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NBA, il topic generalista

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da Mich » 28/04/2020, 17:28

PENNY ha scritto: 28/04/2020, 16:43
Mich ha scritto: 28/04/2020, 16:13Se si vuole parlare dei dominatori del gioco di oggi quali James, Leonard, KD (ovviamente non solo ma nella mia classifica questi sarebbero 1, 2 e 3), già solo questi hanno lo stesso punto in comune.

Esatto, però per me ci facciamo troppo influenzare dai soliti 3-4 nomi che sono sì i volti dell'Nba attuale, ma non fanno una tendenza così generalizzata.

Per curiosità ho preso i rooster dall'ASG 96 e 2016 e ho contato quelle che potremmo definire "bandiere" :

96
Olajuwon
Robinson
Malone
Stockton
Jordan
Ewing
Miller

Pippen è un ni per me, ha avuto diversi anni importanti anche dopo i Bulls

2016
Kobe
Curry
Thompson
Green
Wade
Lowry

20 anni di differenza, eppure stelle ancora legate alla propria franchigia ne troviamo.    


Ci sono alcune differenze però. La prima è che non è solo questione di numeri ma di mentalità. I vari James, Leonard, KD, Davis son tutti giocatori sui quali si possono costruire franchigie vincenti (su Lowry e Green forse un po' meno): quanti di questi giocatori così in quell'epoca si sarebbero comportati allo stesso modo? Il problema non è contare chi resta ma chi va via. Perché nel primo caso non ci sarebbero problemi, ci potremmo mettere anche Lillard e la sua fedeltà ai Blazers, oppure RW che è stato scambiato ma che non ha mai chiesto di lasciare OKC da quanto si sappia (e dimentico sicuramente altri).
Il punto è che oggi ci sono dei colossi che cambiano squadra come nulla fosse fino a cambiare la mappa della lega. Gli ultimi 2 anni sono stati sconvolgenti con LA e NY (guarda caso) che hanno assistito a vere e proprie riunioni a tavolino di star.
Draft, trade e FA (i tre modi per acquisire giocatori) non hanno lo stesso peso in percentuale di allora, credo sia palese.

Seconda differenza: l'importanza di rincorrere la vittoria a prescindere dalla squadra. Conta quanti giocatori riportati nel '96 non abbiano vinto e quanti non abbiano vinto di quelli del 2016.
In pratica, diventare bandiera di una squadra vincente è sempre stato più facile. Diventarlo di una che non vince oggi diciamo che è più difficile.

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da PENNY » 28/04/2020, 17:53

Mich ha scritto: 28/04/2020, 17:28
PENNY ha scritto: 28/04/2020, 16:43

Esatto, però per me ci facciamo troppo influenzare dai soliti 3-4 nomi che sono sì i volti dell'Nba attuale, ma non fanno una tendenza così generalizzata.

Per curiosità ho preso i rooster dall'ASG 96 e 2016 e ho contato quelle che potremmo definire "bandiere" :

96
Olajuwon
Robinson
Malone
Stockton
Jordan
Ewing
Miller

Pippen è un ni per me, ha avuto diversi anni importanti anche dopo i Bulls

2016
Kobe
Curry
Thompson
Green
Wade
Lowry

20 anni di differenza, eppure stelle ancora legate alla propria franchigia ne troviamo.    


Ci sono alcune differenze però. La prima è che non è solo questione di numeri ma di mentalità. I vari James, Leonard, KD, Davis son tutti giocatori sui quali si possono costruire franchigie vincenti (su Lowry e Green forse un po' meno): quanti di questi giocatori così in quell'epoca si sarebbero comportati allo stesso modo? Il problema non è contare chi resta ma chi va via. Perché nel primo caso non ci sarebbero problemi, ci potremmo mettere anche Lillard e la sua fedeltà ai Blazers, oppure RW che è stato scambiato ma che non ha mai chiesto di lasciare OKC da quanto si sappia (e dimentico sicuramente altri).
Il punto è che oggi ci sono dei colossi che cambiano squadra come nulla fosse fino a cambiare la mappa della lega. Gli ultimi 2 anni sono stati sconvolgenti con LA e NY (guarda caso) che hanno assistito a vere e proprie riunioni a tavolino di star.
Draft, trade e FA (i tre modi per acquisire giocatori) non hanno lo stesso peso in percentuale di allora, credo sia palese.

