lelomb ha scritto: 07/01/2021, 17:13
Spree ha scritto: 07/01/2021, 16:46
La teoria sarà nota, ma tu non l'hai capita tantissimo mi pare.
Nessuno parla di giustificare. Capire i fenomeni sarebbe un po' importante, proprio perché se no finisce che finiamo come 100 anni fa.
Tu ne parli come se fosse una questione morale - "ricevibile". E' una questione analitica.
Però molto meglio pensare che il problema sia risolvibile riducendolo a "sono stronzi fascisti, tutti, e irrecuperabili (magari con l'elettroshock). Funzionerà sicuramente.,
Ma no spree l'ho capita, ti danno i rudimenti in quinta elementare ora con il ciclo unico di storia in 3za media, se uno non vuol capire deve far quanto meno apposta.
E la comprensione dei fenomeni sociologici è un processo bellissimo, ma mi son rotto il cazzo di veder gente che gira con le felpe di auschwitz e in qualche modo giustificar, che non è giustificare lo so, ma mi vien prurito comunque, sta cosa come prodotto della società e delle storture che questo o quel sistema hanno prodotto.
Sto gran cazzo, sei una merda e basta.
A na certa la responsabilità individuale andrà messa dove deve stare, cioè davanti a tutto o continueremo a nascondere sta marmaglia nelle pieghe dell'umanità.
Non facciamo finta di credere che un contesto socioeconomicoculturale a loro più favorevole li trasforma nei novelli Rousseau e Voltaire che poi si riparte dal via come a sto giro
Si fa pure torto a tutti quelli che nella stessa società con le stesse difficoltà han determinato outcome diversi.
Boldato uno: a parte che ovviamente no, la responsabilità individuale non sta davanti a tutto perché altrimenti aveva ragione la Thatcher. Che per i neonazi e quelli che attaccano i parlamenti non ci siano scusanti e la loro responsabilità individuale sia evidente e grave, è ovvio. Nessuno dice il contrario, quindi sbagli bersaglio. Cioè non c'entra niente col discorso che faccio io - è vero, ma non cambia niente di una virgola.
Boldato due: ma chi ha detto una stronzata del genere? Non servono 50 milioni di novelli Rousseau e Voltaire.
Ancora: qui si parla di cause profonde, movimenti epocali, strutture. Non me ne frega niente di mettere questa gente in carcere e buttare la chiave. Mi frega di capire come si può evitare che il razzismo estremista e nazionalista e violento si diffonda; come evitare che invece che 5 milioni, in America quei fanatici siano 10; e che invece di 20 milioni, quelli disposti a votare per Trump siano 80.
L'individuo, in queto discorso, è irrilevante. Il discorso sull'individuo può essere morale e giuridico - ma appunto, sono temi diversi.
Ti chiedevo perchè in genere questi discorsi si riducono per lo più alle differenze economiche e non includono altri fattori: perchè sono considerati i più decisivi? i più facili da differenziare? i più "misurabili"?
Non era una critica al tuo discorso, anzi, ma più una richiesta di analisi sul perchè le condizioni economiche sono così preponderanti in questi discorsi sulle classi.
(spero di essermi spiegato meglio :D )
Mah, ti direi:
1- Marxismo. L'impostazione di molta sociologia e storiografia (e scienza politica) è analiticamente - non politicamente - marxista. Quindi l'economia è struttura, fondante, primaria. Il resto ne dipende, o quasi. Poi chiaro ci sono grosse sfumature, ma quest'impostazione di fondo ha molta forza.
2- Come dicevo prima, c'è una questione di opportunità. Se il discorso si riduce a "il 50% della popolazione è razzista, nazionalista, odia i gay e le donne e i musulmani", dove cazzo vai? Diventi rossobruno? Come ne esci? Si cerca di concentrarsi su quello che si pensa di poter cambiare senza conseguenze nefaste per enormi strati svantaggiati della popolazione, con il vantaggio che è anche la cosa giusta da fare