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C'era una volta il Cinema

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Birdman
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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Birdman » 13/01/2015, 10:15

Parto con il dire che le aspettative per il film non erano alte, di più! E che quindi tutti i giudizi prendono la perfezione come metro di paragone. Questo perché:
- il film è di Spike Jonze (di cui PENNY ha citato poche pagine fa "Being John Malkovic" :notworthy: )
- il protagonista è Joaquin Phoenix, la "protagonista" è Scarlett, e il resto del cast si lascia guardare
- si parla di intelligenza artificiale e rapporto uomo/macchina.
Date queste premesse, minimo minimo mi aspetto qualcosa che esprima qualche idea un po' diversa dal film hollywoodiano medio. Questo per dire che l'ultimo messaggio di Gerry lo paragonerei al commento di uno che va a vedere una mostra di Anish Kapoor e la giudica dicendo: "Beh dai, almeno non mi ha annoiato come un'esposizione di quadri di cristi e madonne di Raffaello!".

Purtroppo ho una memoria pessima per i film, soprattutto quelli che non mi sono piaciuti, quindi la mia invettiva non sarà niente di troppo particolareggiato.

Il mio problema con il film credo comunque che si possa riassumere con la totale impossibilità di provare alcuna empatia per il protagonista. Da un lato lo trovo troppo poco inetto per poter provare per lui quel genere di empatia. D'altro canto il modo in cui abbandona la vita reale per la relazione virtuale è troppo rapido, poco umano, poco profondo, figlio di un modo di vivere la vita troppo sofisticato, troppo lontano da quello che è la vita vera. Non so se mi spiego, ma per certi versi il suo modo di fare è troppo "giapponese". Non sono un esperto di cultura giapponese, probabile che io stia dicendo una cagata, ma questa mia idea probabilmente deriva dal fatto che l'unica cosa che il film mi ha ricordato molto da vicino ciò che ho visto in questo documentario (dal minuto 15):
[bbvideo=560,315]http://www.dailymotion.com/video/x1voex ... utube_tech[/bbvideo]
E per i due tizi qui sopra (sarà un limite mio eh!) a me riesce impossibile provare qualsiasi sentimento che non sia la compassione. E una compassione che ha poco di umano, perché quando arrivi ad agire in questo modo, saremo anche anatomicamente molto simili, ma emotivamente siamo in due mondi completamente diversi (e non dico che il mio sia per forza di cose migliore, solo che è difficile comunicare tra l'uno e l'altro).

Oltre a questo, il tema dell'intelligenza artificiale è giusto accennato, e molto superficialmente. Il fatto che Samantha si "annoia" di Theodore dopo poco tempo perché evolve troppo mi sembra giusto un pretesto per trovare un fine alla storia, senza che ci sia dietro niente. Un'idea riciclata, di scarsa originalità e zero profondità. E Samantha, per essere artificiale, è decisamente troppo umana (più di Theodore!), poco realistica.
Per non parlare di alcune scene veramente poco riuscite, come quella in cui lui tenta di avere un rapporto sessuale con la escort che dovrebbe fare le veci di Samantha. Scena che per essere generoso definirei artificiosa.

Il più brutto film in cui è coinvolto Spike Jonze che mi ricordi!

Gerry Donato ha scritto: Potrei dover rimuovere in un colpo solo tutta la stima che ho nei tuoi confronti, sappilo. :laughing:
Confido sul fatto che sia stata molto poca già da prima! :forza:

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da ripper23 » 13/01/2015, 11:09

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=4F9D4Y21M9s[/youtube]

Immagine

Quando ho visto il trailer di questo film ho realizzato solo dopo varie scene: "Ma quello e' Steve Carrell?". E si, e' Steve Carrell. E fa anche un lavoro della madonna.

Foxcatcher racconta la storia (vera) di John Dupont, ricchissimo filantropo americano appassionato di uccelli e sport, e in particolare di lotta libera. Dupont decide di ospitare negli enormi terreni di famiglia una facility per la lotta allo stato dell'arte, richiamando nomi di alto profilo inclusi quelli dei due fratelli Schultz, entrambi medaglia d'oro ai giochi Olimpici di Los Angeles del 1984. Il film racconta quindi il rapporto tra i tre, inizialmente amichevole e poi sempre piu' deviato, fino al convulso finale.

