steve ha scritto: 01/06/2022, 9:24 Se l'operazione finanziaria che porta il Milan da Elliott a RedBird è quella delineata oggi dal quotidiano La Verità Affari (e in parte anche dal Sole 24 Ore), qualche domanda è lecito porsela. Finanziarsi all'esterno non è un delitto, anzi è la norma: però si torna allo schema con cui Elliott nel 2017 ha prestato a Yonghong Li il denaro necessario per rilevare il Milan da Fininvest, salvo subentrare un anno più tardi per insolvenza del cinese. Nessun paragone tra il passato e il presente, ma è evidente che viene meno buona parte del dibattito su Singer che lascia il club in mani salde e scegliendo l'operazione più conveniente per garantire il club stesso. E' vero che il Milan apparentemente non viene caricato di alcun debito, ma è incontestabile che una nuova proprietà che mette di suo 300 milioni su 1,3 miliardi e il resto se lo fa prestare andrà analizzata con grande attenzione nei suoi movimenti gestionali.
Questo articolo però non analizza la parte fondamentale dell'operazione ma solo quella tecnica. Essendo che i soldi praticamente glieli "presta" Elliott, lo schema è si simile ma lo sviluppo della vicenda sarà molto diverso negli intenti e soprattutto è diverso il guadagno dei Singer, che sarebbe in questo caso sia sul ritorno dei soldi anticipati (300 milioni) che sugli interessi (al 15%) che RedBird gli dovrà, cioè rimangono proprietari ma senza i "doveri" dei proprietari.
Mentre il cinese si sapeva benissimo chi era, e quale sarebbe stato il suo ruolo, qui lo scenario è diverso. RedBird paga l'affitto del Milan per poter costruire lo stadio e da li speculare, con Elliott che rimane nell'ombra a sorvegliare.
(ed ecco perchè hanno scelto gli americani e non gli arabi che invece volevano il controllo totale)