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da Bluto Blutarsky » 04/01/2018, 12:34
Il film del 2017 come al solito li rimando ai prossimi mesi, quando li avremo visti anche in questo Paese del terzo mondo.
Intanto, le mie ultime visioni dall'alto del solito cazzo. Ma visto che siamo ancora in clima natalizio a 'sto giro sono particolarmente buono.
Julieta
Almodovar comincia ad avere i suoi anni, e con l'andare dell'età ha messo da parte l'irriverenza per diventare quasi un autore classico. Va bene così, è assurdo pretendere che un artista resti sempre uguale a se stesso. È un allievo ideale di Fassbinder, con la differenza che il maestro tedesco raggelava i suoi drammi, mentre il castillano li inonda di passione. Qui aggiunge un altro bel ritratto femminile alla sua ricca galleria.
Voto: 7
Un'altra donna
A proposito di registi che amano le donne: nessuno come Woody. Ma proprio nessuno mai. Qui utilizza i toni soffusi del dramma da camera e affida il film nelle mani di una straordinaria, straordinaria Gena Rowlands (insieme alla Cate Blanchett di Blue Jasmine, potrebbe essere la migliore performance mai uscita da un film di Allen). È la storia di una scrittrice che deve ripensare la sua vita, ma probabilmente la parola "storia" è fuorviante. È più un insieme di situazioni, di sentimenti altalenanti, di tuffi avanti e indietro nella memoria (c'è una lunga sequenza onirica sulle assi di un palcoscenico in cui la protagonista rivede gli uomini della sua vita che è da scuola del cinema). P.s. se vivete nel milanese, lo spazio Oberdan ha organizzato da 20 al 31 gennaio la rassegna Le donne secondo Allen in 13 film.
Voto: 8
Uomini che odiano le donne
(Perché non tutti sono Allen o Almodovar). Sto parlando dell'originale svedese, il primo della trilogia tratta da Stieg Larsson. A me non era dispiaciuto nemmeno quello di Fincher, ma questo film mette in luce tutte le debolezze del remake americano. Primo, perché viene rispettata la complessità del romanzo, mentre Fincher per esigenze commerciali lo semplificava molto. Secondo, perché l'ambientazione svedese scava nel torbido passato nazista e antisemita della Scandinavia, una tema ancora scottante. Terzo, perché Noomi Rapace è una Lisbeth Salander perfetta, fisicamente e psicologicamente (mentre a Rooney Mara potevi mettere addosso tutti i piercing e i tatuaggi di questo mondo ma sembrava sempre appena uscita dall'estetista).
Voto: 7,5
Rocky 4
La saga la sto recuperando pian piano, ma a ogni episodio sono lì lì per abbandonarla. Questo episodio è proprio una brutta roba. Onestamente, non capisco come raccogliere spezzoni dei film precedenti tipo vidoclip, tenuti insieme dalla solita trama trita e ritrita si possa definire film. Siamo al livello di Super Vacanze di Natale, con la differenza che almeno in questo Paolo Ruffini non si mette a fare discorsi sul disgelo Usa-Russia (oddio, almeno credo, ma non avendolo visto…)
Voto: 4, coerente
Lo scafandro e la farfalla
Film che divide, io l'ho adorato. Lo potete leggere in mille modi e guardarlo da mille angolazioni. Nel bene e nel male, si regge proprio sul tema dello sguardo, del vedere, che è la fonte principale delle emozioni umane. Finché ha un occhio per vedere, il protagonista non è del tutto morto. In questo, è anche un film sul potere del cinema, ma è appunto solo un'angolazione da cui si può leggerlo.
Voto: 8,5
Hero
Fenomenale. Molti di voi l'avranno già visto, ma per chi come me ha colpevolmente aspettato tanto: immaginatevi una serie di scatole cinesi l'una dentro l'altra, con il particolare che ognuna di queste scatole le ha dipinte Diego Velázquez. Avrete più o meno il fascino narrativo e figurativo di questo film.
Voto: 8
Harold e Maude
Da uno dei grandi dimenticati di Hollywood – Hal Ashby – la love story tra un diciottenne con istinti suicidi e un'arzilla ottantenne. È praticamente una fiaba, e come ogni fiaba c'è un po' di follia, un po' di dramma, un po' di humor nero, un po' di poesia. Soprattutto un po' di poesia. Delizioso.
Voto: 7,5
The big Kahuna
Tentare di spiegare il senso della vita attraverso i discorsi di tre venditori che aspettano un meeting con i clienti si può definire o un gesto di coraggio o un segno di incoscienza, o entrambe. Sono portato a premiare il coraggio, ma mi rimane il dubbio che senza due attori strepitosi come Kevin Spacey e Danny DeVito il film faticherebbe a reggersi in piedi.
Voto: 6
Wish I was here
A me Zach Braff piace più o meno sempre, in tutte le salse. Come autore, sembra specializzarsi nel raccontare i turning point nella vita di persone che devono riprendere contatto con il mondo. È bravo nel creare situazioni originali e nel dare consistenza ai personaggi, anche quelli più eccentrici. Qui non gli riesce a pieno il miracolo di La mia vita a Garden State, che era un gioiello: la storia ha sempre una sua autenticità, ma si perde in troppi discorsi sui massimi sistemi, in troppi dialoghi a effetto. Comunque lo perdono settanta volte sette.
Voto: 6,5
Il promontorio della paura
Il remake di Scorsese l'ho visto troppo tempo fa per entrare ne dettaglio, ma anche l'originale è un thriller di ottima fattura. E alla voce "attore protagonista" mi sento di dire che Robert Mitchum batte anche De Niro: rispetto a quest'ultimo, ha l'aspetto di un uomo comune, il che rende più inquietante la sua psicosi (De Niro più che altro sembrava Freddy Krueger in libera uscita dal mondo dei sogni), e in più ha una dimensione erotica che contribuisce al suo fascino (notevole, se si pensa che è un film dei primi anni Sessanta).
Voto: 7
Chiudo con il "mio" film del 2017, il più bello che abbia visto nel corso dell'anno:
Una meravigliosa domenica
Semi-sconosciuto film di Akira Kurosawa del 1947. Due fidanzatini trascorrono insieme la domenica, una parentesi dalle rispettive, modeste e faticose vite nel Giappone del dopoguerra. Tutto qui, non succede quasi altro. Ma con quanta delicatezza viene raccontato? Kurosawa, prima che un grande regista, è un umanista. Ama, rispetta e ascolta i suoi personaggi, ha un pudore raro nel trattare i loro sentimenti. Tanto per fare un esempio: guardate con quanta misura, ma allo stesso tempo con quanta intensità, mette in scena il travaglio interire dell'uomo dopo che la ragazza, spaventata da un suo maldestro tentativo di approccio amoroso, è momentaneamente scappata via. È un autore che conosce la vita e gli uomini, e li sa raccontare. Onestamente, cosa si può volere di più? Non vi imbatterete mai in questo film in tv o sugli scaffali di un negozio, per cui va cercato, ma ne vale la pena.
Voto: 9,5
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"La verità è come l'acqua: una piccola quantità ti disseta e ti tiene pulito, ma se è troppa può farti affogare"