C'era una volta il Cinema
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Re: C'era una volta il Cinema
Quando ho trovato in giro la director's cut ovviamente me la sono presa immediatamente e altrettanto velocemente guardata, ovviamente le parti originali non sono state doppiate e purtroppo non è stato possibile il restauro della pellicola. Comunque concordo che è un peccato aver "perso" quelle scene, anzi sono stato molto contento che sia stata mandata in TV la versione completa, credo sia la prima volta che succede.
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Re: C'era una volta il Cinema
Buccaneer ha scritto: 08/07/2020, 18:45 Quando ho trovato in giro la director's cut ovviamente me la sono presa immediatamente e altrettanto velocemente guardata, ovviamente le parti originali non sono state doppiate e purtroppo non è stato possibile il restauro della pellicola. Comunque concordo che è un peccato aver "perso" quelle scene, anzi sono stato molto contento che sia stata mandata in TV la versione completa, credo sia la prima volta che succede.
prima solo su sky, e ancor prima al cinema qualche anno fa.
è un film scritto in 12 anni, c'è tanta di quella roba e di teorie dentro (del tempo, del sogno, oltre a tutto lo studio storico e letterario dell'america di varie epoche) che la prima volta che lo vedi è quasi impossibile accorgersi di tutti i passaggi.
per esempio solo nel teatrino d'ombre nell'oppieria cinese ci sono raffigurate le lotte tra il bene/male, i segni primordiali della nascita del cinema etc etc...e sono circa 20 secondi di film forse...piuttosto marginali

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Re: C'era una volta il Cinema
Brian_di_Nazareth ha scritto: 08/07/2020, 18:25Noodles ha scritto: 08/07/2020, 18:08
no mai, sono tutte scene inedite.
è stato scorsese il supervisore del recupero di tutti i fotogrammi.
purtroppo per via del lungo tempo passato la pellicola si è rovinata e la qualità video ne risente.
in realtà di materiale inedito ce ne era di più, circa 35 minuti, ma non sono stati capaci di recuperare tutto proprio per la qualità della celluloide.
inizialmente Leone pensava ad una doppia uscita al cinema di 2h e 15 minuti l'una.
(tipo Loro di sorrentino)
bocciata ovviamente.
ha dovuto tagliare diverse scene tra cui un intero personaggio, che è la direttrice del cimitero nonchè attrice allora molto popolare (louise fletcher) con la quale leone si dovette scusare personalmente e varie su Joe Pesci (che avrebbero chiarito meglio un passaggio importante del film: perchè Max tradisce e scappa) e varie di Eve (Darlanne Fluegel) che secondo me, nel suo amore totale verso Noodles (e non corrisposto), era un personaggio molto interessante.
questo è uno dei film più imponenti della storia del cinema, con la peggiore distribuzione possibile per via degli errori arcinoti.
Si sottoscrivo la tua ultima frase che era il mio concetto di fondo.
Film distribuito in maniera orrida....montaggio boh....
Come dici tu, il personaggio di Pesci purtroppo massacrato.
Quando Max e Noodles escono dall'ospedale per andare in Florida, si incrocia Pesci con aria complice che si aggira per l'ospedale.
Ultima volta che si vede nella pellicola.
Si intuisce che si emetterà d'accordo con il politico e il sindacalista....ma manca una discreta parte di film.
Anche aver aggiunto il dialogo finale tra Max e il sindacalista è un enorme plus al film. E scommetto che c'era di più anche nel finale.
il sindacalismo, per come viene mostrato, rappresenta per Leone la fine di un certo tipo di ideologia.
che parte con c'era una volta il west ('Verranno altri Morton... e la faranno sparire'), passando per Giù la Testa ('all'inizio credevo in tante cose, tutte...e alla fine credo solo nella dinamite') fino a Jimmy Mani pulite che per ottenere qualcosa oltrepassa il limite della legalità.
la percezione quindi del socialismo nel primo film è reale ma in declino, in giù la testa si è estinta lasciando spazio alla rabbia (dinamite) e in c'era una volta in america questo vuoto si è istituzionalizzato: il sindacato non difende più i lavoratori ma se stesso, attraverso manovre illecite.
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Re: C'era una volta il Cinema
A proposito di questo mi sono messo a leggere il libro di Raimondo Luraghi sulla storia della guerra civile americana(bellissimo son 1200 pagine) e pure lì tutti vengono chiamati negri.BruceSmith ha scritto:mi è capitato di leggere vecchi libri comprati dai miei ai tempi (forse era Faulkner, non ricordo bene): nella traduzione viene usata la parola negro. non come insulto, ma al posto di nero o di colore.
