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Naufraghi 2.0

E' il luogo in cui potete parlare di tutto quello che volete, in particolare di tutti gli argomenti non strettamente attinenti allo sport americano...
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fracas513
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da fracas513 » 19/09/2009, 23:49

Cobain88 ha scritto: Scrivero' queste parole nel tentativo di autoredarre il mio epitaffio,che forse e' il sogno di qualsiasi scrittore.Sperando che qualcuno se le ricordi.



Vivere e' un'arte per pochi,ma abbiamo tutti l'animo dell'artista.Ognuno e' un artista diverso dall'altro,ognuno e' un suo mondo.Un mondo piccolo e grande allo stesso tempo,un mondo di colori ed emozioni,di azioni e di pensieri,di giudizi e calunnie.
Tutti cerchiamo di dare un senso alla realta' attraverso quei pochi talenti che ci sono stati donati,ma c'e' chi spreca il suo talento.C'e' chi filtra la realta' per renderla adatta a cio' che ha dentro,c'e' chi non si adatterebbe neanche per tutto l'oro del mondo.
Non saprei mai dire cosa sono io,perche' la mia realta' non e' la realta' di nessuno di voi.Tuttavia,posso sempre tentare di affacciarmi alla finestra dei vostri mondi,essendo sicuro che potrei notare particolari che voi non avete notato,e viceversa.
Nella mia realta' non c'e' amore,ma c'e' delusione;non c'e' arte,ma c'e' musica;non c'e' destino,ma autodeterminazione;non c'e' sogno,ma realismo.
Tuttavia,non vale la pena appoggiarsi a nessuna di queste cose,cosi' come e' necesario,di tanto in tanto,adagiarsi su qualcuna di essa,se non su tutte.
Qualcuno diceva che sopravvivere era come tenere il pilota automatico sempre inserito,io penso che per vivere qualche volta bisogna anche rischiare di precipitare.E se precipitare fa male,alla fine,lo sai solo se decidi di decollare.
Se uno ricorda questo,niente puo' far paura.Non puo' far paura invecchiare,non puo' far paura amare senza venire ricambiati,non puo' far paura pensare a tutte queste cose.Perche' fin quando l'adrenalina ti scorre dentro,fin quando hai quel brivido che ti fa capire che sei ancora vivo,null'altro e' veramente importante.
Vivere,un quarto di miglio alla volta.
Non e' facile,ma provarci,in fondo,non costa nulla(benzina esclusa).



PS:Fatemi sapere che ne pensate,volevo solo sapere se avevo le potenzialita' per diventare un naufrago "bohemien"...
Per poter diventare un naufrago del genere basta sentire davvero quello che si scrive.
Quindi se questa condizione è verificata, come epitaffio questo va benissimo.
Però prima potresti pensare ad altro...no?  :forza: :tucafer:
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Cobain88 » 23/09/2009, 11:16

fracas513 ha scritto: Per poter diventare un naufrago del genere basta sentire davvero quello che si scrive.
Quindi se questa condizione è verificata, come epitaffio questo va benissimo.

Condizione verificatissima,quindi ci riprovo  :forza:



"Perversione.
Credo che sia una delle piu' naturali tra le passioni umane.Ti puo' spingere verso lidi inesplorati,verso luoghi di cui non sapevi l'esistenza,verso emozioni mai provate.
C'e' stata perversione nella mia vita.Una perversione quasi ossessiva.Il solito circolo vizioso:piu' corri,piu' soffri.
Ma non ho mai avuto paura di soffrire.Meglio,credo di provare-di aver sempre provato-piacere,nello stare male.Ed e' per questo che ci ho rinunciato.

Non vedevo altro che lei.
Mi piaceva il fatto che fosse libera.Libera dagli schemi della societa' in cui (sopra)viviamo,libera da ogni preconcetto,libera da tutto cio' che invece incatena me.

Forse e' questo che ci allontana definitivamente:per dirla con le parole di Trainspotting,io ho scelto la vita,lei non la scegliera' mai,perlomeno non in tempi brevi.
Lo so,messa cosi' puo' sembrare la solita storia dei due mondi paralleli che si incontrano;ma nessuno quanto me,abituato a muovermi in diagonale,sa che il parallelismo non esiste.E per questo,ci ho sperato.
Ho sperato che,prima o poi,sarebbe successo qualcosa.Ho sperato che,prima o poi,si sarebbe accorta di quanto siamo simili nelle nostre differenze.Ho sperato che,prima o poi,avremmo potuto aggrapparci l'uno all'altra per soffrire meno di quel male che la mia generazione chiama insoddisfazione.E ho sperato,alla fine,di riuscire a metabolizzare il fatto che non aveva bisogno di me.
E ora ce l'ho fatta.

