Qui, per un saluto a franci

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Naufraghi 2.0

E' il luogo in cui potete parlare di tutto quello che volete, in particolare di tutti gli argomenti non strettamente attinenti allo sport americano...
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doc G
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 07/09/2010, 0:08

c) Voci
Claudio chiese ad un poliziotto, in centralino, la cortesia di avvisare in comune che avrebbe tardato, quindi corse a mettersi a letto; difficile dormire, dopo una nottata simile, ma erano ormai quasi le sei del mattino e lui era stravolto. Aveva necessità assoluta di restare qualche ora sdraiato e poi farsi una doccia.
Dormì qualche ora, dopo aver spento il telefono cellulare ed aver staccato l'apparecchio dell'albergo, quindi verso le dieci e mezza si alzò, fece una doccia, si vestì e scese.
La signora Lucia ovviamente lo attendeva al varco.
“Dottò! Ma che è successo! Ha rischiato di essere ucciso pure lei, che tragedia! Come si è salvato, racconti! Mamma mia che emozione!”
“No, ma che rischio, sono arrivato che era tutto finito, un poveraccio era stato sgozzato ed io l'ho trovato.”
“Ma non sia modesto, non ha visto e sentito nulla? Si trattava veramente di un lupo mannaro? E come mai non l'ha assalita?”
“Io non ho visto l'assassino! Credo però che la polizia pensi ad un uomo normale, non ad un qualche mostro, almeno da come si comportano.”
“Ma come un uomo normale? Quei poveretti non sono stati dilaniati in un modo orribile? Mamma mia che impressione! Quasi come nei telefilm americani! Come si chiamano quelli che studiano i posti dove è avvenuto un'ammazzamento? Dove sta quel dottore tanto distinto? Ciesse qualcosa, mi pare!  Ma io non ci credo che sia uno normale. Me lo ha detto anche il maresciallo, come si chiama, Petronillo...”
“E chi è Petronillo?”
“Un maresciallo dei Carabinieri... ultimamente sta sempre in comune, visto quel che succede... lui ha trovato il cadavere del povero avvocato, parente del dottore che ha trovato Lei, oltretutto non lontano da dove lei ha trovato il suo di cadavere!”
“Il mio cadavere? Mi sembra eccessivo!”
“Comunque lei dottò è diventato una celebrità! Oggi tutti parlavano di lei! Ne parlavo anche con la mia Loretta... l'ha conosciuta la mia Loretta, vero? Visto che bella figliola? Non è un amore?”
“Si, l'ho conosciuta, sono due sere che ceno in trattoria.”
“Ed allora che aspetta a darsi da fare? La inviti a cena, no?”
“Ma via, signora Lucia, non mi faccia arrossire! Non mancherà occasione!”
“Ma che non mancherà occasione? Non lo sa che chi dorme non piglia pesci? Si dia da fare, dia retta a me!”
“Ora però devo andare... in comune e Don Diego si chiederanno cosa ne è stato di me.”
“Ma tutti sanno cosa ne è stato di lei! Le ho detto che è diventato una celebrità!”
Claudio uscì, passando davanti alla trattoria. La signora Gina e Loretta stavano apparecchiando i tavoli all'aperto, anche se Claudio si domandava chi mai avrebbe voluto mangiare all'aperto con oltre trentacinque gradi all'ombra ed un'afa che attaccava i vestiti addosso.
“Dottò! Sta bene, vedo!”
Esclamò la signora Gina.
“Glielo avevamo detto di stare attento! Che la sera qui non è sicuro. Lei invece ha voluto andare a fare l'eroe ed ha rischiato di finire al posto del povero dottore. Anche a lui che gli sarà saltato in mente di andarsene in giro a quell'ora. Certa gente se le cerca le disgrazie.”
“Mamma, ti pare? L'architetto ha rischiato la vita, ieri sera, e quel povero dottore ce l'ha lasciata, ti sembra il caso di esprimerti così?”
