Teo ha scritto: 31/01/2018, 11:02
Gerry Donato ha scritto: 30/01/2018, 15:25
Malagò è il male assoluto, sempre, comunque ed a prescindere.
Però oggettivamente, causa l'incapacità del calcio italiano di riformarsi, il commissariamento è per lo meno il male minore in quanto potenzialmente rappresenta se non altro la speranza.
Speranza che con Gravina, Sibilia e Tommasi moriva sul nascere, in quanto organici e frutto stesso di quel calcio che non vuole riformarsi, messi lì esattamente da quel mondo per non cambiarne l'essenza.
Quindi ora ci sarebbero gli strumenti per riscrivere le norme non del calcio, ma sopra il calcio, cioè i metodi stessi di governance e rappresentanza politica che sovrintendono al nostro calcio.
Per rendere l'idea, un presidente regolarmente eletto poteva agire solo sull'oggetto, cioè hai già un frigorifero e puoi solo schiacciare un tasto piuttosto che un altro per farlo funzionare più o meno bene; un commissario CONI invece può agire sulla genesi stessa dell'oggetto, sulle istruzioni per l'uso, facendo venire fuori anche qualcosa di diverso da quel frigorifero.
Ancora, con un presidente regolarmente eletto si andava avanti dal 1985 corrotto con Biff a capo di Hill Valley ed il papà di Marty morto, riverberando la "corruzione"; con un commissario CONI abbiamo almeno la DeLorean per tornare indietro al 1955 e riprendere il possesso dell'almanacco sportivo di Biff.
Ma il CONI vuole, può e sa usare la DeLorean per ripristinare la legalità a Hill Valley?
Sei sicuro che un commissario straordinario abbia questi poteri? Io sapevo che il commissariamento può gestire solo l'ordinario e il cambiamento radicale delle regole si pone più sulla straordinarietà, secondo me.
Sul piano strettamente formale il commissario straordinario mette insieme i poteri del presidente federale con quelli del consiglio federale, che non è un "faccio quello che mi pare" ma poco ci manca. Basti pensare a Guido Rossi all'epoca, e qui il contesto non è quello del 2006 ma il senso di catastrofe se possibile è pure peggiore visto che, invece di vincerlo, al Mondiale manco ci andiamo.
La chiave dell'esempio del frigorifero e di Biff è che se tu vieni eletto regolarmente con quei meccanismi, la storia insegna che non sei propenso a modificare quei meccanismi, anzi se sei lì è proprio perché ti ci hanno messo per non toccarli.
Chi invece cala dall'alto senza "il consenso" dell'elezione, può permettersi le mani libere di intervenire e le varie componenti non possono nemmeno "votare la sfiducia" al commissario, per capirci.
Facendo un esempio critico sulla politica ma che rende l'idea, è un po' il meccanismo del governo tecnico tipo Monti, che si è potuto permettere (o ha dovuto permettersi, ma non sono le cause il punto) quelle riforme impopolari proprio perché rendeva conto solo alla crisi e non al popolo che l'ha eletto.
Ed hai voglia, per il contesto dell'epoca, a togliere la fiducia ad un governo del genere.
Quindi il commissario ora può intervenire, per esempio, dando potere all'assemblea di eleggere i consiglieri (oggi c'è una sorta di lottizzazione di diritto delle varie componenti), mettendo mano alla giustizia sportiva, cambiando le maggioranze necessarie per la governance e soprattutto il peso dei voti nelle elezioni dando un altro senso ai dilettanti.
Inoltre il momento è d'oro perché può pure mettere un suo uomo come commissario nella Lega di A, quindi lavorare sulla riforma dei campionati. E la Giunta CONI può anche nominare dei vice commissari ad hoc con specifiche deleghe (ecco il nome di vanaboria Costacurta che gira), in un piano programmatico ancora più esteso.