
All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
- FedeBoddah
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
Leggo di un interesse per Rose... 

La squadra apprezzerà sempre una grande individualità se si sacrifica per il gruppo – Kareem Abdul Jabbar
- T-wolves
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
Peggio di Deron Williams non è, temo che non ci venga nessuno al suo posto e l'alternativa a roster è Calderon / Felder. Io avrei cercato di prendere Tony Allen. Per assurdo questa mi sembra l'unica destinazione in cui può dare veramente qualcosa, anche se temo sia poco quello che ha da dare.
- nolian
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
magari è la volta buona che capisce che deve ridimensionarsi, se poi fa una stagione discreta (non numericamente, quelli saranno bassi per il suo solito, ma come approccio e come adattamento ad un ruolo da comprimario), poi magari tra 12 mesi arriva qualcuno che gli allunga un pluriennale
per i Cavs alla fine è un annuale: scommessa a costo zero
PS: francamente tra Rose e Calderon prendo il primo senza manco starci a pensare un attimo
per i Cavs alla fine è un annuale: scommessa a costo zero
PS: francamente tra Rose e Calderon prendo il primo senza manco starci a pensare un attimo
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
I discorsi su Rose sono sempre un po' tristi visto che qualche anno fa era il più giovane Mvp della storia peró se da una parte è vero che peggio di Calderon non è, dall'altra a differenza dello spagnolo non puoi farlo giocare 20 minuti in una serie intera se decidi di andare con altre soluzioni che peraltro non abbondano con la panchina che hanno i Cavs. So che si tratta di un contratto annuale, a cifre veramente basse ma per come e quanto giocano LeBron & Kyrie nei playoff faccio fatica a vederlo utile contro i Warriors perchè di questo si parla. Non so, capisco che qualcosa devono pur fare ma non mi convince molto.
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
Semplicemente hanno provato a prendere altri e hanno fallito tutti gli obbiettivi al minimo salariale. A forza di scorrere la lista si è arrivati a Rose.
Cleveland è una delle città più brutte degli Usa e già di per se non ci vuole andare nessuno, se qualcuno ci va è merito solo di LBJ. Con il fatto che i FA hanno intuito che il titolo i Cavs non lo vinceranno se possono vanno da un altra parte, poi anche prima non è che ci fosse la fila, guarda chi prendono sempre: o gente che non vuole nessuno o i soliti amici di James tipo i due Jones (Dahntay e soprattutto James), da quando è tornato chi è arrivato tramite FA? Jefferson che era considerato bollito e ribollito e gli altri non ve li ricordate perchè non hanno giocato un singolo minuto serio. L'unico veramente "conteso" che hanno preso è stato Bogut e sappiamo la fine che ha fatto.
Rose o diventa un specialista difensivo oppure temo sarà molto inutile perchè non sa tirare e non è un giocatore intelligente cestisticamente parlando, l'unica cosa che può fare è fare riposare Irving e LeBron qualche minuto perchè qualcosa in attacco lo sa ancora fare e può sfruttare le spaziature dell'attacco Cavs.
L'accoppiata Rose + Green dalla panca mi convince il giusto, sono due non tiratori che rovinano le spaziature e la mano che ti danno in difesa mi sembra modesta a essere gentili. Uno ci stava, entrambi non lo so.
Al posto di Green ci sarebbe stato molto bene Dante Cunnigham, ma non credo sarebbe venuto. Calderon per me non è stata una presa così stupida, sa tirare ed è intelligente, poi ovviamente lo reggi 10 minuti in campo e forse contro i Warriors manco quelli. Il problema è la mancanza di alternative.
Cedi Osman uomo chiave
PS Non è ancora ufficiale, i Lakers non mollano la presa
Cleveland è una delle città più brutte degli Usa e già di per se non ci vuole andare nessuno, se qualcuno ci va è merito solo di LBJ. Con il fatto che i FA hanno intuito che il titolo i Cavs non lo vinceranno se possono vanno da un altra parte, poi anche prima non è che ci fosse la fila, guarda chi prendono sempre: o gente che non vuole nessuno o i soliti amici di James tipo i due Jones (Dahntay e soprattutto James), da quando è tornato chi è arrivato tramite FA? Jefferson che era considerato bollito e ribollito e gli altri non ve li ricordate perchè non hanno giocato un singolo minuto serio. L'unico veramente "conteso" che hanno preso è stato Bogut e sappiamo la fine che ha fatto.
