Re: Naufraghi 2.0
Inviato: 07/09/2010, 0:08
c) Voci
Claudio chiese ad un poliziotto, in centralino, la cortesia di avvisare in comune che avrebbe tardato, quindi corse a mettersi a letto; difficile dormire, dopo una nottata simile, ma erano ormai quasi le sei del mattino e lui era stravolto. Aveva necessità assoluta di restare qualche ora sdraiato e poi farsi una doccia.
Dormì qualche ora, dopo aver spento il telefono cellulare ed aver staccato l'apparecchio dell'albergo, quindi verso le dieci e mezza si alzò, fece una doccia, si vestì e scese.
La signora Lucia ovviamente lo attendeva al varco.
“Dottò! Ma che è successo! Ha rischiato di essere ucciso pure lei, che tragedia! Come si è salvato, racconti! Mamma mia che emozione!”
“No, ma che rischio, sono arrivato che era tutto finito, un poveraccio era stato sgozzato ed io l'ho trovato.”
“Ma non sia modesto, non ha visto e sentito nulla? Si trattava veramente di un lupo mannaro? E come mai non l'ha assalita?”
“Io non ho visto l'assassino! Credo però che la polizia pensi ad un uomo normale, non ad un qualche mostro, almeno da come si comportano.”
“Ma come un uomo normale? Quei poveretti non sono stati dilaniati in un modo orribile? Mamma mia che impressione! Quasi come nei telefilm americani! Come si chiamano quelli che studiano i posti dove è avvenuto un'ammazzamento? Dove sta quel dottore tanto distinto? Ciesse qualcosa, mi pare! Ma io non ci credo che sia uno normale. Me lo ha detto anche il maresciallo, come si chiama, Petronillo...”
“E chi è Petronillo?”
“Un maresciallo dei Carabinieri... ultimamente sta sempre in comune, visto quel che succede... lui ha trovato il cadavere del povero avvocato, parente del dottore che ha trovato Lei, oltretutto non lontano da dove lei ha trovato il suo di cadavere!”
“Il mio cadavere? Mi sembra eccessivo!”
“Comunque lei dottò è diventato una celebrità! Oggi tutti parlavano di lei! Ne parlavo anche con la mia Loretta... l'ha conosciuta la mia Loretta, vero? Visto che bella figliola? Non è un amore?”
“Si, l'ho conosciuta, sono due sere che ceno in trattoria.”
“Ed allora che aspetta a darsi da fare? La inviti a cena, no?”
“Ma via, signora Lucia, non mi faccia arrossire! Non mancherà occasione!”
“Ma che non mancherà occasione? Non lo sa che chi dorme non piglia pesci? Si dia da fare, dia retta a me!”
“Ora però devo andare... in comune e Don Diego si chiederanno cosa ne è stato di me.”
“Ma tutti sanno cosa ne è stato di lei! Le ho detto che è diventato una celebrità!”
Claudio uscì, passando davanti alla trattoria. La signora Gina e Loretta stavano apparecchiando i tavoli all'aperto, anche se Claudio si domandava chi mai avrebbe voluto mangiare all'aperto con oltre trentacinque gradi all'ombra ed un'afa che attaccava i vestiti addosso.
“Dottò! Sta bene, vedo!”
Esclamò la signora Gina.
“Glielo avevamo detto di stare attento! Che la sera qui non è sicuro. Lei invece ha voluto andare a fare l'eroe ed ha rischiato di finire al posto del povero dottore. Anche a lui che gli sarà saltato in mente di andarsene in giro a quell'ora. Certa gente se le cerca le disgrazie.”
“Mamma, ti pare? L'architetto ha rischiato la vita, ieri sera, e quel povero dottore ce l'ha lasciata, ti sembra il caso di esprimerti così?”
“Rischiato la vita è esagerato! Io in realtà ha solo trovato il cadavere di quel povero dottore, non ho neanche visto l'assassino!”
