La mia teoria sui bianchi.
Apro quello che spero possa essere un topic interessante per soffermare un secondo l'attenzionesu un aspetto alquanto particolare del gioco.
Ho detto gioco, ma probabilmente non è la parola giusta.
Noi tutti ci siamo avvicinati a questo sport (nel nostro caso trattasi dell'NBA) in un modo o nell'altro. Chi vide giocare Magic, Bird, Jabbar, Jordan e considerò loro la massima espressione del basket, chi salì, e mi riferisco all'ultimo decennio, sul “
carro dei vincitori” e si innamorò di due squadre come Chicago e Los Angeles (piu o meno inconsciamente siamo portati a sostenere chi è in grado di vincere e prevalere sull'altro..deve essere una di quelle fottute teorie di dominio sul mondo che solamente un buon psicanalista è in grado di spiegare), chi trovò mischiate alle figurine Panini la Upper Deck card di Matt Fish, chi, ancora piccolo e imbecille (è proprio il mio caso), ascoltava le telecronache su TMC di Dan Peterson convinto come non mai che in realtà Sam Cassel si pronunciasse Sam Chessiù.
Altri, ancora, amano questo sport per dei loro motivi che non mi interessano.
La differenza tra ognuno di noi, al di là della squadra per la quale si fa il tifo, è quella di prediligere alcuni piccoli aspetti che sono solo dei dettagli esterni a quello che poi è il gioco reale, sul campo.
Esempio: immagino che alcuni imitino nel modo di vestire Jermaine O'Neal (dico uno a caso), amino la musica ascoltata da Iverson, prefersicano un gioco perimetrale perchè loro stessi quando giocano intendono il basket a quella maniera, stiano a discutere le scelte dei draft passati mettendo in risalto errori grossolani dei gm e veri steal of the draft, passino la serata a convincersi vicendevolmente che quello non è 2.02 e non è nemmeno una guardia.
Cose che possono piacere o meno, che io rispetto, ma delle quali non mi importa in modo esagerato.
Tutto sta nel porsi davanti a questo spettacolo che è l'NBA in modo da divertirsi il più possibile, non trovate? Perciò, da parte mia, ho tentato di elaborare qualcosa di scherzoso, qualcosa che, non essendo io un amantedi tutte quelle americanate che si vedono circolare paurosamente attorno al basket (forse un giorno sarò piu preciso, non fatemene una colpa), mi faccia seguire lo sport che mi piace con lo stesso stato d'animo, lo stesso spirito con il quale magari possiamo vedere due cretini che pero fanno ridere, ma tanto ridere, senza ovviamente nulla togliere a chi è affascinato anche da altri aspetti (vedi quelli sopraccitati).
Per quanto mi riguarda, un aspetto del gioco che mi inscuriosice, è la teoria dei bianchi (ho il copyright), che però, ripeto, va oltre il gioco, nel senso che è una di quelle cose che non lo implicano direttamente, ma costituiscono solo ed esclusivamente un contorno comico.
La teoria dei bianchi si snocciola in questi punti fondamentali:
1) Ci vuole sempre un bianco in campo. Un qualsiasi bianco è fondamentale per le vittorie del proprio team. Che giochi un minuto, ne giochi dieci o quaranta alternandosi con un altro, ci deve sempre essere almeno un bianco nel perimentro e di conseguenza, nel roster.
2) Due bianchi si annullano. Mai schierare due bianchi nella stessa fase del gioco, la vostra squadra ne risentirà e non riuscira assolutamente a combinare nulla. A quale dei due viene passata la palla? Mettetevi nei panni di un play o di chiccessia. E' un dubbio amletico che si ritorce contro.
3) Il bianco è il capro espiatorio di tutte le sconfitte. Si tratta di un punto assai fondamentale. Il bianco tiene compatto lo spirito di squadra, l'armonia all'interno dello spogliatoio. Quando si perde colpa del bianco e siamo a posto. Magari per punizione si fa la doccia da solo che noi non lo vogliamo. Maledetto bianco. (che poi puo capitare che sia pure ricchione/fascista).
4) La fascetta (o altri stupidi gadgets)
non sono da bianchi.(detta in altro modo:
la fascetta è da negri). Abbastanza chiaro direi, sono solo oggetti fini a se stessi, la sola cosa estetica che può contraddistirre un bianco è il pelo che trappassa la canotta o una pettinatura tamarra (Okur docet).
Diffidare dei bianchi con polsini e fascette: sono piu negri di un qualsiasi negro senza polsini e fascetta, che di conseguenza sarà bianco dentro e benevolo per il suo team.
5) Il bianco ideale deve essere scarso e giocare centro. Un esemplare così, ragazzi miei, rasenta la perfezione.
6) Una partita senza bianchi in campo è noiossissima. Poco da dire, ci si annioa a morte anche se il punteggio è alto. Per sintetizzare con una faccina, la reazione alla vista di un bianco in campo deve essere questa-----> :pollicesu:
7) Il bianco non salta quasi mai, ma per definizione è un verticalista. Il film l'avete visto immagino.
8)Il miglior bianco esistito nella storia (il Dio, nonostante non fosse né scarso, né centro) è Tony Kukoc. Uno che puo giocare tutti e cinque i ruoli e mio dio!!..mozzafiato. Idolo assoluto.
Precisazioni:
1) Diciamo che è la seconda parte del punto 3, una sorta di 3b): Il razzismo non ha nulla a che fare con la teroia dei bianchi, anzi, sono loro stessi oggetti di razzismo. Quindi quando mi sentite acclamare un bianco non crediate che abbia chissa quali strane idee.
2) Quando uso certi termini spero nessuno si sia offeso.
:figo:
[snapback]76732[/snapback]