“Rischiato la vita è esagerato! Io in realtà ha solo trovato il cadavere di quel povero dottore, non ho neanche visto l'assassino!”
“Ma l'assassino era passato li poco prima di lei, se non avesse trovato quel poveretto avrebbe poi trovato qualcun altro!”
“Non esageriamo. Non credo di aver rischiato tanto.”
“Va bene, abbiamo capito, lei è tanto coraggioso. Cerchi di non essere anche tanto stupido. Stia più attento.”
“Mamma, ti sembra il modo?”
“E poi quel mostro assetato di sangue non si sa quanta fame abbia. Magari un morto solo non gli bastava e lei finiva male.”
“Ma non credo sia un mostro, la polizia pensa ad un uomo.”
“Stia attento, mi raccomando. Altro che uomo normale, qua tutti parlano di un lupo Mannaro”
A Claudio non spiacque affatto la preoccupazione di Loretta, che fosse vera o affettata, era sempre una sensazione piacevole che pensasse a Lui.
“Ma su, nessun lupo mannaro, si tratta di un pazzo.”
“La cosa tranquillizza poco, mi creda.”
“State tranquille, la polizia è sulle sue tracce. Uno dei due poliziotti che coordinano l'indagine sembra in gamba. L'altro sembra pittoresco, magari, ma credo prenderanno quel pazzo. Ora però scusate, devo andare, ci vediamo stasera per cena.”
Claudio entrò in comune, dove fu subito assalito dall'usciere.
“Dottore, che mi combina? Ormai è famoso, tutte le donne saranno ai suoi piedi!”
“Macchè ai miei piedi.”
“Non faccia il modesto, non si parla che di lei oggi, sa, la invidio!”
“Allora cerchi di trovare lei il prossimo cadavere, ammesso che ci sia.”
Prima che Claudio potesse entrare nell'ufficio di Marini, sentì una voce femminile molto decisa chiamarlo.
“Architetto Pediconi?”
“Si? Sono io.”
Claudio si voltò, e si trovò di fronte una donna molto curata, bionda, indossava occhialini quadrati con montatura rossa, camicetta di seta con due bottoni slacciati, gonna nera e tacchi alti, orecchini d'oro con una perla singola che penzolava un paio di dita sotto ad un cerchietto, lineamenti non regolarissimi ma valorizzati dal trucco, capelli raccolti in una coda perfetta, fisico allenato con curve appena accennate, ma presenti. Claudio restò sorpreso ed in silenzio, ma fu la sua interlocutrice a parlare.
“Lei ha chiesto un appuntamento con il sindaco, il professor Mario Fornari.”
“Si, effettivamente...”
“Bene, allora il Sindaco l'attende domani mattina alle nove e trenta.”
“Certamente, ci sarò.”
Claudio restò un momento a guardare la donna che si allontanava, ondeggiando sui suoi tacchi. Sembrava ben più alta di un metro e settanta, ma chissà senza tacchi in realtà quale era la sua altezza. Anche l'età non era ben definibile, certamente era ancora giovane, ma se avesse venticinque, trenta o trentacinque anni era difficile dirlo. In quel momento e solo allora si accorse che non aveva chiesto il suo nome; pazienza, era la segretaria del sindaco, l'indomani l'avrebbe incontrata di nuovo.
Chissà se l'appuntamento era effettivamente in scaletta oppure la nuova celebrità di Claudio l'aveva accelerato. Comunque ora era il caso di recarsi dal tecnico comunale.
Anche Marini fu ancora più espansivo del solito, persino Jack si alzò e venne nell'ufficio di Marini, come sentì la voce di Claudio.
“Carissimo Claudio, abbiamo rischiato di perderti.”
“Ma no, piuttosto, devo porgerti le mie condoglianze, mi sembra che il dottor Fattori fosse un tuo cugino.”
“Si, non me ne parlare, che tragedia. Morto, e per di più in quel modo. In famiglia siamo distrutti dal dolore.”
“Immagino. Non vorrei disturbarti oltre, ora andrò a salutare Don Diego, poi domani torneremo a fare sopralluoghi con Jack.”
“Domani? Sopralluoghi? Non sarà presto?” disse Jack.
“Ma no, ora vado da Don Diego, domani riprenderemo.”
