
Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
Dai con questa nuova configurazione tornate ad essere una squadra di basket seria, ai playoff sarete la mina vagante che tutti vorranno evitare 




- Granchio
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
LucasT3 ha scritto: 16/02/2023, 9:20 Dai con questa nuova configurazione tornate ad essere una squadra di basket seria, ai playoff sarete la mina vagante che tutti vorranno evitare
Se ci arriviamo….
Quanto ai tiri presi, come ho scritto prima, questa notte l’attacco è stato molto bilanciato. Anche in mezzo si tiri di James, Davis e Russell conto giusto un paio di forzature a testa, non di più. Situazioni nelle quali avrebbero dovuto fare scelte diverse e continuare a muovere la palla. Il resto sono tiri che andavano presi
Anche la rotazione di Ham è stata ultra-definita, per minutaggi e gerarchie. A parte i 3 minuti finali di garbage è stata una rotazione a 10, tutti praticamente sotto i 30 minuti e solo 6 sopra i 20
Questa è la strada. La via è stretta perché ci siamo messi in una posizione che definire scomoda è una diminutio
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
anto ha scritto: 16/02/2023, 0:48Granchio ha scritto: 15/02/2023, 20:24 Si questa roba che sta passando del Lebron unica star NBA che pensa ai cazzo suoi fa ridere (pensa te se devo essere io a difendere James…)
Senza andare tanto lontani dai nostri lidi, Bryant che mi rendo conto ora è più facile santificare, ha fatto smontare dei roster, aveva i suoi protetti etc.
Così come la retorica di James unico a tenere alla sua legacy mentre tutti gli altri erano interessati al bene comune e si sacrificavano solo per quello…dai su, non facciamo i sempliciotti. Bryant era uno che (giustamente) teneva alla sua legacy tanto quanto James. Magari a molti di noi andava più a genio perché c’era questa mistica dell’allenamento, della tenacia, della Mamba Mentality etc. Ma non è che Bryant non fosse consapevole che stava seminando per i posteri
Tant’è che Bryant ed il suo immaginario (in un’epoca nella quale non c’era ancora tutto il circo social) era comunque odiato da tantissimi, poi la disgrazia ha mandato tutto in archivio
James paga in più la Decision e tutta quella manfrina lì
Ma per dire, Bryant è stato a tanto così da forzare una trade
È un mondo con i suoi codici, star qui ad incazzarsi perché James per chiudere il record di è’ sbattuto troppo ed ora ha saltato 3 partite mi sembra veramente guardare il dito del tizio che indica la luna
Per me James ha esagerato sia nella celebrazione che nella rincorsa al record, come gli era già capitato in un'altra circostanza, vale a dire la spettacolarizzazione del suo passaggio da Cleveland a Miami.
Nella sostanza però, se parliamo del rosicamento degli haters, concordo, e aggiungo questo.
Anche(anche...Non solo) per colpa di San Bryant, i Lakers avevano perso gran parte dell'ascendente che ne facevano praticamente il punto di approdo sognato dalla stragrande maggioranza delle star costrette in mercati secondari.
Bryant ha trattato i Lakers né più né meno allo stesso modo di James, ma si sa...Su certe cose c'è una memoria molto corta...
C'era molta puzza di Knicks, attorno ai Lakers lasciati da Bryant, prima che arrivasse James a rimetterli sulla cartina del basket che conta, cosa che vale ancora di più rispetto al singolo titolo che ha portato.
I giocatori cominciavano a preferire andare altrove, pur di evitare un certo tipo di pressione che si stava facendo di anno in anno più forte, con i tifosi ed i media a sparare a zero sulla proprietà e sulla gestione della squadra.
James ha mostrato una capacità spaventosa di controllo sulla lega, sfruttando una politica che ha via via accentrato il potere nelle mani dei giocatori.
Bryant e Jordan(ancora di più) avevano armi molto più spuntate e non la stessa intelligenza.
James è riuscito a farsi molto più rispettare che temere o addirittura odiare in tutto l'ambiente, e secondo me la cosa depone ancora di più a favore di un'intelligenza per niente comune tra i suoi colleghi.