Seconda differenza: l'importanza di rincorrere la vittoria a prescindere dalla squadra. Conta quanti giocatori riportati nel '96 non abbiano vinto e quanti non abbiano vinto di quelli del 2016.
In pratica, diventare bandiera di una squadra vincente è sempre stato più facile. Diventarlo di una che non vince oggi diciamo che è più difficile.

La conta dell ASG era un po' una boutade, niente di scientifico sia chiaro. Per me il discorso dei colossi è vero, ma parliamo sempre e solo di 2 - 3 nomi: James, Durant, Leonard. Ma ne abbiamo altri della stessa generazione o di quella precedente che non hanno ma voluto cambiato squadra.
I colossi cambiavano squadra anche prima: Barkley, Payton, Drexler... Tutta gente che giocava playoff da protagonista e finali NBA, altro livello per dire rispetto a un Paul George di oggi.

Tornando poi al solito confronto tra i due pesi massimi, una cosa da dire a difesa di James è che di motivi per cambiare ne ha avuti tanti più rispetto a un Jordan che si è trovato a giocare per la miglior dirigenza dell'NBA in pratica, avesse avuto quella dei Cavs molto probabilmente anche lui avrebbe salutato. Le bandiere rimangono dove possono vincere, non ricordo bandiere di squadre gestite completamente a cazzo, le bandiere stanno dove ci sono i dirigenti migliori (negli ultimi 20 anni Lakers per tanto tempo, Spurs, Mavs, Heat, Warriors...),in caso contrario oggi come negli 90 prendevano e salutavano.

Antony Davis avrebbe chiesto la cessione anche negli anni 90 dopo tutto quel tempo passato a giocare per una franchigia oscena, così come probabilmente avrebbe fatto Ewing se si fosse trovato nei Knicks post 2000 o Duncan negli Spurs di inizio 90.

Si va a cicli e ogni caso fa un po' storia a sé a mio avviso

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da Mich » 28/04/2020, 18:12

PENNY ha scritto: 28/04/2020, 17:53
Mich ha scritto: 28/04/2020, 17:28

Ci sono alcune differenze però. La prima è che non è solo questione di numeri ma di mentalità. I vari James, Leonard, KD, Davis son tutti giocatori sui quali si possono costruire franchigie vincenti (su Lowry e Green forse un po' meno): quanti di questi giocatori così in quell'epoca si sarebbero comportati allo stesso modo? Il problema non è contare chi resta ma chi va via. Perché nel primo caso non ci sarebbero problemi, ci potremmo mettere anche Lillard e la sua fedeltà ai Blazers, oppure RW che è stato scambiato ma che non ha mai chiesto di lasciare OKC da quanto si sappia (e dimentico sicuramente altri).
Il punto è che oggi ci sono dei colossi che cambiano squadra come nulla fosse fino a cambiare la mappa della lega. Gli ultimi 2 anni sono stati sconvolgenti con LA e NY (guarda caso) che hanno assistito a vere e proprie riunioni a tavolino di star.
Draft, trade e FA (i tre modi per acquisire giocatori) non hanno lo stesso peso in percentuale di allora, credo sia palese.

Seconda differenza: l'importanza di rincorrere la vittoria a prescindere dalla squadra. Conta quanti giocatori riportati nel '96 non abbiano vinto e quanti non abbiano vinto di quelli del 2016.
In pratica, diventare bandiera di una squadra vincente è sempre stato più facile. Diventarlo di una che non vince oggi diciamo che è più difficile.