Rose o diventa un specialista difensivo oppure temo sarà molto inutile perchè non sa tirare e non è un giocatore intelligente cestisticamente parlando, l'unica cosa che può fare è fare riposare Irving e LeBron qualche minuto perchè qualcosa in attacco lo sa ancora fare e può sfruttare le spaziature dell'attacco Cavs.
L'accoppiata Rose + Green dalla panca mi convince il giusto, sono due non tiratori che rovinano le spaziature e la mano che ti danno in difesa mi sembra modesta a essere gentili. Uno ci stava, entrambi non lo so.
Al posto di Green ci sarebbe stato molto bene Dante Cunnigham, ma non credo sarebbe venuto. Calderon per me non è stata una presa così stupida, sa tirare ed è intelligente, poi ovviamente lo reggi 10 minuti in campo e forse contro i Warriors manco quelli. Il problema è la mancanza di alternative.
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PS Non è ancora ufficiale, i Lakers non mollano la presa

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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
Rose nella seconda unit potrebbe avere un senso in questi Cavs. Unica pecca che le partite difficilmente può finirle dato che non vedo una collocazione per lui con gli Starter
- nolian
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
thisT-wolves ha scritto: 20/07/2017, 20:49 Rose ...l'unica cosa che può fare è fare riposare Irving e LeBron qualche minuto perchè qualcosa in attacco lo sa ancora fare e può sfruttare le spaziature dell'attacco Cavs.
ma l'importante è che entri nella parte con la testa
se lo farà scommetto che migliorerà anche in difesa, non dico al punto da diventare uno specialista, ma di certo quando "lavori" meno, puoi dare di più nella tua metà campo
il gradino più alto che Derrick deve superare è nella sua testa, se supera questo il resto verrà da se (che siano 10'-15'-20'-25' non conta nulla, poi magari saranno 15' quest'anno e 25' in altro luogo il prossimo...), l'importante è che si immedesima nel nuovo ruolo
quotoghista ha scritto: 20/07/2017, 22:48 Rose nella seconda unit potrebbe avere un senso in questi Cavs. Unica pecca che le partite difficilmente può finirle dato che non vedo una collocazione per lui con gli Starter
però non mi preoccuperei
Rose ha 28anni, teoricamente ha altri 6-7 anni di nba, forse anche più...
solo che deve trasformarsi in un nuovo-Rose
se lo fa, davvero può avere una seconda carriera, se non lo fa tra 12 mesi è in Cina
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
Allora ragazzi, capisco il momento e immagino non sia facile, ma spero siamo tutti concordi nel volere il meglio per Kyrie.
Non era nei nostri piani, ma siamo disposti a fare un sacrifico per venirvi incontro e liberarvi di questa grana, senza impegno ci mancherebbe.
Melo per Irving e poi andiamo a berci un birra tutti insieme per dimenticare questa brutta storia.
Siamo d'accordo?
Non era nei nostri piani, ma siamo disposti a fare un sacrifico per venirvi incontro e liberarvi di questa grana, senza impegno ci mancherebbe.