Steve Carrell e' come detto eccellente nella sua trasformazione. Non e' un lavoro facile per qualcuno che ha fatto il comico per tutta la sua carriera (e io che sto vedendo The Office proprio in questi mesi a volte immaginavo partisse con un "that's what she said"), ma il risultato finale e' eccellente. Il suo Dupont e' inquietante e misterioso, il suo sguardo mette a disagio e il suo rapporto con i fratelli e' deviato al punto giusto. Tatum e Ruffalo lo accompagnano egregiamente. Il film gode di una regia pulita e di una storia interessante, ma ha alcuni passaggi a vuoto. In particolare, per essere un film che comunque si prende il suo tempo, il passaggio dalla prima alla seconda fase del film e' troppo spezzata e priva di spiegazioni, tanto da farmi pensare a dei tagli in fase di montaggio. Questo fa perdere un po' di coinvolgimento emotivo nella fase finale del film portando ad un risultato sicuramente molto buono, ma non eccellente come le premesse potevano far sperare.

Fresh!

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da PENNY » 13/01/2015, 12:31

Dico la mia provando a rispondere al volo

Birdman ha scritto:Il mio problema con il film credo comunque che si possa riassumere con la totale impossibilità di provare alcuna empatia per il protagonista. Da un lato lo trovo troppo poco inetto per poter provare per lui quel genere di empatia. D'altro canto il modo in cui abbandona la vita reale per la relazione virtuale è troppo rapido, poco umano, poco profondo, figlio di un modo di vivere la vita troppo sofisticato, troppo lontano da quello che è la vita vera. Non so se mi spiego, ma per certi versi il suo modo di fare è troppo "giapponese".
L'empatia io l'ho provata eccome, il personaggio di Phoenix esce da una storia che l'ha distrutto sotto tutti i punti vista, è un uomo che si trascina nella vita, non provi empatia perché inetto, ma perché alla deriva emotivamente. Il suo passare alla relazione virtuale non è cosa improvvisa se si tiene conto del tempo trascorso dalla separazione con la moglie. In quelle condizioni di vulnerabilità iniziare una storia con una macchina virtuale non l'ho vista una cosa così straordinaria. Sempre tenendo conto del contesto in cui è ambientato il film, dove tutti gli uomini vivono comunque in simbiosi con realtà virtuali, sembra molto più normale di quanto si pensi all'inizio, almeno ai miei occhi.
Theodore abbandona la vita reale semplicemente perché non ha più nulla da offrirgli, ricordiamoci che rimane sempre un film sulla depressione e la metabolizzazione di una separazione, partendo da questi presupposti si può accettare meglio lo sviluppo della storia.

Sul modo di relazionarsi alla giapponese mi astengo, lascio parlare chi ne sa qualcosa di più, come Safe se leggerà :biggrin:

Birdman ha scritto:Oltre a questo, il tema dell'intelligenza artificiale è giusto accennato, e molto superficialmente. Il fatto che Samantha si "annoia" di Theodore dopo poco tempo perché evolve troppo mi sembra giusto un pretesto per trovare un fine alla storia, senza che ci sia dietro niente. Un'idea riciclata, di scarsa originalità e zero profondità.
Come superficialmente? Samantha è la perfetta evoluzione delle varie intelligenze artificiali che abbiamo visto al cinema, sempre più autonoma e per questo problematica, bisognosa di orizzonti più vasti che il misero uomo, usato semplicemente come mezzo e trampolino per prendere coscienza di se. Ho trovato molto più realistica questa soluzione di un lieto fine dove la macchina rimane "sposata" a un uomo che alla lunga non potrà "bastarle".
Certo non è l'idea più originale del mondo la presa di distanze della macchine dai loro creatori uomini, ma mi sembra un epilogo inevitabile quando si pigia in maniera così decisa il pedale dell'esasperazione della loro intelligenza, una volta imboccata quella via rimangono poche uscite, non un caso si finisce sempre a parare da quelle parti, è una naturale conseguenza.