La conta dell ASG era un po' una boutade, niente di scientifico sia chiaro. Per me il discorso dei colossi è vero, ma parliamo sempre e solo di 2 - 3 nomi: James, Durant, Leonard. Ma ne abbiamo altri della stessa generazione o di quella precedente che non hanno ma voluto cambiato squadra.
I colossi cambiavano squadra anche prima: Barkley, Payton, Drexler... Tutta gente che giocava playoff da protagonista e finali NBA, altro livello per dire rispetto a un Paul George di oggi.

Tornando poi al solito confronto tra i due pesi massimi, una cosa da dire a difesa di James è che di motivi per cambiare ne ha avuti tanti più rispetto a un Jordan che si è trovato a giocare per la miglior dirigenza dell'NBA in pratica, avesse avuto quella dei Cavs molto probabilmente anche lui avrebbe salutato. Le bandiere rimangono dove possono vincere, non ricordo bandiere di squadre gestite completamente a cazzo, le bandiere stanno dove ci sono i dirigenti migliori (negli ultimi 20 anni Lakers per tanto tempo, Spurs, Mavs, Heat, Warriors...),in caso contrario oggi come negli 90 prendevano e salutavano.

Antony Davis avrebbe chiesto la cessione anche negli anni 90 dopo tutto quel tempo passato a giocare per una franchigia oscena, così come probabilmente avrebbe fatto Ewing se si fosse trovato nei Knicks post 2000 o Duncan negli Spurs di inizio 90.

Si va a cicli e ogni caso fa un po' storia a sé a mio avviso 

Jordan si è accorto di avere una grande dirigenza magari quando ha vinto però. Ma sono passati degli anni prima di vincere.
James avrà lasciato i Cavs causa dirigenza ma intanto ci è tornato quando c'erano Irving ed un'altra prima scelta al draft (da scambiare) su cui affiancarsi. 
Allo stesso modo che quelle di Lakers, Spurs, Mavs, Heat e Warriors siano grandi dirigenze le varie bandiere possono affermarlo col senno di poi dopo aver vinto.
E' meno grande la dirigenza dei Thunder che ha portato la squadra e KD più di una volta a sfiorare la vittoria? E' meno grande quella dei Raptors che addirittura con Leonard ha vinto pure?

PS: Io non so se oggi ad un Ewing basterebbero i risultati ottenuti con i Knicks di allora per convincerlo a restare. E come lui tanti altri.

 

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da Noodles » 28/04/2020, 18:21

PENNY ha scritto: 28/04/2020, 17:53
Mich ha scritto: 28/04/2020, 17:28 Ci sono alcune differenze però. La prima è che non è solo questione di numeri ma di mentalità. I vari James, Leonard, KD, Davis son tutti giocatori sui quali si possono costruire franchigie vincenti (su Lowry e Green forse un po' meno): quanti di questi giocatori così in quell'epoca si sarebbero comportati allo stesso modo? Il problema non è contare chi resta ma chi va via. Perché nel primo caso non ci sarebbero problemi, ci potremmo mettere anche Lillard e la sua fedeltà ai Blazers, oppure RW che è stato scambiato ma che non ha mai chiesto di lasciare OKC da quanto si sappia (e dimentico sicuramente altri).
Il punto è che oggi ci sono dei colossi che cambiano squadra come nulla fosse fino a cambiare la mappa della lega. Gli ultimi 2 anni sono stati sconvolgenti con LA e NY (guarda caso) che hanno assistito a vere e proprie riunioni a tavolino di star.
Draft, trade e FA (i tre modi per acquisire giocatori) non hanno lo stesso peso in percentuale di allora, credo sia palese.

Seconda differenza: l'importanza di rincorrere la vittoria a prescindere dalla squadra. Conta quanti giocatori riportati nel '96 non abbiano vinto e quanti non abbiano vinto di quelli del 2016.
In pratica, diventare bandiera di una squadra vincente è sempre stato più facile. Diventarlo di una che non vince oggi diciamo che è più difficile.

