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C'era una volta il Cinema
- joesox
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Re: C'era una volta il Cinema
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Republicans declared the Capitol attack on Jan. 6 “legitimate political discourse"
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Re: C'era una volta il Cinema
Morto Val Kilmer!! 


rodmanalbe82 ha scritto:Bonaz ridefinisce il concetto di "come lavorare a fine luglio"
ripper23 ha scritto:Bonaz porta la voglia di non fare un cazzo in ufficio a livelli ineguagliabili![]()
Bluto Blutarsky ha scritto:Annuntio vobis gaudium magnum, habemus Bonaz
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Re: C'era una volta il Cinema
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Re: C'era una volta il Cinema
L’aura che emanava in Heat. Poretto. RIP Val. 
BruceSmith ha scritto:in coppia con raid, hanno rispolverato il sempre attuale poliziotto buono - poliziotto cattivo, portandosi ai livelli di coppie leggendarie tipo Riggs-Martaugh, Cohle-Hart, Starsky-Hutch o ErMonnezza-Bombolo.
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Re: C'era una volta il Cinema
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Re: C'era una volta il Cinema
Non l'avevo riconosciuta la Judd. Me la ricordavo diversa, soprattutto recentemente mentre la inquadrano a bordocampo a Lawrence, KA.
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Re: C'era una volta il Cinema
ieri ho visto Americani (Glengarry Glen Ross), film del '92 con un cast clamoroso.
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Re: C'era una volta il Cinema
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Re: C'era una volta il Cinema

cc @frog, ovviamente.
devono lavorare sul trucco.

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Re: C'era una volta il Cinema
Diversi giorni di convalescenza forzata sul divano mi hanno permesso di spuntare qualche nome dal listone infinito di titoli da recuperare:
The substance
Bello, contento che un body horror fatto con questa perizia e questo entusiasmo arrivi al grande pubblico. Detto questo fatico a stracciarmi le vesti per un messaggio e un tema che sono vecchi più del cinema a momenti, affrontati decine di volte in passato, senza che in questo caso si dica nulla di particolarmente nuovo o originale. Un bel film horror, non leggiamoci più del poco riesce a trasmettere, non c'è ne bisogno per goderselo.
Ho poi scoperto che Coralie Fargeat è la regista di quella bombetta atomica che era "Revenge", contento si sia confermata su ottimi livelli.
Sanctuary
"The Big Kahuna" se avesse Margaret Qualley come protagonista e il tema a cui gira attorno tutto il film fosse una relazione BDSM. Non è vero le similitudini con il film con Kevin Spacey si fermano al fatto che stiamo tutto il tempo dentro una camera d'albergo e che si parla un sacco. Che dire mi son divertito, a me questi film teatrali quando scritti bene fanno proprio godere e qui mi sembra fili tutto per il verso giusto, anche il lato più comedy che viene fuori a un certo punto.
Boiling point
A me ha rotto un po' il cazzo questo descrivere qualunque cosa inerente il lavorare nelle cucine di un ristorante come il fottuto vietnam, quindi un giorno mi stuferò di questo filone, ma non oggi, perchè c'è un ora e mezza di Stephen Graham in piano sequenza che grugnendo ti porta a spasso con lui nella sua vita incasinata per un'intera nottata di servizio nel suo ristorante. Bello e adrenalinico il giusto, senza trascurare di raccontare due cose su come va il mondo.
Bagdad cafè
Deliziosa commedia tedesca che a suo tempo (fine anni 80) ebbe un grande successo. Un corpulenta signora tedesca arriva in un bar\motel su una strada in mezzo al Deserto del Mojave in California, dove incontrerà una sequela di personaggi surreali. Per un film in generale, ma in particolare per le commedie, indovinare il tono della storia è fondamentale, e qui la dolce malinconia che accompagna quelli che sono quasi episodi a se stanti montati uno dopo l'altro mi ha conquistato dal primo all'ultimo minuto. Devi entrarci in sintonia con un film del genere, ma se accetti le sue regole ti godi il viaggio.