“Ve bene, ma prima mi dica, è veramente un lupo mannaro?”
“Per la centesima volta: non ho visto l'assassino, ma credo proprio sia un uomo normale. Un pazzo, ma uomo normale.”
Claudio iniziava ad essere infastidito da tutto quel clamore e da quella certezza che aleggiava, che ci fosse un che di soprannaturale in quella vicenda. Per fortuna ora stava per parlare con l'uomo che gli era sembrato più razionale a Tuscania, Don Diego. Visto che si incontrarono alle due del pomeriggio, il sacerdote insistette ancora per pranzare con Claudio, e stavolta gli servì del baccalà in umido, non proprio un piatto estivo, ma un piatto che Claudio non mangiava da anni e che non ebbe dispiacere ad assaggiare ancora. Oltretutto, proprio come la zuppa del giorno prima, era un piatto particolarmente saporito ed era accompagnato dallo stesso vino di Montefiascone tanto gradito, oltre che da una insalata fresca condita con il solito olio molto profumato.
“Quindi nella sua avventura di ieri notte di fatto non ha visto nulla e non ha sentito nulla, ha solo rinvenuto quel poveretto.”
“Esatto.”
“E quali idee si è fatto in proposito?”
“Sulle modalità dell'omicidio?”
“Si.”
“Non saprei che dire. Effettivamente sembra impossibile che un uomo compia un delitto simile, e la polizia ha trovato tracce di artigli e denti simili a quelli di un lupo, anche se non credo sia stato fatto un esame del DNA, però credere ad una bestia assassina o, peggio ancora, ad un mostro, mi riesce molto difficile. Penso più ad un folle. Però le devo confessare che credo proprio di faticare molto più del solito ad addormentarmi, in questi giorni.”
“La capisco. Comunque l'ipotesi del mostro la scarto a priori anche io, Nostro Signore ci ha dato una ragione e per rendergli onore dobbiamo usarla, in bestiari medioevali non si crede ormai più da anni, e strani mostri qui da noi non sono mai stati rinvenuti. Un lupo assassino in teoria sarebbe possibile, ma già di per se nella storia i lupi assassini sono veramente pochi, in più in Italia non si ricordano casi come quello della bestia francese del XVIII secolo. Un uomo che agisca in quel modo però sembra un abominio, io invece le confesso che non so cosa pensare.”
“Già. Cosa ne pensa invece di terminare il nostro sopralluogo in Duomo, in modo da poterci poi dedicare ad altre chiese?”
“Non vuole un giorno di riposo, dopo la disavventura che ha avuto?”
“E passare un giorno a ripensare a quanto accaduto? No, per carità, lavoriamo, se per lei va bene.”
“Si figuri, ne sarò lieto.”
I due quindi finirono il sopralluogo al Duomo, che non fu lunghissimo, ma ebbe il merito di impegnare Claudio fino quasi ad ora di cena.
La cena fu rapida, Claudio gustò un antipasto con bruschette, capocollo e fagioli, bucatini all'amatriciana e saltimbocca che non erano proprio alla romana, conditi con l'onnipresente finocchio selvatico, con un vino stavolta rosso, non particolarmente pretenzioso ma gradevole anch'esso, ma la rapidità ci fu per il desiderio di sfuggire ai discorsi della taverna. Loretta si sedette a lungo al suo tavolo, lei e gli altri avventori lo riempirono di domande, ognuno aveva una sua teoria, teorie che spaziavano dal lupo mannaro al dio etrusco che si risvegliava per punire la famiglia Fattori, al folle assassino al lupo assassino. Claudio confuse le teorie ed i suoi sostenitori, e fu con piacere quella sera che riuscì a tornare in camera presto, evitando anche la signora Lucia. Per fortuna la stanchezza accumulata si fece sentire, ed il pessimismo sulla possibilità di addormentarsi presto si rivelò infondato.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Alvise » 07/09/2010, 17:05