Tornando poi al solito confronto tra i due pesi massimi, una cosa da dire a difesa di James è che di motivi per cambiare ne ha avuti tanti più rispetto a un Jordan che si è trovato a giocare per la miglior dirigenza dell'NBA in pratica, avesse avuto quella dei Cavs molto probabilmente anche lui avrebbe salutato. Le bandiere rimangono dove possono vincere, non ricordo bandiere di squadre gestite completamente a cazzo, le bandiere stanno dove ci sono i dirigenti migliori (negli ultimi 20 anni Lakers per tanto tempo, Spurs, Mavs, Heat, Warriors...),in caso contrario oggi come negli 90 prendevano e salutavano.

Antony Davis avrebbe chiesto la cessione anche negli anni 90 dopo tutto quel tempo passato a giocare per una franchigia oscena, così come probabilmente avrebbe fatto Ewing se si fosse trovato nei Knicks post 2000 o Duncan negli Spurs di inizio 90.

Si va a cicli e ogni caso fa un po' storia a sé a mio avviso   
alcune cose: la chicago che sceglie Jordan nel 84 è forse ambiente peggiore dei cavs di James.
Jordan però non ha mollato mai l'osso e si è imputato affinchè vincesse con i bulls.
Non guardiamo oggi a cosa è Pippen per la storia della nba, guardiamiolo ad inizio carriera.
Mica era così facile da prevedere diventasse così forte.
si portava tanti dubbi pure lui.
e la finta emicrania di gara 7 era l'ultimo dei problemi.

James ha lasciato i cavs dopo una stagione da 60 W.
merito suo eh, ma non mancava molto alla vittoria finale specie con i celtici chiaramente in declino.
ma lui non voleva avere la possibilità di vincere l'anello, lui non ne poteva più e ha cercato l'assoluta certezza di vincerlo.
Il messaggio che ha mandato è stato il peggiore in senso assoluto e questa cosa in passato non sarebbe stata mai possibile.


poi è vero pure che tanti giocatori in passato se avessero potuto, avrebbero lasciato la franchigia.
ed invece per varie ragioni di cap e testa non fu possibile.

ma in numeri molto minori, c'era un attaccamento molto forte verso la squadra che ti sceglieva subito e una idea di progettualità (e pazienza) più a lungo raggio.
La nba di Magic e Bird è abituata alla vittoria ma anche alla sconfitta.
Guardate Magic nell'intervista post finals 91, molto tranquillo.

Jordan ha alzato talmente il livello della competizione da mettere una pressione tale sui futuri campioni nba fino ad arrivare, a livello culturale, alla non accettazione della sconfitta.
Kobe era uno di questi, e su questa cultura ci ha sbattuto il muso più volte prima di capire che pure Mj ha vissuto un percorso preciso.
James ne è stato vittima ugualmente, con forse la reazione peggiore.
(e durant più di tutti).

 

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da lebronpepps » 28/04/2020, 18:24

Krause ha cacciato Collins quando era il momento, Presti si è tenuto Brooks qualche anno di troppo ed ha perso Durant

Krause considerato alla stregua di Adolf Hitler, Presti considerato dio in terra

 

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da PENNY » 28/04/2020, 18:52

Mich ha scritto: 28/04/2020, 18:12
PENNY ha scritto: 28/04/2020, 17:53 

Jordan si è accorto di avere una grande dirigenza magari quando ha vinto però. Ma sono passati degli anni prima di vincere.
James avrà lasciato i Cavs causa dirigenza ma intanto ci è tornato quando c'erano Irving ed un'altra prima scelta al draft (da scambiare) su cui affiancarsi. 
Allo stesso modo che quelle di Lakers, Spurs, Mavs, Heat e Warriors siano grandi dirigenze le varie bandiere possono affermarlo col senno di poi dopo aver vinto.
E' meno grande la dirigenza dei Thunder che ha portato la squadra e KD più di una volta a sfiorare la vittoria? E' meno grande quella dei Raptors che addirittura con Leonard ha vinto pure?