“Ma l'assassino era passato li poco prima di lei, se non avesse trovato quel poveretto avrebbe poi trovato qualcun altro!”
“Non esageriamo. Non credo di aver rischiato tanto.”
“Va bene, abbiamo capito, lei è tanto coraggioso. Cerchi di non essere anche tanto stupido. Stia più attento.”
“Mamma, ti sembra il modo?”
“E poi quel mostro assetato di sangue non si sa quanta fame abbia. Magari un morto solo non gli bastava e lei finiva male.”
“Ma non credo sia un mostro, la polizia pensa ad un uomo.”
“Stia attento, mi raccomando. Altro che uomo normale, qua tutti parlano di un lupo Mannaro”
A Claudio non spiacque affatto la preoccupazione di Loretta, che fosse vera o affettata, era sempre una sensazione piacevole che pensasse a Lui.
“Ma su, nessun lupo mannaro, si tratta di un pazzo.”
“La cosa tranquillizza poco, mi creda.”
“State tranquille, la polizia è sulle sue tracce. Uno dei due poliziotti che coordinano l'indagine sembra in gamba. L'altro sembra pittoresco, magari, ma credo prenderanno quel pazzo. Ora però scusate, devo andare, ci vediamo stasera per cena.”
Claudio entrò in comune, dove fu subito assalito dall'usciere.
“Dottore, che mi combina? Ormai è famoso, tutte le donne saranno ai suoi piedi!”
“Macchè ai miei piedi.”
“Non faccia il modesto, non si parla che di lei oggi, sa, la invidio!”
“Allora cerchi di trovare lei il prossimo cadavere, ammesso che ci sia.”
Prima che Claudio potesse entrare nell'ufficio di Marini, sentì una voce femminile molto decisa chiamarlo.
“Architetto Pediconi?”
“Si? Sono io.”
Claudio si voltò, e si trovò di fronte una donna molto curata, bionda, indossava occhialini quadrati con montatura rossa, camicetta di seta con due bottoni slacciati, gonna nera e tacchi alti, orecchini d'oro con una perla singola che penzolava un paio di dita sotto ad un cerchietto, lineamenti non regolarissimi ma valorizzati dal trucco, capelli raccolti in una coda perfetta, fisico allenato con curve appena accennate, ma presenti. Claudio restò sorpreso ed in silenzio, ma fu la sua interlocutrice a parlare.
“Lei ha chiesto un appuntamento con il sindaco, il professor Mario Fornari.”
“Si, effettivamente...”
“Bene, allora il Sindaco l'attende domani mattina alle nove e trenta.”
“Certamente, ci sarò.”
Claudio restò un momento a guardare la donna che si allontanava, ondeggiando sui suoi tacchi. Sembrava ben più alta di un metro e settanta, ma chissà senza tacchi in realtà quale era la sua altezza. Anche l'età non era ben definibile, certamente era ancora giovane, ma se avesse venticinque, trenta o trentacinque anni era difficile dirlo. In quel momento e solo allora si accorse che non aveva chiesto il suo nome; pazienza, era la segretaria del sindaco, l'indomani l'avrebbe incontrata di nuovo.
Chissà se l'appuntamento era effettivamente in scaletta oppure la nuova celebrità di Claudio l'aveva accelerato. Comunque ora era il caso di recarsi dal tecnico comunale.
Anche Marini fu ancora più espansivo del solito, persino Jack si alzò e venne nell'ufficio di Marini, come sentì la voce di Claudio.
“Carissimo Claudio, abbiamo rischiato di perderti.”
“Ma no, piuttosto, devo porgerti le mie condoglianze, mi sembra che il dottor Fattori fosse un tuo cugino.”
“Si, non me ne parlare, che tragedia. Morto, e per di più in quel modo. In famiglia siamo distrutti dal dolore.”
“Immagino. Non vorrei disturbarti oltre, ora andrò a salutare Don Diego, poi domani torneremo a fare sopralluoghi con Jack.”
