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joesox ha scritto: 02/04/2020, 23:55Un vaccino?

No. E` un metodo di somministrazione interessante che funziona, maluccio, nei topi. Cinque - sei settimane per raggiungere un titolo sufficiente ad essere neutralizante (senza entrare nel discorso di quale e` il titolo neutralizzante ....), in un topo e veramente tanto tempo ..... 10 anni fa se non succedeva in 2 (settimane) o meno ricominciavamo da capo. Il problema e` che le persone sono un po piu variabili fisicamente di  una linea di topi da laboratorio.
Il vaccino di perse e` solo una molecola virale, quello non e` troppo complicato, anche se onestamente non mi pare una scelta "furba", le proteine fuori dal loro sistema naturale non sono molto stabili ..... vediamo che succede.

Mr. Sloan ha scritto: 03/04/2020, 0:09Negli ultimi dieci giorni sono morti due zii di mia moglie (marito e moglie, anziani, a una settimana di distanza uno dall'altra) e oggi una mia amica. Nonostante la distanza e l'assenza della quarantena qui, comincio ad accusare il colpo

....... coraggio ....

Mr. Sloan ha scritto: 03/04/2020, 0:09 Negli ultimi dieci giorni sono morti due zii di mia moglie (marito e moglie, anziani, a una settimana di distanza uno dall'altra) e oggi una mia amica. Nonostante la distanza e l'assenza della quarantena qui, comincio ad accusare il colpo

Mi spiace Alex, forza.
È brutto da dire, ma credo che sia la maggioranza quella che in questa epidemia ha perso un proprio caro, un amico, un vicino di casa.

Mr. Sloan ha scritto: 03/04/2020, 0:09Negli ultimi dieci giorni sono morti due zii di mia moglie (marito e moglie, anziani, a una settimana di distanza uno dall'altra) e oggi una mia amica. Nonostante la distanza e l'assenza della quarantena qui, comincio ad accusare il colpo

Coraggio.

Brian_di_Nazareth ha scritto: 02/04/2020, 22:29Lo 0.013% della popolazione e l'intera economia mondiale rischia il collasso.
Abbastanza impressionante se ci si ferma a pensarci.

Occhio che poi ti danno del mengele. 

Io comunque penso che il tema vero della situazoine sia psicologico e sociale: il dramma del #coronavirus e delle azioni intraprese dai governi e dalle società per affrontarlo risiede secondo me soprattutto nella sostanziale incapacità del nostro modello socio-economico e della nostra coscienza collettiva di accettare *entrambe* le opzioni sul piatto (accettare milioni di morti da un lato, causare sofferenza economica - e quindi di nuovo morte, in fondo - dall'altro). E cioè, per noi è 1) inconcepibile lasciar morire le persone (si pensi a quanto si lavora e investe nel prolungare, in situazioni normali, la vita a tutti i costi), il che rende inaccettabile un approccio lasco all'epidemia. però, questo atteggiamento (accettare che la gente muore) è stato dominante nella storia dell'umanità. Nel 1918-19, la Spagnola ha causato centinaia di migliaia di morti in Italia. Si è accettato, e si è andati avanti. D'altro canto, per noi è anche inconcepibile 2) la povertà. E quindi le conseguenze economiche del lockdown - misura necessaria per evitare i morti di cui sopra - sono altrettanto inaccettabili quanto lo siano i morti. E questo in modo ancora più significativo in quanto il nostro sistema economico e sociale non è (più) strutturato attorno alla frugalità, ma attorno al consumo, all'abbondanza, allo spreco. E di conseguenza, anche un calo di produttività/ricchezza in valore assoluto limitato presenta caratteristiche devastanti, con intere fasce della popolazione disoccupate e senza niente, e con fratture sociali profondissime. Perché se la mia azienda smette di vendere orologi per lo sport, la conseguenza + che i suoi dipendenti non possono pagare l'affitto. Il superfluo, l'overproduzione, sono diventati instrinseci e necessari alla sopravvivenza del sistema. Anche qui, fino al 20° secolo non era così, e un'esistenza frugale era la norma. 

Nella necessità di questa scelta tra due esiti che la nostra mente non è in grado di affrontare risiede lo sgomento individuale da un lato, e la paralisi istituzionale dall'altro. Saranno tempi bui. Anche perché questo dilemma, di fatto praticamente insolubile, farà sì - secondo me - che si oscillerà continuamente tra le due posizioni, si aspetterà troppo a prendere decisioni ed avere un piano chiaro, il che potrebbe causare danni maggiori di entrambe le opzioni in realtà disponibili. 
 

Azz, abrazo Sloan.

Personalmente, ho visto un video della mia Bardolino vuota ieri, con uno della Filarmonica che suonava 'Il Silenzio' dal balcone del Comune e son scoppiato. 

Almeno il punto 1 è palese da anni.
Basti vedere come si trascina avanti la vita nella vecchiaia in modo anche abbastanza assurdo.
E, di conseguenza, anche come si risponde alla morte da parte di famigliari etc. (cause etc simili).
Non si riesce ad accettare che una signora di 92 anni muoia, o che un 70enne diabeticonpossa non farcela.
C’è un perenne rifiuto della mortalità umana.
Questo mi stupisce tanto parlando con mio nonno quando mi racconta che ha avuto 1 fratello e 1 sorella morti “piccoli” (intorno ai 8-10 anni) e ne parla come una cosa totalmente naturale. Se provi a chiedere oggi a chi ha perso un fratello o una sorella ha un rapporto totalmente diverso con la morte.

