Spree ha scritto: 24/05/2018, 6:30 Le colpe degli altri
"Il mio intento è di dar vita ad un governo dalla parte dei cittadini, che tuteli i loro interessi. Sono professore e avvocato, nel corso della mia vita ho perorato le cause di tante persone. Mi accingo ora a difendere gli interessi di tutti gli italiani in tutte le sedi, europee e internazionali dialogando con le istituzioni europee e con i rappresentanti di altri paesi. Mi propongo di essere l’avvocato difensore del popolo italiano, sono disponibile a farlo senza risparmiarmi, con il massimo impegno e la massima responsabilità."
Mi fanno arrabbiare i tanti bravi cittadini che fanno causa al Comune perché la buca nella strada gli ha rovinato il cerchione dell’auto. O perché la radice dell’albero sul marciapiede li ha fatti inciampare e mandati al Pronto Soccorso con una caviglia slogata. Mentre li osservo nel loro piccolo turbinio autolesionista (la buca nella strada o la radice dell’albero sono problema loro, dei loro soldi, degli amministratori che si scelgono) loro, gli offesi, immaginano tutta un’altra scena. I loro cerchioni e le loro caviglie sono “l’esempio”: gli altri intorno sono i cattivi che sbagliano e dovranno essere puniti. C’è sempre un altro nella testa di questa gente, qualcuno a cui dare la colpa, qualcuno che non si è comportato bene, che non ha fatto quello che noi, fossimo stati al suo posto, avremmo fatto.
La malora senza speranza di questo Paese è tutta in questa perenne furbizia, nello scaricabarile di ogni responsabilità verso qualcun altro. C’è gente che per contestare una multa per eccesso di velocità chiede le perizie sugli autovelox. E non si vergogna, e spesso alla fine vince le cause. A quel punto finalmente esulta: non tanto e non solo per i soldi risparmiati, ma per avergliela fatta vedere, per aver saputo dimostrare di che pasta sono fatti: gente tutta d’un pezzo, gente sveglia, alla quale non la si fa.
Ho pensato a questo e ad altre faccende simili quando oggi ho sentito il presidente del consiglio incaricato Giuseppe Conte dire che lui sarà l’avvocato difensore degli italiani. Ho pensato che era una frase orribile, indegna del senso di comunità che dovremmo avere, piena di quel disprezzo per gli altri (in questo caso l’Europa) ai quali dovremmo cercare di rimanere vicini, visto che siamo i suoi figli più derelitti e colpevoli. Ho pensato che io non lo voglio un avvocato, voglio un politico. Non lo voglio un becchino che chiuda la bara, voglio un dottore con le medicine. Non lo voglio uno scaltro che mi faccia vincere la causa, voglio uno intelligente che mi tenga lontano dai conflitti.
http://www.mantellini.it/2018/05/23/le- ... gli-altri/
scusa una cosa... sul "derelitti" ci arrivo ancora... ma "colpevoli" di cosa?