“Domani? Sopralluoghi? Non sarà presto?” disse Jack.
“Ma no, ora vado da Don Diego, domani riprenderemo.”
“Ve bene, ma prima mi dica, è veramente un lupo mannaro?”
“Per la centesima volta: non ho visto l'assassino, ma credo proprio sia un uomo normale. Un pazzo, ma uomo normale.”
Claudio iniziava ad essere infastidito da tutto quel clamore e da quella certezza che aleggiava, che ci fosse un che di soprannaturale in quella vicenda. Per fortuna ora stava per parlare con l'uomo che gli era sembrato più razionale a Tuscania, Don Diego. Visto che si incontrarono alle due del pomeriggio, il sacerdote insistette ancora per pranzare con Claudio, e stavolta gli servì del baccalà in umido, non proprio un piatto estivo, ma un piatto che Claudio non mangiava da anni e che non ebbe dispiacere ad assaggiare ancora. Oltretutto, proprio come la zuppa del giorno prima, era un piatto particolarmente saporito ed era accompagnato dallo stesso vino di Montefiascone tanto gradito, oltre che da una insalata fresca condita con il solito olio molto profumato.
“Quindi nella sua avventura di ieri notte di fatto non ha visto nulla e non ha sentito nulla, ha solo rinvenuto quel poveretto.”
“Esatto.”
“E quali idee si è fatto in proposito?”
“Sulle modalità dell'omicidio?”
“Si.”
“Non saprei che dire. Effettivamente sembra impossibile che un uomo compia un delitto simile, e la polizia ha trovato tracce di artigli e denti simili a quelli di un lupo, anche se non credo sia stato fatto un esame del DNA, però credere ad una bestia assassina o, peggio ancora, ad un mostro, mi riesce molto difficile. Penso più ad un folle. Però le devo confessare che credo proprio di faticare molto più del solito ad addormentarmi, in questi giorni.”
“La capisco. Comunque l'ipotesi del mostro la scarto a priori anche io, Nostro Signore ci ha dato una ragione e per rendergli onore dobbiamo usarla, in bestiari medioevali non si crede ormai più da anni, e strani mostri qui da noi non sono mai stati rinvenuti. Un lupo assassino in teoria sarebbe possibile, ma già di per se nella storia i lupi assassini sono veramente pochi, in più in Italia non si ricordano casi come quello della bestia francese del XVIII secolo. Un uomo che agisca in quel modo però sembra un abominio, io invece le confesso che non so cosa pensare.”
“Già. Cosa ne pensa invece di terminare il nostro sopralluogo in Duomo, in modo da poterci poi dedicare ad altre chiese?”
“Non vuole un giorno di riposo, dopo la disavventura che ha avuto?”
“E passare un giorno a ripensare a quanto accaduto? No, per carità, lavoriamo, se per lei va bene.”
“Si figuri, ne sarò lieto.”
I due quindi finirono il sopralluogo al Duomo, che non fu lunghissimo, ma ebbe il merito di impegnare Claudio fino quasi ad ora di cena.
La cena fu rapida, Claudio gustò un antipasto con bruschette, capocollo e fagioli, bucatini all'amatriciana e saltimbocca che non erano proprio alla romana, conditi con l'onnipresente finocchio selvatico, con un vino stavolta rosso, non particolarmente pretenzioso ma gradevole anch'esso, ma la rapidità ci fu per il desiderio di sfuggire ai discorsi della taverna. Loretta si sedette a lungo al suo tavolo, lei e gli altri avventori lo riempirono di domande, ognuno aveva una sua teoria, teorie che spaziavano dal lupo mannaro al dio etrusco che si risvegliava per punire la famiglia Fattori, al folle assassino al lupo assassino. Claudio confuse le teorie ed i suoi sostenitori, e fu con piacere quella sera che riuscì a tornare in camera presto, evitando anche la signora Lucia. Per fortuna la stanchezza accumulata si fece sentire, ed il pessimismo sulla possibilità di addormentarsi presto si rivelò infondato.
