- Wild Bunch/ Il Mucchio Selvaggio (1969) e' una saga epica che fa della violenza un messaggio universale, tanto apocalittico quanto lirico. Dal punto di vista tecnico il film esprime appieno la personalita' del regista e tocca vertici barocchi nel cromatismo della fotografia e nelle scene di massa, al limite del surrealismo demoniaco di Bunuel e dell'epica maestosa di Kurosawa. Il film rispecchia il clima di tensione in cui vive l'America del 68, in particolare l'intervento americano in vietnam e i massacri compiuti dai marines. Ai massacri Peckinpah dedica un'attenzione maniacale, tanto che essi si situano tra le scene di montaggio piu' cinetiche e complesse del cinema, e tanto che la loro colossalita' assume proporzioni ejzensteniane, tanto che la loro ferocia ricorda gli stermini nazisti, quell'estasi orgasmica che ha fine solo nella distruzione totale. Molta ideologia contemporanea viene poi riflessa da Peckinpah nel suo film.
Per quanto riguarda la morale, anche qui gli straccioni sanguinari di Peckinpah hanno alla fine un soprassalto di dignita' e muoiono per la giusta causa. La miseria morale e materiale del villaggio messicano fa da contrappunto al malinconico cinismo degli americani.
Ai bordi di un tranquillo villaggio di frontiera un gruppo di bambini messicani ha gettato due scorpioni in un formicaio e ora guarda divertito le formiche rosse che li sbranano. Un predicatore inveisce contro l'alcoolismo davanti alla folla di benpensanti radunata nella piazza della cittadina. Un gruppo di cavalieri in uniforme si ferma davanti alla stazione, cinque in particolare: Holden, il capo, Borgnine, il suo amico fidato, due fratelli e un messicano. Nelle strade e sui tetti sono in agguato i volontari ingaggiati da un agente delle ferrovie. I cinque irrompono negli uffici e si rivelano dei rapinatori camuffati. Fuori, proprio in quel momento, l'esercito della salvezza inizia il corteo a suon di fanfara e sfila proprio davanti alla stazione. I banditi si sono accorti dei cecchini appostati e buttano fuori un impiegato a caso. I cacciatori di taglie aprono il fuoco senza pieta', fucilando il corteo. Approfittando della confusione i banditi tentano la fuga. La sparatoria si svolge nel caos piu' assoluto, muoiono decine di persone, alcuni calpestati dai cavalli impazziti, e la cinepresa mostra le fine di alcuni al ralente. I banditi superstiti fuggono a spron battuto.
Nella piazza i cacciatori di taglie si aggirano fra i cadaveri contendendosi gli stivale e le cinture. I bambini messicani hanno dato fuoco al formicaio e osservano lo scorpione che si divincola ancora.
I cacciatori sono pagati dalla ferrovia e pur di guadagnarsi il premio non hanno esitato a macellare dei civili. L'agente ha messo a loro capo un vecchio amico di Holden, che ha appositamente tirato fuori dal carcere e che tiene al suo servizio con il ricatto: lo consegnera' di nuovo alla giustizia se non catturera' la famigerata banda di Holden. D'altronde, il galeotto ha dato la sua parola alla compagnia ed intende mantenerla, anche se gli ripugna.
La banda intanto, freddato un ferito che era un peso di troppo, si ricongiunge con il vecchietto che li aspetta nel covo. Aprono le borse, ma dentro ci sono soltanto pezzi di ferro. Gli animi si arroventano, ma Holden ordina di scappare in Messico. Lungo la strada altri episodi alimentano la discordia, che l'anziano Holden, pur silenziosamente sostenuto dal fido Borgnine, non riesce piu' a dominare del tutto. Il galeotto intanto si mette al loro inseguimanto con il suo manipolo di straccioni.
Si fermano al villaggio del giovane messicano. Il villaggio e' stato saccheggiato dall'armata del generale bandito che combatte Pancho Villa. Il padre del giovane e' stato ucciso e la sua fidanzata e' diventata l'amante del generale. Mentre il giovane giura vendetta, i banditi organizzano una festa che risolleva il morale degli abitanti. Se ne vanno fra due ali di folla affettuosa e riconoscente.