(e 'siamo i watussi gli altissimi negri', dove lo mettiamo?)
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Re: C'era una volta il Cinema
Io ricordo ancora un tema alle elementari in cui la maestra mi segnò come errore la parola neri perché io non volevo scrivere negri dato che mi sembrava dispregiativo...
rodmanalbe82 ha scritto:Bonaz ridefinisce il concetto di "come lavorare a fine luglio"
ripper23 ha scritto:Bonaz porta la voglia di non fare un cazzo in ufficio a livelli ineguagliabili![]()
Bluto Blutarsky ha scritto:Annuntio vobis gaudium magnum, habemus Bonaz
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Re: C'era una volta il Cinema
Grottesco forte Favolacce.
voto sospeso in attesa di metabolizzare
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rodmanalbe82 ha scritto:Bonaz ridefinisce il concetto di "come lavorare a fine luglio"
ripper23 ha scritto:Bonaz porta la voglia di non fare un cazzo in ufficio a livelli ineguagliabili![]()
Bluto Blutarsky ha scritto:Annuntio vobis gaudium magnum, habemus Bonaz
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Re: C'era una volta il Cinema
come sospettavo dal termine del lockdown è drasticamente diminuita la quantità di film che riesco a vedere.
e rileggendo le recensioni in arrivo forse anche la qualità.
miles davis: birth of the cool (netflix): doc ben fatto su uno dei più grandi jazzisti della storia. ci sono tutti gli snodi chiave della sua carriera, manca solo la musica. tante le canzoni nella colonna sonora, nessuna che duri più di 10 secondi, causa abuso di interviste e parlati vari. non c'è improvvisazione, né emozione, l'antitesi del jazz insomma ***
corpo e anima: bombetta ungherese su due emarginati che lavorano in un mattatoio. scoprono di essere destinati ad amarsi, ma scoprono anche quanto sia difficile farlo nel quotidiano. è un film pieno di silenzi, di tenerezza, di sogni, di sangue e di cervi. a tratti mi ha ricordato il kim ki-duk di inizio millennio, quello che con un gesto insignificante sapeva spalancarti mondi. indubbiamente manieristico soprattutto nella scena del tentato suicidio, ma è un difetto minore ****
sorry to bother you: concordo in larga parte con la recensione di @albizup letta qualche settimana fa. surreale e spassoso, sembra il film di uno che non ha quasi mai visto cinema in vita sua, e di conseguenza dirige e monta un po' come gli pare. il che è un bene, anche se nel finale rischia pericolosamente di deragliare, incapace di scegliere che tono dare all'epilogo. affronta con grande leggerezza il tema bianchi/neri, ma soprattutto il tema neri/neri (comunità, obblighi, compromessi, ecc). adatto a tutti ***/
un uragano all'improvviso (netflix): ho pensato che la combo tette di alex daddario + tette di kate upton fosse garanzia di successo. e ovviamente mi sbagliavo. francamente intollerabile *
piccole donne: che questa roba sia stata scritta e diretta da greta gerwig, acclamata a livello internazionale e apprezzata su questo forum mi dice probabilmente che non capisco nulla di cinema. passi l'abuso di flashback senza alcuna utilità narrativa, passi l'insopportabile colonna sonora di canzonette al piano, passi anche la scelta di rimettere in scena una storia che è stata raccontata giusto quelle 700 volte al cinema. ma in questo film manca proprio un elemento centrale: il conflitto. l'unico conflitto di tutta la storia dura 2 minuti, poi una rischia di morire e tornano tutti ad amarsi come prima. pallosissimo **
XIII emendamento (netflix): documentario molto puntuale sulla scelta sistematica e bipartisan di criminalizzare le minoranze e aumentare così la popolazione carceraria di svariati milioni in meno di un secolo. diretto da ava duvernay ***/
the help: storia di una aspirante giornalista/scrittrice che vuole dar voce alle maid afro-americane nel sud degli stati uniti. ne viene fuori un affresco spietato delle famiglie bianche e benestanti presso cui lavorano. film un po' didascalico, ma interessante ***/
è per il tuo bene (netflix): nel cast c'è giallini e volevo capire a che punto sta la commedia italiana intergenerazionale. diciamo che stavo bene anche prima di vederlo **
trash (netflix): vorrebbe assomigliare a cidade de deus, ma è la dimostrazione di come per fare un buon film non bastino le buone intenzioni. i buchi narrativi sono grossi come ossobuchi (cit), i dialoghi imbarazzanti e il finale stucchevole. ho faticato a finirlo **
i weirdo: visto in anteprima internazionale grazie al far east film festival, è un'altra piccola storia d'amore su due reietti, incapaci di vivere con gli altri perché affetti da disturbo ossessivo-compulsivo. girato integralmente con un iphone, ricorda in molte inquadrature i film di wes anderson. bello tecnicamente e non banale nel tema che affronta ***/
e rileggendo le recensioni in arrivo forse anche la qualità.