Claudio chiese ad un poliziotto, in centralino, la cortesia di avvisare in comune che avrebbe tardato, quindi corse a mettersi a letto; difficile dormire, dopo una nottata simile, ma erano ormai quasi le sei del mattino e lui era stravolto. Aveva necessità assoluta di restare qualche ora sdraiato e poi farsi una doccia.
Dormì qualche ora, dopo aver spento il telefono cellulare ed aver staccato l'apparecchio dell'albergo, quindi verso le dieci e mezza si alzò, fece una doccia, si vestì e scese.
La signora Lucia ovviamente lo attendeva al varco.
“Dottò! Ma che è successo! Ha rischiato di essere ucciso pure lei, che tragedia! Come si è salvato, racconti! Mamma mia che emozione!”
“No, ma che rischio, sono arrivato che era tutto finito, un poveraccio era stato sgozzato ed io l'ho trovato.”
“Ma non sia modesto, non ha visto e sentito nulla? Si trattava veramente di un lupo mannaro? E come mai non l'ha assalita?”
“Io non ho visto l'assassino! Credo però che la polizia pensi ad un uomo normale, non ad un qualche mostro, almeno da come si comportano.”
“Ma come un uomo normale? Quei poveretti non sono stati dilaniati in un modo orribile? Mamma mia che impressione! Quasi come nei telefilm americani! Come si chiamano quelli che studiano i posti dove è avvenuto un'ammazzamento? Dove sta quel dottore tanto distinto? Ciesse qualcosa, mi pare! Ma io non ci credo che sia uno normale. Me lo ha detto anche il maresciallo, come si chiama, Petronillo...”
“E chi è Petronillo?”
“Un maresciallo dei Carabinieri... ultimamente sta sempre in comune, visto quel che succede... lui ha trovato il cadavere del povero avvocato, parente del dottore che ha trovato Lei, oltretutto non lontano da dove lei ha trovato il suo di cadavere!”
“Il mio cadavere? Mi sembra eccessivo!”
“Comunque lei dottò è diventato una celebrità! Oggi tutti parlavano di lei! Ne parlavo anche con la mia Loretta... l'ha conosciuta la mia Loretta, vero? Visto che bella figliola? Non è un amore?”
“Si, l'ho conosciuta, sono due sere che ceno in trattoria.”
“Ed allora che aspetta a darsi da fare? La inviti a cena, no?”
“Ma via, signora Lucia, non mi faccia arrossire! Non mancherà occasione!”
“Ma che non mancherà occasione? Non lo sa che chi dorme non piglia pesci? Si dia da fare, dia retta a me!”
“Ora però devo andare... in comune e Don Diego si chiederanno cosa ne è stato di me.”
“Ma tutti sanno cosa ne è stato di lei! Le ho detto che è diventato una celebrità!”
Claudio uscì, passando davanti alla trattoria. La signora Gina e Loretta stavano apparecchiando i tavoli all'aperto, anche se Claudio si domandava chi mai avrebbe voluto mangiare all'aperto con oltre trentacinque gradi all'ombra ed un'afa che attaccava i vestiti addosso.
“Dottò! Sta bene, vedo!”
Esclamò la signora Gina.
“Glielo avevamo detto di stare attento! Che la sera qui non è sicuro. Lei invece ha voluto andare a fare l'eroe ed ha rischiato di finire al posto del povero dottore. Anche a lui che gli sarà saltato in mente di andarsene in giro a quell'ora. Certa gente se le cerca le disgrazie.”
“Mamma, ti pare? L'architetto ha rischiato la vita, ieri sera, e quel povero dottore ce l'ha lasciata, ti sembra il caso di esprimerti così?”
“Rischiato la vita è esagerato! Io in realtà ha solo trovato il cadavere di quel povero dottore, non ho neanche visto l'assassino!”
“Ma l'assassino era passato li poco prima di lei, se non avesse trovato quel poveretto avrebbe poi trovato qualcun altro!”