E mi rendo conto che il modo in cui mi consolo,in fondo,non e' cosi' diverso da quello con cui si sarebbe consolata lei:musica e parole grunge,perche' non c'e' niente di meglio quando ti sembra che il mondo sia una fogna e vuoi esternare la tua rabbia.

Anche se ho creduto di essere innamorato,questo sentimento non era amore.Era morbosita'.Era ossessione.Ed era pure desiderio,inutile negarlo.

In una parola:perversione."
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 10/10/2009, 10:54

Un palleggio.. due palleggi.. sguardo fisso sul suo avversario che a sua volta lo scruta concentrato e gli parla. Trash talking, per mandarlo fuori giri. Lo vede parlare ma proprio non gli riesce di prestare attenzione a quello che dice. Un tempo non avrebbe lasciato che fosse soltanto il suo avversario a parlare, un tempo lo avrebbe cosparso di parole. Palleggio.. palleggio.. con la vista periferica dei più grandi interpreti di questo gioco registra ogni spostamento attorno a lui. Sa dove sono i suoi compagni, sa dove sono i suoi avversari. Sa che andrà lui alla conclusione. Finale del torneo. Qualche giorno prima aveva svolto dei test medici all'università che sembravano aver lasciato perplesso un dottore. Gli aveva detto che avrebbero ripetuto degli esami e -per sicurezza- gli aveva consigliato di evitare sforzi. Lui si era abbandonato ad uno dei suoi sorrisi più rassicuranti, per la soddisfazione del medico, poi era andato in palestra ad allenarsi. Palleggio.. palleggio.. sta basso sulla palla, con le gambe pronte a spingere in un'accelerazione improvvisa. Il suo avversario continua a parlargli. Che brava persona.. Intorno a loro gli altri sembrano disegnare una coreografia fatta di tagli verso il canestro e blocchi per ostacolare il difensore in aiuto. Fino a che non si crea il tipo di corridoio che stava aspettando, ed ecco che parte. Lo scatto improvviso non sorprende del tutto il suo marcatore, che scivola all'indietro e si sposta verso la zona centrale del campo, costringendolo a scegliere se allargarsi ulteriormente o andare verso la linea laterale, che però così diventerebbe un aiutante occulto della difesa, limitando le sue possibilità di scelta. Rifiuta la linea laterale e cambiando velocità disegna un arco in corsa attorno al suo marcatore, sfondando centralmente. Due avversari si disinteressano dei suoi compagni e convergono su di lui, dopo tutto non doveva essere un mistero per nessuno il fatto che avrebbe tirato lui. Era uscito vincitore da così tanti scontri in corsa che ormai in ogni partita pareva di trovarsi davanti ad una scena da film western, in cui i pistoleri in cerca di notorietà andavano a sfidare quello già noto. Lo aspettavano al varco, decisi ad impedirgli di passare -intero- tra loro. A volte le cose cambiano. A volte le cambiamo noi. Altre volte succede quello che deve succedere e basta. Con un sorriso a fior di labbra schiaccia un passaggio in avanti tra i due bronzi di Riace che gli arrivavano incontro e poi li aggira. I due rimangono interdetti, non sapendo se seguire lui o la palla.

