Messaggio
da garylarson » 17/11/2018, 14:34
Partimmo da Bologna , io e la donna che mi convinse che la vita da scapolo era finita. Il periodo era quello di adesso, novembre, mese in cui la pianura padana dà il suo minimo sindacale. Dopo una serie di nomi di stazioni a me famigliari : Castenaso Budrio Molinella, cominciò la terra incognita , hic sunt leones, Consandolo, Guarda ( cosa poi? boh) e Portomaggiore finis terrae. Portomaggiore deve il suo nome alla presenza del Po prima della rotta di Ficarolo ( e vai con le battute) del 1187 e sblisga, porto importantissimo allora; adesso la morte civile; ma si era di venerdi, giorno di mercato e il mercato porta spesso allegria in più le bancarelle erano numerose alcune con i soliti vestiti altre con i cibi più o meno locali. Poi il treno per Ferrara, arrivo nella città estense giro attorno al castello e visita alla proloco per un indirizzo di un albergo , niente booking o tripadvisor allora, dopo una lauta cena a base di salama da sugo, ci dirigemmo verso l'albergo che definire ad una stella era un esagerato accrescitivo. Qui il proprietario, immagino avvezzo da decenni di professione, non facendo una piega davanti ai documenti di due che si dichiarano coniugati e abitanti allo stesso indirizzo di una città distante si e no 35 Km , insomma due amanti abitanti a piani diversi, ci condusse al talamo. Stanza larga 40 mq con al centro un letto matrimoniale degno di pavarotti e compagna di uguale stazza e qui mi esibii, complice l'atmosfera clandestina, la salama da sugo e , diciamolo una più fresca età, in una prestazione tale che i membri della sacra famiglia del quadro appeso sopra il letto si lanciarono in un ovazione con annessa ola.
Il giorno dopo rinfrancati da una abbondante colazione e una visita al duomo., prendemmo il treno verso Suzzara. L'orario non era dei più felici coincidendo con una mandria di bufali adolescenziali rientranti dalle scuole mal frequentate. Fra un odore di taleggio, urla e sms ( che progresso lo smartphone, adesso almeno stanno zitti) il viaggio continuava ,con il vantaggio che più il treno si allontanava da ferrara più le sue vittime, noi, rimanevano in solitudine. Cambio a Suzzara per Guastalla, arrivo in una città buia e desolata, difficoltà di trovare un albergo , Finalmente un albergo in riva al Po ( quello rimasto uguale a quello prima della rotta..... ma che vi racconto , lo sapete già) , ok prestazione un pò sotto tono stavolta, del resto se avessi continuato uguale non sarei qui a raccontarvela. Il giorno dopo capimmo della scarsa accoglienza guastellachese , si dice cosi?, si teneva quel giorno un mega mercato dell'antiquariato, brochanterie ed affini, insomma una goduria. Al pomeriggio sazi e satolli ci dirigemmo sempre con i trenini verso Reggio e da li verso Bologna dove alla sera mi.... no niente, si doveva andare al lavoro alla mattina presto.
Like
4
Share