anto ha scritto: 14/10/2022, 14:06Fdb ha scritto: 14/10/2022, 9:29 Se però cerchi di cambiare le cose lavorando eticamente, ti dicono che devi accettare le regole e non vuoi essere competitivo.
Parlo in generale e non per forza del Milan, si cerca sempre di iniziare da qualche parte, in Italia pare averlo fatto il Milan, se ci sono storture di sistema non bisogna per forza cedere specie e se sei un "top club", i rossoneri hanno mandato a stendere prima l'eminenza grigia Mendes e poi Raiolone ed hanno vinto comunque uno scudetto.
Io non ti conosco, e tu magari sei in assoluta buonafede.
Di solito questo discorso nasconde un'ipocrisia rivoltante.
Il mondo del calcio è totalmente deregolamentato, e se pensiamo ad una seria riforma, attualmente, siamo oltre l'utopia.
Abbiamo già ampiamente sforato nel concetto di comicità.
Le riforme non possono partire dal basso.
Non sta al Milan, club di peso ma pur sempre un secchio d'acqua all'interno dell'oceano, riformare le cose.
Servirebbe(utopia eh? Lo so benissimo) una legislazione sovranazionale che porti alla creazione di una lega europea.
Servirebbe la creazione di un ffp che non sia una farsa, un meccanismo che finisce con il cementare le distanze tra club; esattamente l'obiettivo opposto per il quale era stato concepito.
Riforme distante secoli, perché prevalgono corruzione ed interessi particolari.
A quel punto, all'interno di un mondo regolamentato, acquisterebbero senso le realtà di fondi che vogliono fare business con il calcio.
Per ora questo discorso non esiste, e se non cambiano le cose non esisterà in futuro.
Non solo non sarà un club a cambiare questa situazione, ma si arriverà al paradosso di club che si fanno scudo degli assurdi meccanismi esistenti, sbandierando una moralizzazione inesistente(e prendendoti invece bellamente per il culo), ma continando lo stesso a dichiarsi lanciati verso le vette del movimento.
Per ora, e si va verso direzioni sempre più estreme, non ci sono segnali di riforme in altri sensi, non si può fare business con il calcio ed al tempo stesso essere competitivi.
Il calcio ti da visibilità, a prezzo di grandi investimenti.
Soldi e visibilità solo in rarissimi casi.
Soldi, visibilità e competitività? Mai.
Se già metti business e calcio nella stessa frase parti dalla malafede, gli sport non nascono per il business è semmai il secondo che si interessa al calcio perchè vede un potenziale mercato da sfruttare.
Le rivoluzioni partono anche dal basso ma fino a quando tra i presidenti di A ci saranno gente del calibro di Ferrero, Lotito e DeLaurentis avrai sempre lo stesso risultato, il movimento calcio in questo momento ha due possibilità:
1 regolamentare i trasferimenti in maniera chirurgica, parametrizzando le valutazioni dei giocatori (almeno la valutazione di partenza), ponendo fine alle richieste folli dei procuratori, familiari etc.
2 continuare così fino al collasso