Quello che continua a colpirmi è lo squisito contrasto tra l'ideale artefice della situazione attuale (sempre Berlusconi) che in un certo senso ha ormai definitivamente inciso sulla percezione e la cultura di massa di due generazioni pur restando modello ideale di quella che sta tramontando.
Resta a contrastare una piega della società che in qualche modo ha innescato. Una sua evoluzione.
Non è un mistero che nel programma sviluppato di FI ci sono molti punti tematici vicino al piano di rinascita democratico (un filo eufemistico) di Gelli.
Piano che preconizzava una tv via cavo nel 1976 in grado di cambiare le sorti mediatiche e che alla fine è diventata mediaset e che immaginiva i vantaggi di uno schieramento politico essenzialmente bipolare.
La giustizia, la tv, l’ordine pubblico, il modello presidenzialista, l'idea stessa di organizzare un nuovo (per gli anni 70) schieramento come Forza Italia, gli scudi fiscali, il concetto di separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati, agli attacchi del Csm, la crisi e quasi dissolvimento della Rai spinto dalla legge Gasparri. L'idea di Gelli che ha trovato terreno fertile nella destra estrema e moderata e in qualche ambiente a sinistra oggi ha finito molto del suo slancio.
Il risultato di questa corsa (94-2013) è una generazione di 40enni ormai assolutamente disillusa che ancora non ha capito la provenienza e la targa del tir che li ha investiti e reso molto più poveri dei genitori, problema peraltro abbastanza diffuso in Europa ma da noi super estremizzato.
Generazione che ha fatto da ponte tra la politica che ti sistemava a quella che ti metteva le mani in tasca o che ci giocava per il voto.
Una intorno ai sessanta che si è genuninamente rotta le palle dopo prima e seconda repubblica ma che ha passato all'incasso e sta andando in pensione o ci è andata. Poi c'è la generazione dei ventenni o giu' di li che sono il motore dei pentastellati e che a mio parere soffre eccessivamente della svalutazione di modi e linguaggi degli ultimi 20 anni. Basta andare a prendere un superotto di un collettivo fine anni 70 e il confronto è impietoso.
da una parte c'è una generazione che ha letto tutto il manuale e una che ha letto il bignami.
E quella di mezzo che non ha fatto abbastanza e ha impoverito quella dopo (a occhio e croce la mia).
Il fatto che ci sia un piduista (ma più praticamente uno forgiato idealmente da Gelli) contro il prodotto della sua politica è una cosa che tra x anni secondo me finisce in un bel documentario. Capace sia solo un pensiero di fondo idiota.
Lo stanno superando a destra.
In ogni caso la democrazia diretta fatta a quel modo è aberrante.
Siamo passati dal discutere della lotta di classe e di piani di rinascita a questo tipo di mantra
(che poi non fanno 75 euro, ma dettagli)
