Gio ha scritto: 06/03/2025, 22:20DODO29186 ha scritto: 06/03/2025, 19:45
Le alternative ci sono, ma in alcuni campi sono molto limitate. Andrebbero create, ma questo richiede tempo. Poi dipende sempre dal tema: di cosa si parla? Munizionamento o mezzi? Pallottole o missili? Carri o aerei? Armi o sistemi? Più si va su sistemi complessi, più diventa difficile trovare qualcosa che non abbia componenti americane. E ogni sostituzione va testata con molta attenzione prima di essere validata. Poi io concordo che servirebbero tecnologie europee, qualcosa c’è già, ma svilupparne di nuove richiede tempo e denaro e se al secondo si può rimediare, con il primo non ci sono grandi scorciatoie. Proprio per questo la situazione è difficile.
Veramente, oltre al tempo, non ci sarebbero manco i soldi. L'industria bellica americana e` stata messa su principalmente con tanti soldi, e la maggior parte publici, quando i soldi c'erano, adesso e` praticamente tutta privata, ma senza un principale acquirente (il governo americano) anche loro non vanno da nessuna parte. Sviluppare sistemi d'arma e` facile, avere i fondi per iniziarne la produzione e un acquirente con fondi illimitati, quello e` il problema.
Sì, ma l’obiettivo strategico mica è quello di competere con l’industria bellica americana, bensì avere un deterrente ad ulteriori azioni aggressive della Russia di Putin. Certo che servono soldi in entrambi i casi, ma sono due ordini di grandezza ben differenti.
Più che soldi illimitati, serve un acquirente capace di garantire al produttore un ROI adeguato, altrimenti semplicemente non conviene aumentare la produzione se i conti non tornano. Considerando che la maggioranza degli Stati europei condividono questa necessità, non mi sembra ci sia un problema di domanda, al massimo di garanzia di sostenibilità della stessa nel tempo.
Ma scavando un po’ più a fondo, credo che il vero problema sia che sulla carta tutti approvano il principio di specializzazione e collaborazione per aumentare la produzione europea contendendo i costi; ma a conti fatti, ognuno degli attori principali cerca di spingere affinché siano soprattutto i propri campioni nazionali a progettare e produrre anziché quelli degli altri, preferendo essere un produttore piuttosto che un mero compratore. Comprensibile, ma se va così e partono i veti, ognuno farà per sé e addio al principio di specializzazione, all’efficientamento produttivo ed al contenimento dei costi.
E ancora una volta si paleserebbe il vero problema: quello politico, in cui ogni Paese risulterebbe incapace di subordinare le proprie necessità ed interessi interni a quelli comuni europei.