora aggiungemmo i bassi e la musica si adattò perfettamente alla drammaticità della pellicola». Il tema di Handel è la Sarabanda dalla Suite num. 4 in re minore HWV 437 tratta da Nove suite per clavicembalo, scritta per clavicembalo e che Leonard Rosenman arrangiò per orchestra.
La colonna sonora comprende diversi brani composti in epoche posteriori alle vicende narrate, come quelli di Franz Schubert (tra i quali il più famoso è l'
Andante con moto dal Trio n. 2 in mi bemolle maggiore per violino, violoncello e pianoforte D. 929).
La cavatina del
Barbiere di Siviglia di Paisiello viene sfruttata per due distinte scene di gioco d'azzardo. Una prima volta, senza accompagnamento vocale, nella scena in cui Barry aiuta lo Chevalier a truffare il principe di Tubingen; una seconda, con accompagnamento vocale, poche scene dopo, al tavolo da gioco di Spa in cui Barry e lo Chevalier, tenendo banco, vincono contro Lord Ludd.
"La verità è come l'acqua: una piccola quantità ti disseta e ti tiene pulito, ma se è troppa può farti affogare"