Arrivano all'accampamento del generale, trasformato in fortezza. Il generale e' un megalomane corrotto, un carnefice che gira su una lussuosa automobile. Il giovane messicano incontra la sua ex-ragazza e quando questa fa la puttanella con il generale, le spara. I cinque vengono circondati e disarmati, ma gli americani spiegano che in giovane non ha sparato al generale e la buttano sul ridere. Tutti si mettono a ridere.
Il consigliere militare del generale e' un duro tedesco che sta introducendonella guerra armi sofisticate. Offre loro una ingente ricompensa per assaltare un treno americano e rubare le armi. Al banchetto il generale, ancora sozzo di sangue, si ubriaca e nelle cantine i due fratelli si danno a un'orgia con tre grasse prostitute. Il giovane si rifiuta di aiutare il brigante, ma i complici lo convincono promettendogli una parte delle armi per i ribelli patrioti del suo villaggio. Holden e Borgnine nella sauna rievocano il passato e si lamentano dell'eta'.
Sul treno viaggiano i cacciatori di taglie del galeotto e un plotone di reclute. Ad un rifornimento i banditi si impadroniscono del treno , staccando locomotiva e vagone dal resto e fuggono. Mentre le reclute annaspano nel caos, il galeotto si lancia all'inseguimento. I banditi trasferiscono le casse di armi su un carro e lanciano il treno all'indietro, contro le reclute che ancora si affannano nei vagoni dei cavalli. L'impatto e' catastrofico, un altro massacro. I banditi si liberano degli inseguitori facendo loro saltare un ponte in aria sotto i piedi: uomini e cavalli volano per aria. Poi, al bivacco, il galeotto ricorda il suo passato al fianco di Holden, con nostalgia.
I peones vengono a prendersi la loro parte di armi, poi i banditi si preparano a consegnare il grosso al generale. Il generale e' cosi' contento che tenta di usare di persona la mitragliatrice, provocando il panico. Alla fine della consegna pero' il generale fa arrestare il giovane, perche' ha scoperto che ha dato le armi agli indios. Gli altri vengono pagati come convenuto e, impotenti, abbandonano il ragazzo alla tortura.
Su di loro sta piombando il galeotto. Il vecchio resta ferito sulla collina, mentre gli altri sotterrano l'oro e vanno a farsi proteggere all'accampamento. Assistono cosi' alla tortura del giovane che, legato all'auto del generale carica di prostitute e soldati ubriachi, viene trascinato per il campo nel tripudio generale, in un'orgia di sesso, vino e musica. Vanno a donne anche loro e, il giorno dopo, arrivano armati di tutto punto dal generale ubriaco, a chiedergli la liberazione del giovane. Il generale finge di acconsentire e presenta il corpo sfigurato del giovane, ma poi, sghignazzando, lo sgozza sotto i loro occhi. I banditi lo crivellano di colpi. Scende il silenzio sul campo: i soldati sono stupefatti, immobili. E' Holden a spezzare la tensione, a "dire" loro cosa devono fare: prende la mira e uccide il consigliere tedesco. Si scatena l'inferno: nel caos totale i banditi mitragliano e scagliano bombe a mano sui messicani che li assalgono da ogni parte. Pur massacrati dai colpi, lordi di sangue, continuano ad uccidere contro le orde di soldati invasati, donne, vecchi e bambini, fino alla fine.
Quando arrivano gli inseguitori, trovano soltanto una distesa di cadaveri. I cacciatori di taglie gioiscono e si caricano sui cavalli le salme dei banditi, mantre dalla fortezza inizia l'esodo dei superstiti e dei feriti. Il galeotto resta li', contro il muro, e aspetta che tutti se ne siano andati. Poco dopo arriva un gruppo al galoppo: e' il vecchio, che era rimasto a curarsi la ferita sulla collina ed ora e' a capo dei peones ribelli, il quale dice di aver appena sgominato i suoi accoliti e offre di unirsi a lui, come ai vecchi tempi.