PS: Io non so se oggi ad un Ewing basterebbero i risultati ottenuti con i Knicks di allora per convincerlo a restare. E come lui tanti altri.

  
Son grandi dirigenze perchè hanno sempre dato, o quasi, la possibilità alle proprie stelle di giocarsela ad alto livello, così come fa Portland con Lillard per esempio, non gli da una squadra da titolo, ma neanche da 12° posto.

Durant per me è un caso a parte, come detto reputo la sua scelta molto più indifendibile di quella di chiunque altro.

Jordan ha aspettato 7 anni per vincere, James dopo 7 anni ha mollato perchè giocava con dei carneadi da europa più che da NBA, non c'è paragone su quale dirigenza abbia lavorato meglio. 

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da PENNY » 28/04/2020, 18:59

Noodles ha scritto: 28/04/2020, 18:21
PENNY ha scritto: 28/04/2020, 17:53
 
alcune cose: la chicago che sceglie Jordan nel 84 è forse ambiente peggiore dei cavs di James.
Jordan però non ha mollato mai l'osso e si è imputato affinchè vincesse con i bulls.
Non guardiamo oggi a cosa è Pippen per la storia della nba, guardiamiolo ad inizio carriera.
Mica era così facile da prevedere diventasse così forte.
si portava tanti dubbi pure lui.
e la finta emicrania di gara 7 era l'ultimo dei problemi.

James ha lasciato i cavs dopo una stagione da 60 W.
merito suo eh, ma non mancava molto alla vittoria finale specie con i celtici chiaramente in declino.
ma lui non voleva avere la possibilità di vincere l'anello, lui non ne poteva più e ha cercato l'assoluta certezza di vincerlo.
Il messaggio che ha mandato è stato il peggiore in senso assoluto e questa cosa in passato non sarebbe stata mai possibile. 
Dai Nood, Jordan dopo 3 anni si vede arrivare Pippen, che ok non sarà stato quello del 96, ma parliamo di uno dei primi 20 - 30 della storia del gioco, James al settimo anno con i Cavs non l'aveva neanche intravisto uno così che lo aiutasse. 
Jordan aveva anche Grant, che da solo valeva tutti i compagni di quei Cavs schifosi che erano letteralmente solo Lebron.
James aveva fantocci in dirigenza che facevano quello che voleva lui (a Miami per esempio no), Jordan aveva Krause che licenziava il coach amico della sua superstar fregandosene. L'avrebbe potuto fare anche nella NBA di oggi? Credo di si, Jordan ha avuto la fortuna di averlo in squadra, James no.

Sbaglierò, ma credo che invertendo le situazioni anche Jordan avrebbe cambiato aria dopo 7 anni come quelli di James ai Cavs. La differenza è che non avrebbe chiamato Drexel per andare a giocare con lui probabilmente, ma quella è un altra storia.

Checcazzo non fatemi fare l'avvocato di Lebbrone dopo che per anni gli ho tirato merda addosso  :forza:

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da Jack » 28/04/2020, 19:02

A Lebron gli si può rimproverare la pagliacciata in diretta tv ma la Cleveland 2010 con M. Brown o B. Scott alla guida non aveva nessuna prospettiva, forse non vi ricordate bene il roster dei Cavs.

Essere scelti da una squadra che ha Jabbar, Wilkes, Nixon e Cooper e che al primo cambio di allenatore prende Riley è un po' più facile. Lo stesso discorso vale per Jordan che come Magic ha dimostrato nel post carriera che non ci capisce poi molto perchè è riuscito a lamentarsi di Krause, del fatto che siano arrivati Jackson e Winter, senza contare che i Bulls hanno presto preso Pippen, Grant e tutti gli altri.