“Non esageriamo. Non credo di aver rischiato tanto.”
“Va bene, abbiamo capito, lei è tanto coraggioso. Cerchi di non essere anche tanto stupido. Stia più attento.”
“Mamma, ti sembra il modo?”
“E poi quel mostro assetato di sangue non si sa quanta fame abbia. Magari un morto solo non gli bastava e lei finiva male.”
“Ma non credo sia un mostro, la polizia pensa ad un uomo.”
“Stia attento, mi raccomando. Altro che uomo normale, qua tutti parlano di un lupo Mannaro”
A Claudio non spiacque affatto la preoccupazione di Loretta, che fosse vera o affettata, era sempre una sensazione piacevole che pensasse a Lui.
“Ma su, nessun lupo mannaro, si tratta di un pazzo.”
“La cosa tranquillizza poco, mi creda.”
“State tranquille, la polizia è sulle sue tracce. Uno dei due poliziotti che coordinano l'indagine sembra in gamba. L'altro sembra pittoresco, magari, ma credo prenderanno quel pazzo. Ora però scusate, devo andare, ci vediamo stasera per cena.”
Claudio entrò in comune, dove fu subito assalito dall'usciere.
“Dottore, che mi combina? Ormai è famoso, tutte le donne saranno ai suoi piedi!”
“Macchè ai miei piedi.”
“Non faccia il modesto, non si parla che di lei oggi, sa, la invidio!”
“Allora cerchi di trovare lei il prossimo cadavere, ammesso che ci sia.”
Prima che Claudio potesse entrare nell'ufficio di Marini, sentì una voce femminile molto decisa chiamarlo.
“Architetto Pediconi?”
“Si? Sono io.”
Claudio si voltò, e si trovò di fronte una donna molto curata, bionda, indossava occhialini quadrati con montatura rossa, camicetta di seta con due bottoni slacciati, gonna nera e tacchi alti, orecchini d'oro con una perla singola che penzolava un paio di dita sotto ad un cerchietto, lineamenti non regolarissimi ma valorizzati dal trucco, capelli raccolti in una coda perfetta, fisico allenato con curve appena accennate, ma presenti. Claudio restò sorpreso ed in silenzio, ma fu la sua interlocutrice a parlare.
“Lei ha chiesto un appuntamento con il sindaco, il professor Mario Fornari.”
“Si, effettivamente...”
“Bene, allora il Sindaco l'attende domani mattina alle nove e trenta.”
“Certamente, ci sarò.”
Claudio restò un momento a guardare la donna che si allontanava, ondeggiando sui suoi tacchi. Sembrava ben più alta di un metro e settanta, ma chissà senza tacchi in realtà quale era la sua altezza. Anche l'età non era ben definibile, certamente era ancora giovane, ma se avesse venticinque, trenta o trentacinque anni era difficile dirlo. In quel momento e solo allora si accorse che non aveva chiesto il suo nome; pazienza, era la segretaria del sindaco, l'indomani l'avrebbe incontrata di nuovo.
Chissà se l'appuntamento era effettivamente in scaletta oppure la nuova celebrità di Claudio l'aveva accelerato. Comunque ora era il caso di recarsi dal tecnico comunale.
Anche Marini fu ancora più espansivo del solito, persino Jack si alzò e venne nell'ufficio di Marini, come sentì la voce di Claudio.
“Carissimo Claudio, abbiamo rischiato di perderti.”
“Ma no, piuttosto, devo porgerti le mie condoglianze, mi sembra che il dottor Fattori fosse un tuo cugino.”
“Si, non me ne parlare, che tragedia. Morto, e per di più in quel modo. In famiglia siamo distrutti dal dolore.”
“Immagino. Non vorrei disturbarti oltre, ora andrò a salutare Don Diego, poi domani torneremo a fare sopralluoghi con Jack.”
“Domani? Sopralluoghi? Non sarà presto?” disse Jack.