Birdman ha scritto:E Samantha, per essere artificiale, è decisamente troppo umana (più di Theodore!), poco realistica.Per non parlare di alcune scene veramente poco riuscite, come quella in cui lui tenta di avere un rapporto sessuale con la escort che dovrebbe fare le veci di Samantha. Scena che per essere generoso definirei artificiosa.
Proprio questa scena ci mostra come invece la distanza tra macchina e uomo sia (ancora?) abissale e ci rivela una Samantha ancora molto "robot" e poco "persona". La dove Lei razionalizza un problema come quello del mancato rapporto sessuale semplicemente trovando un corpo da donare a Theodore, il quale invece in quanto uomo non può\riesce ad accettare qualcosa che risulterà evidentemente artificioso e, per assurdo, molto meno reale del suo sesso virtuale con Samantha.


Il più bel film in cui è coinvolto Spike Jonze che mi ricordi! (semicit.) :naughty: :biggrin:

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Birdman » 13/01/2015, 16:26

PENNY ha scritto: L'empatia io l'ho provata eccome, il personaggio di Phoenix esce da una storia che l'ha distrutto sotto tutti i punti vista, è un uomo che si trascina nella vita, non provi empatia perché inetto, ma perché alla deriva emotivamente. Il suo passare alla relazione virtuale non è cosa improvvisa se si tiene conto del tempo trascorso dalla separazione con la moglie. In quelle condizioni di vulnerabilità iniziare una storia con una macchina virtuale non l'ho vista una cosa così straordinaria. Sempre tenendo conto del contesto in cui è ambientato il film, dove tutti gli uomini vivono comunque in simbiosi con realtà virtuali, sembra molto più normale di quanto si pensi all'inizio, almeno ai miei occhi.
Theodore abbandona la vita reale semplicemente perché non ha più nulla da offrirgli, ricordiamoci che rimane sempre un film sulla depressione e la metabolizzazione di una separazione, partendo da questi presupposti si può accettare meglio lo sviluppo della storia.

Sul modo di relazionarsi alla giapponese mi astengo, lascio parlare chi ne sa qualcosa di più, come Safe se leggerà :biggrin:
Immagino che la questione dipenda molto anche dalla sensibilità personale. Solitamente non ho grossi problemi a empatizzare con i personaggi di un film, ma in questo caso. :nonsa: Veramente non mi è arrivato nulla, il suo comportamento non mi è parso per niente naturale. Se il film voleva affrontare temi come la depressione e la metabolizzazione di una separazione, imho l'ha fatto proprio male.

La questione sulla cultura/società giapponese era una boutade, che nel post precedente ho pure espresso malissimo.
Il mio riferirmi alla cultura giapponese* nasceva dal fatto che nel reportage che ho postato sopra (reportage che non prenderei come strumento per giudicare la società giapponese, si intende) i due tizi che vengono intervistati al minuto 15 descrivono una situazione che è molto simile a quella di Theodore. Anche loro hanno una relazione virtuale che li soddisfa al punto che paiono non sentire il bisogno di stringerne di vere. Uno arriva addirittura a dire che se dovesse scegliere tra la relazione con il videogioco e la moglie (con anche una figlia forse, non ricordo bene), non saprebbe cosa fare.

*con cui effettivamente, per quel poco che ho potuto testare, ho effettivamente dei problemi ad empatizzare. Ho apprezzato pochissimi cartoni animati giapponesi, i manga non mi dicono nulla, i film tendenzialmente pure. L'eccezione è Murakami.