Spree ha scritto: 03/04/2020, 9:05

E' un bel post. Che ben evidenzia le difficoltä e contraddizioni delle risposte dei vari stati.
Perö quel numero di partenza imho e' fuori di ordini di grandezza. Tra stati autoritari che non rilasciano numeri attendibili, stati con sistema sanitari completamente al collasso, e stati che proprio non hanno le risorse per neppure iniziare a fare un testing serio.. Vogliamo dire che quella cifra e' fuori di un 20-50x? E sale molto rapidamente. E in una pandemia di questo tipo e' meglio prendere misure come quelle che si sono prese quando si ha ancora qualche speranza di riuscire a contenere i danni piuttosto che quando i buoi sono definitivamente scappati. E tali misure sarebbero completamente inutili. Questo per dire che le risposte prese fino ad ora non sono cosi' assurde come potrebbero sembrare ad una lettura superficiale di quel numero.

In ogni caso, battute su Mengele a parte, qual e' il male minore non e' una cosa facile da identificare. Tanto meno predirre quali sarebbero le conseguenze dei vari scenari. Per dire, gli scenari che proiettano il numero di morti prendendo come cifre di riferimento un 40-70% della popolazione contagiata, e un 1% di mortalitä, quanto sarebbero fuori senza misure di contenimento, con il sistema sanitario completamente al collasso? Di quanto sale la mortalitä diretta per covid-19? E quella per tutte le altre patologie?

Borrelli stamattina dice che saremo al chiuso anche il 1° maggio

Paperone ha scritto: 03/04/2020, 9:48Borrelli stamattina dice che saremo al chiuso anche il 1° maggio

link specifico?
che bar/ristornati/scuole saranno chiusi ho pochi dubbi. per me aziende riaprono prima

​​​​​​​edit: trovato su Huffington

Paperone ha scritto: 03/04/2020, 9:48 Borrelli stamattina dice che saremo al chiuso anche il 1° maggio

Secondo lui. La decisione finale non è la sua. A naso dal 20 aprile circa riaperture graduali e subito dopo il 1° maggio ancora più corpose/quasi normali.

BomberDede ha scritto: 03/04/2020, 9:11 Almeno il punto 1 è palese da anni.
Basti vedere come si trascina avanti la vita nella vecchiaia in modo anche abbastanza assurdo.
E, di conseguenza, anche come si risponde alla morte da parte di famigliari etc. (cause etc simili).
Non si riesce ad accettare che una signora di 92 anni muoia, o che un 70enne diabeticonpossa non farcela.
C’è un perenne rifiuto della mortalità umana.
Questo mi stupisce tanto parlando con mio nonno quando mi racconta che ha avuto 1 fratello e 1 sorella morti “piccoli” (intorno ai 8-10 anni) e ne parla come una cosa totalmente naturale. Se provi a chiedere oggi a chi ha perso un fratello o una sorella ha un rapporto totalmente diverso con la morte.

Ne ho discusso anche io qualche mese fa con una psicoterapeuta che conosco.
Se una volta il concetto di morte era "assuefacente", in tutte le famiglie c'era almeno una morte infantile, incidenti casalinghi lavorativi erano molto più frequenti, le infettive erano una piaga reale e c'era una guerra ogni 15 anni, ecc...; oggi siamo arrivati all'estremo opposto c'è una totale "disabitudine" alla condizione mortale.

Io ritengo che bisognerebbe tornare a riflettere sul famoso/famigerato modello di decrescita felice, se chi ha provato a metterlo in pratica ha dimostrato la sua pressoché totale incapacità, è altrettanto chiaro che il nostro attuale modello di società è insostenibile a lungo andare e questa pandemia dovrebbe essere la molla per spingerci a raddrizzare la rotta.

frog ha scritto: 03/04/2020, 10:06Io ritengo che bisognerebbe tornare a riflettere sul famoso/famigerato modello di decrescita felice, se chi ha provato a metterlo in pratica ha dimostrato la sua pressoché totale incapacità, è altrettanto chiaro che il nostro attuale modello di società è insostenibile a lungo andare e questa pandemia dovrebbe essere la molla per spingerci a raddrizzare la rotta.

però in un modello di pandemia c'è poco da fare.
a me l'unico modo per cui questa storia poteva andare diversamente era una completa mancanza di globalizzazione. a quel punto era forse possibile circoscrive il contagio
qualsiasi altra cosa la vedo poco incisiva

Ma non possono semplicemente dire che il ponte del primo maggio si sta a casa?
Cioè mettiamo anche il caso che qualcosa stia già riaprendo, quei 3 giorni richiudi tutto con la semplice motivazione che non possiamo far ripartire il contagio
Mi dite che la gente uscirebbe lo stesso? Multoni con cifre altissime
Meglio 3 soli giorni di sacrificio che un altro mese