@rowiz @joesox vi taggo per rispondere ad entrambi.
Partiamo dal presupposto che per me l’invasione dell’Afghanistan nel 2001 aveva poco di missione umanitaria o di esportazione di democrazia, infatti non ebbe la benedizione esplicita dell’ONU, era una normale guerra di aggressione a cui poi è stata fatta una bella lavata di faccia per giustificarla ex-post.
Detto ciò, distinguiamo due tipi di interventi: quello fatto per tutelare se stessi o per tutelare gli interessi dei cittadini di un altro Stato.
Nel primo caso è ovviamente legittimo intervenire per difendersi da aggressioni terroristiche, e accetto anche il ragionamento di attaccare Stati che semplicemente accolgono gruppi terroristici anche senza essere direttamente coinvolti, ma bisogna definirla per quello che è: una guerra e basta.
Nel secondo caso, la domanda a monte di tutto è: possiamo davvero noi stabilire cosa sia meglio per gli altri? Certo, a chiunque qui sul forum sembra lampante che per una ragazza sia meglio andare all’Università e avere Instagram piuttosto che essere segregata in casa con un marito che non vuole, ma siamo sicuri che il modo migliore per arrivare a questo sia andare lì e dire “adesso vi facciamo vedere come si fa e voi prendete appunti”?
A me sembra che per vent’anni abbiamo fatto nuotare qualcuno con i braccioli, poi un giorno all’improvviso glieli abbiamo tolti e ci siam sorpresi vedendo che annegava.
Io vorrei che le ragazze afghane andassero all’Università perché per il padre, il nonno, il fratello è nell’ordine delle cose, non perché devono adeguarsi ad uno standard occidentale, perché poi rischi di generare il fenomeno opposto di rigetto dell’invasore.
Noi nel nostro piccolo ne abbiamo la dimostrazione, perché su tante battaglie civili tra la legge e la sua accettazione sociale ne è passato di tempo, perché puoi anche rendere legale il divorzio ma poi devi far sì che la società accetti il fatto che una donna non è una meretrice per il solo fatto di averlo chiesto.
Quindi per rispondere a rowiz secondo me noi dall’esterno possiamo fare ben poco, possiamo accoglierli e sperare che i nostri ideali democratici facciano breccia sempre di più nella loro cultura per avere una “contaminazione” che porti ad una coscienza diffusa, ma nulla di più.
Scusate per la lunghezza