La stessa narrativa su Bird è vera fino a un certo punto, un anno dopo di lui sono arrivati Parish e Mchale, uno dopo ancora Ainge e poi D. Johnson insomma quelli che almeno io considero i primi tre non avrebbero avuto proprio niente di cui lamentarsi e peraltro a parte Larry l'hanno anche fatto quindi se uno dopo 7-8 anni va via io non ci vedo niente di male. Ci ha addirittura pensato Duncan che era finito nella miglior organizzazione degli ultimi vent'anni.

Gli unici che sono rimasti sono i vari Stockton, Malone, Ewing, Olajuwon e Miller e a parte Hakeem che forse un titolo lo avrebbe vinto comunque non mi pare godano di grande stima a livello di vincenti etc. quindi da un certo punto di vista sono da ammirare però ci hanno rimesso forse qualcosa in termini di considerazione perchè conta solo vincere, poco conta che nessuno dei big a parte forse Olajuwon e Nowitzki l'abbia fatto sempre con la miglior squadra, organizzazione e coach (se non migliore sempre prime 2-3)

Anche Kobe per esempio finire nella squadra di Shaq con P. Jackson, Winter, West e tutti gli altri - Fisher, Horry - prima della fine del contratto da rookie mi sa che poteva andare peggio per uno uscito dall'high school.

Durant invece è indifendibile per quel che mi riguarda, scelta che non mi piace proprio, ha sbagliato anche la Nba, in ogni caso senza infortunio staremmo parlando di 3 Mvp consecutivi delle finali e nessuno che mai lo metterà in mezzo ad un discorso dei perdenti quindi alla fine probabilmente ha fatto anche bene a rovinarci lo show per quelle due, tre stagioni dal suo punto di vista.
 

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da Noodles » 28/04/2020, 20:18

PENNY ha scritto: 28/04/2020, 18:59
Noodles ha scritto: 28/04/2020, 18:21
alcune cose: la chicago che sceglie Jordan nel 84 è forse ambiente peggiore dei cavs di James.
Jordan però non ha mollato mai l'osso e si è imputato affinchè vincesse con i bulls.
Non guardiamo oggi a cosa è Pippen per la storia della nba, guardiamiolo ad inizio carriera.
Mica era così facile da prevedere diventasse così forte.
si portava tanti dubbi pure lui.
e la finta emicrania di gara 7 era l'ultimo dei problemi.

James ha lasciato i cavs dopo una stagione da 60 W.
merito suo eh, ma non mancava molto alla vittoria finale specie con i celtici chiaramente in declino.
ma lui non voleva avere la possibilità di vincere l'anello, lui non ne poteva più e ha cercato l'assoluta certezza di vincerlo.
Il messaggio che ha mandato è stato il peggiore in senso assoluto e questa cosa in passato non sarebbe stata mai possibile. 
Dai Nood, Jordan dopo 3 anni si vede arrivare Pippen, che ok non sarà stato quello del 96, ma parliamo di uno dei primi 20 - 30 della storia del gioco, James al settimo anno con i Cavs non l'aveva neanche intravisto uno così che lo aiutasse. 
Jordan aveva anche Grant, che da solo valeva tutti i compagni di quei Cavs schifosi che erano letteralmente solo Lebron.
James aveva fantocci in dirigenza che facevano quello che voleva lui (a Miami per esempio no), Jordan aveva Krause che licenziava il coach amico della sua superstar fregandosene. L'avrebbe potuto fare anche nella NBA di oggi? Credo di si, Jordan ha avuto la fortuna di averlo in squadra, James no.

Sbaglierò, ma credo che invertendo le situazioni anche Jordan avrebbe cambiato aria dopo 7 anni come quelli di James ai Cavs. La differenza è che non avrebbe chiamato Drexel per andare a giocare con lui probabilmente, ma quella è un altra storia.