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
La risposta passivo-aggressiva di LeBron James
LeBron James, informato della richiesta di Irving, è rimasto “preso alla sprovvista e deluso”. Poco dopo è uscito un pezzo vero e proprio sempre a firma di Windhorst in cui è stata espressa tutta la frustrazione del Re, che senza rispondere direttamente (probabilmente il suo pensiero è stato espresso dall’agente Rich Paul) ha reso ben chiara la sua opinione. James, infatti, “intende lasciare che la dirigenza dei Cleveland Cavaliers e il proprietario Dan Gilbert prendano in mano la gestione della richiesta di scambio di Kyrie Irving”. Come a dire: fatti vostri, il casino lo avete creato voi. LeBron ha però fatto anche sapere — lanciando una frecciatina a quello che ormai è da considerare un suo ex compagno — che “è concentrato sul suo regime di allenamenti estivi e pianifica di presentarsi al training camp con l’intenzione di guidare i suoi compagni alla quarta Finale consecutiva — indipendentemente da quali siano quei compagni”. Anche qui, la scelta delle parole è importante: James ha confermato la sua volontà di proseguire per il prossimo anno (come già deciso dopo il titolo del 2016, firmando un biennale con opzione per il terzo anno invece del classico “1+1)”, ma ovviamente non si è esposto sul suo futuro. La sua scadenza di contratto nel 2018 aleggia come una nuvola nera sopra tutta Cleveland ormai da diverso tempo, prima ancora della sconfitta in finale contro i Golden State Warriors. E in questo momento è difficile immaginare come James possa decidere di continuare la sua rincorsa al “fantasma di Michael Jordan” in una franchigia disfunzionale e senza direzione come i Cavaliers, specialmente dopo l’addio all’apprezzatissimo GM David Griffin che era stato fondamentale per gestire gli ego contrastanti dello spogliatoio. Chissà se questa è l’opinione anche di Irving, che era legato a Griffin ed evidentemente pensa di non avere un futuro con James e con Cleveland.
La risposta ironica di Kevin Love
Tra i due litiganti dei Big Three, rimane solamente Kevin Love — il quale, paradossalmente, dopo essere stato vicinissimo a essere scambiato praticamente per tre anni, potrebbe finire per essere l’unico a rimanere a Cleveland dopo il 2018. E anche lui non si è fatto mancare una frecciatina al suo playmaker: interpellato dall’account Twitter di InsideHoops.com che gli chiedeva “Ciao @KevinLove, come vanno le cose”, l’ala dei Cavs ha risposto “La vita è meravigliosa. Non mi lamento. Le cose sono un po’ peculiari. Ma nessun problema. Ora andate da qualche altra parte”. Da notare ovviamente l’utilizzo della parola peculiare, un chiaro riferimento alla dichiarazione sibillina di Kyrie Irving. Le cose cambiano molto in fretta nella NBA, e inevitabilmente gli equilibri nella Eastern Conference si modificheranno se Irving lascerà la squadra che negli ultimi tre anni ha dominato l’Est. L’era dei Big Three di Cleveland è stata contrassegnata dal “drama”: questo episodio però potrebbe decretarne la definitiva fine di questi Cavs per come li conosciamo.
Little Brother & Big Brother
Come scritto da Michael Lee di The Vertical, la prima cosa da capire è che quello tra James e Irving è stato “un matrimonio combinato”. Più precisamente, un matrimonio combinato da James e che Irving ha dovuto più che altro subire, perché è stato LeBron a sceglierlo come compagno (preferendolo a un Dwyane Wade sul viale del declino) e come “fratello minore”, un ruolo che Irving ha accettato con molta riluttanza. Nelle prime fasi del loro rapporto, il numero 2 dei Cavs ha cercato di resistere a James e alla sua voglia di fargli da “fratellone” insegnandogli come si vince, cercando di fare le cose a modo suo senza modificare più di tanto il suo gioco. Una cosa che inizialmente faceva impazzire James, il quale come è noto lo “appese al muro” (figurativamente e mediaticamente) dopo una partita da 3/17 a Portland all’inizio della loro prima stagione insieme, dicendo chiaramente che era inaccettabile. Irving risposte nella partita dopo segnando 34 punti con 0 assist, in aperta ribellione contro il volere di James, ma con il tempo si rese conto anche lui che resistere sarebbe stato inutile e che cercare il modo di funzionare in campo e fuori con LeBron avrebbe portato a risultati migliori — culminati ovviamente nel titolo del 2016 in cui il Re cedette un possesso-chiave nel finale di gara per permettere a Irving di segnare il famoso tiro decisivo di gara-7. Doveva essere un’investitura, così come quel braccio attorno al collo di Kyrie alla fine di gara-5 delle ultime finali dicendogli (a favore di telecamera) che “l’anno prossimo torneremo qui”. Chissà se Kyrie Irving, dentro di lui, pensava già a quello che è successo ieri, visto che già dopo il titolo del 2016 — secondo quanto riportato da Brian Windhorst di ESPN — aveva considerato l’idea di richiedere uno scambio.