miles davis: birth of the cool (netflix): doc ben fatto su uno dei più grandi jazzisti della storia. ci sono tutti gli snodi chiave della sua carriera, manca solo la musica. tante le canzoni nella colonna sonora, nessuna che duri più di 10 secondi, causa abuso di interviste e parlati vari. non c'è improvvisazione, né emozione, l'antitesi del jazz insomma ***
corpo e anima: bombetta ungherese su due emarginati che lavorano in un mattatoio. scoprono di essere destinati ad amarsi, ma scoprono anche quanto sia difficile farlo nel quotidiano. è un film pieno di silenzi, di tenerezza, di sogni, di sangue e di cervi. a tratti mi ha ricordato il kim ki-duk di inizio millennio, quello che con un gesto insignificante sapeva spalancarti mondi. indubbiamente manieristico soprattutto nella scena del tentato suicidio, ma è un difetto minore ****
sorry to bother you: concordo in larga parte con la recensione di @albizup letta qualche settimana fa. surreale e spassoso, sembra il film di uno che non ha quasi mai visto cinema in vita sua, e di conseguenza dirige e monta un po' come gli pare. il che è un bene, anche se nel finale rischia pericolosamente di deragliare, incapace di scegliere che tono dare all'epilogo. affronta con grande leggerezza il tema bianchi/neri, ma soprattutto il tema neri/neri (comunità, obblighi, compromessi, ecc). adatto a tutti ***/
un uragano all'improvviso (netflix): ho pensato che la combo tette di alex daddario + tette di kate upton fosse garanzia di successo. e ovviamente mi sbagliavo. francamente intollerabile *
piccole donne: che questa roba sia stata scritta e diretta da greta gerwig, acclamata a livello internazionale e apprezzata su questo forum mi dice probabilmente che non capisco nulla di cinema. passi l'abuso di flashback senza alcuna utilità narrativa, passi l'insopportabile colonna sonora di canzonette al piano, passi anche la scelta di rimettere in scena una storia che è stata raccontata giusto quelle 700 volte al cinema. ma in questo film manca proprio un elemento centrale: il conflitto. l'unico conflitto di tutta la storia dura 2 minuti, poi una rischia di morire e tornano tutti ad amarsi come prima. pallosissimo **
XIII emendamento (netflix): documentario molto puntuale sulla scelta sistematica e bipartisan di criminalizzare le minoranze e aumentare così la popolazione carceraria di svariati milioni in meno di un secolo. diretto da ava duvernay ***/
the help: storia di una aspirante giornalista/scrittrice che vuole dar voce alle maid afro-americane nel sud degli stati uniti. ne viene fuori un affresco spietato delle famiglie bianche e benestanti presso cui lavorano. film un po' didascalico, ma interessante ***/
è per il tuo bene (netflix): nel cast c'è giallini e volevo capire a che punto sta la commedia italiana intergenerazionale. diciamo che stavo bene anche prima di vederlo **
trash (netflix): vorrebbe assomigliare a cidade de deus, ma è la dimostrazione di come per fare un buon film non bastino le buone intenzioni. i buchi narrativi sono grossi come ossobuchi (cit), i dialoghi imbarazzanti e il finale stucchevole. ho faticato a finirlo **
i weirdo: visto in anteprima internazionale grazie al far east film festival, è un'altra piccola storia d'amore su due reietti, incapaci di vivere con gli altri perché affetti da disturbo ossessivo-compulsivo. girato integralmente con un iphone, ricorda in molte inquadrature i film di wes anderson. bello tecnicamente e non banale nel tema che affronta ***/
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Re: C'era una volta il Cinema
SafeBet ha scritto: 13/07/2020, 14:09 combo tette di alex daddario + tette di kate upton (...) probabilmente che non capisco nulla di cinema


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Re: C'era una volta il Cinema
Domanda, Nino Manfredi è sottovalutato? Mi sembra non venga quasi mai citato quando si parla dei giganti del nostro cinema, rimanendo alla sua generazione si parla (giustamente) sempre tantissimo di Tognazzi, Gassman, Sordi... e mi pare lui rimanga sempre un passo indietro nella considerazione generale.