Checcazzo non fatemi fare l'avvocato di Lebbrone dopo che per anni gli ho tirato merda addosso  :forza:

Pippen per diventare uno dei primi 30 del gioco ci ha messo del tempo :biggrin:
E non erano queste le premesse.
Anzi se ci si fosse basato su suoi primi anni l'impressione non era affatto quella. Ha avuto un crescita esponenziale in era Phil Jackson.
E Jordan non avrebbe mai lasciato Chicago.
Almeno non nel suo prime.
Era una cosa quasi impossibile all'epoca a meno che non ci fosse la volontà della dirigenza. Altra cosa assai difficile.
Krause ha tanti meriti ma anche tanti errori nella gestione del gruppo. Sicuro oggi non sarebbero stati usati come pretesto per lasciare? Temo proprio di sì.

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da PENNY » 28/04/2020, 20:29

Siamo d'accordo che esploderà dopo, ma già al 3° - 4° anno nella lega possiamo dire che Pippen (e pure Grant poi) fosse giocatore di svariati livelli sopra ai vari Mo Williams, Ilgauskas vecchio, Booby Gibson, Pavlovic, Jamison...? No perché il confronto va fatto con sta roba qua eh.

Jordan quasi fin dall'inizio ha avuto un supporting cast migliore di quello di James, per svariati motivi indipendenti dalla loro volontà, a me sembra abbastanza limpida come cosa. Ancora di più se guardiamo i rooster intorno al settimo anno dove Jordan vince il suo primo titolo mentre James si stufa e cambia aria.

Nn parlo del livello degli avversari o di cosa è successo dopo, mi limito a quella prima parte di carriera di entrambi

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da lebronpepps » 28/04/2020, 20:45

a 31 anni avevano lo stesso numero di titoli, l'altro ha visto Durant passare al nemico ed è finita la festa

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da Noodles » 28/04/2020, 20:54

PENNY ha scritto: 28/04/2020, 20:29Siamo d'accordo che esploderà dopo, ma già al 3° - 4° anno nella lega possiamo dire che Pippen (e pure Grant poi) fosse giocatore di svariati livelli sopra ai vari Mo Williams, Ilgauskas vecchio, Booby Gibson, Pavlovic, Jamison...? No perché il confronto va fatto con sta roba qua eh.

Jordan quasi fin dall'inizio ha avuto un supporting cast migliore di quello di James, per svariati motivi indipendenti dalla loro volontà, a me sembra abbastanza limpida come cosa. Ancora di più se guardiamo i rooster intorno al settimo anno dove Jordan vince il suo primo titolo mentre James si stufa e cambia aria.

Nn parlo del livello degli avversari o di cosa è successo dopo, mi limito a quella prima parte di carriera di entrambi

supporting cast migliore dal quarto anno, ossia dall'arrivo di Pippen.
che però ha cominciato ad essere un giocatore da quintetto al suo secondo anno, quindi al quinto complessivo di Jordan.

però tanto più lontani di james e i cavs dal vincere il titolo, perchè c'erano i celtics.
C'erano i pistons, i lakers etc etc

i cavs che james ha lasciato dopo 61 vittorie, è vero che non avevano un grande supporting cast, ma quanto gli mancava davvero?
un buon giocatore da firmare magari durante l'estate, non credo sarebbe stato un grosso problema.

a mio modo di vedere, bastava aspettare, 1 o 2 stagioni forse e James le finals le giocava di nuovo con i cavs.
I celtics oramai erano a pezzi (Così come i lakers) e senza il suo protagonismo difficilmente avremmo assistito alla formazione di una corazzata.

mia opinione eh, poi può essere che sarebbe rimasto a lungo senza centrare le finals.
ma ne dubito fortemente, era già in una squadra solida.

oppure vogliamo raccontarci che una squadra che centra 66 vittorie nel 2009 e 61 W nel 2010 non valeva nulla? 

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da Manuel80 » 28/04/2020, 21:02

Se prendiamo il roster dei Bulls, specialmente quello del primo ciclo, finché Pippen e Grant non si sono sviluppati, diciamo intorno al '90, nel roster c'era pochino eh.
Tutta gente che altrove è durata poco.