Full time
Mamma single si arrabatta per far conciliare gli impossibili ritmi di vita da pendolare durante gli scioperi dei mezzi a Parigi, tentando di tenere in piedi famiglia e vita lavorativa. Drammone dove non puoi che empatizzare con la protagonista, a cui la sceneggiatura tira mazzate una dietro l'altra. Uno spaccato della vita di tante (troppe) persone oggi.
Dreams scenario
Attenzione, attenzione, Nicola Cage azzecca 1 film ogni 7-8 a cui partecipa, visto che non ha ancora trovato un copione a cui ritiene opportuno dire di no, ma quando capita vengono fuori queste performance qui, che ci ricordano che razza di talento sia. Giganteggia con una interpretazione trattenuta ma non minimalista, attraversando nello stesso film almeno 3-4 generi diversi dalla commedia surreale al dramma passando per momenti che flirtano con l'horror e con il fantasy, e mangiandosi la scena ogni singola volta. Aiutato da un film particolare, scritto benissimo ma che probabilmente solo lui e un altro paio potevano elevare a qualcosa di più. Ecco il film è scritto e diretto in maniera eccellente, ma per 3/4, perchè il regista è il norvegese Kristoffer Borgli autore di quella chicca di "Sick of Myself" e facendo il grande salto della pozza da un continente all'altro è probabile che da grandi poteri non siano derivate anche tutte le grandi responsabilità che avrebbe voluto, perchè ad occhio c'è stato qualche problema con il filnal cut, visto come si conclude (in malo modo) un film aveva tutto per diventare un istant cult.
Long Distance
La fantascienza d'azione a tinte horror che piace a noi. Corporation invia i suoi minatori a lavorare su un pianeta lontano, ovviamente per risparmiare tempo e carburante prende una scorciatoia che, sfiga, passa attraverso una tempesta di meteoriti che ovviamente farà precipitare l'astronave su un pianeta sconosciuto infestato da famelici ragni giganti. Solo 2 superstiti, uno dei quali con una gamba bloccata sotto la sua capsula, l'altro dovrà raggiungerlo per salvarlo. La trama è tutta qua. Meglio avere poche idee e lavorar bene su quelle rispetto ad averne tante e fare confusione. C'è una critica sociale (il minatore che va a salvare è attrezzato con un sistema operativo obsoleto rispetto alla dirigente che attende di essere salvata), c'è voglia di omaggiare i classici senza copiarli, c'è una vena comedy che sa scomparire nei momenti più drammatici e toccanti, c'è un ritmo sostenuto ma non frenetico, ci sono mostri fighi, e non ci si annoia mai, pur se con soli 2 attori in scena in pratica, c'è una ambientazione figa, ci sono scene action girate come dio comanda, c'è tanto amore per il genere e si vede. Non se lo è cagato nessuno, ma secondo me è uno di quei piccoli film che tiene sempre vivo e pulsante il cinema di genere, dimostrando che non servono i miliardi e le star assolute per fare degli ottimi lavori.
Nosferatu
Premessa, avevo aspettative fuori scala essendo un fanboy di Eggers dai suoi esordi, quindi sono rimasto un po' deluso.
Chiariamoci, rimane una gran bel film, roba che sarebbe la vetta di tante altre carriere, prende la storia di Nosferatu e riesce a raccontarla in un modo nuovo, andando ad abbracciare le origini folk horror e dandole un respiro nuovo che non sfigura vicino ai capolavori di Murnau ed Herzog, non è poco. Mette al centro la figura femminile come vera protagonista della storia, rivisita il look del vampiro in maniera convincente e quando c'è da affondare il coltello nell'horror si gode abbastanza con diverse scene da applausi a scena aperta. Però, però, però...la fotografia è eccezionale, ogni 10 secondi potresti staccare un frame e incorniciarlo sopra il letto, però personalmente queste secchiate di CGI desaturata mi hanno allontanato un po' dal film dal secondo 1, sicuramente è un problema mio, ma da un ossessionato dalla ricostruzione filologica come Eggers mi sarei aspettato un lavoro più "sporco" e vitale rispetto a questa ambientazione pulita e perfettina da videogioco. Inoltre Robert, davvero perchè mi tratti come uno scemo? Perchè spieghi tutto lo spiegabile? Lascia un po' di spazio all'interpretazione, al mistero e taglia quei 15 minuti che avrebbero reso il film ancora più grande.