Tutto questo ovviamente non significa che da parte sua non ci siano stati anche errori, conseguenza paradossalmente proprio del suo eccesso di potere.
purtroppo la rottura del tendine ha di fatto chiuso nella sostanza la carriera di Kobe.
i lakers potevano solo accompagnarlo a fine carriera, provando a ricostruire tramite le scelte (messe in pericolo dalla trade Nash).
c'era poco da fare, in considerazione anche dell'impossibilità di tradare un giocatore così importante nella storia dei lakers.
è il classico percorso di una franchigia con il proprio campione che chiude col gioco.
tuttavia la vera differenza tra Kobe e James (senza entrare minimamente in discosi tecnici, che in questo caso non ci riguardano visto che nessuno credo oggi possa mettere in dubbio il fatto che James sia un top3-4 della storia del gioco) è che il primo veniva criticato per quello che faceva in campo, il secondo per quello che ha fatto fuori dal parquet.
Bryant aveva una serie di letture di gioco, soprattutto durante il periodo con Shaq, nelle quali faceva storcere il naso anche a tanti lacustri. Ed erano critiche corrette, quello che faceva denotava una sfacciataggine e cocciutaggine a volte ingiustificabili.
Modo di giocare che lo ha sempre contraddistinto, seppur poi successivamente in carriera ha saputo trovare maggiore equilibrio.
James invece è partito nell'interpretazione del gioco già piuttosto maturo.
Molto attento a tutti gli aspetti, proprio per cercare di apparire il più possibile ecumenico e piacere a tutti.
ma in realtà dopo ogni sconfitta covava un senso di frustrazione enorme che lo ha portato a the decision.
da lì è inutile negare che l'intera NBA è cambiata, i rapporti di forza che ne sono derivati pure.
Durant si è sentito autorizzato a fare sostanzialmente il cazzo che gli pare (perchè senza decision sono pronto a scommettere che lui non sarebbe mai andato ai warriors) e oggi ne paghiamo tutti le conseguenze.
poi vero come dice granchio che anche Kobe e Jordan esercitavano un peso sulle proprie squadre.
che avevano dei protetti era evidente, ci mancherebbe.
ma non erano proprietari di un' agenzia di protetti.

qua parliamo della piu grande ingerenza della storia del gioco nel player management.
La Nba è bravissima a nascondere la polvere sotto il tappeto ma un campionissimo come lui che ha anche la co-proprietà di una agenzia che controlla regolarmente 30-40 giocatori ogni anno e che parte di questi casualmente finiscono sempre nella sua squadra è una delle storie più oscure della nba. C'è poco da fare.

possiamo ignorarlo, possiamo evitare di parlarne, far finta che non esista ma questo è un problema per tutte le franchigie.
controlla di fatto una piccola fetta di mercato Free Agent.
e no mi spiace, non è che Jordan e Bryant non lo facevano perchè erano meno intelligenti, non lo facevano perchè non avevano la volontà di farlo.
il paragone non sussiste, questo modo di fare non denota intelligenza, ma furbizia ed opportunismo.
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
Sì inteso così anche Curry, Magic e Jordan non mi pare più di tanto ma con fortuna intendevo principalmente il discorso di dove sono finiti appena entrati nella lega. Organizzazioni vincenti, gm che hanno azzeccato quasi tutto e in tempi brevi, dettaglio non da poco, compagni e role player top, coach e assistenti di altissimo livello e nonostante questo Kobe ha voluto mandare via Shaq e valutato lui di andarsene. Poi P. Jackson è tornato ma senza Gasol avrebbe rivinto? Magic dopo aver vinto si è mosso per mandare via l'allenatore, è arrivato Riley ok ma col senno di poi sono buoni tutti a dire che la mossa è stata giusta ma per lamentarsi dei Lakers di inizio anni '80 ci voleva coraggio e non in senso buono. Jordan tutta la carriera a parlar male del suo gm che in effetti non aveva la stessa visione che poi ha avuto lui da proprietarioGoffredo Mamelucchi ha scritto: 15/02/2023, 17:18Ciò che hai detto è un riassunto perfetto sull'argomento delle disuguaglianze di partenza nel basket, tema su cui molti preferiscono glissare a tutti i costi – lo si fa anche nel "mondo reale", figuriamoci per l'intrattenimento.Jack ha scritto: 15/02/2023, 15:21 Mah Cleveland non dava segni di vita nè lato coaching nè dirigenziale. Non tutti hanno il culo di finire come Magic, Bird, Jordan, Kobe e Duncan. Dopo se non vincono sono dei perdenti. La pagliacciata in diretta tv poteva risparmiarsela ma andare via ci può stare, ci provi, sette anni non sono pochi, ripeto a Magic, Jordan e Kobe non solo è andata di lusso ma per motivi diversi hanno avuto il coraggio di lamentarsi della dirigenza, gm o del coach, possiamo fare finta sia un bel comportamento o intelligente ma non lo è.