Mamba Mentality e la gestione dell’ego
Per capire a pieno Irving bisogna tenere in considerazione la sua idolatria per Kobe Bryant. Il suo rapporto con la leggenda dei Lakers risale al suo primo anno in NBA, quando al training camp di Team USA in preparazione alle Olimpiadi di Londra sfidò Kobe in un uno-contro-uno con una rara faccia tosta. Quell’episodio però finì per creare un rapporto tra di loro, diventato sempre più stretto negli anni fino al titolo del 2016, quando Kobe fu la prima persona chiamata su Facetime da Irving al rientro negli spogliatoi e lo stesso Kyrie a sottolineare davanti ai microfoni che prendendosi il tiro decisiva “l’unica cosa a cui pensavo era: Mamba Mentality”. Per uno con questo tipo di mentalità, pensare di rimanere a lungo il numero 2 è impensabile: è quello che è successo allo stesso Bryant quando chiese l’allontanamento da Los Angeles tanto di Shaquille O’Neal quanto di Phil Jackson nel 2004, facendo diventare finalmente i Lakers la sua squadra. Allo stesso modo, Irving oggi vuole trovare la sua squadra e uscire dall’ombra di James: avendo già vinto un titolo NBA, ora Irving vuole dimostrare di poter essere un giocatore in grado di vincere l’MVP e affermarsi come la miglior point guard della NBA, titolo che nonostante tutti i suoi riconoscimenti in carriera — MVP dell’All-Star Game, MVP ai Mondiali, oro olimpico nel 2016, oltre ovviamente a quel tiro nel 2016 — ancora non gli viene riconosciuto, rimanendo un gradino sotto ai vari Steph Curry, Russell Westbrook e Chris Paul. Irving nel tempo ha imparato a tenere a bada il suo ego, accontentandosi di un ruolo di supporto a James per avere la possibilità di competere per il titolo ogni anno e sviluppando con lui anche un rapporto quasi di amicizia – e proprio per questo James si è detto “preso alla sprovvista e deluso” dalla decisione di Irving. Ma Kyrie deve stare attento a quello che realmente desidera, perché il mondo senza LeBron può essere più brutto di quello che si immagina.
LeBron James, informato della richiesta di Irving, è rimasto “preso alla sprovvista e deluso”. Poco dopo è uscito un pezzo vero e proprio sempre a firma di Windhorst in cui è stata espressa tutta la frustrazione del Re, che senza rispondere direttamente (probabilmente il suo pensiero è stato espresso dall’agente Rich Paul) ha reso ben chiara la sua opinione. James, infatti, “intende lasciare che la dirigenza dei Cleveland Cavaliers e il proprietario Dan Gilbert prendano in mano la gestione della richiesta di scambio di Kyrie Irving”. Come a dire: fatti vostri, il casino lo avete creato voi. LeBron ha però fatto anche sapere — lanciando una frecciatina a quello che ormai è da considerare un suo ex compagno — che “è concentrato sul suo regime di allenamenti estivi e pianifica di presentarsi al training camp con l’intenzione di guidare i suoi compagni alla quarta Finale consecutiva — indipendentemente da quali siano quei compagni”. Anche qui, la scelta delle parole è importante: James ha confermato la sua volontà di proseguire per il prossimo anno (come già deciso dopo il titolo del 2016, firmando un biennale con opzione per il terzo anno invece del classico “1+1)”, ma ovviamente non si è esposto sul suo futuro. La sua scadenza di contratto nel 2018 aleggia come una nuvola nera sopra tutta Cleveland ormai da diverso tempo, prima ancora della sconfitta in finale contro i Golden State Warriors. E in questo momento è difficile immaginare come James possa decidere di continuare la sua rincorsa al “fantasma di Michael Jordan” in una franchigia disfunzionale e senza direzione come i Cavaliers, specialmente dopo l’addio all’apprezzatissimo GM David Griffin che era stato fondamentale per gestire gli ego contrastanti dello spogliatoio. Chissà se questa è l’opinione anche di Irving, che era legato a Griffin ed evidentemente pensa di non avere un futuro con James e con Cleveland.