PENNY ha scritto: Come superficialmente? Samantha è la perfetta evoluzione delle varie intelligenze artificiali che abbiamo visto al cinema, sempre più autonoma e per questo problematica, bisognosa di orizzonti più vasti che il misero uomo, usato semplicemente come mezzo e trampolino per prendere coscienza di se. Ho trovato molto più realistica questa soluzione di un lieto fine dove la macchina rimane "sposata" a un uomo che alla lunga non potrà "bastarle".
Certo non è l'idea più originale del mondo la presa di distanze della macchine dai loro creatori uomini, ma mi sembra un epilogo inevitabile quando si pigia in maniera così decisa il pedale dell'esasperazione della loro intelligenza, una volta imboccata quella via rimangono poche uscite, non un caso si finisce sempre a parare da quelle parti, è una naturale conseguenza.
Non sono troppo d'accordo. Samantha a me pare, più che l'evoluzione delle intelligenze artificiali viste al cinema, un essere umano che comunica con Theodore attraverso un computer, cosa che ha molto poco di "artificiale". Samantha, in altre parole, a me pare violare tutte i limiti invalicabili per un AI. Già in partenza il tema dell'AI mi sembra quindi essere trattato male. Come poi lui scivola nel rapporto e come questo si evolve a me sembrano poi, rispettivamente, poco realistico e scontato.

Gli ho preferito Jackass. :naughty:

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Messaggio da SafeBet » 13/01/2015, 18:45

Provare empatia per il protagonista è un requisito necessario per apprezzare un film?

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Re:

Messaggio da Birdman » 13/01/2015, 18:52

SafeBet ha scritto:Provare empatia per il protagonista è un requisito necessario per apprezzare un film?
Domanda difficile. In senso assoluto direi forse di no. In questo caso specifico credo sia il motivo principale per cui il film ha fallito nel trasmettermi le emozioni che intendeva trasmettere.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da SafeBet » 13/01/2015, 23:11

ci sta, però nemmeno io provo grande empatia per il protagonista. non mi ci rivedo, non credo che una roba del genere potrebbe succedermi, ma riconosco comunque l'alto valore del film.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da ride_the_lightning » 13/01/2015, 23:46

[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=0ZCUiIXNexw[/youtube]

Mentre voi state qui a farvi pippe mentali su Her, c'è gente, là fuori, che fa cinema. Con la C maiuscola.
BruceSmith ha scritto:in coppia con raid, hanno rispolverato il sempre attuale poliziotto buono - poliziotto cattivo, portandosi ai livelli di coppie leggendarie tipo Riggs-Martaugh, Cohle-Hart, Starsky-Hutch o ErMonnezza-Bombolo.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Paperone » 14/01/2015, 0:32

Userei più la C di cazzo di cane :thumbup:
Giordan ha scritto: Menzione onorevole per Pap, che si è distinto per avere la stessa voce di Battiato e la peggior pronuncia anglo-americana ogni epoca!!!

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da francilive » 14/01/2015, 0:36

Paperone ha scritto:Userei più la C di cazzo di cane :thumbup:
:forza: :forza: :forza:

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da ride_the_lightning » 14/01/2015, 0:49

Benni Branco. :notworthy:
BruceSmith ha scritto:in coppia con raid, hanno rispolverato il sempre attuale poliziotto buono - poliziotto cattivo, portandosi ai livelli di coppie leggendarie tipo Riggs-Martaugh, Cohle-Hart, Starsky-Hutch o ErMonnezza-Bombolo.

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da SafeBet » 14/01/2015, 9:07

i fratelli ferrara sono i nuovi fratelli taviani.

non c'entra un cazzo ma quando penso ai taviani mi viene sempre in mente sta scena:
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=yOM6LzAuPkw[/youtube]

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Mo_Pete » 14/01/2015, 9:47

SafeBet ha scritto:i fratelli ferrara sono i nuovi fratelli taviani.

non c'entra un cazzo ma quando penso ai taviani mi viene sempre in mente sta scena:
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=yOM6LzAuPkw[/youtube]

:notworthy: :notworthy: :notworthy:

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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da Bluto Blutarsky » 14/01/2015, 16:05

Complici un paio di giorni di immobilità forzata, ultimamente mi sono sfondato di divano e film. Qualche impressione al volo:

Il Vento che accarezza l'Erba: dopo il deludente Bread and Roses, ho concesso un altro giro di giostra al compagno Loach e ne è valsa la pena. Questa ricostruzione delle vicende che hanno portato alla guerra civile irlandese non avrà guizzi particolari nè colpi di genio o di poesia, ma ha tutto quello che deve avere per essere un solido film di impegno civile: ricostruzione d'epoca credibile, personaggi complessi, vicende private governate dalla Storia con la maiuscola. Entra nelle pieghe e nelle contraddizioni di un conflitto terribile con occhio appassionato e partecipe. Vinse la Palma d'oro nell'anno di Volver, Marie Antoinette e Babel; troppa grazia, forse, ma va comunque recuperato.
Voto: 7