Le masse scomodate di Peckinpah vanno dai sicari della ferrovia all'Esercito della Salvezza, dalle reclute ai peones, dai federales alla folla. Tutti sono in guerra contro tutti, in un'altra configurazione estrema del medioevo anarchico di Peckinpah.
Il codice morale esiste soltanto per il galeotto e per il giovane, entrambi ligi al proprio ideale, entrambi sconfitti. Gli altri combattono la loro guerra senza ideali, usando tutti i mezzi, dalla rapina alla strage. Le orge dilagano, aumentando il caos universale, finendo di sgretolare il codice del vivere civile.
Fra i pochi valori che Peckinpah salva c'e' quello dell'amicizia: sia fra Holden e Borgnine, al limite dell'omosessualita', sia fra Holden e il galeotto, sia fra i quattro nel massacro finale, ecc.
Tutti gli altri miti del western (guerra, ferrovie, donna, villaggio, ecc.) vengono brutalmente spazzati via.
Pur essendo nichilista e feroce, Peckinpah e' pero' sentimentale quanto Ford sulla decadenza della Frontiera. Tocca, anzi, punte di utopismo piu' alte: i banditi si suicidano sorridendo e il loro spirito non muore; emersi dal nulla, il vecchio e i peones si rimettono in marcia, fantasmi nel deserto.
Sono proprio i piu' autentici simboli del passato, il vecchio e il galeotto, a salvarsi. E' la continuita' dell'epopea che non finisce con la morte del mito.
Il tema rimane comunque quello della fine di un'era: la tenacia del galeotto, in realta', funge proprio da fatalita' del destino, ed e' a quel destino che i banditi sfuggono suicidandosi in massa.
Il film e' soprattutto un allucinato poema della violenza. Le sparatorie sono degli incubi grotteschi ed apocalittici, in cui si amplificano a dismisura le scene classiche del western. Il ralenti viene usato sadicamente dal regista per aumentare l'impatto delle immagini. Le inquadrature kolossal, che sono veri affreschi di morte e distruzione, oppure di vita popolare, tentano di coinvolgere un'umanita' sempre piu' numerosa e piu' varia, piu' universale.
E' la negazione della sintesi freudiane: in un torrente di scene sensazionali si confondono e aggrovigliano i frammenti di una disordinata epopea.
L'ironia di Peckinpah e' rivolta all'inesperienza (le reclute) e alla stupidita' (il generale).
Dal punto di vista ideologico Peckinpah finisce pero' per giustificare il massacro di barbari selvaggi, e nell'epoca dei massacri del Vietnam cio' ha un inquietante messaggio fascista.
- The Ballad of Cable Hogue/ La ballata di Cable Hougue (1970): una farsa esistenziale che oscilla fra Sartre e Brecht, un apologo metaforico sul paleo-capitalismo.
Al tramonto dell'era della frontiera, Cable Hogue e' un ingenuo cercatore d'oro che due compari rapinano nel deserto dell'ultima borraccia d'acqua. Destinato a morire di sete, non si da' per vinto e finisce per scoprire una sorgente a due passi dalla pista delle diligenze. Intuisce che quell'acqua vale piu' dell'oro e decide di far pagare chi vuole abbeverarsi al pozzo. Il primo cliente finisce sottoterra per avre cercato di fare il furbo, ma il secondo, un predicatore avventuriero ed erotomane, gli consiglia di recarsi in citta' a comprare quel terreno. Lasciato l'ambiguo servo del signore a guardia del pozzo, Hogue va in citta'; tenta invano di ottenere i soldi dalla compagnia delle diligenze, che non crede una parola del suo racconto, ma alla fine ottiene un prestito dalla banca.