Una volta raggiunta la palla al di là della strettoia formata dai due avversari davanti a lui rimaneva soltanto un canestro che nessuno avrebbe più potuto impedirgli di attaccare. Si prepara ad appoggiare tutto il peso sulla gamba sinistra, per caricare la spinta che lo avrebbe proiettato all'altezza del ferro, ma non riesce a completare il movimento. Il terreno sembra spostarsi, costringendolo ad un movimento innaturale per rincorrerlo. Da qualche parte -molto lontano da lui- arrivano delle voci che sembrano preoccupate. Sono tutti lì per divertirsi, a prescindere da chi vincerà e chi perderà, perché -come si ricorda in un vecchio film- giocare è bello vincendo, ma anche perdendo. E allora perché quella concitazione? Vorrebbe cercare la palla. Datemi la palla, lasciate che io giochi intanto che vi calmate. Il giorno prima aveva ascoltato un cantante di strada dallo stile particolare; pareva si divertisse a cantar strofe che si sarebbero dovute chiudere con una rima, la cui morte naturale sarebbe stata una rima; invece proseguivano diversamente o si troncavano seccamente. Gliene aveva chiesto il motivo e quello gli rispose che preferiva condividere le rime a livello interiore con i suoi ascoltatori, perché non tutto dev'essere -per forza- palesato e che bisognava imparare ad assaporare anche quello che rimane inespresso ma che -comunque- c'è. Ora tutto tace, forse si sono calmati. Forse si può ricominciare a giocare. Ma dov'è la palla? Soltanto nel momento in cui riapre gli occhi si rende conto che li aveva chiusi. Che prospettiva strana.. pare che delle ombre galleggino su di lui. Cerca di metterle a fuoco. Il suo marcatore.. non ha ancora smesso di parlare, ma lui continua a non sentirlo. Si sente -invece- precipitare, anche se questa percezione mal si accorda con la conclusione cui è giunto: deve trovarsi adagiato in terra. Qualcuno dev'essere riuscito a raggiungerlo, dopo tutto. Ed avergli fatto un fallo di frustrazione. Vorrebbe rassicurare tutti. Non fa poi così male. Anzi -a dire il vero- non sente nulla. Ora chiude gli occhi. Immagina un sorriso sulle sue labbra. Ha quasi sempre un sorriso da utilizzare per le brutte occasioni. Per rassicurare gli altri. Andrà tutto bene. Presto andrà tutto bene. Dobbiamo solo avere un po' di pazienza.. Isola è morto su un campo di basket, giocando. Non era nemmeno stata la sua partita migliore; ne aveva giocate molte altre meglio di quella. Non so chi possa esser disposto a giurare che il basket fosse la cosa più importante per lui. Probabilmente non lo era. Spesso io ho avuto la sensazione che pensasse ad altro, anche mentre giocava. Anche mentre ti metteva in ridicolo con le sue finte. Di sicuro però il basket era una delle cose che gli riuscivano più facili. Come respirare, una cosa naturale. Nessuno -sinceramente- può sostenere che Isola sarebbe diventato un fuoriclasse, quando si è molto bravi -in relazione all'età- ci sono molte incognite da valutare. Ad esser cinici si potrebbe affermare che il basket sarebbe certamente andato avanti. Ma nel microcosmo del campo davanti alla vecchia scuola l'impatto sarebbe stato devastante. Perché oltre al giocatore si perdeva anche una bella persona..
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da frog » 10/10/2009, 15:25

:applauso: Mi è quasi scappata una lacrimuccia
Ebbene si: son ancor chi

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 10/10/2009, 19:13

Sarà (sarò) ridicolo, ma ero quasi commosso mentre lo scrivevo  :lol2: Thanks. :D
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 10/10/2009, 19:55

In effetti la lacrimuccia scende....
Una volta non lo avrei mai ammesso, ma scende....
:chuck1wo3wo: :chuck1wo3wo:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 10/10/2009, 20:16

doc G ha scritto: In effetti la lacrimuccia scende....
Una volta non lo avrei mai ammesso, ma scende....
:chuck1wo3wo: :chuck1wo3wo:

:notworthy:
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Sine » 14/10/2009, 0:27

Prometto che mi metterò in pari, davvero, prima o poi :lol2:

Nel frattempo però l'ultimo di Toni l'ho letto, per cui mi aggiungo agli ovvi complimenti :D

Sbatto qui un po' di cazzate nel frattempo, dopodichè mi eclisso nuovamente.