Negli ultimi tempi ho avuto occasione di recuperare alcuni suoi film minori che non avevo mai visto:
El verdugo - La ballata del boia
Film spagnolo sulla pena di morte, con un Manfredi mattatore assoluto, costretto a diventare boia suo malgrado e dilaniato per tutto il film dal ribrezzo per un lavoro che considera inumano e la necessità di mantenere la famiglia. Film a mio avviso splendido per come affronta l'argomento, senza portare aventi una tesi precisa, ma lavorandoti ai fianchi e provando a farti entrare nei panni di un uomo in balia dei suoi demoni e delle sue paure.
Per grazia ricevuta
Qui Manfredi è alla sua prima e unica prova da regista ed è tutto fuorchè il film che ti aspetteresti da un esordiente, prende un tema complesso e spinoso come quello della religione e la sua influenza su un animo semplice e lo declina su un personaggio grottesco quasi, devastato dal senso di colpa sessuale e irrisolto sotto molteplici punti di vista. Non si ride quasi mai, e se lo si fa capita solo in situazioni grottesche che mettono a disagio. Dal punto di vista stilistico osa tanto, rischia la confusione in diversi momenti, ma sperimenta, prova e in 2 ore parla di libertà sessuale come pochissimi hanno fatto nel cinema italiano.
Il gaucho
Nino in un ruolo secondario, ma perfetta spalla di un Gassman assoluto protagonista in questo film di Risi su due personaggi tipici della commedia all'italiana, entrambi incapaci di trovare una propria stabilità e un proprio posto nel mondo.
A cavallo della tigre
Manfredi in questo film di Comencini è il protagonista, supportato da Mario Adorf e da Volontè. Un altro film dove interpreta un uomo irrisolto, che non trova il suo posto nel mondo, nè dentro al carcere nè in famiglia, preda di uomini più decisi di lui e della corrente degli eventi che lo trascina senza che lui possa mai realmente opporsi per trovare la propria strada autonomamente. Un film duro, dai tratti neorealistici.
A questi film "minori" poi vanno ovviamente aggiunti i suoi lavori più famosi da "Brutti sporchi e cattivi" a "Pane e cioccolata", "Cafè express", "C'eravamo tanto amati", "Operazione San Gennaro" etc.
Sempre tornando ad un paragone coi suoi contemporanei Gassman, Tognazzi e Sordi mi sembra un attore meno "invasivo" se mi passate il pessimo termine, lavora più sulla leggerezza che sull'eccesso, ma allo stesso tempo è in possesso di una personalità e un carisma che gli permettono di tenere la scena con chiunque e di reggere tranquillamente interi film sulle proprie spalle cambiando pelle a seconda delle esigenze.
@MarkoJaric mi pare fosse un appassionato di Manfredi, se hai chicche più nascoste della sua lunga filmografia spara pure
Negli ultimi tempi ho avuto occasione di recuperare alcuni suoi film minori che non avevo mai visto:
El verdugo - La ballata del boia
Film spagnolo sulla pena di morte, con un Manfredi mattatore assoluto, costretto a diventare boia suo malgrado e dilaniato per tutto il film dal ribrezzo per un lavoro che considera inumano e la necessità di mantenere la famiglia. Film a mio avviso splendido per come affronta l'argomento, senza portare aventi una tesi precisa, ma lavorandoti ai fianchi e provando a farti entrare nei panni di un uomo in balia dei suoi demoni e delle sue paure.
Per grazia ricevuta
Qui Manfredi è alla sua prima e unica prova da regista ed è tutto fuorchè il film che ti aspetteresti da un esordiente, prende un tema complesso e spinoso come quello della religione e la sua influenza su un animo semplice e lo declina su un personaggio grottesco quasi, devastato dal senso di colpa sessuale e irrisolto sotto molteplici punti di vista. Non si ride quasi mai, e se lo si fa capita solo in situazioni grottesche che mettono a disagio. Dal punto di vista stilistico osa tanto, rischia la confusione in diversi momenti, ma sperimenta, prova e in 2 ore parla di libertà sessuale come pochissimi hanno fatto nel cinema italiano.
Il gaucho
Nino in un ruolo secondario, ma perfetta spalla di un Gassman assoluto protagonista in questo film di Risi su due personaggi tipici della commedia all'italiana, entrambi incapaci di trovare una propria stabilità e un proprio posto nel mondo.
A cavallo della tigre
Manfredi in questo film di Comencini è il protagonista, supportato da Mario Adorf e da Volontè. Un altro film dove interpreta un uomo irrisolto, che non trova il suo posto nel mondo, nè dentro al carcere nè in famiglia, preda di uomini più decisi di lui e della corrente degli eventi che lo trascina senza che lui possa mai realmente opporsi per trovare la propria strada autonomamente. Un film duro, dai tratti neorealistici.