3 lettori, almeno. E, per favore, posta più spesso.  :forza:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 07/09/2010, 17:09

Alvise ha scritto: 3 lettori, almeno. E, per favore, posta più spesso.  :forza:

Ed almeno uno naufrago di rango!
:forza: :forza: :forza: :forza:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Paperone » 07/09/2010, 17:28

doc G ha scritto: Ed almeno uno naufrago di rango!
:forza: :forza: :forza: :forza:

se postasse anche lui :gazza: :gazza: :gazza:
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 07/09/2010, 18:39

Quoto Pap, quando son capitato in questo topic, prima di partecipare mi son letto un po' di racconti e ricordo che i post sul football mi eran piaciuti tantissimo. :notworthy:
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Alvise » 07/09/2010, 22:56

Toni Monroe ha scritto: Quoto Pap, quando son capitato in questo topic, prima di partecipare mi son letto un po' di racconti e ricordo che i post sul football mi eran piaciuti tantissimo. :notworthy:

ah beh allora...
http://forum.playitusa.com/http://vps.lephio.org/phpbb/viewtopic.php?p=1959072#p1959072

riassunti tutti in uno lungo (moltomoltolungoeancoranonfinito).

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 07/09/2010, 23:56

Salvato il link tra i preferiti.  :forza:


edit. Finalmente mi son messo in pari anch'io, Doc, possiamo proseguire. :forza:
Ultima modifica di Toni Monroe il 08/09/2010, 7:19, modificato 1 volta in totale.
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 09/09/2010, 0:55

