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Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 31/03/2020, 19:25
da PENNY
francilive ha scritto: 21/10/2016, 20:14
PENNY ha scritto:

avevo un bell'hype
Robaccia?
Pura estetica. Una meraviglia da vedere. Ma arrivare alla fine è roba per pochi.
E te lo dice un amante dei lunghi silenzi di refn...
Non si può dire che Franci non mi avesse avvertito 4 anni fa
Pesantezza. Fotografia clamorosa, scene splendide, filo dell trama perso dal minuto 5, coreografie tanto belle quanto brevi (letteralmente pochi secondi). Sviluppo estenuante, consigliato per veri appassionati armati di pazienza e concentrazione, quella che sicuramente mi è mancata per potermelo godere un po' di più almeno.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 31/03/2020, 20:41
da The Patient
Ok, ma che film di Refn?
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 31/03/2020, 21:02
da PENNY
The Patient ha scritto: 31/03/2020, 20:41
Ok, ma che film di Refn?
Quel film di Refn, quello assurto a pietra di paragone per le rotture di coglioni cinematografiche.
Tra l'altro "The Assasin" è stato degno avversario ma prende ancora la paga da
quel film di Refn quanto a insensatezza e ammorbamento di gonadi
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 31/03/2020, 23:47
da The Patient
ripper23 ha scritto: 03/03/2020, 14:33The Host
Sull'onda dell'entusiasmo Parasite ho rivisto il primo film che vidi di Bong Joon-ho. Mi e' piaciuto come mi piacque allora, forse adesso, con una maggiore visione di insieme della sua cinematografia, con una maggiore attenzione ad alcune tematiche e punti di vista che all'epoca mi erano sfuggiti o a cui non avevo prestato interesse.
Ok i significati sullo sfondo, ma mi è parso un b-movie. Proprio non riesco ad essere soddisfatto da tali visioni.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 01/04/2020, 8:53
da ripper23
Beh, ma in un certo senso e con gli standard di hollywood, E' un b-movie anche se e' in realta' ad alto budget per la media del cinema coreano. Sicuramente ne abbraccia in pieno l'impronta. Per me questo non e' un difetto, anzi, ma ci sta che non piaccia.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 01/04/2020, 9:57
da esba
Visto ieri sera Girl, film belga su una questione trasgender adolescenziale.
Un bel pugno nello stomaco.
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Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 01/04/2020, 10:57
da SafeBet
PENNY ha scritto: 31/03/2020, 21:02
The Patient ha scritto: 31/03/2020, 20:41Ok, ma che film di Refn?
Quel film di Refn, quello assurto a pietra di paragone per le rotture di coglioni cinematografiche.
Tra l'altro "The Assasin" è stato degno avversario ma prende ancora la paga da
quel film di Refn quanto a insensatezza e ammorbamento di gonadi
ragazzi sarò corto io, ma non ho ancora capito se parlate di un film di refn, e se sì di quale, o se parlate di the assassin (il film cinese?).
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 01/04/2020, 12:18
da PENNY
SafeBet ha scritto: 01/04/2020, 10:57
PENNY ha scritto: 31/03/2020, 21:02
Quel film di Refn, quello assurto a pietra di paragone per le rotture di coglioni cinematografiche.
Tra l'altro "The Assasin" è stato degno avversario ma prende ancora la paga da
quel film di Refn quanto a insensatezza e ammorbamento di gonadi
ragazzi sarò corto io, ma non ho ancora capito se parlate di un film di refn, e se sì di quale, o se parlate di the assassin (il film cinese?).
Son stato poco chiaro io, parlavo di "The Assasin" a te è piaciuto?
Il film di Refn sarebbe "Only God Forgives", tirato in ballo dal sottoscritto, senza citarlo, su richiesta di chiarimenti da parte di Pat, per dire che nonostante il film cinese sia lento risulti comunque essere molto meno "pesante" per lo spettatore rispetto al filmaccio con Gosling
Rileggendomi credo il tutto risulti ancora meno chiaro di prima

Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 01/04/2020, 13:48
da SafeBet
non l'ho visto, anzi in realtà ne ho scoperto l'esistenza tre ore fa.
da quello che leggo in giro mi sembra una gran bella cacata comunque

Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 01/04/2020, 17:23
da BruceSmith
stai dicendo che io ho visto un film che Safe non ha visto (a parte la versione censurata di 'Moana e Cicciolina Mondiali' che peraltro durava un ventina di minuti)?
Only God Forgives
l'incommensurabile (cit.) Refn mostra molte volte le mani del protagonista, un sofferente e silenziosissimo Gosling, in particolare nei momenti significativi del film, come a volerci dire che mettere le mani in faccia a chi te l'ha suggerito potrebbe essere un'ottima idea.
***** se vuoi fare un dispetto a qualcuno.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 01/04/2020, 20:39
da SafeBet
BruceSmith ha scritto:stai dicendo che io ho visto un film che Safe non ha visto (a parte la versione censurata di 'Moana e Cicciolina Mondiali' che peraltro durava un ventina di minuti)?
Sto "The Assassin" l'hanno visto in 100 nel mondo e 99 sono su questo forum. Dev'essere il film manifesto di Fare per fermare il declino.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 01/04/2020, 23:30
da BruceSmith
gli ultimi post di penny sembrano un film di refn, e infatti non ho capito un cazzo.
neanche io ho visto The Assassin.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 02/04/2020, 14:48
da SafeBet
BruceSmith ha scritto: 01/04/2020, 23:30gli ultimi post di penny sembrano un film di refn, e infatti non ho capito un cazzo.
neanche io ho visto The Assassin.
pensavi di cogliermi in castagna con
only god forgives?