A questi film "minori" poi vanno ovviamente aggiunti i suoi lavori più famosi da "Brutti sporchi e cattivi" a "Pane e cioccolata", "Cafè express", "C'eravamo tanto amati", "Operazione San Gennaro" etc.
Sempre tornando ad un paragone coi suoi contemporanei Gassman, Tognazzi e Sordi mi sembra un attore meno "invasivo" se mi passate il pessimo termine, lavora più sulla leggerezza che sull'eccesso, ma allo stesso tempo è in possesso di una personalità e un carisma che gli permettono di tenere la scena con chiunque e di reggere tranquillamente interi film sulle proprie spalle cambiando pelle a seconda delle esigenze.
@MarkoJaric mi pare fosse un appassionato di Manfredi, se hai chicche più nascoste della sua lunga filmografia spara pure

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Re: C'era una volta il Cinema
Manfredi aveva una sensibilità ed eleganza fuori dal comune, mai volgare.
nemmeno quando si è trovato in film volgari.
i miei preferiti sono 'Pane e Cioccolata', Brutti sporchi e cattivi e 'quelle strane occasioni' (film a episodi)...e tanti altri ovviamente.
In Elio Germano rivedo qualcosa della sua recitazione.
nemmeno quando si è trovato in film volgari.
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Re: C'era una volta il Cinema
Concordo sul grande Nino anche se sottolineo che fatico a trovare un personaggio più volgare di Giacinto Mazzatella.Noodles ha scritto:Manfredi aveva una sensibilità ed eleganza fuori dal comune, mai volgare.
nemmeno quando si è trovato in film volgari.
i miei preferiti sono 'Pane e Cioccolata', Brutti sporchi e cattivi e 'quelle strane occasioni' (film a episodi)...e tanti altri ovviamente.
In Elio Germano rivedo qualcosa della sua recitazione.
SOLITO POST AGGRESSIVO...cit
alla riscossa stupidi, che i fiumi sono in piena, potete stare a galla...
https://twitter.com/dannyvietti/status/ ... 48193?s=21
alla riscossa stupidi, che i fiumi sono in piena, potete stare a galla...
https://twitter.com/dannyvietti/status/ ... 48193?s=21
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Re: C'era una volta il Cinema
esba ha scritto: 14/07/2020, 11:23Concordo sul grande Nino anche se sottolineo che fatico a trovare un personaggio più volgare di Giacinto Mazzatella.Noodles ha scritto: Manfredi aveva una sensibilità ed eleganza fuori dal comune, mai volgare.
nemmeno quando si è trovato in film volgari.
i miei preferiti sono 'Pane e Cioccolata', Brutti sporchi e cattivi e 'quelle strane occasioni' (film a episodi)...e tanti altri ovviamente.
In Elio Germano rivedo qualcosa della sua recitazione.
veramente con volgarità intendevo altro

comunque ok

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Re: C'era una volta il Cinema
Secondo me dal punto di vista dell'istinto comico, fra tutti quelli della sua generazione Manfredi era il più bravo. Più di Tognazzi, più di Sordi, più di Gassman. Magari gli altri hanno lasciato tracce più profonde e si sono accreditati di più come attori a tutto tondo, ma lui nei ruoli da attore brillante è in assoluto quello che mi piace di più, e che mi sembra meno invecchiato.
Un po' come Troisi nella generazione dopo: i Benigni e i Verdone hanno fatto di più (in questo caso anche per causa di forza maggiore), ma l'istinto di Troisi era unico. La perfezione assoluta nei tempi comici e nelle espressioni.
@PENNY, oltre ai film che hai citato, ti consiglio quelli che Manfredi ha fatto con Luigi Magni, soprattutto Nell'anno del Signore, e l'esilarante Straziami ma di baci saziami di Dino Risi.
Già che parliamo di comici, unpopular opinion: Paolo Villaggio > Alberto Sordi.
Un po' come Troisi nella generazione dopo: i Benigni e i Verdone hanno fatto di più (in questo caso anche per causa di forza maggiore), ma l'istinto di Troisi era unico. La perfezione assoluta nei tempi comici e nelle espressioni.
@PENNY, oltre ai film che hai citato, ti consiglio quelli che Manfredi ha fatto con Luigi Magni, soprattutto Nell'anno del Signore, e l'esilarante Straziami ma di baci saziami di Dino Risi.
Già che parliamo di comici, unpopular opinion: Paolo Villaggio > Alberto Sordi.
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Re: C'era una volta il Cinema
Oltre a Fantozzi intendi?