mario61 ha scritto: 27/06/2020, 22:36
esba ha scritto: 27/06/2020, 10:13
È una questione oltremodo soggettiva.
Come definire chi è stato il più forte calciatore della storia.
Per me Callas la più grande di sempre senza manco pensarci.
Lucianone no.
Gli preferisco altri interpreti.
Lui poi abbastanza ripudiato dagli snob putisti dell’opera, quando divenne una pop star mondiale.
concordo, Callas ha reinventato il canto. C'è un enorme divario tra il canto delle voci femminili prima della Callas e il canto dopo la Callas. A parte la tecnica, fenomenale, quello che mi impressiona della Callas è l'attenzione al fraseggio, la Callas riusciva a dare espressività alle frasi più banali, illuminando di significati ogni passaggio. Ci sono state dopo la Callas (prima no) altre cantanti fenomenali, ma ci sono state perchè hanno imparato la lezione della Callas e tuttora le interpretazioni della Callas sono insuperate. Peccato solo che sia durata poco (dal 1949 quando aveva 25 anni ed era già perfetta, al 1955-1958). Un po' è stata provata dal repertorio (era capace di cantare una sera parti da soprano leggero o lirico di agilità, e la sera dopo parti da soprano drammatico), ma probabilmente c'è stato un declino della muscolatura dovuta a una malattia degenerativa diagnosticata solo negli ultimi anni di vita (è morta a 54 anni) ma che probabilmente ha influito sulla sua capacità muscolare anche quando era in piena carriera.
Lucianone attenti a non sottovalutarlo, nei suoi anni migliori (1970-1979) in un certo repertorio (certo Puccini, Bellini) non aveva rivali. Se volete sentire un grande tenore sentite l'ultimo atto dei Puritani Decca 1975 cantato da Pavarotti e Sutherland. Se volete sentire una grande Boheme è sempre Pavarotti con Karajan Decca 1974 il riferimento.
Pavarotti tra il 1970 e il 1975 è stato probabilmente il numero uno al mondo (in particolare negli Stati Uniti dove ai primi posti delle classifiche operistiche c'erano solo dischi con Pavarotti), ma sicuramente non il migliore di tutti i tempi, e il Pavarotti successivo è calato molto.
Una cosa mi sento di dire del Pavarotti giovane, non sarà stato uno dei maggiori cantanti di tutti i tempi, ma aveva una voce di una bellezza strepitosa, lucente e facilissima. La sua pecca era la difficoltà nelle mezzevoci, unito a uno stile che se non era guidato da un grande direttore scadeva un po' nel canzonettistico.
PS. Io ascolto la Barcaccia dalla prima puntata del 1989, ma Stinchelli e Suozzo spesso mi fanno incazzare, hanno un gusto molto più verista del mio, adorano cantanti come Cappuccilli e Bastianini che a me sembrano molto carenti dal punto di vista stilistico (e che infatti cadono nei loro microscopi). E poi non sono mai contenti, se un contralto ha una voce dal timbro non scurissimo non va bene perchè non è un vero contralto, se ha un timbro scuro da vero contralto (come Ewa Podles o Bernadette Manca di Nissa) allora non va bene perchè, a detta loro, sembra un uomo.
Nei microscopi dovrebbero maggiormente mettere maggiormente l'accento sulle differenze stilistiche tra i vari interpreti, invece di misurarne le performance come se il canto fosse una gara sportiva e cercando sempre il "vincitore", cosa che trovo quasi irritante.
Poi c'è un'altra cosa che non sopporto della Barcaccia. Fanno spesso sentire per lunghi tratti sconosciuti che cantano malissimo e non sono ancora riuscito a capire perchè lo fanno. Può essere interessante sentire gli errori di un cantante famoso, oppure sentire un cantante sconosciuto che canta bene, ma se voglio sentire un cantante sconosciuto che canta malissimo mi basta aprire la bocca.
Premettendo che "de gustibus non sputazzandum est". Permettemi di dirti che abbiamo della stessa trasmissione delle sensibilità diverse.
Trasmissione che seguo anch'io dai primi anni 90 quando si chiamava il club dell'opera.
Gusto verista? Suozzo è un cultore del canto barocco, ambedue idolatrano Gigli, grande cantante, grande tecnica ma il suo falsettone sarebbe improponibile oggi.
Il microscopio ? Mi sono permesso di consigliarlo, per potere sviluppare una capacità critica rispetto alle voci, sia attuali che del tempo passato evitando topoi mediatici;basta ascoltare Karajan e Toscanini sullo stesso brano, per esempio;( non parlo di Muti, dovremmo aprire un capitolo a parte).
Torniamo alla struttura del microscopio; per loro scelta (o ti piace, o non ti piace, ma il programma è loro) il csd. vincitore è quello che , a loro sindacabile giudizio, rispetti i seguenti parametri: canti esattamente il pezzo come scritto dall'autore, sia aderente al personaggio; cioè un coltralto con la voce scura può essere credibile nella parte della "puttanona" Maddalena nel Rigoletto, sembri un travestito quanto interpreta parti di ventenni. Comunque , come rimarcano spesso, nessuno canta male o stonato, ma scelgono quello che più , sempre a loro parere, aderisce al personaggio sia vocale che interpretativo; lo scopo vorrebbe,anche , essere didattico, non solo verso gli ascoltatori ma anche verso i cantanti che vorrebbero o dovrebbero interpretare quella parte ( qui si apre un universo sulle interpretazioni, tagli, sensibilità ecc.).
Oramai da anni, il microscopio si divide in due parti: se l'aria è famosa vengono "studiate" le voci degli ultimi anni; e qui, concordo, si sentono anche cantati che steccano, ma non è colpa loro , sti qua steccano veramente.
Se l'aria è meno conosciuta, fanno un excursus nella storia.
Dal mio punto di vista più interessante.
Si smontano dei miti ,( la loro parte del programma chiamata "smeagol" * serve a questo).
Capisci quanto Caruso pur con i suoi difetti , sia stato un grande all'epoca, e quanto si può cominciare a parlare di cantanti solo dagli anni 30 in poi , come, pur nella temperie culturale attuale che ci fa esaltare il passato , i cantanti contemporanei , pur non raggiungendo i livelli di una Callas o di un Del Monaco, siano interpreti decisamente validi, oltre , e questo non guasta, avere una credibilità fisica ( ci sono delle gnocche che levati).
Bisognerebbe sempre ricordare che l'opera è uno spettacolo visivo, se no ti ascolti un disco e pace.
* Per non gli abituali fruitori del programma. La vena goliardica è una tipica caratteristica dei due conduttori. Questo ha provocato critiche , ma anche passioni , facendo della Barcaccia oltre a Prima Pagina uno dei programmi più longevi della storia della radio italiana.