a) Lavoro
La mattina seguente, dopo una bella dormita, una lunga doccia, rasatura e caffè era facile per Claudio immaginare che nulla di strano fosse accaduto e che tutto fosse andato per il meglio.
Come entrò in comune, l'usciere lo indico commentando a viva voce, ed un carabiniere non troppo alto, con una discreta pancetta, stempiato e brizzolato si recò da lui con aria arcigna.
“Il signor Claudio Pediconi?”
“Si, sono io.”
“Mi presento. Sono il maresciallo Fulgenzio Petronillo.”
“Piacere. A che devo l'onore?”
“Volevo solamente conoscerla. Io ho trovato un altro cadavere nelle condizioni di quello che ha trovato lei, il cadavere dell'avvocato.”
“Ah, mi spiace di condividere un simile ricordo.”
“Già.”
“Ora però mi devo scusare con lei, ma ho un appuntamento con il sindaco!”
“Vada, vada, ci mancherebbe!”
Claudio chiese della segretaria del Sindaco con una strana, indefinibile sensazione che saliva dalle viscere. Prima di bussare lesse bene la targhetta affissa alla porta, che recitava “Segreteria – dottoressa Maria Grazia Pellini”.
Maria Grazia. Un bel nome, quasi da santa, che ostentato da una donna elegante, formale ed efficiente creava una piacevole stonatura, che faceva presagire altre stonature in ambiti ben più personali e riservati.
Riscuotendosi dalle sue elucubrazioni mentali Claudio si decise a bussare.
“Ahem... signorina Maria Grazia? Sono venuto per l'appuntamento con il sindaco.”
“Certo. Non ricordavo però di averle detto il mio nome!”
“L'ho letto sulla targhetta!”
“Bene. Qui però mi chiamano tutti per cognome, i miei amici usano un nomignolo.”
“E quale sarebbe?”
“Bhè, per l'appunto lo usano i miei amici, qui sul lavoro non lo usa nessuno. Ora vada, che il sindaco l'aspetta.”
Un po confuso Claudio entrò nell'ufficio del sindaco, Mario Fornari, un avvocato civilista che aveva poco più di cinquant'anni, non molto alto ma in compenso piuttosto robusto, con una discreto tessuto adiposo che appesantiva il girovita.
Vestito in modo molto formale, con un gessato grigio scuro di un fresco lana pettinato molto morbido, camicia celeste con polsini chiusi da gemelli d'oro e cravatta regimental, l'avvocato Mario Fornari aveva, come in un curioso contrasto, una espressione gioviale ed amichevole.
“Architetto Pediconi? Lei è l'architetto della sovrintendenza? Ho molto piacere di conoscerla.”
“Piacere mio, signor sindaco.”
“Sono lieto che la sovrintendenza abbia mandato un giovane come lei a verificare la situazione delle nostre ricchezze artistiche. Di cosa si occuperà esattamente?”
“Per ora devo relazionare della situazione strutturale delle chiese locali e di palazzo Spagnoli. In più l'architetto Marini mi ha coinvolto nella valutazione di un paio di immobili per cui è stata richiesta la tutela.”
“Marini ha una vera predilezione per quella villa... si tratta del casolare del San Gallo nella zona di Santa Croce, vero?”
“Si.”
“Lui è cresciuto li, il nonno lavorava in quella che una volta era solo una azienda agricola, poi il padre ha iniziato a lavorare come dipendente pubblico, prima a Roma, poi è stato trasferito a Viterbo. Lui è stato molto contento di lavorare per il comune perchè questo gli ha permesso di tornare a Tuscania e di aprire qui il suo studio professionale.”
“Capisco...” disse Claudio, non tanto perchè capisse, ma per interrompere un discorso in cui non provava il benchè minimo interesse “Piuttosto, per quanto riguarda la valutazione degli interventi necessari, credo che avrò bisogno di tutto l'apporto possibile da parte dei tecnici comunali, che conoscono i beni meglio di me. Inoltre sto cercando anche di valutare sia con voi del Comune che con la Curia quali possano essere gli eventuali contributi da parte di eventuali sponsor, infatti dovrò anche indicare quali opere a mio parere vanno realizzate prima, ed è il caso di essere pratici in questo.”
“Vedo che lei non ama giri di parole...”
“In effetti no.”
“Bene, credo che farò una attenta riflessione in proposito poi le farò sapere.”
“La ringrazio.”
“Piuttosto, vedo che lei si spende nel lavoro con grande energia... mi complimento, in molti ne avrebbero approfittato per riposare.”
“A che si riferisce?”
“Alla sua disavventura dell'altra sera, quando ha rinvenuto il cadavere del nostro sfortunato concittadino. Mi dica, sono veramente curioso, cosa ha notato?”
“Nulla, purtroppo, sono arrivato a cose fatte. Ho solo rinvenuto il cadavere.”
“Immagino l'impressione. Ora mi scuso, ma ho altri appuntamenti. Si faccia risentire, mi raccomando!”
“Non mancherò.”
Il resto della mattinata venne speso da Claudio ad effettuare rilievi con Jack, ed i due faticarono molto, prede di un'afa difficile da sopportare.
Abituati ai pranzi con Don Diego, la pizza al taglio mangiata in piedi in un bar del centro, accompagnata da una birra piccola ed un caffè, sembrò quasi un sacrificio, anche se in fin dei conti anche quel pasto risultò gradevole.
Il pomeriggio venne speso nel sopralluogo a palazzo Spagnoli, e l'indubbio fascino della costruzione barocca, insieme al lavoro intenso ed al fatto di non incontrare alcuna faccia conosciuta fecero passar di mente completamente a Claudio la brutta disavventura.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Paperone » 09/09/2010, 1:01

mi serviva proprio qualcosa per addormentarmi

scherzo, eh :thumbup:
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 09/09/2010, 6:22