Ore 8.30, ufficio del professor Luke Schiantarape, docente in Semiotica labiale del rododendro nonché vice Magnifico in carica, ovvero Molto Bello ufficiale. Entra il signor Spippoli, studente iscritto al quinto anno della facoltà di Psicologia vegetale. “La prego, si sieda” dice con voce cavernosa l'illustre Schiantarape, di origini statunitensi, accompagnando il suono con il cenno della mano destra. Il comune Spippoli, di nome Augusto, controvoglia asseconda l'Esimio e fa per sedersi sulla poltrona ottocentesca, rubata direttamente alla regina d'Inghilterra. Mentre l'Egregio prende fiato e prepara mentalmente il discorso, l'ordinario Agusuto ne approfitta per dare un'occhiata alla stanza, poco più grossa del bagno di un treno regionale, ma ricolma di storia, esperienza, cultura e cattivi odori. Alla sua sinistra trova posto una libreria tardobarocca e preretroavanguardista contenente la collezione completa della vita sessuale degli anellidi celtici, in trentatré pratici volumi. Davanti a lui, oltre al vetusto e severo volto del Sommo, trova posto la regale scrivania, in marmo giallo del Guatemala, sotterrata da quintali di libri e tonnellate di polvere, che mai avrebbe pensato di poter trovare dimora tanto duratura ed accogliente. Alla sua destra la finestra, che opaca di tristezza impedisce, con tutte le sue forze, alla luce di penetrare, e dare così un bagliore di allegria al luogo. “Almeno non sono la sola a volermi suicidare”, sembra dire con mestizia. Ma neanche il tempo di potersi soffermare su questo trionfo di frustrazione e sogni mancati che l'Altissimo si pronuncia: “Caro Signor Spippoli”, detto con un tono di tale disprezzo che vorrebbe poter togliere la maiuscola da Signor, “immagino lei sappia perché l'ho convocata d'urgenza qui alla mia porta”. “Spero non sia perché le serve un consulente d'immagine per il suo ufficio. Purtroppo non faccio i miracoli” esordisce il normale Augusto con la faccia tosta di chi sa che ha talmente poche possibilità di uscirne vivo, o comunque di preservare intatta la sua dignità, che decide di caricare a testa bassa come il Lecce dei tempi andati. L'Immenso guarda per un attimo il suo interlocutore, spaventato dal suo sguardo interrogatorio quanto un leone da un'unghia incarnita, ed a fatica trattiene l'impeto di rabbia che lo assale. “Volendo soprassedere sulla sua arroganza”, continua Schiantarape, “l'ho chiamata perché nei giorni scorsi ho dato un'occhiata alla sua carriera accademica, e c'è un particolare che mi ha colpito”. “Mi faccia indovinare” replica il poco eccezionale, “si è accorto che in realtà ho finito gli esami, sono laureato e non devo più stare qui ad ascoltare i suoi indiscutibilmente affascinanti sproloqui”. Neanche il tempo di finire la frase che la vena madre dell'Eccelso comincia a gonfiarsi ed a minacciare un'esplosione tutt'altro che improbabile. Finalmente un po' di preoccupazione assale il volto dell'insignificante. “Vuoi vedere che se non mi sposto mi macchia di sangue la polo d'ordinanza?” è il primo agghiacciante e spaventato pensiero che gli passa per la testa. “Vede signor Spippoli” continua uno Schiantarape vicino al collasso nervoso, costretto ad aggrapparsi alla maniglia in finta plastica della scrivania per non cadere a terra “non sa quanto la possibilità di non vederla più aggirarsi per i corridoi soddisferebbe anche me. Purtroppo per entrambi invece ho notato che ha sì la media del 28, le mancano sì soltanto due esami, ma è più di un anno che non ne sostiene”. “Le confesso che la sua attenzione per i dettagli mi affascina” ribatte prontamente il poco evidente “ma mi vedo costretto a farle notare che se mi ha convocato per dirmi cose che già so, farei anche per andarmene, ho un importantissimo convegno sull'arte della somministrazione coatta di etanolo, di cui peraltro sono orgoglioso relatore”. L'Elevato non ce la fa più, la vena madre ormai è più piena di Gascoigne in una delle sue serate, con il volto severo e viola di rabbia si alza in piedi e comincia ad urlare qualcosa di indefinito, ma sicuramente molto cattivo. “Lei ha oltrepassato ogni limite! Se non esce da quest'aula nel giro di tre minuti io la bandisco da qualsiasi ateneo della regione! E stia tranquillo che per i prossimi tre anni qui dentro non si laurea!” Il trascurabile, dopo essersi aggiustato i capelli, spettinati dalla ventata imperiosa data dall'alito intraprendente dello Straordinario, si alza a sua volta, e con sguardo placido e sereno guarda fisso negli occhi l'uomo ad un passo dall'infarto, e con una calma innaturale pronuncia. “Non può farlo, lei non sa chi sono io”. “E chi sarebbe, per la miseria?” “Luke, sono tuo padre!”
“Eh? Chi è il padre di chi?” La voce non era più cavernosa, ma nasale e vagamente femminea, sebbene venisse da un uomo, o presunto tale. E' Sbardozzi, uno che da piccolo vestiva le Barbie e ballava Like a virgin con una scopa e gli occhiali da sole. “Non ci credo, ti sei addormentato alla prima lezione di università della tua vita?”. Spippoli sembra destarsi da un sonno profondo. O meglio, si desta per davvero da un sonno profondo. “Stavo sognando!” “Un sogno o un incubo?” domanda il femmineo “Non saprei, un incubo forse. Come hai detto che si chiama questo professore?” “Schiantarape. Dicono sia uno stronzo.”
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da frog » 14/10/2009, 10:15

