Rasheed ha scritto: 19/02/2018, 12:20
Provocazione:è facile far nascere alternative a destra quando i governi di pseudocentrosinistra(o quelli di coalizione appoggiati del centrosinistra)fanno politiche simili a quelle che fanno partiti di centrodestra?
all'estero non succedono cose molto diverse eh...la socialdemocrazia europea è in crisi proprio per questo(non sono abbastanza di sinistra,non prendono più mezzo voto da operai,classi medio-basse,ecc.)e quando nascono alternative a sinistra ormai inseguono modelli "vecchi"(Corbyn,Melenchon)
idem il centrodestra:in Spagna c'è ancora Rajoy peraltro calato tantissimo nei consensi,in Francia spariti i conservatori rifugiatisi al ballottaggio nel voto a Macron,nel Regno Unito i leader del partito non guardano esattamente al modello Cameron
l'unico Paese dove c'è ancora un centrodestra abbastanza forte(anch'esso calato,tuttavia)è la Germania...
e direi ovviamente:c'è la GroKo ma fanno politiche anche qua tendenti al centrodestra...come possa crollare la CDU mi sembra difficile,infatti spariscono i Socialisti
Che la socialdemocrazia sia in crisi in molti paesi è vero.
Però attenzione: in Scandinavia ancora c'è, in Francia Macron ha preso molti spunti proprio dalla socialdemocrazia, Melenchon avrà preso tanti voti ma non è nemmeno andato al ballottaggio, non è poi molto diverso da quanto fatto spesso da Fabius o Jospin, Macron è molto più socialdemocratico lui di quanto era Hollande,
Stanno faticando tantissimo in Germania, tritati da anni ed anni di Merkel.
Vero che faticano dovunque ad essere votati dagli operai, per tutta una serie di ragioni, principalmente perché in molti paesi si fatica a sostenere lo stato sociale, quasi dappertutto si sta passando da forme di tutela rigide a forme di flexicurity e questo, ovviamente, non piace molto agli operai.
Ma non si tratta poi si situazioni tanto diverse a quelle di qualche anno fa, quando in Italia c'era Berlusconi, in Francia Chirac (che batteva Le Pen), in Spagna Aznar, in Germania eravamo agli ultimi sussulti di Kohl.
IL punto è che quasi tutti i partiti stanno diventando post ideologici, non si parla di rivoluzione proletaria o di rivoluzione liberale (tolto qualcuno in Italia), si parla di più o meno Europa, stato sociale più flessibile o meno, scelta più o meno decisa del capitalismo nelle sue varie forme, maggiore o minore fiducia nel libero mercato, maggiore o minore attenzione a conti pubblici, maggiore o minore sensibilità verso l'immigrazione, maggiore o minore fiducia nella Nato.
La socialdemocrazia come declinata da Blair e Schroeder era pro libero mercato (con qualche eccezione da regolare in termini europei), pro Nato, accettava come inevitabile la flessibilità, guardava con attenzione i conti pubblici, era totalmente a favore del capitalismo. Questi sono, con qualche differenza, temi anche del PPE, per l'immigrazione nessuno ha ricette vincenti. La differenza sta nei dettagli, maggiore attenzione a certi temi, a certe istanze, per esempio accettazione di una tassazione più alta, maggiore tendenza verso una redistribuzione, più fondi per il sociale, più fondi per scuola e sanità pubbliche, più contrattazione con i sindacati e così via, ma cogliere queste sfumature è facile in momenti buoni, difficile in momenti di crisi, e la crisi del 2007/8 ha cambiato le carte in tavola.
Starei comunque attento a definire Macron, Schroeder, Blair, Zapatero dei fascistoni che per mimetizzarsi hanno indossato una camicia rossa per poi tradire gli elettori, come tendono a fare in tanti nella sinistra (e non solo) italiana. semplicemente è un tipo di sinistra che ha accolto quelle istanze che scrivevo sopra, che non sono affatto istanze tipicamente di destra, possono essere tanto di destra quanto di sinistra, a seconda di come siano declinate. Ma nella sinistra italiana e nel M5S (non ufficialmente, ok, non voglio polemizzare) c'è tanta gente che definisce lo stato sociale danese e tedesco degli esempi di macelleria sociale, cosa che non testimonia altro che l'accecamento cui può portare l'ideologia.
Il PPE è stato più pronto, grazie alla guida della Merkel, a reagire alla crisi del 2008, ed in molti paesi si è passati ad un centrodestra, ma oggi, guardando la cartina d'Europa, se si eccettuano i paesi ex comunisti (che hanno ovviamente una storia differente dagli altri), non è nemmeno del tutto vero che ci sia una decisiva svolta a destra.
Germania a parte, se ci sono Spagna, Olanda, Lussemburgo, Irlanda che guardano al centrodestra, ci sono pur sempre Portogallo, paesi scandinavi in cui prevale un partito socialdemocratico ed in Francia c'è Macron, post ideologico che esce però dal mondo socialdemocratico, un'Austria in cui il presidente è un ex socialdemocratico ed il capo del governo un PPE contro l'immigrazione.
Dove davvero governa la sinistra/sinistra? In teoria in Grecia, ma guarda caso anche Tsipras ormai è considerato u traditore dalla brigata Kalimera.
IL centrodestra, con la Merkel, ha trovato in Europa una sua strada in modo relativamente rapido, ai socialdemocratici è mancato un leader che indicasse una via nuova, un leader che ora potrebbe essere Macron, ma non è affatto detto che il pendolo non ricominci ad oscillare in tempi non troppo lunghi.
Il problema in Italia è che nessuno, davvero, a destra ha raccolto il testimone del PPE, e fino a che ci sarà Berlusconi difficilmente avverrà davvero, a sinistra Renzi ha provato a fare il post ideologico alla Macron, ma i suoi errori l'hanno condannato, il M5S gioca talmente tanto sul suo essere post che non si capisce davvero dove voglia andare a parare e quindi siamo in mezzo al guado, ma attenzione, se la situazione è questa non è certo colpa solo dei politici, la responsabilità va a tutta la classe dirigente italiana, che ha clamorosamente fallito la prova della seconda repubblica, negli ultimi 25 anni.