Questo architetto, sia lode a lui, non è uno difficile quando si tratta di mangiare: anche quando accetta titubante di mangiar cose che di norma non lo entusiasmano (o che non siano di aspetto invitante) trova che siano gradevoli. :forza:
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Alvise » 09/09/2010, 13:02

cortino..... :disgusto:

edit: certo che sarà lunga rimettersi in pari con questo topic. ma quanto avete scritto (in particolare docg, magari fossi un grafomane come te).
Ultima modifica di Alvise il 09/09/2010, 18:57, modificato 1 volta in totale.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 09/09/2010, 19:29

Alvise ha scritto: cortino..... :disgusto:

edit: certo che sarà lunga rimettersi in pari con questo topic. ma quanto avete scritto (in particolare docg, magari fossi un grafomane come te).

Il primo racconto che ho postato l'ho scritto quando avevo 20 anni, adesso nel ho 42....
diciamo che ho avuto tempo!
:lol2: :lol2: :lol2:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 11/09/2010, 23:13

b) Nuove voci
Se il lavoro pomeridiano aveva fatto dimenticare a Claudio la disavventura, la cena in trattoria sembrava fatta apposta per riportarla alla mente.
Come si sedette al suo solito posto nel locale della signora Gina, Claudio si sentì al centro dell'attenzione, sotto gli sguardi di tutti.
Loretta si presentò presto, più premurosa del solito, portando il cestino del pane, dove oltre al pane c'era della pizza all'olio e rosmarino appena sfornata, chiedendo con apprensione come si sentisse quella sera. Claudio fece finta di non cogliere l'accenno alla sera prima e si limitò a rispondere cortesemente che tutto andava bene.
Era contento di avere l'attenzione della ragazza, ma così gli sembrava che non fosse diretta a lui, ma solo a quello che gli era accaduto la sera precedente, come se fosse una notizia su due gambe anziché una persona, e questo lo disturbava assai.
Il locale era pieno, contrariamente al solito, in quanto quella sera Claudio era riuscito ad andare a cena presto. Soprattutto nel tavolino vicino al suo c'era un tizio vestito in modo sportivo, con pantalonacci informi ed una camicia a maniche corte con motivo a quadretti, alle prese con u enorme piatto di gnocchi, che lo fissava in modo quasi fastidioso. Ci volle del tempo però prima che Claudio riconoscesse il carabiniere Fulgenzio Petronillo, lo scopritore del primo cadavere. Mentre Loretta serviva il solito antipasto con bruschette, fagioli e, stavolta, qualche fetta di una porchetta magra e tenera, ma sempre con un forte odore di finocchio selvatico, il carabiniere parlò.
“Accidenti, per essere uno che ha appena trovato un cadavere sembra tranquillo. Io ancora sono nervosissimo, anche stasera ho litigato con mia moglie. Sa, ha provato a parlarmi come al solito di andare a vivere in campagna, per evitare i rischi di Tuscania, ed io ho perso il controllo, così adesso devo mangiare in trattoria!”
“Grazie tante!” intervenne la signora Gina “Sembra quasi che tu stia prendendo una purga!”
“Ma no, Gina, lo sai che a me non piace uscire la sera a cena. Semmai quando non sono di servizio la mattina e posso svegliarmi tardi, ma non quando devo essere in piedi presto.”
“Altro che le barzellette sui carabinieri, ogni parola fai un disastro!” Esclamò un tizio vestito in modo elegante.
“A proposito,” riprese il controllo Petronillo “Caro architetto, questo simpaticone è il direttore dell'agenzia della Banca Popolare, che abita in albergo dalla signora Lucia, proprio come lei.”
“Piacere, mi chiamo Claudio Pediconi.”
“Piacere. Sergio Proietti.”