Se vogliamo trovare una scusa a LeBron è che a differenza di Jordan (e Kobe) non ha mai avuto una figura paterna o dei mentori o degli allenatori che lo abbiano stimolato.
Da quando ha 15-16 anni è il capo, ha sempre avuto dei lacchè, e per lui è normale vincere attraverso mosse da manager (vedi super team, vedi agente che fa da GM per sua squadra ecc).
Non è una colpa, è che è diverso.
Come singolo giocatore probabilmente, credendo ad evoluzione della specie è più forte di chiunque, ma avendo delle lacune di personalità non ha mai dominato come ha dominato Jordan.

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da Manuel80 » 28/04/2020, 21:04

Noodles ha scritto: 28/04/2020, 20:54
PENNY ha scritto: 28/04/2020, 20:29Siamo d'accordo che esploderà dopo, ma già al 3° - 4° anno nella lega possiamo dire che Pippen (e pure Grant poi) fosse giocatore di svariati livelli sopra ai vari Mo Williams, Ilgauskas vecchio, Booby Gibson, Pavlovic, Jamison...? No perché il confronto va fatto con sta roba qua eh.

Jordan quasi fin dall'inizio ha avuto un supporting cast migliore di quello di James, per svariati motivi indipendenti dalla loro volontà, a me sembra abbastanza limpida come cosa. Ancora di più se guardiamo i rooster intorno al settimo anno dove Jordan vince il suo primo titolo mentre James si stufa e cambia aria.

Nn parlo del livello degli avversari o di cosa è successo dopo, mi limito a quella prima parte di carriera di entrambi

supporting cast migliore dal quarto anno, ossia dall'arrivo di Pippen.
che però ha cominciato ad essere un giocatore da quintetto al suo secondo anno, quindi al quinto complessivo di Jordan.

però tanto più lontani di james e i cavs dal vincere il titolo, perchè c'erano i celtics.
C'erano i pistons, i lakers etc etc

i cavs che james ha lasciato dopo 61 vittorie, è vero che non avevano un grande supporting cast, ma quanto gli mancava davvero?
un buon giocatore da firmare magari durante l'estate, non credo sarebbe stato un grosso problema.

a mio modo di vedere, bastava aspettare, 1 o 2 stagioni forse e James le finals le giocava di nuovo con i cavs.
I celtics oramai erano a pezzi (Così come i lakers) e senza il suo protagonismo difficilmente avremmo assistito alla formazione di una corazzata.

mia opinione eh, poi può essere che sarebbe rimasto a lungo senza centrare le finals.
ma ne dubito fortemente, era già in una squadra solida.

oppure vogliamo raccontarci che una squadra che centra 66 vittorie nel 2009 e 61 W nel 2010 non valeva nulla? 

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Avrebbe vinto certamente, sia per epoca, sia perché così come poi ha attirato giocatori altrove, finiti Boston e LA come ciclo, la logica era che qualche buon giocatore avrebbe formato per Cleveland.

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Re: NBA, il topic generalista

Messaggio da PENNY » 28/04/2020, 21:24

Possibile abbiate ragione voi, non so.
Non so se avrebbe vinto sicuramente gli anni successivi, quella Cleveland era chiaro a tutti che se la giocava solo perché c'era lui e perché l'est faceva pena, il resto era imbarazzo e disagio, senza un secondo violino di alto livello nessuno l'avrebbe data favorita e ricordiamo che la gente a CLE non voleva andarci, lui ci aveva anche provato a reclutare qualcuno.

Per me si è trovato FA e dovendo firmare un contratto lungo semplicemente ha preferito andare altrove perché aveva zero fiducia che la dirigenza potesse procuragli un supporting cast adeguato sul lungo periodo e su questo fatico a dargli torto.
Infatti ha lisciato i Knicks che potevano renderlo davvero immortale e firmare con lui un altro big, ed è andato dal boss Riley, sinonimo di vittorie e affidabilità.

Jordan non aveva molto, ma comunque di più del buon Bron.

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