Trash talker dell'anno non per caso  :applauso: :applauso: :applauso:
Ebbene si: son ancor chi

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Robyus » 14/10/2009, 13:06

Toni commovente

Sine esilarante :lol2: :lol2: :lol2:


fantastici entrambi, a modo loro :applauso:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Toni Monroe » 14/10/2009, 19:05

Grande Sine, dissacrante dalla scelta dei nomi a quelle delle situazioni descritte.  :lol2:  :notworthy:  :notworthy:  :notworthy:

P.S. grazie ancora, lieto dell'apprezzamento. Un  :notworthy: anche a chi legge soltanto senza mai voler lasciare un segno tangibile del proprio passaggio. Ci piace scrivere, ma -ovviamente- ci piace anche essere letti. :D Grazie a tutti.
Ultima modifica di Toni Monroe il 14/10/2009, 19:08, modificato 1 volta in totale.
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da doc G » 14/10/2009, 20:01

Ero abituato ad un Sine surreale, che partiva da situazioni assurde ed irrealistiche per descrivere realtà molto concrete, ad un Sine dissacrante, pronto a spezzare luoghi comuni ed idee tradizionali, ad un Sine dall'umorismo feroce e tagliente.
Stavolta invece vedo descritto un professore stronzo ed uno studente che si addormenta a lezione, probabilmente dopo essersi fatto un cicchetto, visto il sogno.
Dove sarebbe la dissacrazione e dove sarebbe finito il surrealismo?
Questa è una giornata normale nella vita di Dazed, quasi un esercizio di neorealismo, oltretutto molto edulcorato rispetto alla realtà!
:lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2:

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Sine » 14/10/2009, 20:15

Grazie mille per i complimenti. Confesso che ero arrivato ad un punto che non sapevo come farla finire. Ovvero, sapevo di scrivere un sogno, ma non sapevo come finire la conversazione. Poi ho pensato, è un sogno, può finire come cacchio vuole, e ci ho inserito la cazzata del Luke sono tuo padre :lol2:

doc G ha scritto: Ero abituato ad un Sine surreale, che partiva da situazioni assurde ed irrealistiche per descrivere realtà molto concrete, ad un Sine dissacrante, pronto a spezzare luoghi comuni ed idee tradizionali, ad un Sine dall'umorismo feroce e tagliente.
Stavolta invece vedo descritto un professore stronzo ed uno studente che si addormenta a lezione, probabilmente dopo essersi fatto un cicchetto, visto il sogno.
Dove sarebbe la dissacrazione e dove sarebbe finito il surrealismo?
Questa è una giornata normale nella vita di Dazed, quasi un esercizio di neorealismo, oltretutto molto edulcorato rispetto alla realtà!
:lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2: :lol2:
E' vero, per una volta ho voluto prendere uno stralcio di vita di Dazed e renderlo ancora meno scapestrato del solito. Lo confesso, spero di esserci riuscito, solo Ivano può dirlo :01:
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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Paperone » 14/10/2009, 21:23

complimenti a Toni, veramente commovente
spero che non ci sia un dopo, il funerale o simili, perché altrimenti lì la lacrimuccia scenderà sicuramente, già oggi ha faticato a non farlo...

mentre Sine stupisce ogni volta :applauso:
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!

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Re: Naufraghi 2.0

Messaggio da Robyus » 20/10/2009, 15:28

riuppo il topic con questo robetta d'esordio...buona lettura, a chi fa piacere :D



.
Ultima modifica di Robyus il 30/09/2021, 13:15, modificato 1 volta in totale.

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