Rocky III: ovvero Quello con Mr.T. Mi mancava, e non era 'sta grande perdita. Per me il peggiore della serie. Non aggiunge quasi nulla, ricalca i soliti temi e i soliti metodi narrativi. Il capostipite non era certo un capolavoro, ma in confronto a questo sembra Quarto Potere. D'ora in poi mi riferirò a questo film solo come "quello prima di Ivan Drago". Certamente la canzone Eye of the Tiger ti carica a molla, persino troppo, se è vero che dopo il film sono andato a giocare a calcetto e mi sono fatto male (il che mi ha causato l'immobilità di cui sopra). Se poi qualcuno mi spiega perchè Adrianaaaaa è diventata Adrian anche in italiano...
Voto: 5

Venere in Pelliccia: polanskiano a 18 carati, per temi (sottile gioco di dominazione uomo-donna) e ambientazione (unico spazio chiuso). Quando parla delle sue ossessioni il regista difficilmente sbaglia, e questo film non è che una conferma. Allo stesso tempo non esagererei con l'entusiasmo, qui si ricalcano temi già affrontati e meglio in precedenza (da recuperare il cattivissimo Luna di Fiele, sempre con la Seigner altrettanto infoiata ma più giovane di vent'anni, and you know what I mean...)
Voto: 6,5

Gatto Nero, Gatto Bianco: e poi inatteso arriva il film destinato a rimanere. Un carosello sfrenato, carnevalesco ed esilarante che da ogni fotogramma sprizza un'autentica gioia di fare cinema. Kusturica aveva già narrato le gesta del popolo rom nel Tempo dei Gitani, ma qui lascia fuori la dimensione drammatica e si abbandona alla stessa vitalità dei personaggi che mette in scena. Quando riesce a far convivere invenzioni visive, surrealtà e sapienza narrativa, scrive poesia.
Voto: 8,5

Ho visto anche My name is Tanino ma non saprei cosa scriverne, pur avendo qualche buono spunto credo che lo dimenticherò abbastanza in fretta. Virzì ha fatto enormemente di meglio. Interessa più che altro per essere stato l'esordio di una giovine Rachel MacAdams che fa anche vedere le sise con pudicizia.
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Re: C'era una volta il Cinema

Messaggio da PENNY » 15/01/2015, 10:32

Gerry Donato ha scritto:
francilive ha scritto:Cosi come è un mese che voglio andare a vedere Jimmy's Hall, ma non riesco a trovare volontari e/o volontarie da trascinare. O meglio, li avevo pure trovati, ma avendo paura del mattonazzo, han tirato pacco o preferito altra roba. Sono chiaramente degli ignoranti, che non hanno minimamente il senno del cinema di Loach :forza:

Eh, altro mappazzone mica da ridere. Per carità, storia nobile ed interessante, ma film poco fruibile, con pochissimo appeal, oserei dire vecchio nel senso che si fa fatica ad appassionarsi alle battaglie ed alle passioni dei protagonisti.

Tutto schematico, tutto monodimensionale. Ma certamente film non fatto male.

Visto ieri, con "mappazzone" intendi fosse pesante? :biggrin: io al contrario l'ho trovato leggero e piacevole da seguire (per quanto abbastanza lineare nel suo evolversi).
In linea di massima concordo con te comunque, non è un film che lascerà il segno, ma è realizzato bene e ti racconta una storia interessante. Sulle passioni si e no, ma ho apprezzato il non voler calcare la mano sulla solita storia d'amore su cui avrebbe ruotato il 90% dei film, qui invece rimane quasi sullo sfondo della vicenda, ritagliandosi lo spazio giusto all'interno di una sceneggiatura che comunque vuole parlare d'altro.
I personaggi di contorno sono abbastanza piatti, ma il protagonista, la donna e il prete imho sono scritti molto bene (Ah anche la mamma :notworthy: ).

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