“Caro Sergio, hai davanti a te un vero campione del sangue freddo. Io non so come faccia ad essere così tranquillo.”
“Su, lasci stare!” disse Loretta, mentre serviva a Claudio un enorme piatto di gnocchi con un ragù di salsicce e sopra una cascata di pecorino.
“Ma no, Loretta” disse Claudio “In realtà non sono affatto tranquillo, mi sono preso una bella paura e la scoperta mi ha colpito, solo non amo manifestare le mie emozioni in modo plateale.”
“Cosa vorrebbe dire, che io sono una femminuccia?”
“Ma no, brigadiere, cosa ha capito. Ognuno di noi ha il suo carattere ed il suo modo di manifestare le emozioni, ci mancherebbe pure che io mi metta a sindacare il suo.”
“Volevo ben dire.!”
“Adesso però, caro brigadiere, parliamo piuttosto delle nostre sfide a carte, quando potremo riprendere le nostre vecchie abitudini?” Aveva parlato un altro uomo seduto a tavola. In effetti, notò Claudio, tolte due coppie, tutti i clienti erano uomini. Una coppia però, seduta in ombra, lo stava colpendo, chissà perchè.
“Caro architetto, ora può conoscere un altro suo vicino, l'ingener Feroci!”
Claudio, mentre faceva un cenno di saluto all'ingegnere. finalmente capì perchè la coppia lo colpiva: lei era Maria Grazia, la bella segretaria del sindaco, ed era seduta con l'architetto Marini, girato di spalle. Claudio sperò che Marini non si voltasse, naturalmente la speranza andò delusa.
“Caro Claudio, ci rincontriamo presto, è un vero piacere!”
“Già, un vero piacere.”
“Di quando in quando vengo qui anche io, è il posto a Tuscania in cui si mangia meglio. Conosci già la signora Pellini?”
“Ho avuto modo...”
“Già, ci siamo conosciuti in comune, ero curiosa di parlare con la nuova celebrità!” disse Maria Grazia fra il serio ed il faceto.
“Via, non mi prenda in giro, quale celebrità...”
Nel frattempo tornò Loretta, con il secondo, pollo ai peperoni, con degli enormi peperoni rossi uniti a piccoli peperoni verdi, guarniti da peperoncini rossi molto piccanti. Fu quasi con una punta di gelosia che esclamò
“Pare che lei ormai lo sia diventato, una celebrità!”
“Anche lei, Loretta, via!”
In effetti le due donne non potevano essere più diverse fra di loro. Loretta era bruna, sportiva, capelli legati in una coda, vestiva con jeans e canotta, scarpe sportive, senza trucco, almeno in apparenza, se non un filo di rossetto. Maria Grazia era bionda, formale, capelli scalati freschi di parrucchiere, camicetta di seta, gonna nera, sandali col tacco alto, qualche gioiello discreto ed elegante, trucco curato.
In effetti Claudio non avrebbe saputo dire quale lo attraeva di più, ma tanto al momento entrambe sembravano per lui irraggiungibili.
Fu lo stesso notevole però la sorpresa di vedere Maria Grazia a cena con Rino. Non se lo sarebbe mai immaginato. Vederli in una trattoria alla buona del centro oltretutto stava ad indicare una certa abitudine, prima di tutto perchè ovviamente tutto il paese avrebbe subito saputo dell'uscita e ne avrebbe spettegolato, segno che a nessuno dei due ormai importava nulla dei pettegolezzi, e poi perchè difficilmente una donna sofisticata come Maria Grazia avrebbe accettato di essere portata a cena in trattoria al primo appuntamento. Balenò nella mente di Claudio per un istante il dubbio che si trattasse di una cena di lavoro, ma oltre alle obiezioni precedenti qui ce n'era anche un'altra, e cioè il fatto che Maria Grazia, così attenta alle forme, avrebbe preteso la presenza di almeno un altro commensale.