Prima di vedere il lavoro di Eggers mi sono rivisto quello di Herzog e se per alcune cose risente del passare degli anni imho, per altre rimane un fottuto capolavoro, con alcune scene che rimarranno per sempre la prima cosa che mi verrà in mente quando leggerò la parola "Nosferatu"
Bad Hair
Esatto, un horror dove a farla da padrone sono dei capelli maledetti assettati di sangue, se non vi ho comprato con questa premessa non so che dirvi.
Siamo alla fine degli anni 80 e la storia si svolge nel mondo dello showbusiness losangelino, in un canale tv dedicato alla musica afroamericana. C'è una forte componente afro che per forza di cose credo mi faccia perdere diversi riferimenti, si parla in generale di segregazione, capitalismo, appropriazione culturale...un film di Jordan Peele meno autoriale e con meno pretese, che alterna scene horrorifiche più o meno convincenti, ma che alla fine intrattiene di gusto, grazie alle ottime interpretazioni di tutte le attrici e a runa fotografia rovinata che ho trovato irresistibile.
The substance
Bello, contento che un body horror fatto con questa perizia e questo entusiasmo arrivi al grande pubblico. Detto questo fatico a stracciarmi le vesti per un messaggio e un tema che sono vecchi più del cinema a momenti, affrontati decine di volte in passato, senza che in questo caso si dica nulla di particolarmente nuovo o originale. Un bel film horror, non leggiamoci più del poco riesce a trasmettere, non c'è ne bisogno per goderselo.
Ho poi scoperto che Coralie Fargeat è la regista di quella bombetta atomica che era "Revenge", contento si sia confermata su ottimi livelli.
Sanctuary
"The Big Kahuna" se avesse Margaret Qualley come protagonista e il tema a cui gira attorno tutto il film fosse una relazione BDSM. Non è vero le similitudini con il film con Kevin Spacey si fermano al fatto che stiamo tutto il tempo dentro una camera d'albergo e che si parla un sacco. Che dire mi son divertito, a me questi film teatrali quando scritti bene fanno proprio godere e qui mi sembra fili tutto per il verso giusto, anche il lato più comedy che viene fuori a un certo punto.
Boiling point
A me ha rotto un po' il cazzo questo descrivere qualunque cosa inerente il lavorare nelle cucine di un ristorante come il fottuto vietnam, quindi un giorno mi stuferò di questo filone, ma non oggi, perchè c'è un ora e mezza di Stephen Graham in piano sequenza che grugnendo ti porta a spasso con lui nella sua vita incasinata per un'intera nottata di servizio nel suo ristorante. Bello e adrenalinico il giusto, senza trascurare di raccontare due cose su come va il mondo.
Bagdad cafè
Deliziosa commedia tedesca che a suo tempo (fine anni 80) ebbe un grande successo. Un corpulenta signora tedesca arriva in un bar\motel su una strada in mezzo al Deserto del Mojave in California, dove incontrerà una sequela di personaggi surreali. Per un film in generale, ma in particolare per le commedie, indovinare il tono della storia è fondamentale, e qui la dolce malinconia che accompagna quelli che sono quasi episodi a se stanti montati uno dopo l'altro mi ha conquistato dal primo all'ultimo minuto. Devi entrarci in sintonia con un film del genere, ma se accetti le sue regole ti godi il viaggio.
Full time
Mamma single si arrabatta per far conciliare gli impossibili ritmi di vita da pendolare durante gli scioperi dei mezzi a Parigi, tentando di tenere in piedi famiglia e vita lavorativa. Drammone dove non puoi che empatizzare con la protagonista, a cui la sceneggiatura tira mazzate una dietro l'altra. Uno spaccato della vita di tante (troppe) persone oggi.