In citta' fa anche conoscenza con la bionda prostituta, dalla quale si fa lavare, e della quale si innamora, pur lasciandola senza pagare, il che scatena le sue ire (porta sfasciata, corpi continuamente scagliati in strada, compreso un vaso da notte, crollo di un tendone sotto cui era in corso una riunione di puritani). Hogue e il predicatore tornano insieme in paese recando in omaggio un vaso nuovo. Il predicatore "soccorre" una mogliettina sola che piange la morte del fratello, convinto invece che pianga quella del marito, e all'arrivo di questi riesce con astuzia a trarsi d'impiccio.
Hogue vorrebbe che la prostituta andasse a vivere con lui, ma i loro programmi divergono: lui vuole vendicarsi dei due che l'hanno tradito, lei sogna un marito ricco a San Francisco. Hogue allestisce una baracca e ottiene un contratto per trasformarla in stazione; la sua fortuna e' fatta: accoglie i passeggeri, li disseta con la sua acqua, li nutre con cibi gustosi anche se di dubbia sostanza (code di lucertola e simili). La prostituta, scacciata dai benpensanti, va a rifugiarsi da lui e per tre settimane vivono come marito e moglie in letizia e armonia.
Un giorno piomba in casa l'incorreggibile predicatore inseguito dal marito della sua amata e Hogue gli da' protezione, benche' dal canto suo egli non esiti ad approfittarsi della ragazza. La sera stessa lei annuncia la sua decisione di pertire, anche se con le lacrime agli occhi. Hogue, l'uomo del deserto, accetta il suo verdetto e promette che quando avra' compiuto la sua vendetta andra' da lei a Frisco. Se ne va anche il predicatore e Hogue rimane di nuovo solo, sempre piu' ricco ma solo. Finche' la diligenza gli porta i due compari, infido quello alto e slanciato, pavido quello grosso, succube dell'altro anche per rapporti omosessuali. hogue li adesca raccontando loro del molto oro racimolato: quando tornano per rubarglielo, lui fa finta di non essere in casa, li lascia scavare una grande buca dove ha seminato un po' di monete e poi balza fuori. Li stana dalla buca gettandovi serpenti a sonagli, poi ordina loro di spogliarsi e di camminare verso il deserto; lo smilzo si rifiuta, convinto che Hogue non abbia il coraggio di sparargli e Hogue lo ammazza. L'altro piagnucola in mutandoni e riesce a convincere Hogue a graziarlo.; anzi, Hogue decide addirittura di cedergli la stazione e trasferirsi a Frisco. Presenta il nuovo padrone ai postiglioni della diligenza.
Sopraggiunge un'automobile, novita' incredibile per Hogue, e a bordo c'e' la prostituta, trasformata in una piumata signora con autista da un felice matrimonio conclusosi con la morte del marito nell'adempimento dei suoi doveri nuziali. I due hanno appena deciso di partire insieme, quando Hogue, per salvare il compare dall'auto, finisce sotto le ruote del trabiccolo. Viene deposto su un letto all'aperto. Arriva il predicatore a bordo di un sidecar, giusto in tempo per recitare il sermone funebre, che Hogue vuole venga pronunciato mentre lui e' ancora vivo per poterlo sentire. E' l'amico-nemico a cui ha salvato la vita a seppellirlo, alla presenza dei pochi conoscenti, mentre il sermone continua, paragonandolo a un antico profeta e perfino a dio stesso, mettendo in risalto il grande amore per il quale era disposto a sacrificare il suo impero.
La prima parte del film descrive in modo realista e un po' farsesco la vita nelle cittadine di Frontiera, attraverso simpatiche caratterizzazioni: la prostituta, il predicatore, e il cercatore d'oro. Gli stenti del Crusoe nel deserto e la sua personalita' (caparbio, costretto sempre sulla difensiva in una societa' che non protegge l'indipendenza dell'individuo comune, bisognoso di una famiglia, avido e spietato nell'esigere il pagamento dell'acqua, ma generoso nei confronti del predicatore inseguito e pietoso nei confronti del grassone, lupo solitario).