Non solo Claudio non poteva avanzare alcun diritto, ma non aveva neanche mai potuto immaginare di poterne avanzare, ciò non toglieva che si sentisse strano e gli fosse passata la fame. Se aveva mangiato distrattamente gli gnocchi, nonostante fossero molto saporiti, intento com'era nella conversazione, assaggiò appena il pollo e non avrebbe saputo dirne assolutamente il sapore.
“Non le piace il Pollo?” Disse Loretta.
“No, è ottimo, è solo che stasera non ho fame... e poi ho divorato gli gnocchi con troppo appetito...”
Fu allora che provò ad assaggiarlo con più attenzione, e notò che era di sicuro un pollo ruspante, cotto a fuoco lento con molta calma e dedizione, e gli stesi peperoni erano teneri e delicati.
“Fai male, Claudio, è un pollo ottimo, raramente se ne trovano così buoni!” Disse Rino.
“Caro Rino, e dire che a noi sembrava che la sua concentrazione sul pollo fosse assai modesta!” Scherzò l'ingegnere stradale di cui ora a Claudio sfuggiva il nome.
“Lascialo stare, lo fai diventare rosso!” Ribattè il bancario.
“Cari signori, vedo con piacere che in voi abbondano ilarità e buon umore, ma non eravamo intenti a parlare delle tragedie recentemente accadute?”
“Cara Maria Grazia, se il suo obiettivo era quello di far cessare il buon umore c'è riuscita in pieno.”
“Già. Da quando ho visto quel cadavere non riesco a pensare ad altro!” Affermò il brigadiere Petronillo “Vero che ognuno ha il suo modo di esprimere le emozioni, ma davvero non capisco come si possa assorbire così tranquillamente il ritrovamento di un essere umano ridotto in quelle condizioni.”
“Dai, Petronillo, lascia stare il ragazzo!”
“Grazie per il ragazzo, ma ho 35 anni...”
“Appunto, un ragazzo.”
“Ma dico, erano veramente ridotti così male quei poveretti?”
“Bhè, quello che ho trovato io era dilaniato in più punti come da artigli affilatissimi ed era praticamente dissanguato!” Disse Claudio.
“Era qualcosa di disumano. Non si può credere che un uomo possa compiere atti di quel genere. Viscere dappertutto, sangue sparso in giro, ferite orrende. O si tratta di un mostro o, se un uomo può aver fatto quello, deve essere un pazzo criminale. Di solito i morti ammazzati non sono ridotti in quel modo.” ribattè il carabiniere.
“Ma insomma, chi credi sia stato?”
“Non ho idea. I poliziotti che indagano pensano ad un uomo, un assassino, però sembra impossibile... quando ripenso a quel cadavere in realtà penso che l'idea di una maledizione etrusca non sia così assurda!”
“Dai, è un'idea bislacca!” Esclamò il bancario.
“Anche se ho visto anche io un cadavere” ribattè Claudio “Scarterei pure io l'idea di un mostro... cose del genere accadono solo nei romanzi!”
“Ecco, che vi dicevo? In questo ragazzo c'è qualcosa di strano. I mostri ci sono solo nei romanzi? E perchè, nella vita normale ci sono morti ridotti in quel modo?”
Claudio non si sentì di rispondere, anzi, era veramente stanco della discussione. Salutò, pagò e si alzò.
“Mi raccomando, stasera non vada troppo in giro!” Disse Loretta
“No, credo che andrò subito a letto!” mentì Claudio.

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Paperone » 12/09/2010, 1:49

doc G ha scritto:u enorme piatto di gnocchi

:D
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 12/09/2010, 9:06

Inoltre..

doc G ha scritto: “Caro architetto, ora può conoscere un altro suo
vicino, l'ingener Feroci!”


doc G ha scritto:e gli stesi peperoni erano teneri e delicati.


doc G ha scritto:“Ecco, che vi dicevo? In questo ragazzo c'è qualcosa di strano. I mostri ci sono solo nei romanzi? E perchè (la e di perché va accentata al contrario :D), nella vita normale ci sono morti ridotti in quel modo?”


:D
"Orgoglioso di non essere uno di loro." Paolo Maldini
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