condivido a tal punto la tua recensione che per un attimo ho pensato fosse una mia citazione.
"mettere le mani in faccia a chi te l'ha suggerito", cioè ride.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 02/04/2020, 14:56
da ride_the_lightning
Mi dissocio, mi dissocio.
Re: C'era una volta il Cinema
Inviato: 03/04/2020, 11:51
da Bluto Blutarsky
Premessa: in questa quarantena mi sono reso conto che le serie tv mi hanno definitivamente stufato. Sono tutte uguali. Per carità, ce ne sono di belle, ma il problema è che hanno tutte lo stesso linguaggio, le stesse modalità narrative (con le dovute eccezioni, tipo Twin Peaks e The Young Pope, ma sono appunto eccezioni). Alla lunga non ci trovo più niente di interessante. Quindi, da qui in poi, solo film, film e film, finché morte non sopraggiungerà.
Perciò, qualche recente review dall'alto di un cazzo.
Midsommar – Il villaggio dei dannati
So che questo film ha molti estimatori anche fra di noi; io non riesco a essere entusiasta, ci ho visto molti pregi ma anche alcuni difetti. Rispetto a Hereditary mi sembra un po’ un passo indietro, più esteriore, ma sotto sotto meno originale, come se raccontasse una storia vecchia con il vestito nuovo (film horror con sette pagane che praticano riti sanguinari ce ne sono diversi, e andavano a parare più o meno sempre lì: c’era chi scappava disgustato, salvo poi farsi ammazzare, e chi si faceva inglobare). Apprezzabilissima la scelta di girare un horror in pieno sole e di presentare i riti del villaggio con la precisione del documentarista, anche a costo di essere prolisso; mi sembra però che, a differenza di Hereditary (dove il talento era controllato), qui spesso Ari Aster si faccia prendere la mano ed ecceda un po’, forse con la scusa di mettere in scena un contesto tanto eccentrico. Il risultato a volte richia di essere involontariamente ridicolo soprattutto nell’ultima mezz’ora (a me quattro o cinque volte è scappata la risata davanti a volti smembrati che si ricompattavano, scene isteriche di gruppo, pelli di orso o peli pubici). Che poi Aster sia un regista con i controcazzi sono il primo a dirlo. Forse la cosa più interessante del suo cinema – anche se siamo a soli due film – è che non c’è catarsi: il male non si sconfigge.
Voto: 6
In Bruges – La coscienza dell’assassino
Primo lungometraggio di Martin McDonagh (quello di Tre manifesti a Ebbing, con cui condivide molte caratteristiche). Un film che aveva tutto per piacermi molto, e infatti mi è piaciuto molto. Il tema è tragico, ma è trattato con humour e una giusta dose di allegoria (una delle frasi simbolo del film è “Forse è questo l'Inferno: dover passare l'eternità in questa cazzo di Bruges!”). Fa ridere quando deve far ridere e azzecca tutti i personaggi, anche quelli di pura tappezzeria. Certo, Brendan Gleeson e Ralph Fiennes mangiano in testa al protagonista Colin Farrell, ma non si può avere tutto…
Voto: 8
Le paludi della morte
Un interessante noir che passò a Venezia una decina di anni fa, diretto dalla figlia di Michael Mann. Interessante soprattutto perché sembra la fonte di ispirazione più diretta per True Detective, che a tutti voi è piaciuto molto e a me meno, ma pazienza. Anche qui c’è una coppia di detective uno religioso e l’altro spaccone, anche qui ci sono delle giovani donne morte malissimo, ma è soprattutto l’ambientazione a far pensare a un’influenza diretta (qui Texas, là Louisiana, ma di fatto i luoghi sono gli stessi). Si inserisce nel filone dei thriller che indagano la parte più sordida della profonda America. Non sarà originalissimo, ma sta in piedi con mestiere.
Voto: 6,5
La truffa dei Logan
Steven Soderbergh è un raro caso di regista che può passare agevolmente dal film semi-autoriale al cinema di intrattenimento più spensierato, senza che la cosa sembri strana. Qui siamo decisamente verso il secondo polo. È una sorta di Ocean’s Eleven ambientato fra i sempliciotti dell’America rurale. Il film offre niente più che un paio d’ore leggere, ma il meccanismo è infallibile, e il divertimento è garantito. Tra i meriti: tirare fuori l'anima da attore brillante di Daniel Craig, che deve evitare il rischio di farsi imprigionare nel ruolo di Bond (cosa che fin qui è riuscita soltanto a Sean Connery).
Voto: 7
Dolceroma
Mmm, sì, ci può stare. Voglio dire, buona parte del film è un "vorrei essere a Hollywood ma sto alla Garbatella", ma se anche in Italia torniamo a fare un po' del buon vecchio cinema di genere come tanto (non sempre bene) facevamo negli anni 60-70, sono solo favorevole. Ottimo Barbareschi, attore italiano che non recita come un italiano, spesso un po' ai margini probabilmente perché trattasi di fascistone in un mondo in cui "qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche" (cit.).
Voto: 6,5
Ottobre
Vabbè, chevvelodiccoaffà? Ejzenstejn racconta la Rivoluzione d’ottobre con una quantità di idee registiche che un secolo dopo lascia ancora sbalorditi. Un intellettuale che espone le sue tesi solo usando le forbici e i fotogrammi. La sequenza in cui le truppe controrivoluzionarie uccidono i manifestanti alzando i ponti di Pietroburgo è all’altezza di quella della Scalinata di Odessa nel Potëmkin.
Voto: 9