Dreams scenario
Attenzione, attenzione, Nicola Cage azzecca 1 film ogni 7-8 a cui partecipa, visto che non ha ancora trovato un copione a cui ritiene opportuno dire di no, ma quando capita vengono fuori queste performance qui, che ci ricordano che razza di talento sia. Giganteggia con una interpretazione trattenuta ma non minimalista, attraversando nello stesso film almeno 3-4 generi diversi dalla commedia surreale al dramma passando per momenti che flirtano con l'horror e con il fantasy, e mangiandosi la scena ogni singola volta. Aiutato da un film particolare, scritto benissimo ma che probabilmente solo lui e un altro paio potevano elevare a qualcosa di più. Ecco il film è scritto e diretto in maniera eccellente, ma per 3/4, perchè il regista è il norvegese Kristoffer Borgli autore di quella chicca di "Sick of Myself" e facendo il grande salto della pozza da un continente all'altro è probabile che da grandi poteri non siano derivate anche tutte le grandi responsabilità che avrebbe voluto, perchè ad occhio c'è stato qualche problema con il filnal cut, visto come si conclude (in malo modo) un film aveva tutto per diventare un istant cult.
Long Distance
La fantascienza d'azione a tinte horror che piace a noi. Corporation invia i suoi minatori a lavorare su un pianeta lontano, ovviamente per risparmiare tempo e carburante prende una scorciatoia che, sfiga, passa attraverso una tempesta di meteoriti che ovviamente farà precipitare l'astronave su un pianeta sconosciuto infestato da famelici ragni giganti. Solo 2 superstiti, uno dei quali con una gamba bloccata sotto la sua capsula, l'altro dovrà raggiungerlo per salvarlo. La trama è tutta qua. Meglio avere poche idee e lavorar bene su quelle rispetto ad averne tante e fare confusione. C'è una critica sociale (il minatore che va a salvare è attrezzato con un sistema operativo obsoleto rispetto alla dirigente che attende di essere salvata), c'è voglia di omaggiare i classici senza copiarli, c'è una vena comedy che sa scomparire nei momenti più drammatici e toccanti, c'è un ritmo sostenuto ma non frenetico, ci sono mostri fighi, e non ci si annoia mai, pur se con soli 2 attori in scena in pratica, c'è una ambientazione figa, ci sono scene action girate come dio comanda, c'è tanto amore per il genere e si vede. Non se lo è cagato nessuno, ma secondo me è uno di quei piccoli film che tiene sempre vivo e pulsante il cinema di genere, dimostrando che non servono i miliardi e le star assolute per fare degli ottimi lavori.
Nosferatu
Premessa, avevo aspettative fuori scala essendo un fanboy di Eggers dai suoi esordi, quindi sono rimasto un po' deluso.
Chiariamoci, rimane una gran bel film, roba che sarebbe la vetta di tante altre carriere, prende la storia di Nosferatu e riesce a raccontarla in un modo nuovo, andando ad abbracciare le origini folk horror e dandole un respiro nuovo che non sfigura vicino ai capolavori di Murnau ed Herzog, non è poco. Mette al centro la figura femminile come vera protagonista della storia, rivisita il look del vampiro in maniera convincente e quando c'è da affondare il coltello nell'horror si gode abbastanza con diverse scene da applausi a scena aperta. Però, però, però...la fotografia è eccezionale, ogni 10 secondi potresti staccare un frame e incorniciarlo sopra il letto, però personalmente queste secchiate di CGI desaturata mi hanno allontanato un po' dal film dal secondo 1, sicuramente è un problema mio, ma da un ossessionato dalla ricostruzione filologica come Eggers mi sarei aspettato un lavoro più "sporco" e vitale rispetto a questa ambientazione pulita e perfettina da videogioco. Inoltre Robert, davvero perchè mi tratti come uno scemo? Perchè spieghi tutto lo spiegabile? Lascia un po' di spazio all'interpretazione, al mistero e taglia quei 15 minuti che avrebbero reso il film ancora più grande.