La risposta ironica di Kevin Love
Tra i due litiganti dei Big Three, rimane solamente Kevin Love — il quale, paradossalmente, dopo essere stato vicinissimo a essere scambiato praticamente per tre anni, potrebbe finire per essere l’unico a rimanere a Cleveland dopo il 2018. E anche lui non si è fatto mancare una frecciatina al suo playmaker: interpellato dall’account Twitter di InsideHoops.com che gli chiedeva “Ciao @KevinLove, come vanno le cose”, l’ala dei Cavs ha risposto “La vita è meravigliosa. Non mi lamento. Le cose sono un po’ peculiari. Ma nessun problema. Ora andate da qualche altra parte”. Da notare ovviamente l’utilizzo della parola peculiare, un chiaro riferimento alla dichiarazione sibillina di Kyrie Irving. Le cose cambiano molto in fretta nella NBA, e inevitabilmente gli equilibri nella Eastern Conference si modificheranno se Irving lascerà la squadra che negli ultimi tre anni ha dominato l’Est. L’era dei Big Three di Cleveland è stata contrassegnata dal “drama”: questo episodio però potrebbe decretarne la definitiva fine di questi Cavs per come li conosciamo.
Little Brother & Big Brother
Come scritto da Michael Lee di The Vertical, la prima cosa da capire è che quello tra James e Irving è stato “un matrimonio combinato”. Più precisamente, un matrimonio combinato da James e che Irving ha dovuto più che altro subire, perché è stato LeBron a sceglierlo come compagno (preferendolo a un Dwyane Wade sul viale del declino) e come “fratello minore”, un ruolo che Irving ha accettato con molta riluttanza. Nelle prime fasi del loro rapporto, il numero 2 dei Cavs ha cercato di resistere a James e alla sua voglia di fargli da “fratellone” insegnandogli come si vince, cercando di fare le cose a modo suo senza modificare più di tanto il suo gioco. Una cosa che inizialmente faceva impazzire James, il quale come è noto lo “appese al muro” (figurativamente e mediaticamente) dopo una partita da 3/17 a Portland all’inizio della loro prima stagione insieme, dicendo chiaramente che era inaccettabile. Irving risposte nella partita dopo segnando 34 punti con 0 assist, in aperta ribellione contro il volere di James, ma con il tempo si rese conto anche lui che resistere sarebbe stato inutile e che cercare il modo di funzionare in campo e fuori con LeBron avrebbe portato a risultati migliori — culminati ovviamente nel titolo del 2016 in cui il Re cedette un possesso-chiave nel finale di gara per permettere a Irving di segnare il famoso tiro decisivo di gara-7. Doveva essere un’investitura, così come quel braccio attorno al collo di Kyrie alla fine di gara-5 delle ultime finali dicendogli (a favore di telecamera) che “l’anno prossimo torneremo qui”. Chissà se Kyrie Irving, dentro di lui, pensava già a quello che è successo ieri, visto che già dopo il titolo del 2016 — secondo quanto riportato da Brian Windhorst di ESPN — aveva considerato l’idea di richiedere uno scambio.
