Non è che il Zuccaro di turno si muove perché non gli piacciono le donne bionde, ed allora le mette sotto indagine sperando che il Parlamento faccia una legge contro di loro.Spree ha scritto: 28/06/2019, 20:22Gerry Donato ha scritto: 28/06/2019, 13:19Buona parte del diritto informatico e del web come oggi lo conosciamo, tanto per fare un esempio, nasce da iniziative giudiziarie andate a vuoto per assenza di legislazione, che hanno attivato postumo il legislatore.
Ed una parte delle leggi vigenti anche in Italia arrivano da decisioni giudiziarie di contesti di common low in cui (semplificando) il giudice arriva prima a legiferare sul nuovo evento o fenomeno.
Do per sottinteso che la denuncia giudiziaria in civil law non debba essere inventata di sana pianta, ma debba avere comunque un teorema accusatorio che evidentemente Zuccaro aveva. Sbagliato e non provato, ma esistente ai sensi del concetto di "notizia di reato" che è all'origine dell'obbligatorietà dell'azione penale.
Concentriamoci sulla seconda parte: "Sbagliato e non provato, ma esistente ai sensi del concetto". Se secondo voi è abbastanza per lanciare un'azione giudiziaria, vabbè. A me non pare. La questione non è il vuoto legislativo, è l'assenza di *specifiche leggi atte a punire un comportamento che non ci piace*. Non è proprio lo stesso.

L'azione penale parte dal fatto e transita verso il riferimento legislativo, ha bisogno di entrambi per diventare notizia di reato e quindi obbligatoria, ma parte dal comportamento e dal fenomeno.
Quello che intendevo è che un fatto ed un fenomeno che richiama elementi illeciti può non essere possibile da provare interamente nella fase pre-investigativa secondo la legislazione vigente o per motivi procedurali, e non è sempre riferibile interamente ad un reato esistente; o addirittura può essere illecito per analogia di un altro reato simile ed uguale, che non prevede però quella casistica specifica in esame. E per questi motivi non passa nemmeno la fase presso il GIP e va in archiviazione.
Penso a tutti quei reati informatici e del web, del tutto equiparabili ai già esistenti reati "telefonici" o mediatici, che non erano ancora perseguibili all'epoca in assenza di legislazione specifica.
Il problema principale di Zuccaro è stato probatorio e procedurale infatti: la Marina Militare ha portato all'attenzione i sospetti, ma gli investigatori incaricati anche da Minniti usavano le intercettazioni via etere/satellitare in ambito militare e lo facevano in acque libiche, prove non ammissibili in processo. Non c'erano cioè gli strumenti legislativi per indagare, ed il putiferio ovviamente ha reso pubblico il motivo del contendere rendendo vano qualsiasi altro tentativo.
Per me è un dovere del PM, partendo dal fenomeno, conferire tramite le varie audizioni col potere legislativo e comunque intraprendere l'azione giudiziaria, anche a costo di archiviazione, se esiste una fattispecie penale di legge equiparabile o assimilabile.
Anzi, nella sua accezione originaria, è una garanzia anche per la persona coinvolta, come poteva essere un'occasione per le stesse ONG sane (magari tutte) di fare subito chiarezza e mettersi a disposizione (ed il clamore è stato alimentato anche dalle reazioni scomposte di alcune di esse).
Purtroppo, e da Bluto in avanti l'avete detto molto bene e condivido, questa pratica nel tessuto italiano del tutto anomalo (per prevalente responsabilità di Berlusconi, ma la magistratura come si vede dall'attualità è tutt'altro che santa) è diventata non solo inapplicabile, ma in parte mostruosa.