Per qualche motivo a molti non piace tirare in ballo il background dei giocatori, sia di vita sia di inizio carriera, per spiegare seppur parzialmente alcune scelte e comportamenti a prescindere dal giudizio morale, che invece è quello che va per la maggiore.
Ci sono giocatori nati ricchi e/o "figli d'arte", e/o che hanno avuto la benedizione di partire da franchigie storicamente vincenti o comunque con una struttura solida e competente, che si concretizza in staff/mentori/compagni di squadra/ambiente migliori.
Che piaccia o meno, James – come tantissimi altri – non ha avuto questa fortuna, ma quelli che hai citato sì. Tra i più noti del recente passato aggiungerei anche Curry, del quale molti preferivano argutamente sottolineare la grande sfortuna di essere scricciolo.
La retorica delle scelte facili, invece, sempreverde di PlayIt, mi costringe sempre a controllare sul calendario di non essere tornato al 2011.
Il solito ribaltamento per cui le altre superstar son sempre state lì buone buone a osservare placide la dirigenza di incapaci fare il proprio lavoro (tipo appunto quella dei Lakers con Bryant, o degli Spurs con Duncan), mentre James non aveva motivo di avere dubbi e di voler addirittura andare via dai Cavs, un'organizzazione affidabile e di comprovato successo, dopo soltanto sette anni. Ci vuole fantasia!

Per dire che se uno invece si trova realmente in una situazione mal gestita a tutti i livelli dopo sette anni o più come Garnett ci sta andare via, stavano per farlo anche quelli nelle situazioni più favorevoli della storia (ci ha pensato anche Duncan eh), poi sono d'accordo che la diretta tv etc. la doveva evitare e da lì ha perso la simpatia di tutti a parte dei suoi tifosi.
Su come è nato quel miniciclo però si sottovaluta la bravura di Riley di tenere buono Wade, liberare spazio pochi anni dopo aver vinto, dando via Shaq perchè the decision mica è nata nel 2007, quando gli Heat hanno iniziato ad andare male. Non credo neanche che Riley sapesse di poter arrivare a Lebron ma di tenere Wade e provare a prendere un due di una classe di free agency che aveva Lebron, Amare, Bosh e qualcun altro sì ed è stata la scelta giusta. Mi stupisco tra l'altro continuare a vedere tutte le squadre sempre col cap pieno per gli anni a venire visto che ai giocatori piace tanto spostarsi in questa maniera assieme ad altri.
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
Jordan non è figlio d'arte e non è partito in una franchigia storicamente vincente.Goffredo Mamelucchi ha scritto: 15/02/2023, 17:18Ciò che hai detto è un riassunto perfetto sull'argomento delle disuguaglianze di partenza nel basket, tema su cui molti preferiscono glissare a tutti i costi – lo si fa anche nel "mondo reale", figuriamoci per l'intrattenimento.Jack ha scritto: 15/02/2023, 15:21 Mah Cleveland non dava segni di vita nè lato coaching nè dirigenziale. Non tutti hanno il culo di finire come Magic, Bird, Jordan, Kobe e Duncan. Dopo se non vincono sono dei perdenti. La pagliacciata in diretta tv poteva risparmiarsela ma andare via ci può stare, ci provi, sette anni non sono pochi, ripeto a Magic, Jordan e Kobe non solo è andata di lusso ma per motivi diversi hanno avuto il coraggio di lamentarsi della dirigenza, gm o del coach, possiamo fare finta sia un bel comportamento o intelligente ma non lo è.
