PENNY ha scritto: 28/04/2020, 16:43Mich ha scritto: 28/04/2020, 16:13Se si vuole parlare dei dominatori del gioco di oggi quali James, Leonard, KD (ovviamente non solo ma nella mia classifica questi sarebbero 1, 2 e 3), già solo questi hanno lo stesso punto in comune.
Esatto, però per me ci facciamo troppo influenzare dai soliti 3-4 nomi che sono sì i volti dell'Nba attuale, ma non fanno una tendenza così generalizzata.
Per curiosità ho preso i rooster dall'ASG 96 e 2016 e ho contato quelle che potremmo definire "bandiere" :
96
Olajuwon
Robinson
Malone
Stockton
Jordan
Ewing
Miller
Pippen è un ni per me, ha avuto diversi anni importanti anche dopo i Bulls
2016
Kobe
Curry
Thompson
Green
Wade
Lowry
20 anni di differenza, eppure stelle ancora legate alla propria franchigia ne troviamo.
Ci sono alcune differenze però. La prima è che non è solo questione di numeri ma di mentalità. I vari James, Leonard, KD, Davis son tutti giocatori sui quali si possono costruire franchigie vincenti (su Lowry e Green forse un po' meno): quanti di questi giocatori così in quell'epoca si sarebbero comportati allo stesso modo? Il problema non è contare chi resta ma chi va via. Perché nel primo caso non ci sarebbero problemi, ci potremmo mettere anche Lillard e la sua fedeltà ai Blazers, oppure RW che è stato scambiato ma che non ha mai chiesto di lasciare OKC da quanto si sappia (e dimentico sicuramente altri).
Il punto è che oggi ci sono dei colossi che cambiano squadra come nulla fosse fino a cambiare la mappa della lega. Gli ultimi 2 anni sono stati sconvolgenti con LA e NY (guarda caso) che hanno assistito a vere e proprie riunioni a tavolino di star.
Draft, trade e FA (i tre modi per acquisire giocatori) non hanno lo stesso peso in percentuale di allora, credo sia palese.
Seconda differenza: l'importanza di rincorrere la vittoria a prescindere dalla squadra. Conta quanti giocatori riportati nel '96 non abbiano vinto e quanti non abbiano vinto di quelli del 2016.
In pratica, diventare bandiera di una squadra vincente è sempre stato più facile. Diventarlo di una che non vince oggi diciamo che è più difficile.