“Ma no, ora vado da Don Diego, domani riprenderemo.”
“Ve bene, ma prima mi dica, è veramente un lupo mannaro?”
“Per la centesima volta: non ho visto l'assassino, ma credo proprio sia un uomo normale. Un pazzo, ma uomo normale.”
Claudio iniziava ad essere infastidito da tutto quel clamore e da quella certezza che aleggiava, che ci fosse un che di soprannaturale in quella vicenda. Per fortuna ora stava per parlare con l'uomo che gli era sembrato più razionale a Tuscania, Don Diego. Visto che si incontrarono alle due del pomeriggio, il sacerdote insistette ancora per pranzare con Claudio, e stavolta gli servì del baccalà in umido, non proprio un piatto estivo, ma un piatto che Claudio non mangiava da anni e che non ebbe dispiacere ad assaggiare ancora. Oltretutto, proprio come la zuppa del giorno prima, era un piatto particolarmente saporito ed era accompagnato dallo stesso vino di Montefiascone tanto gradito, oltre che da una insalata fresca condita con il solito olio molto profumato.
“Quindi nella sua avventura di ieri notte di fatto non ha visto nulla e non ha sentito nulla, ha solo rinvenuto quel poveretto.”
“Esatto.”
“E quali idee si è fatto in proposito?”
“Sulle modalità dell'omicidio?”
“Si.”
“Non saprei che dire. Effettivamente sembra impossibile che un uomo compia un delitto simile, e la polizia ha trovato tracce di artigli e denti simili a quelli di un lupo, anche se non credo sia stato fatto un esame del DNA, però credere ad una bestia assassina o, peggio ancora, ad un mostro, mi riesce molto difficile. Penso più ad un folle. Però le devo confessare che credo proprio di faticare molto più del solito ad addormentarmi, in questi giorni.”
“La capisco. Comunque l'ipotesi del mostro la scarto a priori anche io, Nostro Signore ci ha dato una ragione e per rendergli onore dobbiamo usarla, in bestiari medioevali non si crede ormai più da anni, e strani mostri qui da noi non sono mai stati rinvenuti. Un lupo assassino in teoria sarebbe possibile, ma già di per se nella storia i lupi assassini sono veramente pochi, in più in Italia non si ricordano casi come quello della bestia francese del XVIII secolo. Un uomo che agisca in quel modo però sembra un abominio, io invece le confesso che non so cosa pensare.”
“Già. Cosa ne pensa invece di terminare il nostro sopralluogo in Duomo, in modo da poterci poi dedicare ad altre chiese?”
“Non vuole un giorno di riposo, dopo la disavventura che ha avuto?”
“E passare un giorno a ripensare a quanto accaduto? No, per carità, lavoriamo, se per lei va bene.”
“Si figuri, ne sarò lieto.”
I due quindi finirono il sopralluogo al Duomo, che non fu lunghissimo, ma ebbe il merito di impegnare Claudio fino quasi ad ora di cena.
La cena fu rapida, Claudio gustò un antipasto con bruschette, capocollo e fagioli, bucatini all'amatriciana e saltimbocca che non erano proprio alla romana, conditi con l'onnipresente finocchio selvatico, con un vino stavolta rosso, non particolarmente pretenzioso ma gradevole anch'esso, ma la rapidità ci fu per il desiderio di sfuggire ai discorsi della taverna. Loretta si sedette a lungo al suo tavolo, lei e gli altri avventori lo riempirono di domande, ognuno aveva una sua teoria, teorie che spaziavano dal lupo mannaro al dio etrusco che si risvegliava per punire la famiglia Fattori, al folle assassino al lupo assassino. Claudio confuse le teorie ed i suoi sostenitori, e fu con piacere quella sera che riuscì a tornare in camera presto, evitando anche la signora Lucia. Per fortuna la stanchezza accumulata si fece sentire, ed il pessimismo sulla possibilità di addormentarsi presto si rivelò infondato.