Per qualche motivo a molti non piace tirare in ballo il background dei giocatori, sia di vita sia di inizio carriera, per spiegare seppur parzialmente alcune scelte e comportamenti a prescindere dal giudizio morale, che invece è quello che va per la maggiore.
Ci sono giocatori nati ricchi e/o "figli d'arte", e/o che hanno avuto la benedizione di partire da franchigie storicamente vincenti o comunque con una struttura solida e competente, che si concretizza in staff/mentori/compagni di squadra/ambiente migliori.
Che piaccia o meno, James – come tantissimi altri – non ha avuto questa fortuna, ma quelli che hai citato sì. Tra i più noti del recente passato aggiungerei anche Curry, del quale molti preferivano argutamente sottolineare la grande sfortuna di essere scricciolo.
La retorica delle scelte facili, invece, sempreverde di PlayIt, mi costringe sempre a controllare sul calendario di non essere tornato al 2011.
Il solito ribaltamento per cui le altre superstar son sempre state lì buone buone a osservare placide la dirigenza di incapaci fare il proprio lavoro (tipo appunto quella dei Lakers con Bryant, o degli Spurs con Duncan), mentre James non aveva motivo di avere dubbi e di voler addirittura andare via dai Cavs, un'organizzazione affidabile e di comprovato successo, dopo soltanto sette anni. Ci vuole fantasia!
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
Granchio ha scritto: 16/02/2023, 9:29 Anche la rotazione di Ham è stata ultra-definita, per minutaggi e gerarchie. A parte i 3 minuti finali di garbage è stata una rotazione a 10, tutti praticamente sotto i 30 minuti e solo 6 sopra i 20
Questo e il fatto che quei minuti sono dati a giocatori da NBA moderna ci ha permesso di vincere la gara di stanotte.
Questa nuova conformazione è molto nuova e spesso pecca palesemente di squadra work in progress, ma è anni luce migliore della roba orrenda di prima perché ci sono giocatori validi che sono sul parquet a fare quelle 2-3 cose che gli sono richieste senza strafare.
Malik a tirar da 3 molto bene, anche perché con LeBron la probabilità che ti arrivi qualcosa di buono c'è sempre. Vanderbilt vicino Davis sembra proprio quello che serviva, tra energia, difesa ed atletismo. Russell molto bene, difende poco o nulla ma in attacco accanto a quei può avere modo di mettere in mostra la capacità di segnare senza strafare e deragliare nei propri limiti.
Portare il tedesco in 2nd unit è la mossa che speravo facesse Ham, bene.
Rui sta dando una discreta mano (non mi aspetto chissà cosa), mi aspetto di più da Bamba che è chiaramente ancora fuori spartito.
Pensa con leggerezza di te stesso e con profondità del mondo - Miyamoto Musashi
I legami sono il motivo per cui siamo qui. Sono ciò che danno uno scopo e un senso alle nostre vite - Brené Brown
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
frog ha scritto: 16/02/2023, 10:52Jordan non è figlio d'arte e non è partito in una franchigia storicamente vincente.Goffredo Mamelucchi ha scritto: 15/02/2023, 17:18
Ciò che hai detto è un riassunto perfetto sull'argomento delle disuguaglianze di partenza nel basket, tema su cui molti preferiscono glissare a tutti i costi – lo si fa anche nel "mondo reale", figuriamoci per l'intrattenimento.
Per qualche motivo a molti non piace tirare in ballo il background dei giocatori, sia di vita sia di inizio carriera, per spiegare seppur parzialmente alcune scelte e comportamenti a prescindere dal giudizio morale, che invece è quello che va per la maggiore.
Ci sono giocatori nati ricchi e/o "figli d'arte", e/o che hanno avuto la benedizione di partire da franchigie storicamente vincenti o comunque con una struttura solida e competente, che si concretizza in staff/mentori/compagni di squadra/ambiente migliori.
Che piaccia o meno, James – come tantissimi altri – non ha avuto questa fortuna, ma quelli che hai citato sì. Tra i più noti del recente passato aggiungerei anche Curry, del quale molti preferivano argutamente sottolineare la grande sfortuna di essere scricciolo.
La retorica delle scelte facili, invece, sempreverde di PlayIt, mi costringe sempre a controllare sul calendario di non essere tornato al 2011.