Prima di vedere il lavoro di Eggers mi sono rivisto quello di Herzog e se per alcune cose risente del passare degli anni imho, per altre rimane un fottuto capolavoro, con alcune scene che rimarranno per sempre la prima cosa che mi verrà in mente quando leggerò la parola "Nosferatu"
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Siamo alla fine degli anni 80 e la storia si svolge nel mondo dello showbusiness losangelino, in un canale tv dedicato alla musica afroamericana. C'è una forte componente afro che per forza di cose credo mi faccia perdere diversi riferimenti, si parla in generale di segregazione, capitalismo, appropriazione culturale...un film di Jordan Peele meno autoriale e con meno pretese, che alterna scene horrorifiche più o meno convincenti, ma che alla fine intrattiene di gusto, grazie alle ottime interpretazioni di tutte le attrici e a runa fotografia rovinata che ho trovato irresistibile.
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Re: C'era una volta il Cinema
https://www.youtube.com/watch?v=4iyr2rhbXNQ
Questa scena spiega benissimo la differenza fra un artista di grande talento (Eggers) e un genio (Herzog).
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Re: C'era una volta il Cinema
Bluto Blutarsky ha scritto: 04/04/2025, 10:58
https://www.youtube.com/watch?v=4iyr2rhbXNQ
Questa scena spiega benissimo la differenza fra un artista di grande talento (Eggers) e un genio (Herzog).
Quella ovviamente, l'arrivo della nave, il viaggio verso il castello, tutte le scene della peste (argomento che Eggers ha lasciato molto più laterale, mentre Herzog ha posto al centro della storia), i topi... vabbè

Qualche mese fa ho rivisto pure "Aguirre furore di Dio", magnifico.
Mentre attendo di trovare il giusto momento per "Fitzcarraldo", uno di quei 2-3 film per cui nutro quasi un timore reverenziale tanto li amo.
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Re: C'era una volta il Cinema
So di attirarmi critiche ma per me Triangle of Sadness è un grosso no. Ne avevo sempre rimandato la visione, seppur apprezzando parecchio il suo The Square, quindi non partivo con aspettative brutali, ma ho faticato parecchio nella visione.
L'ho trovato un film girato in modo irritante. E sottolineo questo perché è propri il modo con cui ha scelto di raccontare le cose che mi ha fatto veramente andar giù di traverso la visione. Pesante. Trascinato. Immagino che parte dell'irritazione sia voluta, anche vedendo i personaggi messi in scena, ma ogni atto concluderlo è stato un impegno grosso.
The Square mi pareva più a fuoco, nonostante anche lì il minutaggio abbondante e addirittura la lingua svedese lol. Qui ne apprezzo il messaggio e lo sfondo critico, innegabile e alza pure il mio giudizio finale, ma il come l'ha girato boh. Tedioso.
L'ho trovato un film girato in modo irritante. E sottolineo questo perché è propri il modo con cui ha scelto di raccontare le cose che mi ha fatto veramente andar giù di traverso la visione. Pesante. Trascinato. Immagino che parte dell'irritazione sia voluta, anche vedendo i personaggi messi in scena, ma ogni atto concluderlo è stato un impegno grosso.
The Square mi pareva più a fuoco, nonostante anche lì il minutaggio abbondante e addirittura la lingua svedese lol. Qui ne apprezzo il messaggio e lo sfondo critico, innegabile e alza pure il mio giudizio finale, ma il come l'ha girato boh. Tedioso.
BruceSmith ha scritto:in coppia con raid, hanno rispolverato il sempre attuale poliziotto buono - poliziotto cattivo, portandosi ai livelli di coppie leggendarie tipo Riggs-Martaugh, Cohle-Hart, Starsky-Hutch o ErMonnezza-Bombolo.
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Re: C'era una volta il Cinema
Triangle Of Sadness è orrendo. Prolisso, con metafore banali e critiche semplicistiche, caciarone. Un paciugo.