Mamba Mentality e la gestione dell’ego
Per capire a pieno Irving bisogna tenere in considerazione la sua idolatria per Kobe Bryant. Il suo rapporto con la leggenda dei Lakers risale al suo primo anno in NBA, quando al training camp di Team USA in preparazione alle Olimpiadi di Londra sfidò Kobe in un uno-contro-uno con una rara faccia tosta. Quell’episodio però finì per creare un rapporto tra di loro, diventato sempre più stretto negli anni fino al titolo del 2016, quando Kobe fu la prima persona chiamata su Facetime da Irving al rientro negli spogliatoi e lo stesso Kyrie a sottolineare davanti ai microfoni che prendendosi il tiro decisiva “l’unica cosa a cui pensavo era: Mamba Mentality”. Per uno con questo tipo di mentalità, pensare di rimanere a lungo il numero 2 è impensabile: è quello che è successo allo stesso Bryant quando chiese l’allontanamento da Los Angeles tanto di Shaquille O’Neal quanto di Phil Jackson nel 2004, facendo diventare finalmente i Lakers la sua squadra. Allo stesso modo, Irving oggi vuole trovare la sua squadra e uscire dall’ombra di James: avendo già vinto un titolo NBA, ora Irving vuole dimostrare di poter essere un giocatore in grado di vincere l’MVP e affermarsi come la miglior point guard della NBA, titolo che nonostante tutti i suoi riconoscimenti in carriera — MVP dell’All-Star Game, MVP ai Mondiali, oro olimpico nel 2016, oltre ovviamente a quel tiro nel 2016 — ancora non gli viene riconosciuto, rimanendo un gradino sotto ai vari Steph Curry, Russell Westbrook e Chris Paul. Irving nel tempo ha imparato a tenere a bada il suo ego, accontentandosi di un ruolo di supporto a James per avere la possibilità di competere per il titolo ogni anno e sviluppando con lui anche un rapporto quasi di amicizia – e proprio per questo James si è detto “preso alla sprovvista e deluso” dalla decisione di Irving. Ma Kyrie deve stare attento a quello che realmente desidera, perché il mondo senza LeBron può essere più brutto di quello che si immagina.
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
E nel 2018/2019 e tutto pronto per la big reunion degli amigos
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
Una piccola provocazione: visto che Lbj probabilmente andrà via l'anno prossimo, perché non provare a cederlo subito e costruire attorno a Irving? Ovviamente questo nel caso in cui non ci fosse rimedio all'attuale situazione. Altrimenti come ha detto qualcuno, si cerca di fare un altro anno con questi Big 3 e poi si vede.
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
Perchè LeBron James ha la no-trade clause, perchè nessuno mai nella vita si sognerebbe di tradare LeBron come suo primo incarico nella lega (Koby Altman), perchè metà dagli analisti credono che James finirà la carriera nell'Ohio (mentre l'altra metà crede che vada via) e infine perchè James fa fare a Cleveland (non solo ai Cavs) una quantità di soldi imbarazzante che Irving non sarebbe in grado di far fare.bullor ha scritto: 23/07/2017, 15:36 Una piccola provocazione: visto che Lbj probabilmente andrà via l'anno prossimo, perché non provare a cederlo subito e costruire attorno a Irving? Ovviamente questo nel caso in cui non ci fosse rimedio all'attuale situazione. Altrimenti come ha detto qualcuno, si cerca di fare un altro anno con questi Big 3 e poi si vede.
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
T-wolves ha scritto: 23/07/2017, 15:50Perchè LeBron James ha la no-trade clause, perchè nessuno mai nella vita si sognerebbe di tradare LeBron come suo primo incarico nella lega (Koby Altman), perchè metà dagli analisti credono che James finirà la carriera nell'Ohio (mentre l'altra metà crede che vada via) e infine perchè James fa fare a Cleveland (non solo ai Cavs) una quantità di soldi imbarazzante che Irving non sarebbe in grado di far fare.bullor ha scritto: 23/07/2017, 15:36 Una piccola provocazione: visto che Lbj probabilmente andrà via l'anno prossimo, perché non provare a cederlo subito e costruire attorno a Irving? Ovviamente questo nel caso in cui non ci fosse rimedio all'attuale situazione. Altrimenti come ha detto qualcuno, si cerca di fare un altro anno con questi Big 3 e poi si vede.
Espn ha detto che LeBron non rinuncerà alla no-trade clause per nessun club, non importa cosa succede a Cleveland.
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Re: All for One-One for All. Cleveland Cavaliers 2016 NBA Champions.
Cmq chapeau alla tempistica di Kyrie, si fosse mosso prima magari si poteva ottenere un pò di più.
Così facendo ha messo la dirigenza spalle al muro.
Anche se non avendo clausole strane, magari finisce a fare la stella ai Kings...
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