Il solito ribaltamento per cui le altre superstar son sempre state lì buone buone a osservare placide la dirigenza di incapaci fare il proprio lavoro (tipo appunto quella dei Lakers con Bryant, o degli Spurs con Duncan), mentre James non aveva motivo di avere dubbi e di voler addirittura andare via dai Cavs, un'organizzazione affidabile e di comprovato successo, dopo soltanto sette anni. Ci vuole fantasia!
inoltre i bulls all'epoca pre-Mj erano proprio quel gulag stile cleveland.
sembra assurdo dirlo ora, ma erano uno dei mercati peggiori in assoluto.
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
Noodles ha scritto: 16/02/2023, 10:56frog ha scritto: 16/02/2023, 10:52
Jordan non è figlio d'arte e non è partito in una franchigia storicamente vincente.
inoltre i bulls all'epoca pre-Mj erano proprio quel gulag stile cleveland.
sembra assurdo dirlo ora, ma erano uno dei mercati peggiori in assoluto.
e perchè i Golden State dove è entrato Curry cos'erano ?
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
Che è quello che chiedevamo a Vogel da quando c'è stata la prima versione del crucco in gialloviolaRadiofreccia ha scritto: 16/02/2023, 10:52Granchio ha scritto: 16/02/2023, 9:29 Anche la rotazione di Ham è stata ultra-definita, per minutaggi e gerarchie. A parte i 3 minuti finali di garbage è stata una rotazione a 10, tutti praticamente sotto i 30 minuti e solo 6 sopra i 20
Questo e il fatto che quei minuti sono dati a giocatori da NBA moderna ci ha permesso di vincere la gara di stanotte.
Questa nuova conformazione è molto nuova e spesso pecca palesemente di squadra work in progress, ma è anni luce migliore della roba orrenda di prima perché ci sono giocatori validi che sono sul parquet a fare quelle 2-3 cose che gli sono richieste senza strafare.
Malik a tirar da 3 molto bene, anche perché con LeBron la probabilità che ti arrivi qualcosa di buono c'è sempre. Vanderbilt vicino Davis sembra proprio quello che serviva, tra energia, difesa ed atletismo. Russell molto bene, difende poco o nulla ma in attacco accanto a quei può avere modo di mettere in mostra la capacità di segnare senza strafare e deragliare nei propri limiti.
Portare il tedesco in 2nd unit è la mossa che speravo facesse Ham, bene.
Rui sta dando una discreta mano (non mi aspetto chissà cosa), mi aspetto di più da Bamba che è chiaramente ancora fuori spartito.
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
molto simili, anche se storicamente più importanti con titoli e finali nba.
i bulls erano proprio zero.
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
Jordan dopo tre anni aveva P. Jackson, Pippen e Grant, Cartwright, Winter e Paxson dopo un anno.
Stesso discorso Curry, di cosa mai avrebbe potuto lamentarsi? Dopo tre anni Klay, Draymond, Barnes, l'anno dopo Iguo e quello dopo mi pare Kerr e lui neanche era una star nei primi tre anni.
Quello partito peggio per assurdo era Bird ma anche lì anche Auerbach non ha sbagliato un colpo e fatto tutto veloce.
Stesso discorso Curry, di cosa mai avrebbe potuto lamentarsi? Dopo tre anni Klay, Draymond, Barnes, l'anno dopo Iguo e quello dopo mi pare Kerr e lui neanche era una star nei primi tre anni.
Quello partito peggio per assurdo era Bird ma anche lì anche Auerbach non ha sbagliato un colpo e fatto tutto veloce.
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
Jack ha scritto: 16/02/2023, 11:11 Jordan dopo tre anni aveva P. Jackson, Pippen e Grant, Cartwright, Winter e Paxson dopo un anno.
Stesso discorso Curry, di cosa mai avrebbe potuto lamentarsi? Dopo tre anni Klay, Draymond, Barnes, l'anno dopo Iguo e quello dopo mi pare Kerr e lui neanche era una star nei primi tre anni.
Quello partito peggio per assurdo era Bird ma anche lì anche Auerbach non ha sbagliato un colpo e fatto tutto veloce.