Nella seconda parte si abbandona il realismo a favore dell'epica (l'eroe che muore dopo aver salvato la vita all'uomo che aveva giurato di uccidere) e del progresso (l'auto che uccide il vecchio pioniere, che rivela al nuovo gestore l'esistenza di un liquido come la benzina che presto sara' piu' redditizio dell'acqua): abituato a lotte primitive per la sopravvivenza, e inerme di fronte all'avanzare della civilta'
E' la storia apocrifa di un lungo dialogo tra Hogue e dio, del vagabondaggio nel deserto fino alla discussione del sermone funebre, che contrappunta il perenne mutare del mondo. Questo Hogue potrebbe essere il vecchio superstite del film precedente: a ucciderlo sara' comunque il progresso. Peckinpah continua comunque a divertirsi nel far trionfare i vecchietti, che nel western epico avevano invece soltanto la funzione di spalla.
L'ironia del regista e' questa volta tutta conto l'etica del progresso e, se si vuole, contro il modo paradossale in cui si sviluppa la civilta' stessa: a modo suo Hogue reinventa tutti i codici sociali, dalla legge (il predicatore) alla famiglia (la prostituta), rivoluzionando (e schernendo) l'austera moralita' puritana ma conservandone "de facto" i principi.
Tutte le caratteristiche del cinema di Peckinpah sono qui come deformate: l'amicizia virile con il predicatore (mai cosi' ambigua), l'amore-odio per il vecchio compagno (quasi paradossale), la donna (mai cosi' libidinosa), la violenza (qui in toni da farsa splastick) la morte dell'eroe (qui, a dir poco, ridicola). Il piu' umoristico dei suoi film e' anche il piu' crepuscolare: dopo la morte del vecchio, si annuncia la civilta' dell'automobile, e del glorioso passato (la sorgente d'acqua, la stazione ecc.) non resta nulla.
Diresse poi un sofisticato telefilm, The Lady is My Wife, in cui costruisce il saloon piu' pittoresco del western, dominato dalle figure disperate di un colonnello fallito, che fa il giocatore di professione, e di sua moglie, chiromante, attorniati da una folla di abietti, disillusi, disadattate, ecc. , un ambiente in cui cristallizzano tensioni, gelosie, rancori.
- Straw Dogs/ Cave di Paglia (1971) e' il primo non-western della sua carriera, un dramma borghese intriso di un simbolismo delirante: uno studioso americano si isola con la bella moglie in un paesino inglese per proseguire in tranquillita' le sue ricerche; i giovani locali corteggiano in modo arrogante la donna, da parte sua piuttosto provocante, e il marito fa finta di non vedere. Un giorno due di loro riescono a violentare la donna che, meta' inorridita, meta' compiaciuta, non dice nulla al marito; una sera lo scemo del villaggio uccide una ragazzina e poi finisce sotto l'auto dell'americano. Questi decide di curarlo e consegnarlo alle autorita'; quando i cittadini lo reclamano per linciarlo, lo studioso si barrica in casa, deciso a proteggerlo. Quando attaccano, li ammazza uno per uno con feroce determinazione e astuzia.
L'apologo ha qualcosa di arcaico, rimanda ad un'idea tribale della societa' e a un'etica della giustizia personale, e mette in luce l'esistenza di un istinto primordiale che spinge alla violenza. Il "joux de massacre" finale e' un rituale di liberazione e purificazione. Ed e' anche un'affermazione della legge del piu' forte.
L'ambiguita' dei rapporti fra i coniugi, del comportamento della moglie (frustrata dal mite marito, sembra desiderare la violenza, e torna a stimolarlo solo quando lui le offre un sacrificio di cadaveri sbrindellati) e' la molla che fa detonare il meccanismo. In quell'innocuo rapporto e' contenuta la miccia della violenza. (La reazione del marito all'escalation del massacro e' simile a quella della moglie nell'orgasmo dello stupro...).
Fastista, maschilista, sadista, Peckinpah svela le componenti freudiane del suo "Grand Guignol".
Piero Scaruffi
http://www.scaruffi.com/director/peckinpa.html