SI ma sono tutti discorsi post.
Phil e Pippen senza Jordan vincevano? E' facile dirlo ora che è andata così ma Phil non era ill coach che è adesso
stesso dicasi per Klay e Draymond etc
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
esatto.BomberDede ha scritto: 16/02/2023, 11:18Jack ha scritto: 16/02/2023, 11:11 Jordan dopo tre anni aveva P. Jackson, Pippen e Grant, Cartwright, Winter e Paxson dopo un anno.
Stesso discorso Curry, di cosa mai avrebbe potuto lamentarsi? Dopo tre anni Klay, Draymond, Barnes, l'anno dopo Iguo e quello dopo mi pare Kerr e lui neanche era una star nei primi tre anni.
Quello partito peggio per assurdo era Bird ma anche lì anche Auerbach non ha sbagliato un colpo e fatto tutto veloce.
SI ma sono tutti discorsi post.
Phil e Pippen senza Jordan vincevano? E' facile dirlo ora che è andata così ma Phil non era ill coach che è adesso
stesso dicasi per Klay e Draymond etc
Phil Jackson era assistente couch Doug Collins, tra l'altro per sua stessa ammissione in quel momento con zero prospettive di fare l'allenatore.
Pippen era quinta scelta ma non era ritenuto all'epoca chissà quale prospetto, tant'è che seattle lo scambiò tranquillamente per Polynice.

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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
BomberDede ha scritto: 16/02/2023, 11:18Jack ha scritto: 16/02/2023, 11:11 Jordan dopo tre anni aveva P. Jackson, Pippen e Grant, Cartwright, Winter e Paxson dopo un anno.
Stesso discorso Curry, di cosa mai avrebbe potuto lamentarsi? Dopo tre anni Klay, Draymond, Barnes, l'anno dopo Iguo e quello dopo mi pare Kerr e lui neanche era una star nei primi tre anni.
Quello partito peggio per assurdo era Bird ma anche lì anche Auerbach non ha sbagliato un colpo e fatto tutto veloce.
SI ma sono tutti discorsi post.
Phil e Pippen senza Jordan vincevano? E' facile dirlo ora che è andata così ma Phil non era ill coach che è adesso
stesso dicasi per Klay e Draymond etc
Ma il senso era fare il confronto con i coach e i compagni che sono passati in quel di Cleveland.
Quelli che ho nominati sono stati tra i più fortunati in tal senso perchè hanno avuto dirigenze che hanno scelto bene, in tempi rapidi e sia giocatori che allenatori. E la maggior parte di loro hanno finito per lamentarsi a caso comunque senza neanche capire quanto sono stati fortunati.
Per dire che anche Magic, Jordan, Kobe hanno rotto le palle e parliamo dei Lakers anni '80, dei Bulls anni '90 e dei Lakers con Shaq. E invece viene criticato Lebron che dopo sette anni lascia i Cavs.
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Re: Los Angeles Lakers ''The City of Angels, the City of Kobe''
non credo ci sia nessun campione NBA, che abbia vestito a lungo la canotta di un team, che non si sia lamentato di un allenatore X, giocatore Y.Jack ha scritto: 16/02/2023, 11:30BomberDede ha scritto: 16/02/2023, 11:18
SI ma sono tutti discorsi post.
Phil e Pippen senza Jordan vincevano? E' facile dirlo ora che è andata così ma Phil non era ill coach che è adesso
stesso dicasi per Klay e Draymond etc
Per dire che anche Magic, Jordan, Kobe hanno rotto le palle e parliamo dei Lakers anni '80, dei Bulls anni '90 e dei Lakers con Shaq. E invece viene criticato Lebron che dopo sette anni lascia i Cavs.
è nella natura delle cose che questo accada.
poi vero James non è stato fortunato, ma quando ci è tornato l'ambiente non era lo stesso?
o era cambiato qualcosa?
dai su, la storia di cleveland gulag nel quale non era possibile vincere l'abbiamo già discussa e superata spero tutti.
non reggeva prima questa teoria, figuriamoci dopo che ci è tornato ed ha vinto.
è lui che è cambiato, aveva tutt'altro tipo di maturità e sicurezza nei mezzi, che non aveva a 27 anni quando li ha mollati.